Uno dei padri della Costituzione sosteneva che: “I cittadini per essere sicuri di essere bene governati dovranno eleggere persone “degne”: cioè i più capaci, intellettualmente moralmente e tecnicamente”. Sono passati molti anni da quando Piero Calamandrei elencava essere questi i requisiti per chi si proponeva come “rappresentante” del popolo. Alla luce di quanto e’ accaduto in questi primi 64 anni di Repubblica, e’ triste constatare che, quasi del tutto, e’ rimasto irrealizzato l’auspicio di Calamandrei. L’alta professionalità è senz’altro un requisito fondamentale per chi vuole sedere in parlamento. Dalle statistiche e’ evidente una massiccia presenza di giuristi, il 13,5% dei deputati sono, infatti, avvocati, ai quali si aggiungono 17 magistrati tra Camera e Senato, senza contare i laureati in giurisprudenza. Niente di strano in tutto questo visto che il principale compito del parlamento e’ quello di fare leggi. Non mancano in Parlamento anche illustri accademici e ricercatori universitari. Giornalisti e direttori di periodici costituiscono poco meno del 10% dei parlamentari. Nelle democrazie di tutto il mondo la stampa svolge il compito di “controllore” della politica, quindi i giornalisti in Parlamento sono in evidente conflitto d’interessi. Sono poi molti anche gli imprenditori e i dirigenti di aziende, spesso private, anche loro in palese conflitto d’interessi. Ovviamente non e’ sorprendente che anche i sindacalisti siedano nelle poltrone del Parlamento. Una piccolissima percentuale di parlamentari provengono dagli operai e dal mondo dello spettacolo. E’ ovvio che l’elezione di questi ex operai o attori e’ una mossa “populista” dei partiti, perché non e’ chiaro quale ruolo questi potranno avere nella formazione di nuove leggi o nella rettifica di quelle in vigore. Perché e’ esattamente questa l’attività’ che le due camere sono chiamate a svolgere, e per adempiere a questo compito, fondamentale per la vita di una democrazia, dovrebbero essere eletti solo “i più degni per capacità”, cosi’ come auspicava da Piero Calamandrei. Viene spontanea una domanda? Sono “degni e capaci” chi ci rappresenta? Su 232 parlamentari che si sono presentati al test volontario sull’uso di droghe, suggerito dal sottosegretario Carlo Giovanardi, uno solo e’ stato riscontrato positivo. Sembrerebbe un risultato straordinario, se non fosse che coloro che si sono fatti avanti sono una piccolissima parte di quanti avrebbero dovuto presentarsi. Infatti, il totale dei parlamentari delle due Camere e’ di 952, se si sono sottoposti al test soltanto 232, il che significa meno di un quarto dei nostri parlamentari. Una cosa è certa: su 720 parlamentari che hanno rifiutato il test, ci sono dei drogati. Eppure questi signori “rappresentano” il popolo e hanno nascosto a tutti i cittadini la verità. C’e’ dell’altro. Ogni parlamentare percepisce una somma per pagare un suo “portaborse”. Risulta che soltanto 194 di questi hanno un contratto e quindi uno stipendio regolare, tutti gli altri non hanno contratto e vengono pagati in “nero”. Il che e’ evidente che i primi “evasori fiscali” sono in Parlamento. Non finisce qui. Era in voga, sino al 4 marzo 2009, la pratica di votare per i colleghi assenti, per non fargli perdere la diaria giornaliera (che alla Camera e’ di 206 euro, mentre al Senato e’ di 258 euro al giorno), pratica spesso ripresa dalle telecamere che dimostrava la mancanza di moralità (invocata da Calamandrei) fra i parlamentari. I deputati votavano per i loro colleghi assenti sporgendosi dai propri posti per premere i pulsanti degli altri. Questi deputati “imbroglioni” furono chiamati “pianisti”. Per evitare questa immorale pratica (che disgustò Franca Rame tanto che diede le dimissioni per non essere “collega” di “truffatori” – cosi’ scrisse), si e’ pensato d’installare un nuovo sistema di votazione che e’ costato ben 450 mila euro, ma e’ stato subito trovato il sistema per “raggirarlo”. Se e’ vero che i nostri parlamentari fanno ben poco (o niente) per risolvere i problemi di chi li ha eletti, di certo hanno nel loro DNA una parte della genialità di Leonardo da Vinci. “L’inventore” del sistema “‘mo te frego io” e’ un certo Massimo Maria Berruti del Pdl che “candidamente” ha dichiarato: “Io metto il dito quando devo mettere il dito per il riconoscimento, e ho questa pallina dentro, un pezzo di carta che blocca il tasto per evitare di tenere il dito sopra. Ammetto che per evitare di stare a volte anche otto minuti con un dito su un voto... utilizzo un blocco del tasto…..”