giovedì 3 febbraio 2011

Ammettiamo che Berlusconi fosse stato affetto da priapismo.


Scritto da Bartolomeo Di Monaco
mercoledì 02 febbraio 2011

È davvero sconsolante che la politica si riduca a spiare nella camera da letto di un presidente del Consiglio per cercare di abbatterlo. Qualcuno ha fatto esempi di uomini politici che hanno avuto una vita privata assai più scandalosa di quella del premier.Se poi si va all’indietro nel tempo e ci si fermi sul grande Alessandro Magno, tutti sappiamo che conquistò il trono macedone uccidendo il padre. Eppure nessuno osa mettere in dubbio la grandezza di Alessandro.
Dico questo perché, da cattolico, non condivido il modo in cui Berlusconi conduce la sua vita privata. Ma non posso impedirglielo, perché, come ho già scritto, se ci inoltriamo nella sfera sessuale, non la finiremmo più e nessuno potrebbe mai trovare il bandolo della matassa. Ecco perché ciò che fa un uomo tra le quattro pareti domestiche deve restare riservato. La natura umana ha impresso su di noi un marchio unico e indelebile. Niente ce lo può sottrarre. Da esso è difficile liberarsi. Un uomo pubblico, perciò, dobbiamo giudicarlo per quanto fa o cerca di fare in aiuto della collettività.
Berlusconi non ha portato o esibito in piazza la sua vita privata.
L’ha portata in piazza, improvvidamente e orribilmente, Veronica Lario, che non aveva alcun diritto di farlo. È vissuta con il proprio marito e avrebbe dovuto tener riservata la sua sfera intima, e in specie quella sessuale. Ho scritto che i motivi per cui l’ha fatto si conosceranno più avanti nel tempo, ma nessuno di essi potrà mai giustificare la sua denuncia pubblica. Come se il marito fosse un pericoloso assassino. Spero che i tre figli di Veronica si ricordino che cosa la madre ha combinato in danno del loro padre. Dubito che Veronica Lario possa riuscire a dormire sonni tranquilli, e che la sua conoscenza non la divori.
In ogni caso, Berlusconi non ha esibito lui la sua vita privata. Gliel’hanno carpita. Nell’articolo linkato leggerete alcune rivelazioni inquietanti fatte da Luca Barbareschi, e finora non smentite dai magistrati, che aprirebbero a carico della magistratura un fronte di illegalità fino a ieri inimmaginabile.
Nel gossip della sua vita privata ci stiamo sguazzando, e dovremmo vergognarcene tutti.
Prendiamo il caso Ruby. Nonostante che la stessa Ruby abbia ammesso di non aver fatto sesso da minorenne con il premier, si continua ad accusare il premier di averlo fatto. Immagino che i pm abbiano una fotografia fin troppo eloquente a disposizione.
Ma ammesso pure che abbia fatto sesso con Ruby, una ragazza che, non dimentichiamocelo, dimostra più anni di quanti ne ha in forza della sua maturità fisica, mi domando perché, se la legge è uguale per tutti, non sono stati sottoposti ad indagini i molti che hanno utilizzato Ruby nelle sale di spettacolo, quando ancora era minorenne. E magari ci hanno pure fatto sesso. Non è difficile rintracciarli. Se non si indaga su di essi, mi si deve spiegare perché ci si accanisce soltanto contro Berlusconi, anche dopo che la stessa Ruby ha negato il contatto sessuale. C’è una sola risposta, ciò significa, contrariamente a quanto si rinfaccia a Berlusconi, che la legge non è uguale per tutti.
Vorrei sapere a chi interessa, poi, appurare se sia vero che intorno a Berlusconi si aggirassero, nel corso delle feste ad Arcore, giovani che danzavano e si facevano toccare dal premier. È un reato? Riguarda la sua vita sessuale dentro casa sua. E se davvero, affetto supponiamo da priapismo, avesse voluto per sé una ragazza ogni cinque minuti, ci interessa politicamente? Senza contare che Berlusconi è stato sottoposto a interventi alla prostrata e al cuore che escluderebbero certe performance. Non devono contare invece le sue azioni in politica? E in politica ha commesso reati?
In pubblico Berlusconi ha compiuto qualcosa di sconveniente tale da richiederne le dimissioni? Niente di tutto ciò. È più colpevole Fini che, da presidente della Camera, si è permesso di svendere una casa non sua ma di An, finita poi nella disponibilità e nella proprietà, come sembra ormai ufficializzato, del cognato.
Invece, sempre secondo il mantra ipocrita che la legge è uguale per tutti, il caso Fini sarà archiviato, con scorno della giustizia, e la esuberanza sessuale di Berlusconi, esibita nelle sue stanze private, sarà condannata.
Ammettiamo che, secondo quanto rivelato da Barbareschi, le spie o come cavolo volete chiamare gli aggeggi da 25 mila euro l’uno piazzati nella casa di Berlusconi, abbiano scattato una foto di Berlusconi che fa sesso con Ruby. Ora mi domando se Ruby deve esser vista come una ragazzina di 11 anni sedotta dal premier. Quando i fatti accadevano Ruby era vicina alla maggiore età (mancavano pochi mesi) e la sua esperienza sessuale era già consumata. Di anni ne dimostrava molti di più, e nessuno avrebbe potuto immaginare che sotto quella sua abilità nel mostrarsi si nascondesse una minorenne.
Non dobbiamo fare gli ipocriti. Ho la presunzione di credere che la minorenne Ruby abbia fatto sesso già prima di averlo consumato, eventualmente, con Berlusconi, e lo poteva fare perché solo la data anagrafica la faceva passare ancora, e per poco, come una minorenne.
Si deve far cadere un presidente del Consiglio per questo? Per essere stato ingannato da una minorenne dall’aspetto di maggiorenne? Si deve mandare all’aria la governabilità per questo? Una volta c’era la Ragion di Stato che ci salvaguardava da idiozie come questa. Una Ragion di Stato che si è persa per strada. La Ragion di Stato direbbe di no.
Se Berlusconi avesse violentato una donna, o avesse circuito una bambina di 12 anni capirei la violazione della legge. Ma nella fattispecie non esiste. Ruby è una donna a tutti gli effetti, e non dal maggio 2010.
Talvolta si deve applicare la legge con il buon senso, e il buon senso ci dice che una ragazza di 17 anni e mezzo come Ruby, se ha fatto sesso con Berlusconi, l’ha fatto da donna matura, nel pieno delle sue facoltà fisiche e mentali. Una donna disinibita, non nuova molto probabilmente a intrattenimenti dello stesso tipo.
Perciò, se la legge deve essere uguale per tutti, lo sia anche in questo caso.
E lo sia anche a riguardo della concussione addebitata al premier con la telefonata da lui fatta alla Questura di Milano.
D'ora in avanti (ma si indaghi anche per il passato) tutti coloro che hanno una carica di rilievo nello Stato si astengano dal fare solleciti o raccomandazioni. Ogni loro telefonata o ogni loro bisbiglio, per l'incarico elevato che ricoprono (parlamentari, magistrati, prefetti, sindaci, e così via), non potrà che interpretarsi come una concussione, anche se manca il concusso.
Proprio lo stesso trattamento che si cerca di fare a Berlusconi.

