A volerlo fare a posta non sarebbe potuto riuscire cosi’ bene il “casino” combinato da quell’ “imbranato” di Milioni, questo e’ il nome del presentatore di lista del Pdl. Era uscito dalla fila per andarsi a fare un panino. Ritornato mezz’ora dopo ha trovato chiuso l’ufficio elettorale per presentare la lista per le elezioni regionali nel Lazio. In linea teorica, la sinistra ha indubbiamente ragione. In altri momenti e in altre regioni, per i motivi piu’ diversi, sono stati esclusi altri partiti. Dunque, se la legge e’ uguale per tutti, il Pdl deve essere escluso dalle elezioni. Una scadenza e’ una scadenza. Silvio Berlusconi, dopo anni di ininterrotti attacchi giudiziari, aggressioni personali e persino tentati omicidi ai quali e' riuscito a sopravvivere in tutti questi ultimi 16 anni, sta per soccombere sotto il fuoco amico di“fantozziani” galoppini di lista. Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, nonostante il decreto legge interpretativo del governo, ha rigettato il ricorso del Pdl per l’ammissione alle elezioni regionali. La competenza ad intervenire era della regione Lazio, che doveva agire con urgenza. Se non lo ha fatto, ha compiuto una negligenza peggiore di quella compiuta dall’“imbranato” portaborse del Pdl. Tutto era nelle mani della regione Lazio per assicurare il diritto di voto agli elettori del Pdl. L’attuale amministrazione della Regione Lazio e’ di sinistra e non ha mosso un dito per timore che il centrodestra prenda il suo posto. E’ democrazia escludere una grande parte di elettorato per questioni “formali”? Cosi’ ha sentenziato il Tar (Tribunale Amministrativo del Riesame) per escludere la lista Pdl: ”Non c'è certezza ne’prova che il delegato del Pdl all'atto della presentazione della lista avesse con sé tutta la documentazione”. Sembra un motivo sufficiente per eliminare tanti elettori? Poi, con comodo entrerà nel merito il 6 maggio, ad elezioni chiuse da un pezzo. E se poi darà ragione al Pdl? E' molto sospetta la rigidezza zero del giudice di Roma, non la si trova spesso nelle altre corti d'appello, dove i “casinisti” come Milioni si presentano oltre la scadenza del tempo e spesso con firme “taroccate”, senza neppure un verbale. Forse, in certi tribunali non vogliono ostacolare una campagna elettorale. Nulla e’ servito il decreto firmato dal Presidente Napolitano che riammetteva nella competizione elettorale delle elezioni regionali la lista del PDL, che veniva esclusa per colpa di quel “dilettante” che farebbe bene a vergognarsi. Il decreto salvava il diritto al voto di milioni di italiani e permetteva che le prossime elezioni risultavano autentiche e non falsate. Permetteva che la vittoria, di chiunque fosse alla fine, era vera e non ottenuta “a tavolino” per colpa di quello “scimunito”. Ma e’ proprio questo che la sinistra non sopporta: “che le elezioni siano autentiche”. E’ scesa la manna dal cielo per i “compagni”. L’occasione sul piatto d’argento gliela fornita i“fessacchiotti” degli avversari politici. Ora possono correre praticamente da soli. A loro non interessa, non sanno cosa sia la “democrazia”, che significa competizione leale ed aperta. A loro non piace competere, abituati come sono alle “farse” delle primarie. L’ex “compagno” Giorgio Napolitano aveva scelto la via della democrazia e i “compagnucci” iniziano a stracciarsi le vesti, strepitano contro il Presidente, colpevole di aver firmato un decreto che impediva loro di “vincere facile”. Scende “furioso” in piazza anche il cosiddetto “popolo viola”, che sarebbe piu’ giusto definire “popolo livido”(tanto il colore e’ lo stesso) per la rabbia che lo divora. Per loro il decreto e’ una “ferita aperta” alla democrazia, poco importa che milioni di italiani siano impossibilitati ad esprimere il proprio voto per la mancanza delle liste del proprio partito. Forse non sarebbe questa una “ferita” per la democrazia? Ma si sa, per la gente del centrosinistra o “viola”, chi vota per il PDL sono degli “imbecilli”, un popolo di serie B, “sottouomini”, razza inferiore e gretta: meglio che stiano zitti. Non e’ questa mentalità da “regime totalitario”? La minaccia per la democrazia non sono i decreti che salvano i diritti dei cittadini elettori, ma sono le tentazioni autoritarie della sinistra mai uscita dalla mentalità “stalinista”. E’ sempre piu’ chiaro, ormai, che il loro obiettivo e’ quello di correre da soli, senza avversari. Cosa di cui dovrebbero vergognarsi, e dovrebbero vergognarsi anche coloro che li sostengono. Bersani si frega le mani per il contributo insperato degli “utili idioti” degli avversari politici che gli regalerebbe la vittoria alle elezioni regionali. Ad alimentare la confusione non poteva mancare Di Pietro. Non c’è da meravigliarsi. Chi dovrebbe vergognarsi piu’ degli altri la spara piu’ grossa. Di Pietro non si vergogna di essere il principale responsabile che ha armato la mano di quel delinquente che scagliò in faccia a Berlusconi la statuetta del duomo di Milano. Perché non si vergogna della sua indegna campagna sovversiva e calunniatoria? Perché non si vergogna di aver speso 38mila euro per una pagina di un giornale straniero per vilipendere l’Italia? La verità e’ una sola, semplice e chiara: la sinistra “s’infuria” perché sa che può vincere solo se corre da sola, se non ha avversari. Lo sapeva circa vent’anni fa, quando “Tangentopoli”, grazie a Di Pietro, gli aveva spianato la strada della vittoria alla “magnifica macchina da guerra” che avrebbe dato il via ad una stagione di regime e stato di polizia. Per fortuna dell’Italia la scesa in campo di Berlusconi scongiurò la “catastrofe”. Lo sa anche adesso, visto che si arrabbia tanto proprio quando la democrazia non veniva “offesa” ma “difesa” da un decreto che salvava i diritti politici di molti cittadini. Di quei cittadini che i “compagni” dimostrano di disprezzare profondamente, assetati come sono del potere “come privilegio” e “non come servizio”. Qualcuno ancora accecato dall’antiberlusconismo, da del “fascista” al governo i cui partiti che lo sostengono sono stati estromessi dalla prossima consultazione elettorale nel Lazio. Chi e’ “fascista” chi si batte per milioni di elettori perché possano andare a votare o chi si batte per impedire loro di votare? In Italia c’e’ un’opposizione che, salvo l’Udc, fa del “fascismo-stalinismo” ancora il proprio modello politico a tanti anni dalla caduta di Mussolini e del muro di Berlino. Agli insulti “fascisti” dell’opposizione aveva dato risposta Napolitano, dicendo pari pari le cose sul “pasticciaccio” causato da qualche “stupidotto”. Al di là dei cavilli giuridici, non era possibile tenere fuori dalla consultazione milioni di elettori. Perfino Oscar luigi Scalfaro, specialista dei ribaltoni antiberlusconi, ha ritenuto corretto l’intervento del Presidente della Repubblica. Allora, perché ostinatamente il decreto legge “salva-elettori” e’ stato ferocemente criticato? La risposta e’ semplice: Perché vogliono vincere da soli, con una sola lista. E in quali Paesi si presenta una sola lista? Lo sanno tutti: nei Paesi governati da dittature. Ecco, l’opposizione a questo mira con le sue manifestazioni di piazza: governare senza avversari, come nell’Unione Sovietica di Stalin. Così domani, sabato 13 marzo, ci sarà la manifestazione degli oppositori “fascisti”, che si permettono di dare del “fascista” al governo che vuole assicurare il diritto di voto a tutti i cittadini, nel rispetto dell’art. 48 della Costituzione. Niente niente si stanno preparando ad una nuova marcia su Roma? Chi sarà il loro Duce che marcerà alla testa? Queste le motivazioni addotte dal partito di Di Pietro: “Abbiamo deciso di fissare la data già per il prossimo fine settimana (13 marzo ndr.). Come già da noi annunciato, confermiamo che tutto il centro sinistra sarà unito a difesa della Costituzione” e Orlando aggiunge: “contro l’ennesimo decreto vergogna”. C’è chi si ubriaca con l’alcool e c’è chi si ubriaca di antiberlusconismo. Il risultato e’ il medesimo: idee poche e molto confuse. Per fortuna la stragrande maggioranza degli italiani sanno distinguere e sanno ragionare, salvo quei pochi “fascisti-stalinisti” che preferiscono evitare il confronto politico perché assolutamente privi di qualsiasi idea. Quello che e’ accaduto, alla presentazione delle liste, e’ servito a mostrare il vero volto “antidemocratico” dell’opposizione che, pur di conquistare il potere, non si fa alcun scrupolo, per la “cretineria” di un singolo, di estromettere dal voto milioni di elettori incolpevoli. Di Pietro ed il Pd a ruota, strumentalizzano tutto per accaparrarsi posti di potere senza competere “democraticamente” con gli avversari politici. Le persone del popolo “viola” (hanno scelto questo colore che non rappresenta nessun partito politico) sono nate già “vecchie”. Sono pateticamente identiche ai loro fratelli “no global” degli anni novanta, i quali erano identici alle “pantere” degli anni ottanta, che erano identici ai “figli dei fiori” degli anni settanta, che erano identici ai contestatori “sessantottini” degli anni sessanta. Basta ascoltarli, dicono e ripetono ossessivamente da anni gli stessi slogan vuoti ed in contrapposizione tra loro. Non e’ cosa per giovani proiettati verso il futuro, e’ cosa che puzza di “stravecchio” da gettare in discarica. Per loro le motivazioni di Berlusconi e di Napolitano si chiamano: golpe, attentato alla costituzione, schifo di regime! Questi novelli “fascisti-stalinisti” se non fossero patetici farebbero ridere.
venerdì 12 marzo 2010
venerdì 5 marzo 2010
I Patronati responsabili degli indebiti pensionistici INPS. E' comprovato che i 18 eletti all'estero non servono a niente.