. Nella precedente legislatura sedevano in Parlamento ex brigatisti, pornostar e travestiti, ma ora non mancano, all’allegra compagnia, i condannati per estorsione, per truffa, i mentitori, i riciclatori di denaro mafioso e di altri reati. Sono una novantina che rappresenta il 10% circa dell’intera “combriccola” di “mattacchioni” che abbiamo eletto perché facessero i nostri interessi. Macché: si fanno i loro. Per chiudere in bellezza, non poteva mancare il ”fattivo” contributo dei 18 parlamentari eletti all’estero per aumentare lo “sputtanamento” del Parlamento e, quindi, dell’Italia. Alcuni hanno “negoziato” le candidature. Per acquisire voti, molti hanno “escogitato” un singolare e ben organizzato traffico di accaparramento del maggior numero possibile di schede bianche. Infatti, la stragrande parte degli elettori italiani all’estero gettavano via le schede o erano disposti a cederle in cambio di una “bevuta” o per una promessa di viaggio in Italia, ovviamente pagato dalle varie regioni di provenienza, dietro “intercessione” dell’eletto. Alcuni “candidati”, pur non risiedendo all’estero, come prescrive la legge Tremaglia, sono riusciti ad iscriversi all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). Avevano svolto un lavoro saltuario all’estero o vi avevano sostenuto un corso scolastico. Questo stratagemma avrebbe funzionato anche per Nicola Di Girolamo, infatti, la “casta” politica, pur sapendo dell’imbroglio, aveva chiuso un occhio. Se Di Girolamo e’ finito in galera e’ perché era coinvolto in traffici illeciti mafiosi. L’ha sostituito Raffaele Fantetti ed il Pdl (il partito che l’ha candidato) non lo vuole nel suo gruppo parlamentare, sino a quando non sarà “chiarita” la sua posizione residenziale. Al tempo dell’antica Roma, chi si presentava al popolo per farsi eleggere, indossava una veste “bianchissima” come simbolo di onestà, di purezza, di pulizia morale e di sincerità. L’etimologia della parola "candidato" deriva dalla veste bianchissima, “candida” appunto. Di quale colore dovrebbero vestirsi gli attuali nostri parlamentari? Bisognerebbe inventarne uno nuovo per non “squalificare” i colori esistenti. L’altra settimana ricorreva l’anniversario della Festa della Repubblica e si sono svolte migliaia di manifestazioni in Italia e nel mondo. Anche a Sydney e Melbourne, ma anche in altre città australiane, ce ne sono state e, in alcune occasioni, sono “intervenuti” Nino Randazzo e Marco Fedi, i nostri “rappresentanti” (cosi’ credevamo) al Parlamento italiano. I due dovevano “curare” i nostri interessi ma, in quattro anni, non hanno combinato un bel niente, ma ci sono costati circa un milione e mezzo di Euro. La loro manifesta incapacità l’addossano al Governo Berlusconi che, a loro dire, ha abbandonato gli italiani nel mondo per voler cancellare gli organismi “spreca soldi” come sono il CGIE, i COMITES e i 18 parlamentari esteri. E’ assolutamente vero che l’attuale governo italiano ha tagliato (e taglierà) numerosi costi inutili e moltissimi “sussidi assistenziali” fasulli elargiti scandalosamente, al tempo del centrosinistra, tanto da ridurre l’Italia in miseria, come oggi e’ evidente a tutti. Berlusconi dice e fa cose serie senza ingannare la gente. Ricordate la famosa “quattordicesima” di Prodi che fu elargita per scopi elettorali del 2006? I Patronati, dichiarando situazioni reddituali non reali, l’hanno fatta ottenere al maggior numero possibile di pensionati, ora chi l’aveva percepita, senza averne i requisiti, ha dovuto rifonderla. Un vera beffa! Sarà perché noi italiani nel mondo siamo persone democratiche, generose, pazienti e comprensive che invitiamo ugualmente Nino Randazzo e Marco Fedi a “presenziare” la Festa della Repubblica o l’inaugurazione del Centro Culturale dell’Italian Forum. Ma chi sono questi due per noi? Non ci stanno neppure rappresentano “coscientemente e dignitosamente” come hanno “solennemente” promesso a pagina 40 della La Fiamma il 18 aprile 2008. Probabilmente e’ per pura cortesia (o dabbenaggine) che gli sono stati tributati timidi applausi per i loro insulsi “discorsetti”. Randazzo e Fedi, di fronte agli ospiti australiani, non dovevano “sparlare” del governo italiano e, conseguentemente, dell’Italia, era loro preciso dovere esaltare l’eccellenze italiane che sono molte. Come fai a fidarti di gente così? Come fai a credergli? Ma la colpa e’ solo ed e’ tutta nostra. Sino a quando noi italian nel mondo dimostreremo di provare grande piacere nel farci prendere per i fondelli, chi volete che ci rispetti e ci tenga in considerazione?
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