La Fiamma & Il Globo - Australia
venerdi 04 settembre 2009
Come capo “storico” della destra italiana, Fini ormai ha la consapevolezza di non contare più niente nel Pdl. Povero Gianfranco, già delfino di Almirante e missino di quelli puri. Con Fiuggi s’era capito che, in fondo, non è mai stato fascista e del resto Giorgio Almirante lo scelse proprio per questo aspetto. Ma ora certe sue posizioni recenti fanno dubitare che non sia mai stato neppure troppo di destra, sembra sia diventato metà democristiano e metà comunista. Dopo la svolta di Fiuggi e’ stato abbandonato dai duri della destra. Alla fine, per non rimanere solo ed abbandonato, ha ceduto AN a Berlusconi per “acchiappare” la poltrona della terza carica dello Stato. Si e’ capito il motivo per il quale Fini, a differenza di molti ministri del governo in carica, non ha rifiutato l’invito rivoltogli dagli organizzatori della festa del Pd di Genova. Il presidente della Camera ha probabilmente deciso d’intervenire non tanto quanto persona “super parte”, per il ruolo istituzionale che ricopre, ma perché aveva alcuni sassolini da togliersi dalle scarpe. Non c’è stato tema che ha affrontato sul quale non abbia espresso posizioni del tutto opposte a quelle ufficiali del Pdl. Dall’immigrazione alle “gabbie salariali”, dal testamento biologico, fino alla legge sull’omofobia, sembrava di ascoltare uno dei “capatazz” dell’opposizione, piuttosto che uno dei “cofondatori” del Pdl. Dire che “una persona è una persona”, come ha detto Fini, è aria fritta. Cioè uno di quegli slogan tanto cari alla sinistra che di slogan, più che di fatti, si e’ sempre pasciuta. Forse per questo Fini è piaciuto tanto al popolo del Pd che lo hanno applaudito compiaciuti per le distanze che stava prendendo dalla maggioranza, che pure lo ha eletto presidente della Camera. “Gianfi” dovrebbe capire che la differenza fra uno statista ed un “politicante” è che il primo, molto spesso, dice anche cose scomode, mentre il secondo cerca solo l'applauso. Se pensa di legittimarsi agli occhi dell'opposizione, dicendo loro ciò che a loro piace sentirsi dire, non ha proprio capito niente, a meno che non aspiri alla segreteria del Pd. Cosa gli importa se i “compagni” che l’hanno oggi applaudito nel passato lo accusavano di essere uno dei peggiori fascisti. Fini ha fatto, al suo solito, un discorso ambiguo: un colpo al cerchio e uno alla botte. A proposito del testamento biologico, ha promesso che farà modificare, con una pioggia di emendamenti, il testo del disegno di legge già approvato dal Senato. Ma chi si crede di essere? Niente niente pensa di avere gli stessi poteri presidenziali di Obama? Il presidente della Camera, ha solo il potere di far funzionare l’assemblea dei deputati del Parlamento e nient’altro. Infatti, l’articolo 8 del regolamento recita: “1) Il Presidente rappresenta la Camera. Assicura il buon andamento dei suoi lavori, facendo osservare il Regolamento, e dell'amministrazione interna. Sovrintende a tal fine alle funzioni attribuite ai Questori e ai Segretari. 2) In applicazione delle norme del Regolamento, il Presidente dà la parola, dirige e modera la discussione, mantiene l'ordine, pone le questioni, stabilisce l'ordine delle votazioni, chiarisce il significato del voto e ne annunzia il risultato”. Fini ha fatto lo sbruffone sparando una grossa fesseria. Questo significa: a) che non conosce il regolamento, cosa che lo squalificherebbe; b) che è consapevole di dire il falso e questo sarebbe ancora peggio. Infatti, i disegni di legge approvati da un ramo del parlamento vanno in discussione alla commissione parlamentare corrispondente dell’altro ramo. Più raramente, nei disegni di minor importanza, direttamente all’assemblea per la discussione generale. Ogni forma di pressione o di interferenza, da parte del presidente della Camera, rappresenta, pertanto, “un abuso di potere” ed una “illegittimità costituzionale”. Intanto, pero’, questa sua “sparata” gli ha procurato lunghi e scroscianti applausi dai “compagni” in sala. A pensarci bene, se Fini si fosse presentato alle primarie del Pd, avrebbe avuto molte probabilità di essere letto segretario. Molte di piu’ dell’astioso “manichino” parlante Franceshini e del “bocciofilo e nostalgico” compagno Bersani. Ma la vera aspirazione di Fini è il dopo Berlusconi. “Gianfi” ritiene di essere di una spanna superiore di tutte le mezze tacche (a suo parere) dei politici che popolano il Pdl. Ma che ne pensa Berlusconi? Il Pdl? E la Lega? E gli italiani? Fini non sta conquistando la simpatia degli elettori, anzi l’ha persa, perché ha dimostrato di non essere affidabile. Inoltre nessuno crede che sia capace di tenere a freno, come fa Berlusconi, le