L’altra settimana (non ricordo esattamente il giorno), verso le ore 18.45, stavo transitando sotto il tunnel che dall’aeroporto di Sydney sbuca a Kingsgrove. E’ impossibile lì sotto captare la frequenza AM di Rete Italia. Mi sono allora sintonizzato sulla frequenza FM dove, a quell’ora, trasmette la SBS in lingua italiana. Era in onda Pino Musso del Patronato Ital/Uil per le ultime notizie sulla Previdenza sociale italiana. Mi e’ sembrato che parlasse “timidamente” ed era “palpabile” la sua titubanza. Poco dopo ho capito il perché: stava per raccontare, per l’ennesima volta, la favola degli “asini che volano”. Sembrava “intimorito”. Probabilmente si stava domandando: mi manderanno a farmi benedire se la ricorderanno. Proviamoci, speriamo che se la siano dimenticata. Insomma, sperava nella scarsa memoria dei pensionati all’ascolto. E’ piu’ che plausibile perché, ad una certa età si diventa tutti un po’ smemorati. Cari pensionati sono “felice” di darvi una buona notizia, annunciava Musso. Marco Fedi ed alcuni altri suoi colleghi stanno presentando “un disegno di legge” per l’eliminazione degli “indebiti pensionistici”. Caspita! formidabile idea. E’ la sesta volta che lo promette. Che vi dico, e’ stato piu’ forte di me, non sono riuscito a trattenermi ed ho iniziato a “sbellicarmi” dalle risate. Chi mi guardava in quel momento avrà pensato ch’ero impazzito. Ridevo a “crepapelle”, mi contorcevo tanto che per un pelo non perdevo il controllo dell’auto. Ma perché mai questi individui non hanno un po’ di buon senso e lasciano vivere in pace i pensionati che hanno inguaiato? Mi son chiesto. Perché continuano ad illuderli? E’ disumano! Che la smettano di raccontare l’“insulsa” favoletta. Vogliono confondere le acque, accusando l’INPS (che ha una minima parte di colpa), per far “dimenticare” che il grosso della responsabilità, per gli “indebiti pensionistici”, e’ imputabile ai Patronati, pur se ci lavorano molti bravissimi impiegati. Vi spiego perché il problema e’ stato causato dai Patronati. Per richiedere la pensione e’ necessario compilare il modulo (COD.AP01) e corredarlo dei “dati e documentazione indispensabili alla liquidazione della pensione” (art.1, comma 783, legge 296/2006). Il Patronato “dovrebbe” poi chiedere al “cliente” la “documentazione da allegare per richieste/agevolazioni/situazioni particolari”, per stabilire se ha diritto, in aggiunta alla normale pensione, alle prestazioni “assistenziali”, come “la pensione integrata al trattamento minimo, la maggiorazione sociale o i trattamenti di famiglia”, pertanto e’ necessario presentare la dichiarazione dei redditi (modulo RED). Infine, il “cliente” firma il modulo (COD.AP12) per delegare il patronato a rappresentarlo. Molto probabilmente il patronato, per acquisire il “cliente” ed accumulare punti (leggi: soldi), non e’ stato molto “indagatore” sull’aspetto fiscale del “cliente”, per timore che gli scappasse in un altro patronato meno “fiscale”. Come e’ risaputo, tutti i nodi vengono al pettine. Alle richieste successive dell’INPS di accertamento dei redditi (modulo RED), la verità e’ venuta “tragicamente” a galla. Francamente ammetto che c’e’ parzialmente del vero su quanto scrive Marco Fedi nel suo blog in data 15 gennaio 2008, nove giorni prima che il governo Prodi andasse a casa. “( ) L’indebito è il risultato delle verifiche reddituali che in Italia sono effettuate con regolarità e cadenza annuale, mentre all’estero sono sempre state condotte con notevole ritardo e relativamente a periodi molto lunghi di 2 ed a volte 3 anni. ( ) la responsabilità dei ritardi è dell’INPS. È per questa ragione che chiediamo da anni l’approvazione di un provvedimento di sanatoria (1): la cancellazione del debito in assenza di dolo, vale a dire quando non vi è stato dal pensionato un tentativo di frode ai danni dell’INPS”. Fedi, e gli altri 18 parlamentari esteri, avevano giurato che avrebbero proposto una sanatoria per gli indebiti (2). Sempre sul blog di Fedi del 15 gennaio 2008: “Abbiamo presentato una proposta di legge per una sanatoria (3) d’iniziativa parlamentare ma la Commissione competente non ha ancora provveduto ad esaminarla”. “Il Governo Prodi ha finora ignorato le nostre richieste. Un vero errore politico. ( ) Una proposta di sanatoria (4) era già stata presentata durante il Governo Berlusconi ma si era subito arenata. L’aspetto interessante è che l’INPS stesso ha proposto una sanatoria (5) rendendosi conto che si tratta spesso di indebiti inesigibili "( ). Alla domanda del direttore di Nuovo Paese: “E’ ancora possibile convincere il governo (Prodi) del merito di una sanatoria e di una maggiore trasparenza nei rapporti tra INPS e pensionati?” Fedi risponde: “Sono molto scettico sulle reali possibilità di rendere concreto un provvedimento di sanatoria". Fedi non perde occasione per farsi fotografare in compagnia di sorridenti pensionati, dopo averli assicurati, “per l’ennesima volta”, che proporrà una sanatoria per gli indebiti. Nino Randazzo promise, dai giornali Il Globo e La Fiamma del 18 agosto 2009, che “alla ripresa dei lavori parlamentari e’ certo che saranno in molti a presentare interrogazioni, almeno per conoscere i motivi ( )”. Deliberatamente i “due”, ed i loro 16 degni “compari” parlamentari eletti all’estero, senza alcuna vergogna, continuano a prendere per i fondelli i pensionati perché non potranno mai tirarli fuori dai guai. Sanno benissimo, e lo sappiamo tutti, che non riusciranno a fare passare la legge che annunciano di preparare. E’ solo “ammuina”: si muovono di qua e di la, di su e di giù per illudere gli ingenui. Fanno finta di lavorare, ma non fanno nulla. L’unica “onesta” e corretta soluzione, per risolvere il problema, e’ chi ha procurato il danno paghi le conseguenze. I Patronati, “filiali” dei sindacati che incassano ogni anno molti milioni di euro dal Governo italiano, si assumano l’onere di rimborsare l’INPS delle somme che ha pagato in piu’, a circa 50 mila pensionati, per la loro “negligenza”. Per dovere, onestà e giustizia i “sindacati ed i patronati” restituiscano la meritata tranquillità ai loro “clienti” che hanno mal servito. Marco Fedi, i suoi colleghi parlamentari e Pino Musso la smettano di continuare ad ingannare i pensionati promettendo quello che non potranno mai fare. La verità e’ che nessuno ha la seria intenzione di risolvere il problema. “Cinicamente” sanno che si sta “esaurendo” giorno dopo giorno con il ritorno alla casa del Padre dei pensionati. Tra piu’ o meno 10 anni il problema non esisterà piu’. Ma perché mai abbiamo votato per avere 18 nostri rappresentanti al Parlamento italiano? A parte le innumerevoli “irregolarità” che si sono verificate nelle due elezioni dal commercio delle candidature, al commercio e all’accaparramento (in mille modi) delle schede bianche per poi votarsele, ai molti eletti “fittizziamente” residenti all’estero, questi “turisti esageratamente pagati” (piu’ gli annessi e connessi e lauta pensione) non sono riusciti a far passare mai una legge a nostro favore, neppure quella, a costo zero, della riacquisizione della cittadinanza per chi l’ha perduta per le leggi vigenti del Paese che li ospita. E’ da un paio di settimane che e’ scoppiato il caso del senatore Nicola Di Girolamo implicato nel riciclaggio di denaro sporco. Ma sono due anni che il GIP (Giudice Indagini Preliminari) aveva chiesto i suoi arresti domiciliari per avere dichiarato “falsamente” di risiedere all’estero (in Belgio). Fu salvato dagli arresti dalla “casta”. Il 24 settembre 2008, con il voto segreto al Senato questi sono stati i risultati sull’arresto di Di Girolamo: 204 “no” all’arresto (Pdl, Lega, Pd, Udc), soltanto 43 “sì” (IdV e qualche Pd isolato). Le due elezioni (2006/2008) si sono svolte come delle partite di calcio “sporche”, con tanti "falli da rigore" alternativamente a vantaggio e a svantaggio dei partecipanti. Terminata la partita, tutto e' stato archiviato. Chi ha avuto avuto, chi ha dato ha dato, scurdamece o' passato!. Se ne riparlerà alla prossima partita! Che auspichiamo non venga piu’ giocata. Ora che c'e' grande attenzione sul voto all'estero (ancora per pochi giorni poi “insabbieranno” tutto), tutti dovremmo chiedere con forza che venga eseguita la perizia calligrafica su tutte le firme delle preferenze scritte sulle schede elettorali. Senza ombra di dubbio, si scoprirebbe che blocchi di schede furono firmate dalla stessa mano. Indistintamente tutti gli eletti all’estero sono “terrorizzati” se ci fosse tale controllo. Altrettanto preoccupati sarebbero i candidati “trombati”. A loro e’ andata male soltanto per non essere stati piu’ “scaltri” ed organizzati di chi li ha “fregati”. Sono sempre i fatti quelli che contano. Considerato tutte le irregolarità che si sono verificate prima, durante e dopo le elezioni, considerato il fatto che i 18, in quattro anni, non sono riusciti a far un bel niente, non esiste piu’ nessun motivo per tenere in vita una legge per eleggere 18 “privilegiati” del tutto incapaci di fare gli interessi di chi li vota. I 30 milioni di euro risparmiati con i loro stipendi sommati ai milioni risparmiati per l’abolizione del CGIE, potrebbero essere piu’ opportunamente spesi dai COMITES (se verranno opportunamente riformati). Almeno saremo certi che verrebbero spesi esclusivamente a vantaggio della collettività italiana nel mondo, prima di tutto a sostegno dei piu’ indigenti.
domenica 28 febbraio 2010
Vi vuole screditare chi lavora per il bene dell'Italia. Governare gli italiani non e' difficile, e' INUTILE.
