venerdì 6 maggio 2011

Il 25 aprile sia una festa condivisa.

Anche quest’anno il 25 aprile ha continuato ad essere festa di parte e non e’ servita ad altro che dividere ed allontanare la pacificazione sociale. E’ dalla fine della seconda guerra mondiale che viene raccontato, anche nei libri di scuola, che la democrazia in Italia e’ stata restaurata esclusivamente dalla “resistenza”. Un ristrettissimo movimento partigiano (circa 3000 i partigiani che dopo il 25 aprile 1945 “diventarono” oltre 250mila!!!) si e’ appropriato del merito della liberazione dell’Italia dal nazi/fascismo e della scrittura della nuova Costituzione. E’ da sfatare la falsa “leggenda” dei partigiani che hanno liberato l’Italia. Sino a quando s’insisterà’ su questo falso storico non sarà mai possibile che il 25 aprile diventi festa nazionale condivisa da tutti. Se fosse stato solo per il loro contributo, il Duce starebbe ancora “sbraitando” dal balconcino di piazza Venezia. Bisogna poi che si sappia che i partigiani comunisti trucidavano i partigiani di altri partiti perche’ volevano sostituire la dittatura fascista con quella comunista, altroché libertà e democrazia! La verità storica e’ che la Libertà fu conquistata non da una minoranza, ma dall’intero popolo italiano che ha ritrovato se stesso dopo la sciagurata esperienza del fascismo e la sua alleanza col nazismo. Ma il merito piu’ grande va all’esercito americano e ai suoi alleati. Basterebbe visitare i molti cimiteri disseminati lungo l’Italia dove dormono nel sonno eterno le migliaia di giovani americani, molti di origine italiana, e dei loro alleati di molte nazionalità. Soltanto ripristinando la verità storica il 25 aprile diventerà una festa nazionale condivisa e non piu’ festa di parte, e non piu’ festa della liberazione ma della libertà. A riprova che la storia la scrive i vincitori che, alla fine, raccontano molte menzogne per nascondere fatti scomodi per loro, si esalta il 25 aprile e si tiene nascosto il 28 aprile. Quel giorno, invece, dovremmo ricordarlo tutti. Una delle pagine più “orrende” della resistenza, che viene presentata ai giovani come una “fucina” di eroi, di santi patrioti esemplari e virtuosi. Il 28 aprile del 1945 Mussolini fu ammazzato insieme ad alcuni suoi fedelissimi e all’amante Claretta Petacci. I loro cadaveri, dopo essere stati oltraggiati barbaramente, vennero appesi a testa in giù ai tralicci di un distributore di benzina in Piazzale Loreto, a Milano. Un rito barbaro e selvaggio di cui tutti ci dovremmo vergognare per l’offesa profonda alla civiltà. Di quel “efferato misfatto” si sono macchiati proprio quei presunti patrioti che, da anni e anni, vengono presentati alle giovani generazioni come gli eroi che hanno fatto trionfare la libertà. Se davvero i partigiani fossero stati patrioti amanti della libertà, desiderosi di democrazia e amanti di civiltà, come vengono descritti, una volta catturati il Duce e i gerarchi fascisti, avrebbero dovuto consegnarli agli alleati, perche’ fossero sottoposti a processo e, magari, venire impiccati come capitò a molti nazisti a Norimberga. E’ tempo di raccontare la “vera” verità storica sia delle gesta gloriose, ma anche di quelle che non fanno onore. Deve essere conosciuta la verità, tutta la verità. Ma la sinistra non ci sta. Se si facesse luce su tutto, come ha fatto l’ex “comunista” Giampaolo Pansa con i suoi libri (che gli sono valsi la scomunica e l’odio della sinistra) significherebbe ammettere di aver raccontato molte menzogne sino ad oggi. Dal dopoguerra i presunti “liberatori” hanno diviso i protagonisti della storia in “buoni” e “cattivi”. Loro, gli eredi del PCI ed i loro “giullari”, i buoni, i giusti, gli eletti e moralmente superiori. Chi non e’ con loro sono rozzi, ignoranti, fascisti ed inferiori moralmente. Dopo 66 anni per la sinistra c’e’ un’altra guerra di “liberazione” da combattere per liberare l’Italia, no dal nazi/fascismo, ma da Silvio Berlusconi un “dittatore” che sta “mettendo in pericolo” la democrazia. Tristemente dobbiamo constatare che la guerra civile e’ lontana dal finire, visto l’alto livello di odio politico.

Nessun commento:

Posta un commento