Uno spettacolo indegno per un Paese civile come l’Italia. I “democratici” della rete internet non sono ancora soddisfatti: vogliono un Piazzale Loreto per Berlusconi. Ma non sono i soli a volerlo. E’ incredibile, ed anche preoccupante, quanti pazzi come Massimo Tartaglia girano liberi per l’Italia e molti anche tra gli italiani nel mondo. Questi “combattenti” per la libertà considerano il gesto vile ed inconsulto di Tartaglia un “avviso di garanzia” a Berlusconi. Quanti simili avvisi ci saranno in futuro? Non ci pensano affatto ad abbassare i toni come “supplicato” dal Presidente della Repubblica e da tanti altri. Gli “untori”, i predicatori dell’odio, hanno ancor piu’ alzato i toni dello scontro. Berlusconi e’ andato in piazza a fare un comizio ai suoi elettori, come fanno tutti, compreso Di Pietro, Ferrero, Diliberto e compresi quelli dei centri sociali. Ha detto delle verità sacrosante come i risultati ottenuti dal suo governo alla lotta alla mafia ed altro. Questo per dire che faceva una dimostrazione pacifica e parlava “alla sua gente” ed a chi voleva ascoltarlo. E’ venuto fuori il solito delinquente che gli ha scagliato in faccia una riproduzione del duomo di Milano. Pare che il mascalzone sia in cura perché “psicolabile”, tanto che e’ stata chiamata la sua psichiatra al commissariato. Tutta una “manfrina” studiata a tavolino, per evitargli seri guai giudiziari. Ad un pazzo gli si “giustifica” tutto. Pazzo sì, ma cosciente a chi doveva tirare l'oggetto, in che modo e quando. Tutto calcolato insomma. Come ai tempi del “soccorso rosso” che subito accorreva in aiuto dei Brigatisti Rossi quando venivano arrestati. Ora come soccorso rosso, abbiamo gli psichiatri. Siamo ritornati al 1948. Un clima da guerra civile con tanto di odio fomentato dalle opposizioni rosse con a capo quella faccia di bronzo di Di Pietro. Berlusconi ed i suoi fanno i “democratici” e gli altri, per adesso, tirano oggetti contundenti e poi? Una vergogna per un Paese che si dice “democratico”. Dove c'è la vera dittatura invece, in Iran, Khamenei ha detto che sterminerà l'opposizione. In Italia, invece, coloro che dicono di trovarsi in una “dittatura” si presentano tranquillamente alle elezioni. Insultano e calunniano quotidianamente e con grande risonanza mediatica. Vanno in giro indisturbati per le strade. Ora, dopo aver accusato il premier da mafioso, buffone, corrotto, erotomane e di essere tiranno e dittatore fascista, e perfino coinvolto nelle stragi di mafia, sia ben chiaro a tutti che ogni atto violento sarà imputato ai mandanti politici. In modo particolare alla sinistra radicale, alla stampa e alla TV “demenziale”, ai delinquenti di “face book” che inneggiano al criminale Tartaglia, ai dipietristi che parlano di dittatura fascista, ai Travaglio e Santoro, alle Rosy Bindi e a tutti coloro che usano simili espressioni per demonizzare e abbattere Berlusconi. Solo degli irresponsabili possono parlare di dittatura. Leggete cosa ha scritto Marco Travaglio, quello di “Annozero” trasmissione TV condotta dal suo degno compare Santoro, e coeditore dell’inqualificabile giornale “Il Fatto”. Questo rivoltante “viscido” individuo, diventato miliardario per aver sempre calunniato Silvio Berlusconi, ha affermato: “Chi l’ha detto che non posso odiare un politico? Non esiste il reato di odio. Chi l’ha detto che non posso augurarmi che se ne vada al più presto? E che il Creatore se lo porti via al più presto?”. Si dice che Tartaglia sia uno psicolabile, e Travaglio? Da psicolabile ha pensato che la dichiarazione era troppo scarsa e cosi’ ha aggiunto: “Berlusconi? Sta distruggendo la democrazia, ha avuto rapporti con la mafia, è un corruttore, ne ha combinate di tutti i colori. È lui che insulta tutti quelli che non sono suoi: magistratura, stampa libera, poteri di controllo”. Ma il matto, doppiamente matto Travaglio, vuole Berlusconi vivo e in ottima salute soltanto perché: “Quando se ne andrà da Palazzo Chigi, e se ne andrà maledetto, ci serve in ottima salute perché si possa rendere conto fino in fondo del male che ha fatto alla gente”. Sapevamo che Rosy Bindi e’ una persona intellettualmente povera e ideologicamente confusa, ma adesso sappiamo che e’ anche umanamente “squallida”. Da perfetta ipocrita perbenista, era appena uscita dalla “Messa”, quando ha rilasciato un’intervista a “La Stampa”. Certi gesti, ha dichiarato, anche se non condivisibili, “qualche volta sono spiegabili”, il che la dice lunga sulla sua vera statura umana: “aberrante”. Per pura formalità ha condannato il gesto criminoso di Tartaglia, subito dopo ha aggiunto: “Berlusconi non faccia la vittima”. Nella trasmissione TV di “Porta a Porta”, l’abbiamo vista palesemente in difficoltà. “Tartagliando”, ha cercato di minimizzare la sua dichiarazione ma non ci e’ riuscita. Il 5 dicembre c’è stato il “No B-Day”. Si dice che la manifestazione sia stata organizzata dal popolo di internet. Ma tutti sanno che e’ una “creatura” di Antonio Di Pietro. Allora se lui e’ il capo, le sue parole pronunciate quel giorno, e durante la manifestazione della Cgil, sono dichiarazioni “eversive”. E ha continuato a farlo in un Parlamento vuoto abbandonato da tutti i parlamentari del Pdl. E i magistrati lasciano correre? E se Franceschini e la Bindi erano con Di Pietro, a sfilare nel “No B-Day”, non sono collusi con lui? Di Pietro ha dichiarata forte e chiaro che: “Se Berlusconi insiste, si arriverà ad una rivolta di piazza”. Non diventano queste anche le loro parole? E Bersani non dice nulla alla sua presidente Bindi e al suo capogruppo in parlamento Franceschini? Il Pd non si accorge che viene coinvolto in un progetto illegale ed “eversivo”? Non e’ conveniente per Bersani di prendere le distanze quanto prima? Anzi, subito. Franceschini e Bindi sono l’espressione piu’ pura dell’odio. Rappresentano quanto di più lontano ci possa essere dalla democrazia. Ma Bersani ci ha messo anche del suo. Appena eletto segretario del Pd aveva detto: “Non abbiamo niente da guadagnare da un modello di democrazia populista dove c’è un miliardario che suona il piffero e tutti i poveracci che gli vanno dietro”. E per esser piu’ esplicito ha aggiunto: “Non penso che abbiamo davanti il rischio di un fascismo in camicia nera, ma ci sono nuovi modi per tradire i valori di libertà, uguaglianza e dignità che furono affermati allora”. Non ha nominato Berlusconi, ma anche il piu’ “scemo” ha capito chi fosse il“pifferaio miliardario” che minaccia i “valori di libertà, uguaglianza e dignità”. Il consigliere del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) Gianfranco Anedda, esprimendo la sua “esecrazione” per l'aggressione al presidente del Consiglio, ha parlato del “clima d'odio” presente in Italia, clima a cui “non sono estranei i magistrati”. Mauro Volpi, un altro consigliere del Csm, ha replicato che bisogna “distinguere con molta attenzione la critica aspra rivolta alla politica giudiziaria del governo e il ricorso alla violenza, che è sempre inaccettabile e non e’ figlia della critica, la quale è il sale della democrazia”. Cosimo Ferri, sempre del Csm, si e’ detto “molto turbato” dalla dichiarazione di Anedda, e dice di voler credere che alcuni procuratori “non abbiano incoraggiato la violenza”. Ipocritamente la direttrice de L’Unita’ e’ “dispiaciuta”. Ma un suo giornalista, Oreste Pivetta, in un articolo, senza se e senza ma, e’ certo che, in fondo Berlusconi “gioisca” e gli faccia “piacere” se gli e’ stato rotto il setto nasale, il labbro, due denti ed altre lesioni. “Berlusconi - scrive Oreste Pivetta – e’ incappato in un miracolo: ridando fiato alla propria propaganda, mentre sta navigando in un mare tempestoso tra venti non proprio amici, allontanando sullo sfondo escort, corruzioni, processi, mafie, etc. etc.”. Altro che attentato, macché clima d’odio! Il giornale del Pd spiega che la botta in faccia e’ “solo un piacere al presidente del Consiglio”. Ad ascoltare le dichiarazioni di Maroni e del medico personale di Silvio, pensavamo che il premier avesse rischiato la vita. Non tutti gli italiani ancora hanno compreso che dal 1994 e’ iniziata la lotta tra il “vecchio” e il “nuovo”. Berlusconi e’ odiato per il nuovo che rappresenta e che da’ fastidio alle “caste” installatesi al potere da molti anni. Se vince Berlusconi la cuccagna assicurata dalla prima Repubblica e’ finita. Le “caste” saranno sciolte: addio soldi e privilegi. Dovrebbe essere chiaro a tutti, che il Pd come Rutelli, come Casini, come Di Pietro, come Fini, sono uniti nella difesa ostinata del “vecchio” e i loro “privilegi” alle spalle dei cittadini. La loro speranza e’ che il popolo non riesca a capirlo. Loro vogliono far intendere agli ingenui che si tratta di una lotta “democratica”. E per dargliela a bere al popolo, che considerano “bue” invece che “sovrano”, dicono che loro sono d’accordo a sedersi intorno ad un tavolo e discutere. La loro volontà c’è e che sono gli “altri” a rifiutare. La “casta” della magistratura, che ha fiutato il pericolo mortale, vuol vedere Berlusconi in galera, anche se innocente, pur di toglierlo di mezzo, sgombrando la strada alla “restaurazione” del vecchio. Guardate che cosa sta accadendo a Palermo. Le dichiarazioni di Spatuzza hanno fatto “flop”. Ora le procure di mezza Italia sono tutte indaffarate a cercare prove contro Berlusconi. Inviano montagne di fascicoli a Palermo perché vi possa rintracciare anche un insignificante indizio. Berlusconi si sta opponendo agli “eversori” dello Stato, coloro che vogliono fermare il tempo e continuare a tenere per sempre “schiavo” il popolo per continuarlo a “mungerlo”. Se l’Italia perde l’occasione rappresentata da Berlusconi, non avrà piu’ scampo e rimarrà per sempre fuori dalle nazioni piu’ evolute. Il tempo sarà scaduto, ogni opportunita’ sarà perduta per sempre. Ma per fortuna che Silvio c’e’!
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