E’ un crimine che umilia ed impoverisce l’Italia la miserabile rappresentazione politica che in questi ultimi giorni e’ sotto gli occhi di tutto il mondo. Si e’ fatto e si sta facendo di tutto per delegittimare e umiliare le persone “per bene” e che sanno “fare”, mettendocela tutta per dipingerli come “delinquenti”. Qualcuno si meraviglia per quei due imprenditori che parlavano al telefono, fregandosi le mani ridevano pensando agli affari che avrebbero fatto con il terremoto. In un Paese dove i magistrati fanno i magistrati e basta, qualcuno di loro avrebbe dovuto avvertire, dell'esistenza di una registrazione del genere, la Presidenza del Consiglio. In automatico quei due “farabutti” (che dovrebbero essere espulsi dall’Italia) sarebbero stati esclusi da tutti gli appalti per il resto della loro vita. Dove invece la giustizia funzione a “senso unico”, alla Presidenza del Consiglio non viene detto nulla e poi si usa l'intercettazione come “fucile” contro i suoi funzionari. A pochi giorni dall’inizio ufficiale della campagna elettorale per le elezioni regionali, sembra ormai chiaro che si sta andando incontro ad un’altra delle campagne avvelenate a cui siamo, purtroppo, abituati da quando Berlusconi e’ sceso in campo. Falliti tutti gli attacchi al Premier, personali, economici e giudiziari, ora la strategia e’ cambiata. Si lanciano accuse infamanti sugli uomini più vicini a Berlusconi e che simboleggiano il governo del “fare” (Bertolaso, Letta, Verdini). Per l’azione congiunta della solita magistratura e dei media loro amici, “illegalmente” vengono pubblicate intercettazioni telefoniche che spesso diventano “ingannevoli”, perché fuori dal contesto dell’intero discorso. Poi usano casi di corruzione/concussione di esponenti del PDL (da condannare senza se e senza ma) per far passare il messaggio che il Pdl sarebbe un partito di ladri e malavitosi. A leggere i giornali non si capisce su che cosa indaghino i magistrati di Firenze: se sull’Aquila o sulla Maddalena, su Bertolaso o su Letta, su Verdini e il sistema di potere Pdl o su Veltroni e quello del Pd? Un esempio. Oggetto dell’intercettazione l’appalto per la realizzazione del nuovo Auditorium a Firenze. L’imprenditore Vincenzo Di Nardo, che sperava di accaparrarselo, si sfoga al telefono con l’architetto Marco Casamonti: “No, io so com’è andata questi sono stati tutti pilotati... Eh certo! È Veltroni. Quell’architetto (Desideri, amico di Eugenio Scalfari) è di Veltroni, l’impresa è di Veltroni e il sindaco Domenici ha preso gli ordini da Veltroni. È una vergogna... Ma che vuoi fare?”. Di Nardo non usa mezze parole quando viene intercettato mentre spiega che la “grande opportunita’” (del Parco della Musica di Firenze) l’ha gestita tutta "la cricca di Veltroni... la banda di romani”, e arriva a dirsi preoccupato per: “l”era Veltroni” che si prendeva tutto, da Roma a Firenze a Venezia. Nell’inchiesta non e’ chiaro se ci siano tangenti o escort, appalti o il favoritismo a parenti, per cui nelle trascrizioni non ci sono soltanto i nomi di cui sopra, ma anche i figli di un magistrato e quelli di un deputato, il fratello di Fini, la sorella di Umberto Eco, la moglie di Verdini e i cognati di molti altri, i funzionari dello stato, terzini del Milan e perfino l’architetto amico carissimo di Eugenio Scalfari, il fondatore del giornale “La Repubblica”. Boh! Non si capisce molto. A leggerla sui giornali questa non e’ un’inchiesta giudiziaria. Non si può dire nemmeno che sia una calunnia o una diffamazione. Qualcosa di losco ci sarà, visto che, da che mondo e mondo, gli intrecci tra politica e affari, tra potere e appalti, producono quasi sempre, ed in tutto il mondo, “mazzette” e atti illeciti. Ma se ci limitiamo a quello che leggiamo sui quotidiani, a parte i probabili reati, non ci sono prove vere, ma soltanto “macchinazioni montate” ad arte in modo da far credere che ci sia chissà cosa. “La Repubblica”, a proposito degli indagati, scrive più volte che si tratta di una “cricca”. A leggere le intercettazioni, invece, la parola “cricca” e’ usata dagli stessi indagati per definire la cordata imprenditoriale/politica di centrosinistra, vicina a Veltroni e Rutelli (e di cui, secondo loro, avrebbe fatto parte anche l’architetto amico di Scalfari). “La Repubblica” scrive: “Dalla Maddalena al nuoto, la rete di Letta”, come a voler fare intendere che il numero due di Berlusconi “inciuci” per chissà quali manovre illecite. Leggendo l’articolo si capisce che Letta si limita a chiamare Bertolaso, perché il commissario europeo Antonio Tajani gli ha detto che il collega all’Ambiente, Stavros Dimas, vuole aprire una procedura di infrazione sulla Maddalena. Bertolaso gli spiega che Bruxelles pone problemi ambientali, per colpa dell’ostruzionismo, al ministero dell’Ambiente, dei funzionari nominati a suo tempo da Pecoraro Scanio quando era ministro. Sicché Letta chiede se deve intervenire lui presso il ministero. E basta. Niente di piu’. E’ tutta qui la “rete” misteriosa di Letta, fatta immaginare dal titolo insinuante de “La Repubblica”. E’ ne’ più ne’meno che lo svolgimento del piu’ ordinario dei compiti istituzionali del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In un’altra pagina "La Repubblica" riparla della “cricca” composta da “sciacalli”. I magistrati avranno modo di dimostrare i reati degli indagati, ma “La Repubblica” continua ad insinuare: “A smascherare gli imprenditori che come avvoltoi – a cadaveri ancora caldi – si sono avventati sulla ricostruzione post terremoto, ci sono ora le intercettazioni”. Secondo “La Repubblica” e’ reato che gli imprenditori si siano subito dati da fare per vincere gli appalti. Chissà quante inchieste avrebbe pubblicato se la ricostruzione non fosse stata avviata immediatamente. L’Unità supera tutti per la sua “sciocca” faziosità. Riporta di un colloquio tra Denis Verdini, il suo amico imprenditore Riccardo Fusi e il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci. Sostiene che parte del colloquio era “xenofobo”. Il governatore della Sardegna ha detto che “il vero grande limite della Sardegna siamo noi sardi”. All’Unita’ non conoscono il significato della parola xenofobo, che e’ qualcuno che odia gli stranieri e quindi non può essere addebitata a un “sardo” che rimprovera i “sardi”. Ma guarda caso il sardo in questione e’ un “berlusconiano” che ha sconfitto alle elezioni Soru, il candidato del Pd, allora editore dell’Unita’. Se si legge l’intercettazione, “spacciata” dall’Unità come “inchiesta”, si capisce pero’ subito che nessuno odia i sardi, ma che c’è stato un semplice scambio di battute e convenevoli interrotte da frequenti risate, come hanno rilevato i carabinieri. Berlusconi non e’ eccessivamente preoccupato, ma e’ molto cauto. Continua a proteggere con grande convinzione Guido Bertolaso, ma non sa cos’altro possa venire fuori dalle oltre ventimila pagine d’indagini dei Ros di Firenze. Le intercettazioni, dell’immensa indagine dei carabinieri, potrebbero finire sui giornali per molte settimane e nessuno sa se la lista dei politici coinvolti (di centrodestra e di centrosinistra) si allungherà. La strategia del Pdl e’ quella di separare gli attacchi giudiziari contro gli uomini piu’ vicini a Berlusconi, da quei fenomeni di corruzione dei “singoli”, sempre molto deprecabili. Dall’elezioni all’estero (vedi caso Di Girolamo) a Milano e Firenze, passando per gli appalti della Maddalena, rischiano di gettare fango su quanto di buono il governo ha fatto sino a oggi. Oltre a questi non indifferenti problemi, Berlusconi e’ “oberato” da quelli interni del Pdl. La “guerra mondiale” sulle liste per le elezioni regionali del centrodestra, come la definisce uno dei maggiori esponenti del Pdl, ha sconfortato Silvio. Aveva dato delle deleghe, aveva lasciato fare, ma i problemi invece di essere risolti gli ritornano immancabilmente indietro “ingigantiti”. Le due “culture”, An e Forza Italia, non si sono fuse. Sono in conflitto piu’ di prima. Tanti “galletti” starnazzanti che voglio primeggiare per diventare il “boss” di un pezzettino del “pollaio”. Berlusconi contava sui “filtri” che avrebbero dovuto risolvergli i problemi piu’ o meno marginali. Invece tutti ricorrono a lui per risolvere centinaia di storie, storielle e storielline del tutto “insignificanti”. Incompetenti ed incoscienti molti dei “gerarchetti”. Disturbano il Premier per delle “idiozie” quando sanno che e’ occupato a “sgarbugliare” molteplici e gravi problemi interni ed internazionali. Il Pdl, ad appena un anno dalla sua nascita, e’ già “vecchio”. Ha tutte le malattie di un partito della prima Repubblica: le correnti ed i gruppi che hanno iniziato a combattersi fra loro. Povero Berlusconi! Non vedrà l’ora che arrivi il 2013 per ritirarsi a vita privata. Chi glielo fa fare di perdere tempo dietro a questo “branco” d’incoscienti ed inconcludenti “imbecilli”. Quando nel 1932 il giornalista tedesco Emilio Ludwig, dopo sei mesi di permanenza in Italia per scrivere un libro sull’Italia e sugli italiani, andò ad intervistare Mussolini, gli chiese: “Ma deve essere ben difficile governare gente cosi’ individualista ed anarchica come gli italiani!”. Mussolini rispose: “Difficile? Ma per nulla. E’ semplicemente inutile!”. Se la stessa domanda venisse posta a Berlusconi la risposta sarebbe identica.
venerdì 26 febbraio 2010
CaroPorta, e' vostra abitudine INTORBIDIRE le acque.
Prima del 29 gennaio 2009, ovviamene c'e' stato il 24 settembre 2008 e' qui sotto il risultato delle votazioni per "SALVARE" Nicola Di Girolamo che ha commesso un reato, ma non e' il solo di voi eletti all'estero. Chi piu' chi meno avete "comprato" le schede seppure senza l'aiuto della malavita come Di Girolamo. Se non l'avete pagate con i soldi l'avete fatto "illudendo" con PROMESSE non MANTENUTE alla gente.
(.....) Il 24 settembre, con il voto segreto al Senato questi sono stati i risulati sull’arresto di Di Girolamo: 204 no all’arresto (Pdl, Lega, Pd, Udc), soltanto 43 sì (IdV e qualche pidino sciolto).
Secondo te pensi che sia giusto che Aldo Di Biagio non renda pubblicamente nota la sua residenza? Non deve pubblicare l'indirizzo con via e numero civico, soltanto il luogo come, ad esempio, Fiume. E' da due anni che glielo chiedo ma non risponde. Perche? Forse e' nella stessa situazione di Nicola Di Girolamo?
Oggi su ItaliachiamaItalia leggo un'intervista a Di Biagio che, come niente fosse, dichiara:
Thu, 25 Feb 2010 17:32:00
Italiani all'estero, Di Biagio: Voto agli italiani nel mondo conquista valoriale e democratica
Che vordi'(lo scrivo in romanesco cosi' lo capira' meglio)VALORIALE? Poi continua a prenderci in giro dicendo che il voto degli italiani all'estero e' una conquista DEMOCRATICA. Di chi?, non certo degli elettori, sicuramente e' una CONQUISTA di chi, con mille sotterfugi, e' riuscito a farsi eleggere per farsi i CASI loro e non, fatti alla mano, quelli di chi li ha votati. Possiamo affermarlo perche' l'abbiamo vissuto e lo viviamo sulla nostra pelle.
Seguitando a leggere l'intervista COMPATISCE noi Italiani nel Mondo, infatti POVERI NOI! Ma lui, candidamente, motiva la sua COMPASSIONE raccontando palle su palle. Aho Aldo, non sta a raccontare STR......idaggini!! La VERITA" e' che siete stati proprio voi eletti all'estero a SPUTTANARCI completamente.
Ma celo voi fa sape' do' sta sto' CA...spita de tua RESIDENZA?
