lunedì 6 ottobre 2008

Le dimissioni di Franca Rame "schifata" dalla politica. Che fanno Nino Randazzo, Marco Fedi e i 18 parlamentare eletti all'estero?

L’attrice Franca Rame, moglie del Nobel Dario Fo, il 20 gennaio 2008 si dimisse da senatrice “disgustata” sia per l’inutilità’ della sua azione politica e sia per non essere complice delle azioni “truffaldine” di alcuni Senatori. La lunga e dettagliata lettera e’ pubblicata nel sito www.itamondo.blogspot.com. Recentemente, Antonella Rebuzzi, anche lei ex senatrice nella precedente legislatura eletta nella circoscrizione estera, ha dichiarato che: “La politica mi ha stancato. Sono fatta per le cose pulite. Faccio più politica stando fuori dal parlamento. Ho fatto una brutta esperienza, il Senato mi ha insegnato solo cose brutte. Sarà stata la legislatura particolare…non so. Ho capito che i soldi spesi per gli eletti all’estero sono soldi buttati al vento”. I parlamentari vanno su tutte le furie se vengono accusati di stare a scaldare le poltrone e che, per fare poco (o niente), vengono strapagati. Per giunta, dopo solo 30 mesi in Parlamento, hanno diritto ad una pensione “minima” di 3000 euro mensili. Sono trascorsi alcuni mesi dall’inizio di questa nuova legislatura. Il governo Berlusconi ha già ottenuto alcuni grandi risultati e sta lavorando con grandissimo impegno e sollecitudine per raggiungere altri importanti obbiettivi. I 18 parlamentari esteri fanno tutti parte integrante di tutte le Commissioni, dove si esaminano i disegni di legge prima di essere discussi nei due rami nel parlamento per l’approvazione. Tutti gli eletti all’estero hanno gli stessi obbiettivi da raggiungere, quindi, di conseguenza dovrebbe essere naturale che agiscano tutti uniti e d’accordo. Purtroppo, invece, si dividono in “bizantinismi” per difendere la propria parte politica. La loro azione si limita a qualche “comunicato stampa”, a qualche “interrogazione” ed anche a qualche iniziativa legislativa, ma sanno già che i risultati saranno quelli ben descritti nella lettera di dimissioni di Franca Rame. La loro “avventura” al Parlamento italiano da l’impressione che sia per loro una lunga vacanza dalla quale, per giunta, ne ricavano un lauto guadagno. Non riescono a tirar fuori un ragno dal buco. Ma santo Iddio se nessuno non vi si “fila”, fate lo sciopero della fame e della sete o incatenatevi avanti al Parlamento! Fate qualche azione eclatante per dimostrarci che siete lì a battervi per noi! Nino Randazzo e Marco Fedi sono stati “riconfermati” grazie anche la fortissima conflittualità politica interna al centrodestra in Australia seppure, obbiettivamente, erano le persone più qualificate a rappresentarci al Parlamento italiano. Sono trascorsi alcuni mesi e sembrano “svaniti” i loro propositi che abbiamo letto il 18 aprile 2008 su Il Globo e La Fiamma. Nel loro entusiastico messaggio: “Grazie, italiani d’Australia!”, scrivevano che erano disponibili “…di accogliere suggerimenti e segnalazioni, di mantenere nei limiti del’umanamente possibile contatti diretti o indiretti. Un network di referenti in realtà’ locali cosi profondamente differenziate, su una vasta ripartizione elettorale quale appunto quella Africa, Asia Oceania, resta uno dei nostri principali obbiettivi, non pienamente raggiunto o raggiungibile nel corso della brevissima e difficile legislatura passata”. E terminavano con “..il nostro impegno (che non e’ la solita vuota promessa di politica elettorale) a mettercela tutta per continuare a meritare la vostra fiducia nello svolgimento del nostro mandato parlamentare. Qualora dovessimo venir meno a questo impegno, non esitate a farcelo sapere”. Nel sito www.itamondo.blogspot.com sono inclusi sette sondaggi, due riguardano Randazzo e Fedi. 1) “Pensate che chi verrà eletto al Parlamento italiano farà i nostri interessi?” Risultati: Si 6%; No 19%; Non saprei 9%; Farà i suoi 69%. 2)“Siete soddisfatti dell’attività’ che stanno svolgendo Nino Randazzo e Marco Fedi?”: Molto 10%; Discretamente 3%; Poco 23% Niente affatto 62%. Anche il Sottosegretario Mantica non perde occasione per “fustigare” i 18 parlamentari esteri. L’Invita ad essere più attivi nelle Commissioni parlamentari e conclude: “….E allora il sistema di rappresentanza dei parlamentari diventa completo a tutti gli effetti. Mi domando quale rapporto e quale potere abbia il Cgie sulla stessa materia. L’unica cosa che può dire il Governo è che non possono esistere due sistemi di rappresentanza diversi e conflittuali fra di loro”. Berlusconi lasciò che Mirko Tremaglia concludesse positivamente la sua lunga battaglia per il voto agli italiani all’estero. In verità il voto c’e’ sempre stato, ma per esercitarlo bisognava ritornare in Italia. Tremaglia avrebbe dovuto ottenere soltanto il diritto di voto per corrispondenza, come in Francia, Germania, Iraq ed in altre nazioni. Invece no, ha cambiato la Costituzione per istituire le quattro circoscrizioni estere per permettere agli italiani nel mondo di eleggere i loro rappresentanti. Berlusconi era contrario, ma non lo impedì. Quando si e’ in partnership e’ giocoforza accettare alcuni progetti dei parteners pur non condividendoli. Cosi’, per la prima volta nella storia politica italiana, Berlusconi istituì il Ministero degli italiani nel mondo e nominò Tremaglia Ministro ma che, in cinque anni, non riuscì a raggiungere alcun risultato apprezzabile. I vergognosi “brogli” accaduti durante l’elezioni del 2006 e replicati nel 2008, la “qualità” di molti parlamentari esteri alquanto scadente, hanno convinto Berlusconi (e non solo) che l’elezioni estere non sono ne’ serie ne’ utili. Tutte le parti politiche sono ormai d’accordo di ridurre il numero dei deputati alla Camera e di assegnare al Senato il ruolo di rappresentanza delle Regioni. La riforma, con moltissima probabilità, sarà l’occasione per cancellare le quattro circoscrizioni estere lasciando, agli italiani nel mondo, il diritto di voto per corrispondenza.

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