Con la discesa in campo di Luca Cordero di Montezemolo con il suo movimento “Italia Futura”, ormai e’ completo il campo dei concorrenti per le prossime politiche del 10 marzo 2013. Il programma del movimento di Montezemolo sembra essere “Monti forever”. Dunque e’ un partito “perdente” in partenza. Perché indica una strada che fino ad ora non ha condotto a nulla di buono. Mario Monti “ha eseguito gli ordini della Merkel” ed e’ riuscito a galleggiare ma come una nave che continui ad imbarcare più acqua di quanta ne pompi fuori. Infatti, nessun parametro e’ migliorato: non il debito pubblico, non il pil, non le esportazioni, non l’occupazione, nulla di nulla. Monti ed i suoi tecnici non sono riusciti a far ripartire l’economia italiana, in modo che producesse ricchezza per cominciare a risalire la china che, drammaticamente, continua a discenderla giorno dopo giorno. L’appoggio a Monti significa una cosa sola: continuare a favorire le “caste” al potere, la borghesia ricca e la finanza, e continuare a far “pagare il conto” della crisi ai piu’ poveri, ormai arrivati allo stremo dei sacrifici. Ci sono altri fattori che rendono “inaffidabile” il progetto di Montezemolo. A lui si affiancherebbero Pierferdinando Casini e di Gianfranco Fini. Sarà una fatale coincidenza, ma sono gli stessi due “bolognesi” che, per loro “ambizioni” e “giravolte”, hanno fatto fallire il programma di Berlusconi. Con questi due uomini a fianco Montezemolo non andrà molto lontano. Ma qual’e’ la situazione negli altri partiti? Il Popolo della Libertà e’ in continua costante rimonta dopo che Angelino Alfano sta dimostrando di avere il “quid” e di possedere attributi “grossi cosi” opponendosi anche a Berlusconi. Angelino l’ha detto “forte e chiaro”: fuori dal partito tutti i “quaraquaqua’” neppure degni di far parte di un consiglio condominiale. Farà spazio soltanto a chi ha dimostrato di essere onesto e capace, a personaggi che qualificheranno il Pdl per convincere i molti elettori moderati e del centrodestra di ritornare a votare per il Pdl e di non piu’ astenersi dal voto o votare per protesta per Grillo. La “novità” Gianpiero Samori’ non convince nessuno. Di Berlusconi non ha neppure il mignolo di un piede. L’Udc (Unione di centro) del sempre piu’ “evanescente ed ambiguo” Pierferdinando Casini diventa ogni giorno sempre piu’ “insignificante”. L’Italia dei Valori di Di Pietro e’ in via di definitivo “sfaldamento”. Bebbe Grillo ha ampiamente dimostrato di essere un concentrato di “nazismo/fascismo/stalinismo” e dal Movimento 5 Stelle e’ iniziata la “fuga”. Se i sondaggi lo danno ora al 15/16% e’ perche’ la data delle elezioni e’ lontana, ma il 10 marzo difficilmente supererà la soglia di sbarramento del 5% e, quindi, resterà fuori dal Parlamento. Non sono in gara gli altri “partitelli” come quello di Fini o quello di Rutelli e di tanti altri, anche loro destinati a restare fuori dal Parlamento. Per ora, l’unica “apparente certezza” e’ la vittoria del Partito Democratico e del movimento ad esso alleato, Sinistra e Libertà, ma la vittoria (?!), ormai si sa, sarà un fuoco “fatuo”, un “focherello” che si spegnerà dopo pochissimi mesi quando si ritornerà a nuove elezioni. Infatti la coalizione di Bersani e Vendola, per ora la più grande in campo, non si sa cosa intenda fare, se continuare la politica di Monti o se andare in un’altra direzione. La recessione e’ gravissima e attualmente non se ne vede la fine. Il debito pubblico continua ad aumentare, il governo Monti ha “massacrato” gli italiani di tasse, ma non ha realizzato ne’ i tagli promessi ne’ le necessarie riforme, a parte quella delle pensioni, ha salvato soltanto i “privilegi” di tutte le “caste”. L’idea di continuarne questa politica non e’ che sia molto popolare e allora, pensa Bersani, meglio rimanere nell’ambiguità: solo che nell’ambiguità l’Italia muore. Per un vero cambiamento sarebbe auspicabile che Renzi vinca le primarie per essere indicato premier, ma le forze “retrograde conservative” del Pd sembra che non lo permetteranno e questa sarà l’ennesima occasione perduta del Pd. Intanto i capitali continuano a fuggire all’estero. Gli investitori stranieri stanno alla larga e quelli italiani “delocalizzano” all’estero, chi creerà i posti di lavoro per i disoccupati ed i giovani? Il lavoro “non si crea per legge”, ma soltanto se ci sono investitori “motivati” che, rischiando in proprio, aprono fabbriche ed uffici e questa eventualità sarà “nulla” se al governo andrà la sinistra di Bersani e Vendola. E allora? L’unico programma che darebbe un vero futuro agli italiani sarebbe quello di un partito che “rivoluzioni tutto”, a colpi d’accetta. Il fisco, la giustizia, il lavoro, la sanità, l’amministrazione pubblica, l’abolizione di province e regioni, diminuendo la spesa pubblica più o meno della metà. E per quanto riguarda la moneta, porre fine all’euro, con l’accordo di tutti i Paesi che l’hanno adottato. Diversamente l’Italia ne uscirebbe unilateralmente, a costo di dichiarare il fallimento. Secondo il “politologo” George Friedman, l’Europa non corre verso la “guarigione”, corre verso il “peggioramento”. Secondo lui, l’Unione Europea e l’euro “sono destinati a morire”. Tutti gli Stati, dice, torneranno all’indipendenza monetaria e alla competizione commerciale di prima. Fa un ragionamento del tutto elementare: se un aereo continua a perdere quota e sta precipitando, e’ fatale che prima o poi si “disintegri” al suolo. Sbaglia? Speriamo! Ma e’ certo che quello che non e’ stato voluto fare per “egoismo” nazionalistico (vedi la Merkel), avendo avuto il tempo di organizzarsi, lo si dovrà fare di “botto”. Per non morire bruciati nel palazzo in fiamme, si dovrà saltare dalla finestra senza sotto alcuna protezione.
Nessun commento:
Posta un commento