E' un "FILM" tragico comico quello delle elezioni politiche (2006 e 2008). Alcuni hanno "comprato" le candidature (ne sa qualcosa Dario Rivolta che l'ha vendute) anche se poi i suoi clienti, un ridicola Baronessa ed un falso Ingegnere, non riuscirono a farsi eleggere. Altri si sono "accaparrati" le schede organizzando "party"(potete vederlo su YouTube digitando Lazialinelmondo Australia quello che hano combinato Nino Randazzio e Marco Fedi), la stessa cosa, piu' o meno simile, e' avvenuta in tutte le altre parti del mondo. Ormai e UNIVERSALMENTE risaputo. Altri fanno "FINTA" di avere la residenza all'estero (vedi Aldo Di Biagio, ma non solo lui) mentre risiedono ed hanno risieduto permanentemente in Italia.
In quattro anni non sieti riusciti a farvi approvare "UNO SOLO STRACCIO" di legge. Avete fatto proposte, interrogazioni tanto per far vedere che facevate qualche cosa.
Non pensi caro Porta che abbia ragione Bobo Craxi quando, senza mezzi termini, gli e' scappato da dire che "Gli eletti all'estero non contano un cazzo"? No credi che dovreste avere la dignita' di dimettervi e ritornare a fare quello che facevate prima? Con i soldi risparmiati dei vostri stipendi si potrebbe "realisticamente" AIUTARE gli INDIGENTI degli italiani all'estero. Quando dovevate votare l'approvazione di 6 milioni di euro per gli italiani indigenti all'estero (quelli che vi hanno votato), alcuni di voi si e' astenuto (vedi Aldo Di Biagio) ed alcuni altri hanno votato contro, pochissimi a favore. Non vi vergognate?
Voi avete sempre seguito le logiche dei vostri partiti (che vi hanno scelto consapevoli che eravate dei burattini da giostrare a loro piacimento). Avete TRADITO gli interessi di chi vi ha votato. Giovanardi ha detto bene: BASTA con queste burattinate. BASTA con la BUFFONATA dell'elezioni all'estero ci eviteremmo UNO spettacolo INDECENTE.
giovedì 25 febbraio 2010
SPUNTA IL NOME DI Stefano ANDRINI, caro ad Alemanno
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DI MONNEZZA IN MONNEZZA, DALLA 'NDRANGHETA AD ANDRINI - nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio SPUNTA IL NOME DI Stefano ANDRINI, caro ad alemanno, A.D. DI AMA, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana - Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura in questione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio...
(Apcom) - Spunta il nome di Stefano Andrini, attuale a.d. di Ama, nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio, nella quale è coinvolto tra gli altri il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo: secondo le accuse Andrini avrebbe aiutato Di Girolamo a costruire la propria candidatura, collaborando con Mokbel.
STEFANO ANDRINI
Infatti, per le elezioni politiche del 2008 emergono problematiche connesse all'esistenza dei requisiti di eleggibilità del Di Girolamo (in particolare la residenza obbligatoria all'estero, ndr) e questo fa emergere un aspetto ritenuto di particolare rilevanza investigativa perchè evidenzia "un ulteriore punto di forze dell'organizzazione capace di tessere rapporti con istituzioni transnazionali finalizzate al rilascio di false attestazioni di residenza necessarie all'iscrizione al registro Aire del comune di Roma, condizione necessaria per la candidatura prima e l'eleggibilità poi di Di Girolamo".
Il problema più grande per Di Girolamo è la mancanza della residenza all'estero: a risolvere questo problema arriva Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana.
Il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo a sinistra insieme al boss della Ndrangheta Franco Pugliese Da Lespresso
Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini - si legge nell'ordinanza del Gip - e Gianluigi Ferretti viene individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura inquestione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio".
ANDRINI (AMA): MI AUTOSOSPENDO PER CORRETTEZZA
(Apcom) - Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana, il cui nome è nelle carte del gip che si occupa dell'inchiesta sul riciclaggio e che, secondo l'ordinanza, sarebbe uno dei fautori della candidatura alle politiche del 2008 del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, ha deciso di autosospendersi.
Il senatore Di Girolamo taglia la torta alla cena elettorale a cui era presente il boss Pugliese LEspresso
"Ho deciso di autosospendermi dal ruolo di amministratore delegato di Ama-Servizi Ambientali - spiega in una nota - per senso di responsabilità istituzionale nei confronti dell`azienda e del Comune di Roma, e per evitare che la mia vicenda venga strumentalizzata per motivi politici".
"Intendo ribadire, tuttavia, la mia totale estraneità alla vicenda Di Girolamo - conclude Andrini - tanto che, a quanto ho appreso, non risulto neppure iscritto nel registro degli indagati".
Il senatore Di Girolamo al centro con alcuni invitati alla festa elettorale dellaprile a sinistra con la giacca chiara Gennaro Mokbel LEspresso
MARRONI (PD): ANDRINI DEVE DARE DIMISSIONI IMMEDIATE...
(Dire) - "L'iscrizione di Stefano Andrini nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma, non fa altro che confermare quanto gia' espresso dall'opposizione in Campidoglio in occasione della sua nomina ad amministratore delegato di Ama Servizi". Lo dichiara il capogruppo del Pd in Campidoglio, Umberto Marroni. "Alla luce dei nuovi fatti- aggiunge Marroni- chiediamo immediatamente le dimissioni di Andrini dai vertici dell'Ama".
Perchè Andrini si candida con Pallaro? "La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe"
di Gabriele Polizzi
AI CONFINI DELLA REALTA' IL FERRETTI PENSIERO SCONFESSA SE STESSO
Stefano Andrini, candidato nella lista di Pallaro per l'America Latina, è stato intervistato da NewsItaliaPress. Deve aver fumato o bevuto sostanze micidiali prima di rispondere alle domande della giornalista. L'intervista, ovviamente, è stata ripresa ieri dal foglio del Ferretti-pensiero, che - lo ripetiamo ancora una volta - non è di destra, nè di centrodestra: è il foglio di Ferretti, e basta. Il suo strumento personale di lotta e battaglia, a favore suo e di quelli che gli stanno vicino, e contro tutti quelli che non la pensano come lui.
Andrini nell'intervista ha detto molto poco, ma ciò che ha detto basta a far rizzare i capelli. Secondo Andrini, la scelta di candidarsi con Pallaro - conosciuto da mezzo mondo come il senatore "ballerino" per la sua capacità di dire "sì, no, forse, chissà", per la sua capacità di ballare di qua e di là - è coerente con il suo percorso umano e politico. Sarà davvero così?
Cerchiamo di capirne di più. Stefano Andrini ha lavorato con Mirko Tremaglia diversi anni, gli è stato vicino fin quando ha potuto: poi è stato cacciato in malo modo, insieme con il suo collega e amico GianLuigi Ferretti, che - ormai da tempo senza nessun ruolo - si è dovuto inventare un foglietto su cui cercare di far collimare il proprio pensiero con la propria penna, impresa quanto mai ardua, soprattutto per chi è costretto a decifrare i suoi anatemi…
La verità è che Stefano Andrini non ha più nulla da fare: è stato tagliato fuori da tutti, soprattutto dal suo partito, Alleanza Nazionale. Tanto è vero che non si presenta nella lista del Pdl, ma in quella del senatore italo argentino. Essere eletto è l'unica possibilità che ha per restare in ballo, e continuare a…ballare.
Ma qual è la vera ragione per cui Andrini si candida con Pallaro? Gli arrampicamenti sugli specchi di Stefano fanno sorridere: Pallaro è rimasto la sua ultima possibilità. E come arriva Andrini a Pallaro? La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe. Amorese ringrazia, e comincia il suo percorso con il ballerino. Ne diventa l'uomo di fiducia, il portaborse, e gli resta vicino perchè vede che ha tutto da guadagnarci, almeno per quanto riguarda i quattrini.
Con Pallaro quindi continua un'amicizia che conviene un po' a tutti. Pallaro entra anche nel foglio del Ferretti-pensiero, attraverso William Amorese, uno dei soci della cooperativa proprietaria della pubblicazione. Chi c'è in questa cooperativa? Ferretti, naturalmente, e poi Andrini, Amorese, e anche Zacchera e Rivolta. Quest'ultimo, lo sappiamo e ne siamo sicuri, è stato tirato in ballo anche perchè sapeva che Ricky Filosa, direttore di questo portale, era nella squadra, era anzi uno dei cofondatori del giornale. Per lui quindi era una garanzia, e ha detto subito sì. Ma lo stesso Rivolta ha capito dopo poco tempo che quel fogliaccio era solo di Ferretti e dei suoi gurka, e si è quindi allontanato.
Il bello è che ancora oggi, entrando nella pagina internet del foglio del Ferretti-pensiero, in alto, nella linea blu della finestra del vostro navigatore, potrete leggere: "Quotidiano di centrodestra per gli italiani nel mondo". Un vero e proprio bluff. Ci chiediamo come nessuno abbia ancora imposto al direttore di questo foglio di eliminare quella frase. E speriamo, soprattutto per il centrodestra, che qualcuno lo faccia al più presto...
SPUNTA IL NOME DI Stefano ANDRINI, caro ad Alemanno
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DI MONNEZZA IN MONNEZZA, DALLA 'NDRANGHETA AD ANDRINI - nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio SPUNTA IL NOME DI Stefano ANDRINI, caro ad alemanno, A.D. DI AMA, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana - Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura in questione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio...
(Apcom) - Spunta il nome di Stefano Andrini, attuale a.d. di Ama, nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio, nella quale è coinvolto tra gli altri il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo: secondo le accuse Andrini avrebbe aiutato Di Girolamo a costruire la propria candidatura, collaborando con Mokbel.
STEFANO ANDRINI
Infatti, per le elezioni politiche del 2008 emergono problematiche connesse all'esistenza dei requisiti di eleggibilità del Di Girolamo (in particolare la residenza obbligatoria all'estero, ndr) e questo fa emergere un aspetto ritenuto di particolare rilevanza investigativa perchè evidenzia "un ulteriore punto di forze dell'organizzazione capace di tessere rapporti con istituzioni transnazionali finalizzate al rilascio di false attestazioni di residenza necessarie all'iscrizione al registro Aire del comune di Roma, condizione necessaria per la candidatura prima e l'eleggibilità poi di Di Girolamo".
Il problema più grande per Di Girolamo è la mancanza della residenza all'estero: a risolvere questo problema arriva Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana.
Il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo a sinistra insieme al boss della Ndrangheta Franco Pugliese Da Lespresso
Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini - si legge nell'ordinanza del Gip - e Gianluigi Ferretti viene individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura inquestione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio".
ANDRINI (AMA): MI AUTOSOSPENDO PER CORRETTEZZA
(Apcom) - Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana, il cui nome è nelle carte del gip che si occupa dell'inchiesta sul riciclaggio e che, secondo l'ordinanza, sarebbe uno dei fautori della candidatura alle politiche del 2008 del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, ha deciso di autosospendersi.
