lunedì 28 giugno 2010

Berlusconi ha mani e piedi legati. Difficilmente potra' portare avanti le riforme necessarie all'Italia.

Dopo le recenti elezioni regionali, che Silvio Berlusconi ha personalmente vinto, e’ previsto un lungo periodo senza appuntamenti elettorali, e questo avrebbe dovuto rendere piu’ forte il governo, invece appare sempre piu’ debole. Berlusconi e’ da sempre il “collante” politico che tiene unite sia la destra che la sinistra, ma adesso che non ci sono elezioni in vista, tutti i “nanerottoli” pseudo leaders cercano di curare i loro interessi (legittimi e meno) e ritengono di potere fare a meno del “creatore” della seconda Repubblica. Ecco qua, allora, che sono iniziate le danze “tribali” che servono, a chi si sente “importante”, di mettersi in mostra esibendo piume, tatuaggi ed anelli al naso. E’ questo che sta accadendo, per la terza volta, nei governi presieduti da Silvio. La prima, il debutto nel 1994, con una coalizione molto eterogenea messa insieme all’ultimo minuto, vinse inaspettatamente, ma per mano di Bossi il governo durò pochi mesi. La seconda volta la maggioranza era solida, infatti durò cinque anni al governo, ma i veti e le “bizze” di Follini e Casini, non mancarono quelle dei soliti Bossi e Fini, impedirono al governo d’approvare riforme importanti, passarono alcune meno incisive. La terza la stiamo vivendo ora. E questo capita nel bel mezzo di una pericolosissima crisi finanziaria che sta mettendo a rischio tutti i Paesi occidentali che si trovano in un mare tempestoso senza che ci veda all’orizzonte un porto rifugio sicuro. Eppure i nostri parlamentari, probabilmente perché al riparo dei loro lauti stipendi non sentono il peso della crisi economica, passano le loro giornate a parlare di “quisquilie” e “pinzillacchere”. Ad esempio. La manovra economica che, a detta di tutti, anche dell’opposizione, e’ assolutamente necessaria, solo che dovrebbe essere realizzata in modo che non tolga un euro a nessuno. Ne’al centro ne’ alla periferia, ne’ ai molti ne’ ai pochi, ne’ alle regioni ne’ ai ministeri, assolutamente a nessuno. L’unica manovra “giusta” e’ “nessuna” manovra. Il caso di Pomigliano d’Arco. Si può capire (si fa per dire) la posizione della Fiom, dal momento che i suoi dirigenti sono dei fanatici e non rischiano la paga, ma se la situazione industriale ed economica mondiale e’ cambiata, responsabilmente si deve stare a fianco della Fiat per assicurare i lavoratori di non finire sul lastrico. Il disegno di legge sulle intercettazioni. E’ dal governo Prodi che se ne discute. A parere di tutti sarebbe giusto varare una legge che regoli le intercettazioni. In passato si e’ esagerato, si sono coinvolti e rovinati anche degli innocenti. Ma, sempre a parere di tutti, la nuova legge non deve cambiare nulla. Se cambia qualcosa, se veramente essa punisce chi sgarra, e’ la fine del mondo, per questo se ne discute da oltre tre anni. L'unica buona legge e’ “nessuna” legge. Se pensiamo che il governo in Parlamento, per risolvere problemi immediati e particolari, non riesce a legiferare in via ordinaria, ma e’ costretto continuamente a chiedere il voto di fiducia, come potrà affrontare le riforme costituzionali? Quella che stanno facendo Fini e l’opposizione non e’ affatto un’opposizione democratica, ma “pura” opposizione antiberlusconiana. Eppure, a parole, tutti sono d’accordo che in Italia debbono cambiare molte cose se si vuole farla progredire e metterla al riparo dalla pericolosa crisi economica mondiale. Ma, purtroppo, il nostro Paese e’ la patria dei “gattopardi” che, si sa, vogliono far finta di voler cambiare tutto a patto che tutto resti immutato. Silvio Berlusconi potrebbe fare felici tutti i suoi oppositori politici non facendo “nessuna” manovra finanziaria, invitando la Fiat a rimanere in Polonia e permettendo che tutti siano intercettati. Ma non e’ questo che vuole la maggioranza degli italiani. Gli italiani si aspettano che il governo Berlusconi vada avanti “spazzando” via tutti gli ostacoli che in molti gli stanno frapponendo, ma invece si ha l’impressione che, in questo momento, Berlusconi non stia agendo con determinazione mentre lo si vorrebbe piu’ “deciso”. La Lega alterna una propaganda dai toni odiosi parlando di “secessione”, dileggiando la bandiera e l’inno nazionale ed insultando la nazionale di calcio, a comportamenti responsabili in Parlamento. Fini dimostra il piu’ sfacciato opportunismo solo per fare il “controcanto” a Berlusconi: si allea con la Lega ed un momento dopo la ritiene forza eversiva e disgregante. L’uno e l’altro sono sempre gli stessi, l’uno e l’altro si ritrovano assieme, per vincere le elezioni, salvo poi dividersi per le loro “insanabili” diversità. Basta, e’ ora di farla finita! Fini