Il mondo imprenditoriale (l’unico che può creare posti di lavoro) e’ in crisi profonda. Le banche non concedono piu’ credito. E’ in crisi l’euro. La giustizia. La Scuola. Le ferrovie. L’agricoltura. La stampa. Lo sport. La Borsa. La famiglia. I pensionati. I giovani. La zootecnica. La lirica. Il cinema. L’organizzazione dello Stato. Le istituzioni. La Fiat. L’ILVA di Taranto. I partiti. I Comuni. Le Regioni. Gli ospedali. Come reagiscono le imprese? Alcune hanno chiuso, per sempre, altre si sono “rilocate” all’estero ed altre lo stanno per fare. E chi ha ancora soldi li porta in Svizzera. Chi darà il posto di lavoro ai giovani e ai disoccupati? Solo e soltanto le centinai di migliaia di piccole e piccolissime imprese che giornalmente, pur “oppresse” dal fisco, dalla burocrazia e dalla giustizia inefficiente, mantengono “viva” l’economia italiana. La vivacità delle esportazioni (70 miliardi) sta solo a dimostrare che gli italiani, che “rischiano in proprio”, corrono, viaggiano con la valigetta in tutto il mondo, non si arrendono, sputano sangue, sono e restano la ricchezza piu’ grande dell’Italia, ma i loro sforzi “inumani” sono insufficienti per dar lavoro a tutti i disoccupati. La “luce” che Mario Monti e Corrado Passera vedono in fondo al tunnel e’ di un treno merci, con cento vagoni carichi, che sta sopraggiungendo in senso contrario. I due dicono che la crisi sta per finire e che il peggio e’ passato. Visto che uno e’ “professore universitario” e l’altro e’ “banchiere”, ci dicano sulla base di quali dati. “Sospette” sono le valutazione positive sull’Italia delle agenzie “Fitch” e “Moody’s”. Troppo “benevoli” con il loro “collega” Mario Monti. Sia Monti che Passera (ma anche la Fornero) hanno detto che la pressione fiscale e’ troppo alta. Il primo ha subito aggiunto che per ora non cala (per la verità aumenta, vedi benzina), il secondo auspica che lo si possa fare. Ragionamenti assai “poco tecnici”, più adeguati a chi e’ alla ricerca di “voti futuri”. E’ evidente che hanno “ambizioni politiche”. Se il “governo tecnico” si limitasse a sottolineare la gravità della situazione, ci sarebbe poco da rimproverargli. Ma i “tecnici” si spingono ben oltre. Mentre i partiti hanno paura delle urne, loro sembrano essere in “servizio propagandistico” permanente effettivo. Se e’ vero che la speculazione contro il debito italiano ha la sua radice nella debolezza istituzionale e strutturale dell’euro, e nessun provvedimento e’ stato preso, dov’e’ la luce? Se e’ vero che la speculazione si fonda su un debito pubblico troppo alto e su una produttività troppo bassa (secondo i dati Eurostat la produttività degli italiani e’ superiore solo a quella dei greci), anche qui non e’ successo nulla. Anzi, il debito e’ cresciuto. Dunque, che luce vedono Monti e Passera? Pura propaganda. Roba che non si perdona ai politici, ma non e’ ammessa ai tecnici. Le loro “sono solo canzonette”!
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