Il senatore Di Girolamo taglia la torta alla cena elettorale a cui era presente il boss Pugliese LEspresso
"Ho deciso di autosospendermi dal ruolo di amministratore delegato di Ama-Servizi Ambientali - spiega in una nota - per senso di responsabilità istituzionale nei confronti dell`azienda e del Comune di Roma, e per evitare che la mia vicenda venga strumentalizzata per motivi politici".
"Intendo ribadire, tuttavia, la mia totale estraneità alla vicenda Di Girolamo - conclude Andrini - tanto che, a quanto ho appreso, non risulto neppure iscritto nel registro degli indagati".
Il senatore Di Girolamo al centro con alcuni invitati alla festa elettorale dellaprile a sinistra con la giacca chiara Gennaro Mokbel LEspresso
MARRONI (PD): ANDRINI DEVE DARE DIMISSIONI IMMEDIATE...
(Dire) - "L'iscrizione di Stefano Andrini nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma, non fa altro che confermare quanto gia' espresso dall'opposizione in Campidoglio in occasione della sua nomina ad amministratore delegato di Ama Servizi". Lo dichiara il capogruppo del Pd in Campidoglio, Umberto Marroni. "Alla luce dei nuovi fatti- aggiunge Marroni- chiediamo immediatamente le dimissioni di Andrini dai vertici dell'Ama".
Perchè Andrini si candida con Pallaro? "La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe"
di Gabriele Polizzi
AI CONFINI DELLA REALTA' IL FERRETTI PENSIERO SCONFESSA SE STESSO
Stefano Andrini, candidato nella lista di Pallaro per l'America Latina, è stato intervistato da NewsItaliaPress. Deve aver fumato o bevuto sostanze micidiali prima di rispondere alle domande della giornalista. L'intervista, ovviamente, è stata ripresa ieri dal foglio del Ferretti-pensiero, che - lo ripetiamo ancora una volta - non è di destra, nè di centrodestra: è il foglio di Ferretti, e basta. Il suo strumento personale di lotta e battaglia, a favore suo e di quelli che gli stanno vicino, e contro tutti quelli che non la pensano come lui.
Andrini nell'intervista ha detto molto poco, ma ciò che ha detto basta a far rizzare i capelli. Secondo Andrini, la scelta di candidarsi con Pallaro - conosciuto da mezzo mondo come il senatore "ballerino" per la sua capacità di dire "sì, no, forse, chissà", per la sua capacità di ballare di qua e di là - è coerente con il suo percorso umano e politico. Sarà davvero così?
Cerchiamo di capirne di più. Stefano Andrini ha lavorato con Mirko Tremaglia diversi anni, gli è stato vicino fin quando ha potuto: poi è stato cacciato in malo modo, insieme con il suo collega e amico GianLuigi Ferretti, che - ormai da tempo senza nessun ruolo - si è dovuto inventare un foglietto su cui cercare di far collimare il proprio pensiero con la propria penna, impresa quanto mai ardua, soprattutto per chi è costretto a decifrare i suoi anatemi…
La verità è che Stefano Andrini non ha più nulla da fare: è stato tagliato fuori da tutti, soprattutto dal suo partito, Alleanza Nazionale. Tanto è vero che non si presenta nella lista del Pdl, ma in quella del senatore italo argentino. Essere eletto è l'unica possibilità che ha per restare in ballo, e continuare a…ballare.
Ma qual è la vera ragione per cui Andrini si candida con Pallaro? Gli arrampicamenti sugli specchi di Stefano fanno sorridere: Pallaro è rimasto la sua ultima possibilità. E come arriva Andrini a Pallaro? La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe. Amorese ringrazia, e comincia il suo percorso con il ballerino. Ne diventa l'uomo di fiducia, il portaborse, e gli resta vicino perchè vede che ha tutto da guadagnarci, almeno per quanto riguarda i quattrini.
Con Pallaro quindi continua un'amicizia che conviene un po' a tutti. Pallaro entra anche nel foglio del Ferretti-pensiero, attraverso William Amorese, uno dei soci della cooperativa proprietaria della pubblicazione. Chi c'è in questa cooperativa? Ferretti, naturalmente, e poi Andrini, Amorese, e anche Zacchera e Rivolta. Quest'ultimo, lo sappiamo e ne siamo sicuri, è stato tirato in ballo anche perchè sapeva che Ricky Filosa, direttore di questo portale, era nella squadra, era anzi uno dei cofondatori del giornale. Per lui quindi era una garanzia, e ha detto subito sì. Ma lo stesso Rivolta ha capito dopo poco tempo che quel fogliaccio era solo di Ferretti e dei suoi gurka, e si è quindi allontanato.
Il bello è che ancora oggi, entrando nella pagina internet del foglio del Ferretti-pensiero, in alto, nella linea blu della finestra del vostro navigatore, potrete leggere: "Quotidiano di centrodestra per gli italiani nel mondo". Un vero e proprio bluff. Ci chiediamo come nessuno abbia ancora imposto al direttore di questo foglio di eliminare quella frase. E speriamo, soprattutto per il centrodestra, che qualcuno lo faccia al più presto...
RICORDI DEL PASSATO:
Dietro a Tremaglia, a sinistra,Stefano Andrini; al fianco, in blu, GL Ferretti.
A questo punto che succede? C'è crisi in An: Ferretti pare abbia addirittura usato in maniera disinvolta fondi a disposizione del partito, facendo andare su tutte le furie il buon Tremaglia. Che lo ha allontanato. E sapete Ferretti come ha reagito? A quanto ci risulta, scrivendogli una lettera carica di insulti, sputando quindi nel piatto dove ha mangiato per anni, arrivando addirittura a scrivere qualcosa del tipo "ma come? non ti fidi di me? ma come ti permetti di chiedermi le ricevute, le pezze giustificative, come ti permetti di chiedermi come ho speso quei soldi?",...Come se quei soldi fossero stati suoi e non del partito…Da quel momento fra l'ex ministro degli italiani nel mondo e l'ex coordinatore del Ctim è guerra aperta.
Nella lista di Pallaro, lo ricordiamo soprattutto per fare capire ai lettori di quale pasta siano fatti certi personaggi, c'è anche Adriano Bonaspetti, che in Sud America chiamano "Malaspetti" (come ci racconta Franco Arena, giornalista di Buenos Aires, nell'articolo di apertura oggi su Italia chiama Italia), il quale - come abbiamo più volte riportato sul nostro portale - è coinvolto in un enorme scandalo-truffa ai danni dello stato brasiliano: già nel 2006 avrebbe inviato le sue cartoline di campagna elettorale, usando francobolli rubati allo Stato. E ora che fa? Ha la faccia tosta di ricandidarsi. Di più: Pallaro lo accetta nella sua lista. Spudorato, il senatore. Senza contare che Bonaspetti è anche responsabile del foglio del Ferretti-pensiero per il Brasile...Pensa te!
Ci eravamo promessi di ignorare per sempre il Ferretti-pensiero e le sue forcine, ma poi abbiamo deciso che non era giusto continuare a far finta di niente e porgere anche l’altra guancia. Così, eccoci finalmente a mettere in chiaro le cose, e senza repliche. Anche perché, se fossimo ancora diciamo stuzzicati, tireremo fuori, metaforicamente s’intende, tanti e tanti di quei proiettili, per spararli piano piano, al momento più opportuno.
Noi non siamo in politica, facciamo soltanto informazione pura, senza secondi fini: loro sì, i vari Andrini e compagni, cercano un posto al sole, tra Palazzo Madama e Montecitorio. Sono loro quindi ad essere sotto la lente di ingrandimento, sono loro che devono e dovranno essere giudicati dall'opinione pubblica. Il loro comportamento quindi ci fa sorridere, perchè parlare di certe cose farà danno soltanto al foglio del Ferretti-pensiero, e ai gurka-forcini.
Noi abbiamo la pretesa, sì, la pretesa di scrivere senza secondi fini, un’informazione corretta e documentata. Nel caso di Bonaspetti, per esempio, largamente “confezionato” dai mass-media brasiliani, il nostro corrispondente dal Brasile, Rafael Bassoli, avvocato che lavora nello studio più grande e più importante di Rio de Jainero, è andato a informarsi in prima persona. Ha fatto il giro dei tribunali, ha letto documenti pubblici, non si è inventato nulla.
A noi non piace minacciare, non è nel nostro vocabolario, ma se continueranno, Ferretti e forcini, a insinuare dubbi e sospetti, turpiloquiando come è loro costume, tireremo fuori anche la storia delle "migliaia" di copie che il foglio del Ferretti-pensiero distribuisce nelle edicole in Argentina...e allora ci sarà davvero da ridere.
RICORDI DEL PASSATO:
Dietro a Tremaglia, a sinistra,Stefano Andrini; al fianco, in blu, GL Ferretti.
A questo punto che succede? C'è crisi in An: Ferretti pare abbia addirittura usato in maniera disinvolta fondi a disposizione del partito, facendo andare su tutte le furie il buon Tremaglia. Che lo ha allontanato. E sapete Ferretti come ha reagito? A quanto ci risulta, scrivendogli una lettera carica di insulti, sputando quindi nel piatto dove ha mangiato per anni, arrivando addirittura a scrivere qualcosa del tipo "ma come? non ti fidi di me? ma come ti permetti di chiedermi le ricevute, le pezze giustificative, come ti permetti di chiedermi come ho speso quei soldi?",...Come se quei soldi fossero stati suoi e non del partito…Da quel momento fra l'ex ministro degli italiani nel mondo e l'ex coordinatore del Ctim è guerra aperta.
Nella lista di Pallaro, lo ricordiamo soprattutto per fare capire ai lettori di quale pasta siano fatti certi personaggi, c'è anche Adriano Bonaspetti, che in Sud America chiamano "Malaspetti" (come ci racconta Franco Arena, giornalista di Buenos Aires, nell'articolo di apertura oggi su Italia chiama Italia), il quale - come abbiamo più volte riportato sul nostro portale - è coinvolto in un enorme scandalo-truffa ai danni dello stato brasiliano: già nel 2006 avrebbe inviato le sue cartoline di campagna elettorale, usando francobolli rubati allo Stato. E ora che fa? Ha la faccia tosta di ricandidarsi. Di più: Pallaro lo accetta nella sua lista. Spudorato, il senatore. Senza contare che Bonaspetti è anche responsabile del foglio del Ferretti-pensiero per il Brasile...Pensa te!
Ci eravamo promessi di ignorare per sempre il Ferretti-pensiero e le sue forcine, ma poi abbiamo deciso che non era giusto continuare a far finta di niente e porgere anche l’altra guancia. Così, eccoci finalmente a mettere in chiaro le cose, e senza repliche. Anche perché, se fossimo ancora diciamo stuzzicati, tireremo fuori, metaforicamente s’intende, tanti e tanti di quei proiettili, per spararli piano piano, al momento più opportuno.