deve ricordarsi d’essere presidente della Camera grazie ai voti di Bossi. E il “senatur” e’ al governo, grazie ai voti di Fini. Ambedue si dimenticano che la gran parte dei voti ce li mette il popolo “berlusconiano” che non li vota e non li “sopporta”. Fini e Bossi rappresentano due minoranze che si danno da fare per rendere vano il voto della maggioranza relativa degli italiani. Bossi deve ricordarsi, che a dispetto di tanta demagogia “nordista”, l’attuale governo ha vinto le elezioni grazie agli elettori del sud. L’opposizione, evidentemente ritenendosi fuori gioco, si guarda lo spettacolo dagli spalti e fa il tifo ora per l’uno ora per l’altro a secondo la convenienza. Non c’e’ poi frase di Berlusconi che non provochi nell’opposizione reazioni violente, scritte e verbali. Pare che gli sia proibito, da una strana e misteriosa legge, di esprimere un’opinione. Lo si controbatte con l’insulto, lo scherno, lo sberleffo e, per i piu’ “democratici”, con l’ironia. Se il premier, con assoluta tranquillità, denuncia la mancanza di potere in mano al premier e, senza mezzi termini, afferma che oggi governare e’ un “inferno”, cosa c’e’ di non condivisibile in queste dichiarazioni? Non e’ forse vero che la nostra Costituzione fa acqua da tutte le parti e non ha mai “garantito” governabilità, stabilità e durata quinquennale di una legislatura, salvo una sola eccezione (il secondo governo Berlusconi) comunque turbolenta? Non è forse vero che, secondo la Costituzione, oggi dovremmo essere all’undicesima legislatura mentre siamo già alla sedicesima? E’ forse falso che le crisi di governo, comprese quelle che non sono sfociate nelle elezioni generali, quasi non si contano? Che i primi ministri si chiamassero De Gasperi, Moro, Fanfani, Andreotti o Craxi i loro governi “sopravvivevano” dopo infiniti rimpasti, sfiducie, intrighi, che li costringevano a dimissioni o consultazioni col Presidente della Repubblica quasi ogni mese? Negli anni sessanta fino agli inizi degli anni novanta governare era “infernale” tanto quanto lo e’ diventato dal ‘94 ad oggi. In questi circa tre anni che rimane alla conclusione della legislatura, il premier presenterà, una dietro l’altra, molte riforme, ma quante ne verranno approvate dai due rami del Parlamento? A ottobre saranno trascorsi 30 mesi della corrente legislazione, questo consentirà ai parlamentari di prima nomina di maturare il “diritto” alla pensione minima di circa tre mila euro al mese: un “vergognoso” privilegio che la “casta” politica si e’ concessa. Quanti normali lavoratori o impiegati potrebbero mai raggiungere una pensione simile seppure dopo 50 e piu’ anni di duro lavoro e di vita sacrificata? Se adesso in Parlamento e’ evidente un latente “menefreghismo” e boicottaggio“bipartisan”, questo si trasformerà in assoluta “anarchia” quando si saranno assicurati, male che vada, un’ottima sopravvivenza vita natural durante. Una volta raggiunto l’obbiettivo, figuriamoci chi sarà in grado di convincerli e tanto meno costringerli a votare, ad esempio, la riforma del Parlamento che prevede l’eliminazione di 400/500 parlamentari? Quindi, per il resto della legislatura, e’ facile prevedere che “bipartisan” i parlamentari la trascorreranno ininterrottamente come una festa “gioiosa” e “spensierata”. Loro si sono sistemati, chi se ne frega di chi l’ha votati! Si arrangino! Berlusconi sa di aver ottenuto la fiducia degli italiani perché hanno visto in lui la persona che ha la determinazione per raggiungere gli obbiettivi. Dimostri nel tempo che resta della legislatura di fare il suo massimo possibile e poi sarà quel che sarà e non si ripresenti piu’ alle prossime elezioni politiche del 2013. Non perda piu’ il suo tempo prezioso con i“politicanti” da strapazzo. Salvo rare eccezioni, i politici sono persone che, fuori dalla politica, non saprebbero come sbarcare il lunario ed e’ per questo che si sono “buttati” in politica e lo fanno come unico mestiere. Pur non “valendo” un centesimo falso, la politica li mette nella condizione di condurre “furbescamente” un tenore di vita elevato alle spalle dei cittadini. Sono motivati dal lauto guadagno e dai privilegi, anziché dallo spirito di servizio per il bene di tutti. Quasi sempre i migliori rifiutano la politica, di cui si sono fatti ormai una cattiva opinione. Il cittadino, che lavora e che ha iniziativa, delega agli altri la gestione della cosa pubblica ma, alla fine, rinuncia ad andare a votare (e lo abbiamo ben visto ultimamente) perché capisce che sono quasi tutti dei “fannulloni” ed anche “disonesti”. Dunque Berlusconi si allontani da questa massa di “incapaci”, “furbastri” e “profittatori” per evitare che venga considerato un loro “collega”.

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