I politici di sinistra sono essenzialmente dei populisti. Per nascondere il loro vuoto politico coniano ottimi slogan, i soliti luoghi comuni, ma che tuttavia fanno presa sui creduloni. Se il Senatore Nino Randazzo si è volatilizzato nel nulla, Marco Fedi, graziosamente, ci ha voluto partecipi alla sua "emozione" per aver preso parte alla manifestazione del 25 ottobre al Circo Massimo voluta dal suo "leader minimo" (ancora per pochi mesi). Ad una settimana dalla "grande festa democratica" sono riprese più forti che mai le zuffe nel Pd. Fedi ci racconta che a "Salva l’Italia" c’era una "nutrita" rappresentanza degli italiani all’estero che esibivano un cartello: "Ci hanno tagliato la lingua", fosse vero! Finalmente la smetterebbero di dire stupidaggini. Peccato però che si trattava soltanto di uno slogan relativo ai tagli che il governo Berlusconi ha apportato ai fondi destinati agli italiani nel mondo, che includerebbero anche un forte ridimensionamento (a loro dire) di quelli destinati all’insegnamento della lingua italiana. La solita "balla" ad effetto. Le cose non stanno esattamente così. Il governo Berlusconi, forte della sua compattezza e della maggioranza che ha nei due rami del Parlamento, finalmente può agire come un buon governo deve fare. Finalmente riuscirà a realizzare le riforme necessarie che i governi precedenti non hanno mai potuto (compreso il suo) condizionati, come erano nel loro interno, da chi costantemente metteva i bastoni tra le ruote quando si doveva prendere utili ma drastici provvedimenti per cambiare veramente in positivo l’Italia. Nel suo precedente governo Berlusconi aveva il "folle" Follini ed il "casinista" Casini, finalmente, sono andati a ramengo. Quattordici anni in politica, con le esperienze di governo precedenti e all’opposizione, Berlusconi ha ben chiara e precisa la situazione economica dell’Italia e ha capito dove e come bisogna intervenire per farla rialzare. Visto che l’Italia ha il terzo debito pubblico più grande al mondo, è tassativo cercare di diminuirlo. Annualmente gli interessi da pagare per il debito ammontano a circa 70 miliardi di euro. Cosa farebbe qualsiasi persona che fosse indebitata sino al collo? Taglierebbe subito le spese superflue, ma anche un po’ quelle primarie, e cercherebbe di produrre più reddito. La stessa cosa sta facendo il governo Berlusconi. Sta tagliando gli sprechi e vuol ridare più efficienza all’apparato dello Stato. La pubblica amministrazione è un pozzo di San Patrizio che prosciuga quasi tutte le risorse che l’economia reale del Paese riesce a produrre, nonostante mille ostacoli, la globalizzazione, la concorrenza sleale della Cina e la recente grave depressione economica mondiale. È noto che l’economia reale italiana è formata dal 95% di piccole imprese, che o chiudono in attivo o falliscono senza remissione di peccati. La FIAT sarebbe fallita cento volte se i governi catto-comunisti non gli avessero regalato mille miliardi e più di lire. Idem per l’Alitalia ed altre "grandi" industrie, che di grande hanno soltanto la capacità di accumulare immensi debiti per farli poi pagare a tutta la collettività con la complicità dei politici. Il governo in carica ha fatto due conti, e memore della sua precedente esperienza di governo, sa dove avvengono gli sprechi e ha cominciato a tagliarli. Sprechi sono anche la grande parte della "montagna" di soldi che da anni i governi italiani hanno inviato alle varie associazioni e organizzazioni, o presunte tali, degli italiani nel mondo. Per esempio, i "non famosi" (per il fatto che pochissimi sanno della loro esistenza) Comites e Cgie. Lo Stato italiano, in circa vent’anni, ha speso oltre 100 milioni di euro per il loro mantenimento, sono stati soldi ben spesi o sprecati? Alla luce di quanto hanno concretamente prodotto, cioè un bel NIENTE, è stato un colossale spreco. I presidenti ed i componenti di questi due organismi, nati per fare gli interessi della collettività italiana nel mondo, sostengono che hanno fatto moltissimo. Ok, lo dimostrino. Alla richiesta di pubblicare i resoconti finanziari, mai che nessuno abbia avuto il coraggio e l’onestà di fare il loro dovere, quello di mettere nero su bianco per renderci conto (è un nostro diritto) quanto hanno ricevuto e come l’hanno speso. Ci mancherebbe altro! È una "cosa loro". Noi "semplici" italiani nel mondo non dobbiamo intrometterci, dobbiamo credere a quello che ci dicono e cosi sia! Ebbene questi signori sappiano che la musica è finita. Ora il governo vuol essere sicuro che le risorse non vengano più sprecate ma investite. "Ci hanno tagliato la lingua"? Ma è proprio vero? Uno dei Ministri più preparati, seri e competenti del governo Berlusconi è senz’altro quello degli Esteri Franco Frattini che ha dichiarato: "Dobbiamo aiutare e garantire la diffusione della nostra lingua. La lingua italiana è il veicolo della nostra cultura e della storia nel mondo. Ed è su questa che vogliamo puntare. Sono centinaia di migliaia i giovani italiani, di origine italiana e non, che studiano la nostra lingua nel mondo ed ecco perché dobbiamo aiutare e garantire la diffusione della nostra lingua". Tanti sono i settori, secondo Frattini, che possono beneficiare della promozione della lingua italiana nel mondo: "Grazie alla formazione e all'addestramento professionale dei giovani stranieri, un po' di Italia può arrivare anche nei loro Paesi d'origine". La lingua italiana diventa così una sorta di collante che "lega di più i diversi Paesi", ha anche sottolineato. Inoltre, l'italiano nel mondo "crea opportunità di turismo", ha ricordato Frattini ribadendo l'importanza della nostra lingua come "strumento di politica estera da portare nel mondo". Quindi è chiarissima l’intenzione che il governo in carica vuole potenziare l’insegnamento della lingua italiana nel mondo. Il governo non vuole smantellare nessun ente che attualmente è impegnato a svolgere questo importante e fondamentale compito per l’Italia, ma vuole vederci chiaro. La lingua italiana viene insegnata in modo professionale? Gli insegnati sono di madre lingua o la conoscono approssimativamente? Alla fine dell’anno tutti gli studenti riescono ad esprimersi sufficientemente in italiano? Il governo ha il dovere/obbligo di investire i soldi e non più sprecarli, come è sempre avvenuto in passato. Non sempre ridurre la spesa vuol dire ridurre l'efficienza del servizio: è uno stimolo a razionalizzarlo al meglio. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale storico sociale ed economico. Non dobbiamo farci sfuggire questa opportunità che ci si presenta per compiere un balzo in avanti decisivo e parteciparvi ognuno secondo le nostre possibilità. Un ruolo importantissimo debbono svolgerlo i 18 parlamentari eletti all’estero. Il Sottosegretario con delega agli italiani nel mondo, Senatore Alfredo Mantica, opportunamente auspica da tempo che tra loro ci sia più "accordo", invece di dividersi a difesa degli squallidi interessi dei partiti in cui militano. Occorre che facciano più "gioco di squadra" considerando che i loro compiti ed obbiettivi sono gli stessi, tranne piccole differenze. I 18 dovrebbero capire che è strategico e fondamentale coinvolgere tutte le venti regioni italiane nel progetto dell’insegnamento della lingua italiana. Se fossero convogliati i fondi di ogni regione in un unico progetto nazionale, sicuramente ci sarebbero fondi più che sufficienti per raggiungere risultati ottimi e consistenti.
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