Noi non siamo in politica, facciamo soltanto informazione pura, senza secondi fini: loro sì, i vari Andrini e compagni, cercano un posto al sole, tra Palazzo Madama e Montecitorio. Sono loro quindi ad essere sotto la lente di ingrandimento, sono loro che devono e dovranno essere giudicati dall'opinione pubblica. Il loro comportamento quindi ci fa sorridere, perchè parlare di certe cose farà danno soltanto al foglio del Ferretti-pensiero, e ai gurka-forcini.
Noi abbiamo la pretesa, sì, la pretesa di scrivere senza secondi fini, un’informazione corretta e documentata. Nel caso di Bonaspetti, per esempio, largamente “confezionato” dai mass-media brasiliani, il nostro corrispondente dal Brasile, Rafael Bassoli, avvocato che lavora nello studio più grande e più importante di Rio de Jainero, è andato a informarsi in prima persona. Ha fatto il giro dei tribunali, ha letto documenti pubblici, non si è inventato nulla.
A noi non piace minacciare, non è nel nostro vocabolario, ma se continueranno, Ferretti e forcini, a insinuare dubbi e sospetti, turpiloquiando come è loro costume, tireremo fuori anche la storia delle "migliaia" di copie che il foglio del Ferretti-pensiero distribuisce nelle edicole in Argentina...e allora ci sarà davvero da ridere.
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DI MONNEZZA IN MONNEZZA, DALLA 'NDRANGHETA AD ANDRINI - nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio SPUNTA IL NOME DI Stefano ANDRINI, caro ad alemanno, A.D. DI AMA, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana - Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura in questione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio...
(Apcom) - Spunta il nome di Stefano Andrini, attuale a.d. di Ama, nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio, nella quale è coinvolto tra gli altri il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo: secondo le accuse Andrini avrebbe aiutato Di Girolamo a costruire la propria candidatura, collaborando con Mokbel.
STEFANO ANDRINI
Infatti, per le elezioni politiche del 2008 emergono problematiche connesse all'esistenza dei requisiti di eleggibilità del Di Girolamo (in particolare la residenza obbligatoria all'estero, ndr) e questo fa emergere un aspetto ritenuto di particolare rilevanza investigativa perchè evidenzia "un ulteriore punto di forze dell'organizzazione capace di tessere rapporti con istituzioni transnazionali finalizzate al rilascio di false attestazioni di residenza necessarie all'iscrizione al registro Aire del comune di Roma, condizione necessaria per la candidatura prima e l'eleggibilità poi di Di Girolamo".
Il problema più grande per Di Girolamo è la mancanza della residenza all'estero: a risolvere questo problema arriva Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana.
Il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo a sinistra insieme al boss della Ndrangheta Franco Pugliese Da Lespresso
Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini - si legge nell'ordinanza del Gip - e Gianluigi Ferretti viene individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura inquestione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio".
ANDRINI (AMA): MI AUTOSOSPENDO PER CORRETTEZZA
(Apcom) - Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana, il cui nome è nelle carte del gip che si occupa dell'inchiesta sul riciclaggio e che, secondo l'ordinanza, sarebbe uno dei fautori della candidatura alle politiche del 2008 del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, ha deciso di autosospendersi.
Il senatore Di Girolamo taglia la torta alla cena elettorale a cui era presente il boss Pugliese LEspresso
"Ho deciso di autosospendermi dal ruolo di amministratore delegato di Ama-Servizi Ambientali - spiega in una nota - per senso di responsabilità istituzionale nei confronti dell`azienda e del Comune di Roma, e per evitare che la mia vicenda venga strumentalizzata per motivi politici".
"Intendo ribadire, tuttavia, la mia totale estraneità alla vicenda Di Girolamo - conclude Andrini - tanto che, a quanto ho appreso, non risulto neppure iscritto nel registro degli indagati".
Il senatore Di Girolamo al centro con alcuni invitati alla festa elettorale dellaprile a sinistra con la giacca chiara Gennaro Mokbel LEspresso
MARRONI (PD): ANDRINI DEVE DARE DIMISSIONI IMMEDIATE...
(Dire) - "L'iscrizione di Stefano Andrini nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma, non fa altro che confermare quanto gia' espresso dall'opposizione in Campidoglio in occasione della sua nomina ad amministratore delegato di Ama Servizi". Lo dichiara il capogruppo del Pd in Campidoglio, Umberto Marroni. "Alla luce dei nuovi fatti- aggiunge Marroni- chiediamo immediatamente le dimissioni di Andrini dai vertici dell'Ama".
Perchè Andrini si candida con Pallaro? "La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe"
di Gabriele Polizzi
AI CONFINI DELLA REALTA' IL FERRETTI PENSIERO SCONFESSA SE STESSO
Stefano Andrini, candidato nella lista di Pallaro per l'America Latina, è stato intervistato da NewsItaliaPress. Deve aver fumato o bevuto sostanze micidiali prima di rispondere alle domande della giornalista. L'intervista, ovviamente, è stata ripresa ieri dal foglio del Ferretti-pensiero, che - lo ripetiamo ancora una volta - non è di destra, nè di centrodestra: è il foglio di Ferretti, e basta. Il suo strumento personale di lotta e battaglia, a favore suo e di quelli che gli stanno vicino, e contro tutti quelli che non la pensano come lui.
Andrini nell'intervista ha detto molto poco, ma ciò che ha detto basta a far rizzare i capelli. Secondo Andrini, la scelta di candidarsi con Pallaro - conosciuto da mezzo mondo come il senatore "ballerino" per la sua capacità di dire "sì, no, forse, chissà", per la sua capacità di ballare di qua e di là - è coerente con il suo percorso umano e politico. Sarà davvero così?
Cerchiamo di capirne di più. Stefano Andrini ha lavorato con Mirko Tremaglia diversi anni, gli è stato vicino fin quando ha potuto: poi è stato cacciato in malo modo, insieme con il suo collega e amico GianLuigi Ferretti, che - ormai da tempo senza nessun ruolo - si è dovuto inventare un foglietto su cui cercare di far collimare il proprio pensiero con la propria penna, impresa quanto mai ardua, soprattutto per chi è costretto a decifrare i suoi anatemi…
La verità è che Stefano Andrini non ha più nulla da fare: è stato tagliato fuori da tutti, soprattutto dal suo partito, Alleanza Nazionale. Tanto è vero che non si presenta nella lista del Pdl, ma in quella del senatore italo argentino. Essere eletto è l'unica possibilità che ha per restare in ballo, e continuare a…ballare.
Ma qual è la vera ragione per cui Andrini si candida con Pallaro? Gli arrampicamenti sugli specchi di Stefano fanno sorridere: Pallaro è rimasto la sua ultima possibilità. E come arriva Andrini a Pallaro? La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe. Amorese ringrazia, e comincia il suo percorso con il ballerino. Ne diventa l'uomo di fiducia, il portaborse, e gli resta vicino perchè vede che ha tutto da guadagnarci, almeno per quanto riguarda i quattrini.
Con Pallaro quindi continua un'amicizia che conviene un po' a tutti. Pallaro entra anche nel foglio del Ferretti-pensiero, attraverso William Amorese, uno dei soci della cooperativa proprietaria della pubblicazione. Chi c'è in questa cooperativa? Ferretti, naturalmente, e poi Andrini, Amorese, e anche Zacchera e Rivolta. Quest'ultimo, lo sappiamo e ne siamo sicuri, è stato tirato in ballo anche perchè sapeva che Ricky Filosa, direttore di questo portale, era nella squadra, era anzi uno dei cofondatori del giornale. Per lui quindi era una garanzia, e ha detto subito sì. Ma lo stesso Rivolta ha capito dopo poco tempo che quel fogliaccio era solo di Ferretti e dei suoi gurka, e si è quindi allontanato.
Il bello è che ancora oggi, entrando nella pagina internet del foglio del Ferretti-pensiero, in alto, nella linea blu della finestra del vostro navigatore, potrete leggere: "Quotidiano di centrodestra per gli italiani nel mondo". Un vero e proprio bluff. Ci chiediamo come nessuno abbia ancora imposto al direttore di questo foglio di eliminare quella frase. E speriamo, soprattutto per il centrodestra, che qualcuno lo faccia al più presto...
SPUNTA IL NOME DI Stefano ANDRINI, caro ad Alemanno
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DI MONNEZZA IN MONNEZZA, DALLA 'NDRANGHETA AD ANDRINI - nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio SPUNTA IL NOME DI Stefano ANDRINI, caro ad alemanno, A.D. DI AMA, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana - Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura in questione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio...
(Apcom) - Spunta il nome di Stefano Andrini, attuale a.d. di Ama, nelle carte del gip sulla maxi inchiesta sul riciclaggio, nella quale è coinvolto tra gli altri il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo: secondo le accuse Andrini avrebbe aiutato Di Girolamo a costruire la propria candidatura, collaborando con Mokbel.
STEFANO ANDRINI
Infatti, per le elezioni politiche del 2008 emergono problematiche connesse all'esistenza dei requisiti di eleggibilità del Di Girolamo (in particolare la residenza obbligatoria all'estero, ndr) e questo fa emergere un aspetto ritenuto di particolare rilevanza investigativa perchè evidenzia "un ulteriore punto di forze dell'organizzazione capace di tessere rapporti con istituzioni transnazionali finalizzate al rilascio di false attestazioni di residenza necessarie all'iscrizione al registro Aire del comune di Roma, condizione necessaria per la candidatura prima e l'eleggibilità poi di Di Girolamo".
Il problema più grande per Di Girolamo è la mancanza della residenza all'estero: a risolvere questo problema arriva Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana.
Il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo a sinistra insieme al boss della Ndrangheta Franco Pugliese Da Lespresso
Attraverso i contatti del Mokbel con Andrini - si legge nell'ordinanza del Gip - e Gianluigi Ferretti viene individuata Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all'estero del Di Girolamo in quanto Andrini, motore della candidatura inquestione, conosce bene l'ambasciatore italiano in Belgio".
ANDRINI (AMA): MI AUTOSOSPENDO PER CORRETTEZZA
(Apcom) - Stefano Andrini, attuale amministratore delegato di Ama Servizi, l'azienda che a Roma si occupa della nettezza urbana, il cui nome è nelle carte del gip che si occupa dell'inchiesta sul riciclaggio e che, secondo l'ordinanza, sarebbe uno dei fautori della candidatura alle politiche del 2008 del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, ha deciso di autosospendersi.
Il senatore Di Girolamo taglia la torta alla cena elettorale a cui era presente il boss Pugliese LEspresso
"Ho deciso di autosospendermi dal ruolo di amministratore delegato di Ama-Servizi Ambientali - spiega in una nota - per senso di responsabilità istituzionale nei confronti dell`azienda e del Comune di Roma, e per evitare che la mia vicenda venga strumentalizzata per motivi politici".