Il priapismo è un'erezione persistente e anomala (di durata superiore a 4 ore), spesso dolorosa, dei soli corpi cavernosi del pene, non accompagnata dal consueto desiderio sessuale o eccitazione che invece contraddistinguono la normale erezione maschile. La locuzione priapismo è talora impiegata, in modo più generico ma inesatto, come sinonimo di satiriasi.

La satiriasi è un termine usato in passato nella storia della medicina, indicante l'aumento in modo morboso dell'istinto sessuale nel maschio umano; il termine deriva dalla figura del satiro della mitologia greca. Alla satiriasi corrispondeva il concetto di ninfomania riguardante il femminile. Entrambi i termini non vengono più utilizzati a livello scientifico e sono stati sostituiti dal concetto di ipersessualità.

L'ipersessualita' e' un argomento spesso trattato dalla stampa, sia italiana che estera, anche perche' spesso si tende a conferire a tale manifestazione una base patologica. Al contrario l'eccesso di desiderio non e' legato a qualcosa di patologico, ma ad una necessita' personale di superare i confini della pura piacevolezza. In alcune situazioni si puo' manifestare, addirittura, un vero "disturbo del comportamento" che impedisce di coltivare relazioni affettive scatenando, invece, sensazioni di ansia. Cosi' alcuni soggetti hanno un bisogno sfrenato di fare sesso: lo consumano come se fosse una droga, senza gustarlo. In passato questa condizione e' stata variamente definita: iperedonismo, satiriasi, furore uterino e ninfomannia per le donne. Oggi si tende a definirla sindrome compulsiva sessuale, bulimia sessuale e sesso dipendenza. Questi termini vengono utilizzati per definire un soggetto la cui attivita' sessuale o anche solo i suoi impulsi sessuali sono considerati al di sopra della norma. Certamente non si tratta di termini significativi dal punto di vista scientifico; infatti, definire il confine tra un atteggiamento sessuale "vivace" ed uno patologico non e' semplice, e molto spesso il giudizio e' influenzato da componenti culturali e psicologiche. Quando gli impulsi sessuali e le attivita' ad essi collegati interferiscono con lo svolgimento della propria esistenza, i rapporti sono dettati da pulsioni fisiche, non c'e' alcun tipo di coinvolgimento emotivo e nonostante i frequenti orgasmi non si riesce ad essere soddisfatti, allora ci si trova in un ambito patologico, ed e' necessario rivolgersi ad un professionista. In termini scientifici non dovremmo definire questa sindrome come una devianza o deviazione, tantomeno una perversione, bensi' una parafilia. La pulsione inevitabile che assale improvvisamente e che deve trovare al piu' presto una via di sfogo, e' simile alla dimensione psicologica di quelli che sono dipendenti da droga o che soffrono di bulimia nervosa. Questo bisogno sfrenato, nasce da un sentimento di vuoto che non puo' essere appagato se non con qualche stratagemma pratico. Oltre a motivi psicologici, a bisogni profondi ma insoddisfatti, si ipotizzano anche cause di natura biologica, cosicche' le terapie da seguire risultano spesso tecniche combinate, psicologiche, comportamentali o psicoanalitiche e farmacologiche.

Parafilia (dal greco para παρά = "presso", "accanto", "oltre" e filia φιλία = "amore", "affinità") si intende quell'insieme di manifestazioni della sessualità umana, rivolte a comportamenti o situazioni non direttamente connessi al fine riproduttivo tipico del sesso tradizionale, caratterizzate dall'aspetto di dipendenza ossessiva-compulsiva. In mancanza di questi due specifici elementi, simili attività vengono considerate soltanto inusuali, senza necessariamente implicare che esse siano "sbagliate" o "malate".

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