diverse anime del Pdl. E’ davvero difficile pensare che Fini possa rappresentare interamente il PdL del dopo Berlusconi, quando già la sola AN non lo sopporta piu’ da tempo. Maurizio Gasparri ha detto chiaramente che Fini, con certe posizioni, rischia di compromettere le proprie chance di leadership nel Pdl. In tutta la sua vita Fini ha fatto solo politica, quindi, non e’un uomo di azione, che è una delle grandi qualità di Berlusconi. E’ tutt’altro che un pragmatico. E’ un intellettuale, idealista, teorico evanescente e da lui ci si potrà aspettare solo polemiche e discussioni: non fatti. Fini sogna anche di notte come diventare Presidente del consiglio o Presidente della Repubblica: le sue mire sono queste e nient’altro piu’. Meriterebbe essere messo alla porta. Che vada a bussare a quella dei "progressisti" salvatori dell’Italia e del mondo! Alla fine, pero’, Fini non e’ un pericolo. E’ un cagnolino “ petit maltese” che abbaia, ma che non ha il coraggio di mordere. Tra poco ritornerà tranquillamente alla sua cuccia “dorata” ed ogni tanto emetterà qualche flebile “guaito” tanto per ricordare che lui e’ li. Il pericolo vero sono i “cattocomunisti” che, miracolosamente, in questi giorni comunisti e cattolici sono di nuovo “abbracciati” insieme. Persino Rifondazione difende Avvenire. Infatti, Liberazione, organo di Rifondazione Comunista, difende Boffo, direttore di Avvenire, organo dei vescovi italiani. Tutti uniti stanno facendo un’opposizione infame e anticostituzionale con campagne di falsità, diffamazioni, attacchi gratuiti e infondati alla persona del presidente del consiglio. Un’azione “barbara” e altamente lesiva del prestigio e degli interessi dell’Italia. Offende la maggioranza dei cittadini italiani che ha democraticamente eletto il governo. Come si permette Berlusconi di governare, solo perché prende più voti? Devono vincere e governare i migliori, cioè i “cattocomunisti”! E’ ora di dire basta con le diffamazioni e le falsità a mezzo stampa. Basta con l’uso illiberale delle TV di Stato. Basta con l’uso improprio dei mezzi pubblici d’informazione e c’e’ chi ancora “spudoratamente” sostiene che i media sono controllati da Berlusconi. Come mai allora la maggior parte gli sono contro? Anche chi possedesse un quoziente d’intelligenza sotto la media si accorgerebbe che la cosa non quadra. Perché alcuni giornali possono pubblicare per mesi pagine e pagine di pettegolezzi che non hanno “nessun riscontro reale” ed un altro giornale non può pubblicare una notizia vera con tanto di prova? Il direttore del Il Giornale, Vittorio Feltri, ha indagato e ha trovato documenti ufficiali, ma sopratutto pubblici, che avvalora la veridicità delle sue affermazioni sul direttore dell’Avvenire Boffo. È indubbiamente VERO che Dino Boffo è stato condannato per molestie telefoniche ad una signora ed ha patteggiato la pena e chi patteggia ammette la colpa. Dopo la decisione del presidente Berlusconi di querelare La Repubblica, ( ed ora anche L’Unita’) contro la diffamazione a mezzo stampa vergognosamente rivolta alla sua persona, La Repubblica ha aperto una sottoscrizione contro il presunto “attentato” di Berlusconi alla libertà di stampa. Ovviamente questo pericolo non c’era quando D’Alema querelò Giorgio Forattini per una vignetta satirica. Altro che forze politiche progressiste e alternative! Qui siamo di fronte a persone che calunniano, falsificano la verità e la strumentalizzano per imbrogliare una parte degli italiani, i loro “creduloni”, a fini di interesse personale, vedi Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, che evade le tasse. Se i “cattocomunisti” accusano un governo liberale di illiberalità e di attentati alle libertà di stampa, di quante nefandezze potrebbero essere accusati i “cattocomunisti”? Fa bene Berlusconi a combattere con decisione la guerra a chi gliela dichiarata. Fa bene a rispondere punto per punto e restituire colpo su colpo con forza. Le battaglie si vincono usando l’arma del nemico, ma con in più la forza della verità “documentata”. La Repubblica voleva dare l’immagine di un Berlusconi finito ed in difficoltà? Ecco che invece il Premier e’ passato al contrattacco con una legittima azione legale. Ancora una volta ha sparigliato le carte e preso tutti di sorpresa, dimostrando di essere un uomo che non si arrende e sa sferrare una contro offensiva da far tremare i suoi nemici. Quando occorre, un bravo e coraggioso condottiero deve parlare duro ed agire con forte determinazione. E’ meglio essere temuti che amati. Se ti mostri sempre educato e signore c’è sempre qualche furbastro imbecille che pensa che sei un cretino.
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