"Intendo ribadire, tuttavia, la mia totale estraneità alla vicenda Di Girolamo - conclude Andrini - tanto che, a quanto ho appreso, non risulto neppure iscritto nel registro degli indagati".
Il senatore Di Girolamo al centro con alcuni invitati alla festa elettorale dellaprile a sinistra con la giacca chiara Gennaro Mokbel LEspresso
MARRONI (PD): ANDRINI DEVE DARE DIMISSIONI IMMEDIATE...
(Dire) - "L'iscrizione di Stefano Andrini nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma, non fa altro che confermare quanto gia' espresso dall'opposizione in Campidoglio in occasione della sua nomina ad amministratore delegato di Ama Servizi". Lo dichiara il capogruppo del Pd in Campidoglio, Umberto Marroni. "Alla luce dei nuovi fatti- aggiunge Marroni- chiediamo immediatamente le dimissioni di Andrini dai vertici dell'Ama".
Perchè Andrini si candida con Pallaro? "La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe"
di Gabriele Polizzi
AI CONFINI DELLA REALTA' IL FERRETTI PENSIERO SCONFESSA SE STESSO
Stefano Andrini, candidato nella lista di Pallaro per l'America Latina, è stato intervistato da NewsItaliaPress. Deve aver fumato o bevuto sostanze micidiali prima di rispondere alle domande della giornalista. L'intervista, ovviamente, è stata ripresa ieri dal foglio del Ferretti-pensiero, che - lo ripetiamo ancora una volta - non è di destra, nè di centrodestra: è il foglio di Ferretti, e basta. Il suo strumento personale di lotta e battaglia, a favore suo e di quelli che gli stanno vicino, e contro tutti quelli che non la pensano come lui.
Andrini nell'intervista ha detto molto poco, ma ciò che ha detto basta a far rizzare i capelli. Secondo Andrini, la scelta di candidarsi con Pallaro - conosciuto da mezzo mondo come il senatore "ballerino" per la sua capacità di dire "sì, no, forse, chissà", per la sua capacità di ballare di qua e di là - è coerente con il suo percorso umano e politico. Sarà davvero così?
Cerchiamo di capirne di più. Stefano Andrini ha lavorato con Mirko Tremaglia diversi anni, gli è stato vicino fin quando ha potuto: poi è stato cacciato in malo modo, insieme con il suo collega e amico GianLuigi Ferretti, che - ormai da tempo senza nessun ruolo - si è dovuto inventare un foglietto su cui cercare di far collimare il proprio pensiero con la propria penna, impresa quanto mai ardua, soprattutto per chi è costretto a decifrare i suoi anatemi…
La verità è che Stefano Andrini non ha più nulla da fare: è stato tagliato fuori da tutti, soprattutto dal suo partito, Alleanza Nazionale. Tanto è vero che non si presenta nella lista del Pdl, ma in quella del senatore italo argentino. Essere eletto è l'unica possibilità che ha per restare in ballo, e continuare a…ballare.
Ma qual è la vera ragione per cui Andrini si candida con Pallaro? Gli arrampicamenti sugli specchi di Stefano fanno sorridere: Pallaro è rimasto la sua ultima possibilità. E come arriva Andrini a Pallaro? La storia, un vero e proprio fullietton sudamericano, parte da lontano, quando un certo William Amorese, giovane della destra sociale, amico di Ferretti e Andrini, comincia a lavorare con el senador, proprio grazie a una spinta da parte del gatto e la volpe. Amorese ringrazia, e comincia il suo percorso con il ballerino. Ne diventa l'uomo di fiducia, il portaborse, e gli resta vicino perchè vede che ha tutto da guadagnarci, almeno per quanto riguarda i quattrini.
Con Pallaro quindi continua un'amicizia che conviene un po' a tutti. Pallaro entra anche nel foglio del Ferretti-pensiero, attraverso William Amorese, uno dei soci della cooperativa proprietaria della pubblicazione. Chi c'è in questa cooperativa? Ferretti, naturalmente, e poi Andrini, Amorese, e anche Zacchera e Rivolta. Quest'ultimo, lo sappiamo e ne siamo sicuri, è stato tirato in ballo anche perchè sapeva che Ricky Filosa, direttore di questo portale, era nella squadra, era anzi uno dei cofondatori del giornale. Per lui quindi era una garanzia, e ha detto subito sì. Ma lo stesso Rivolta ha capito dopo poco tempo che quel fogliaccio era solo di Ferretti e dei suoi gurka, e si è quindi allontanato.
Il bello è che ancora oggi, entrando nella pagina internet del foglio del Ferretti-pensiero, in alto, nella linea blu della finestra del vostro navigatore, potrete leggere: "Quotidiano di centrodestra per gli italiani nel mondo". Un vero e proprio bluff. Ci chiediamo come nessuno abbia ancora imposto al direttore di questo foglio di eliminare quella frase. E speriamo, soprattutto per il centrodestra, che qualcuno lo faccia al più presto...
RICORDI DEL PASSATO:
Dietro a Tremaglia, a sinistra,Stefano Andrini; al fianco, in blu, GL Ferretti.
A questo punto che succede? C'è crisi in An: Ferretti pare abbia addirittura usato in maniera disinvolta fondi a disposizione del partito, facendo andare su tutte le furie il buon Tremaglia. Che lo ha allontanato. E sapete Ferretti come ha reagito? A quanto ci risulta, scrivendogli una lettera carica di insulti, sputando quindi nel piatto dove ha mangiato per anni, arrivando addirittura a scrivere qualcosa del tipo "ma come? non ti fidi di me? ma come ti permetti di chiedermi le ricevute, le pezze giustificative, come ti permetti di chiedermi come ho speso quei soldi?",...Come se quei soldi fossero stati suoi e non del partito…Da quel momento fra l'ex ministro degli italiani nel mondo e l'ex coordinatore del Ctim è guerra aperta.
Nella lista di Pallaro, lo ricordiamo soprattutto per fare capire ai lettori di quale pasta siano fatti certi personaggi, c'è anche Adriano Bonaspetti, che in Sud America chiamano "Malaspetti" (come ci racconta Franco Arena, giornalista di Buenos Aires, nell'articolo di apertura oggi su Italia chiama Italia), il quale - come abbiamo più volte riportato sul nostro portale - è coinvolto in un enorme scandalo-truffa ai danni dello stato brasiliano: già nel 2006 avrebbe inviato le sue cartoline di campagna elettorale, usando francobolli rubati allo Stato. E ora che fa? Ha la faccia tosta di ricandidarsi. Di più: Pallaro lo accetta nella sua lista. Spudorato, il senatore. Senza contare che Bonaspetti è anche responsabile del foglio del Ferretti-pensiero per il Brasile...Pensa te!
Ci eravamo promessi di ignorare per sempre il Ferretti-pensiero e le sue forcine, ma poi abbiamo deciso che non era giusto continuare a far finta di niente e porgere anche l’altra guancia. Così, eccoci finalmente a mettere in chiaro le cose, e senza repliche. Anche perché, se fossimo ancora diciamo stuzzicati, tireremo fuori, metaforicamente s’intende, tanti e tanti di quei proiettili, per spararli piano piano, al momento più opportuno.
Noi non siamo in politica, facciamo soltanto informazione pura, senza secondi fini: loro sì, i vari Andrini e compagni, cercano un posto al sole, tra Palazzo Madama e Montecitorio. Sono loro quindi ad essere sotto la lente di ingrandimento, sono loro che devono e dovranno essere giudicati dall'opinione pubblica. Il loro comportamento quindi ci fa sorridere, perchè parlare di certe cose farà danno soltanto al foglio del Ferretti-pensiero, e ai gurka-forcini.
Noi abbiamo la pretesa, sì, la pretesa di scrivere senza secondi fini, un’informazione corretta e documentata. Nel caso di Bonaspetti, per esempio, largamente “confezionato” dai mass-media brasiliani, il nostro corrispondente dal Brasile, Rafael Bassoli, avvocato che lavora nello studio più grande e più importante di Rio de Jainero, è andato a informarsi in prima persona. Ha fatto il giro dei tribunali, ha letto documenti pubblici, non si è inventato nulla.
A noi non piace minacciare, non è nel nostro vocabolario, ma se continueranno, Ferretti e forcini, a insinuare dubbi e sospetti, turpiloquiando come è loro costume, tireremo fuori anche la storia delle "migliaia" di copie che il foglio del Ferretti-pensiero distribuisce nelle edicole in Argentina...e allora ci sarà davvero da ridere.
RICORDI DEL PASSATO:
Dietro a Tremaglia, a sinistra,Stefano Andrini; al fianco, in blu, GL Ferretti.
A questo punto che succede? C'è crisi in An: Ferretti pare abbia addirittura usato in maniera disinvolta fondi a disposizione del partito, facendo andare su tutte le furie il buon Tremaglia. Che lo ha allontanato. E sapete Ferretti come ha reagito? A quanto ci risulta, scrivendogli una lettera carica di insulti, sputando quindi nel piatto dove ha mangiato per anni, arrivando addirittura a scrivere qualcosa del tipo "ma come? non ti fidi di me? ma come ti permetti di chiedermi le ricevute, le pezze giustificative, come ti permetti di chiedermi come ho speso quei soldi?",...Come se quei soldi fossero stati suoi e non del partito…Da quel momento fra l'ex ministro degli italiani nel mondo e l'ex coordinatore del Ctim è guerra aperta.
Nella lista di Pallaro, lo ricordiamo soprattutto per fare capire ai lettori di quale pasta siano fatti certi personaggi, c'è anche Adriano Bonaspetti, che in Sud America chiamano "Malaspetti" (come ci racconta Franco Arena, giornalista di Buenos Aires, nell'articolo di apertura oggi su Italia chiama Italia), il quale - come abbiamo più volte riportato sul nostro portale - è coinvolto in un enorme scandalo-truffa ai danni dello stato brasiliano: già nel 2006 avrebbe inviato le sue cartoline di campagna elettorale, usando francobolli rubati allo Stato. E ora che fa? Ha la faccia tosta di ricandidarsi. Di più: Pallaro lo accetta nella sua lista. Spudorato, il senatore. Senza contare che Bonaspetti è anche responsabile del foglio del Ferretti-pensiero per il Brasile...Pensa te!
Ci eravamo promessi di ignorare per sempre il Ferretti-pensiero e le sue forcine, ma poi abbiamo deciso che non era giusto continuare a far finta di niente e porgere anche l’altra guancia. Così, eccoci finalmente a mettere in chiaro le cose, e senza repliche. Anche perché, se fossimo ancora diciamo stuzzicati, tireremo fuori, metaforicamente s’intende, tanti e tanti di quei proiettili, per spararli piano piano, al momento più opportuno.
Noi non siamo in politica, facciamo soltanto informazione pura, senza secondi fini: loro sì, i vari Andrini e compagni, cercano un posto al sole, tra Palazzo Madama e Montecitorio. Sono loro quindi ad essere sotto la lente di ingrandimento, sono loro che devono e dovranno essere giudicati dall'opinione pubblica. Il loro comportamento quindi ci fa sorridere, perchè parlare di certe cose farà danno soltanto al foglio del Ferretti-pensiero, e ai gurka-forcini.
Noi abbiamo la pretesa, sì, la pretesa di scrivere senza secondi fini, un’informazione corretta e documentata. Nel caso di Bonaspetti, per esempio, largamente “confezionato” dai mass-media brasiliani, il nostro corrispondente dal Brasile, Rafael Bassoli, avvocato che lavora nello studio più grande e più importante di Rio de Jainero, è andato a informarsi in prima persona. Ha fatto il giro dei tribunali, ha letto documenti pubblici, non si è inventato nulla.
A noi non piace minacciare, non è nel nostro vocabolario, ma se continueranno, Ferretti e forcini, a insinuare dubbi e sospetti, turpiloquiando come è loro costume, tireremo fuori anche la storia delle "migliaia" di copie che il foglio del Ferretti-pensiero distribuisce nelle edicole in Argentina...e allora ci sarà davvero da ridere.
venerdì 12 febbraio 2010
Perche' dovrei chiedere la tessera di un partito quando sono pieni di "gerarchetti" di scarso valore morale, politico ed organizzativo?
Dopo la visita in Terra Santa l’opposizione e’ ancor piu’ in difficoltà per non trovare motivi di critica, e cosi’ gli indici di gradimento di Berlusconi rimangono sempre altissimi, inoltre si sono maturate altre situazioni positive per il Premier. Al contrario di qualche mese fa, ora e’ stata trovata la strada giusta per tirarlo fuori dalle “grinfie” delle procure. Berlusconi non vuole sfuggire alla giustizia, ma affrontare i processi quando non gli impediranno piu’ di governare l’Italia. D’altra parte, negli ultimi 15 anni, ne ha subiti ben 92 e tutti hanno avuto esito positivo. Napolitano era sempre più perplesso, per non dire ostile, dinanzi alle iniziative del Governo in merito alla riforma della giustizia. L’Udc aveva fatto capire di preferire l’alleanza con il centrosinistra. E non c’era giorno in cui Gianfranco Fini e i suoi non creassero un nuovo problema a Silvio. Uno stillicidio estenuante. Al punto che Berlusconi aveva deciso di andare a elezioni anticipate, per regolare subito i conti con i nemici, interni ed esterni, piuttosto che farsi logorare cosi’ per anni. Attualmente la situazione e’ del tutto cambiata. Per il problema dei problemi, quello giudiziario, si è trovata una soluzione. Accantonata, per ora, la legge per l’introduzione del “processo breve”, che Napolitano non gradiva, si e’ puntato sul “legittimo impedimento”, che permetterà al premier e ai ministri di rinviare di sei mesi in sei mesi le udienze dei processi che li vedono imputati. L’opposizione sperava che, nella discussione di questa legge, durante le votazioni a Montecitorio, si consumassero le “vendette” interne del Pdl. Tanto che “La Repubblica” aveva previsto, sbagliando come al solito, scenari “apocalittici” e prefigurava “nefaste” conseguenze per il Pdl. Si sa come e’ andata: le votazioni sono filate lisce come l’olio. Di “dissenso” interno al Pdl neppure l’ombra. L’Udc di Pierferdinando Casini, si e’ astenuta. I voti segreti non sono stati chiesti dal Pd perché Pier Luigi Bersani “sapeva benissimo” che tra i suoi c’era chi, di nascosto, avrebbe votato con la maggioranza. E al Senato le cose per la maggioranza non potranno che essere piu’ facili. Insomma, il primo scoglio è stato superato nel modo migliore e l’approvazione definitiva della legge appare vicina. Intanto sono in elaborazione le riforme costituzionali che prevede, tra l’altro, la reintroduzione dell’immunità parlamentare, che già vede disponibili molti esponenti del Pd. L’Udc, toccata con mano la “pochezza” di Bersani ormai fatto “prigioniero” da Di Pietro, ha capito che e’ meglio provare a riannodare il dialogo con Berlusconi, e l’ha fatto iniziando dalla giustizia. E’ sua l’iniziativa del “legittimo impedimento”. Tutto ciò non fa altro che aggravare il “coma irreversibile” del Pd. Ci sono poi un paio di altre ciliegine sulla torta del centrodestra. Antonio Di Pietro, e’ rimasto molto imbarazzato davanti alle foto che lo ritraggono insieme all’ex funzionario del Sisde Bruno Contrada, pochi giorni prima che costui fosse arrestato. Le disavventure giudiziarie della “escort” Patrizia D’Addario, che e’ ora indagata per “associazione a delinquere”. Con tutto il suo gruppo di giornalisti, avvocati e magistrati e’ sospettata di aver organizzato un “complotto” ai danni del Premier. Se poi alle prossime elezioni regionali nelle tredici regioni in palio, undici oggi sono amministrate dal centrosinistra, Berlusconi ne potesse vincere cinque o sei, per il Pd e l’intera opposizione sarebbe cavoli amari per i prossimi anni. C’e’ pero’ una cosa che non soddisfa per niente Silvio: e’ la campagna per il tesseramento del Pdl. Va male, malissimo quella che era parsa il modo brillante per riavvicinare i cittadini e gli elettori alla politica ed al partito. I tesserati nuovi sono pochi, assai lontani da quel milione che Berlusconi sperava di raggiungere, anche se, con l’andare dei mesi, potrebbe migliorare. Va male, non perché il partito o il Premier abbiano incontrato un calo di popolarità, ma perché il tesseramento e’ uno strumento vecchio, tipico dei grandi partiti “ideologici” del secolo scorso e non piu’ adeguato all’attuale elettorato che e’ “mobile”. Oggi il voto e’ “instabile”. La gente vota volta per volta secondo le speranze e le promesse del momento che il partito sa trasmettere perché la proposta politica non può rimanere stabile a tempo indefinito. Il tesseramento e’ “anacronistico” ed in piu’ bisogna considerare che gli italiani sono sempre stati “riluttanti” a prendere una tessera, come fu al tempo del Fascismo e come e’ stato con il Comunismo o la DC. Il tesseramento tradizionale e’ morto. E’ ora di prendere atto del cambiamento, e di capire le ragioni del profondo mutamento dell'elettorato. Ma la vera ragione, forse l’unica, che tiene lontano gli elettori e’ che i “presunti capi” e “capetti” del Pdl in periferia, “brillano” esclusivamente di “luce riflessa”. La dimostrazione e’ il consenso personale che vanta Berlusconi con il “rifiuto” di tesserarsi. Il “flop” del tesseramento non si può, dunque, attribuire al “Premier”, ma ai “gerarchetti” del Pdl, individualisti e talvolta arroganti, manifestamente incompetenti e privi di quello spirito di corpo che compatti il partito. Perché dovrei chiedere la tessera di un partito quando vi fanno parte in posizione preminente persone di scarso valore morale, politico ed organizzativo? In un periodo particolarmente difficile per l’Italia, e’ evidente che Berlusconi trovi troppo pochi uomini adatti. Ne occorrerebbero delle centinaia di “eccezionali”, ma non esistono. Il problema della classe dirigente e’ davvero il piu’ grave nell'Italia d'oggi. Chi si sintonizzasse su “Radioparlamento” (una stazione minore della Rai che riporta le attività del Parlamento) rimarrebbe sconcertato e capirebbe che si tratterebbe di un “dramma” nazionale. Se ascolti i discorsi dei nostri parlamentari (di qualsiasi partito), il loro argomentare, il loro girare a vuoto spesso pieno di retorica in perfetto “politichese”, percepiresti subito che chi parla (il piu’ delle volte legge il “compitino”) non e’ “minimamente” interessato a quello che sta dicendo, e ti prende subito lo “sconforto” piu’ nero. L'errore e’ continuare a considerare i parlamentari come “classe dirigente”. E’ inconcepibile che la Costituzione non preveda requisiti professionali specifici per i candidati al Parlamento, un motivo dovrà pur esserci ed infatti c’e’. Sono le “segreterie” dei partiti a scegliere chi deve essere candidato e chi no e, per lo piu’, scelgono “gregari” facilmente “plagiabili”. Un altro problema di fondo, dell'ignoranza di molti politici, proviene poi dal fatto che la scuola e’ fortemente in ritardo per causa del nefasto ’68. E’ difficile che i parlamentari di oggi, per la maggior parte formatisi in quel periodo, siano capaci di fare discorsi “sintetici” e “dettagliati” per andare subito al dunque. Esiste un “buco” generazionale ed e’ per questo che la politica e’ indietro e i risultati sono disastrosi. C’e’ poi un’altra causa del fallimento del tesseramento, che va ricercata nella “tradizionale” sottovalutazione e all’incomprensione dell’importanza del “web” da parte della dirigenza del Pdl. Anche il portale “Forza Silvio” non e’ all’altezza per rinsaldare gli aderenti al Pdl e per il futuro della coalizione al governo. Non risulta un sistema di elaborazione, di comunicazione e di condivisione di prospettive e di valori. Non e’ ricco di occasioni di dibattito e di incontro. Eppure in questo il “web” e’ lo strumento piu’ utile oltre ad essere piu’ agile, piu’ economico e piu’ rapido. Un esempio dell’ennesima dimostrazione del colpevole disinteresse e della sottovalutazione del “web” da parte del Pdl e dei suoi dirigenti? Avete mai provato a digitare su “Google” il nome di Berlusconi, scegliendo l'opzione "immagini"? Provateci, e scoprirete che la serie delle foto che viene fuori provengono, per la massima parte, dai siti piu’ antiberlusconiani. Fotomontaggi, sberleffi, insulti veri e propri al premier, accostamenti insensati e provocatori. Un conto e’ la satira politica, un altro e’ il puro e semplice insulto. Occorrerebbe una contro offensiva per bilanciare queste vere e proprie calunnie che danneggiano l’immagine di Berlusconi e dell’Italia. Lasciano confusi e sconcertati anche chi vota Pdl, ma i “dirigenti” del Pdl non fanno nulla. Sono tutti presi, i “gerarchetti”, ad “auto incensarsi” e a ricercare affannosamente sbocchi futuri per la loro sopravvivenza. E sì perché, se non dovessero essere piu’ ricandidati (la riforma del Parlamento prevede il taglio di 500 parlamentari), ritornerebbero ad essere gli ZERI assoluti che erano. Gli “esclusi sfortunati”, pero’, incasserebbero un niente male “bonus” di otre 300 mila euro per il “reinserimento” nella società. Perché mai non e’ previsto qualche cosa di simile per noi “comuni mortali” quando perdiamo il posto di lavoro? No, per noi niente di niente, mica facciamo parte della “casta”! I piu’ sprovveduti e i piu’ indifesi rimangono sempre turlupinati. Che razza di democrazia e’ questa?
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