I giovani che si avvicinano alla politica lo fanno per “vocazione” o soltanto per “furbizia”? Il deputato Marco Zacchera (in Parlamento da troppe legislature, ben 5) ha scritto un libro dal titolo “Staffette”. Leggendolo diventa chiaro cosa significhi “predicare bene e razzolare male”, ma alcune riflessioni sono condivisibili. A pagina 96 scrive: “La politica non e’ piu’ vista come scelta ideologica, di sacrificio per il bene del pubblico, d’impegno sociale. Una politica che e’ diventata solo mediatica ha accantonato i valori autentici, li mette in mostra solo in occasioni retoriche ma non li vive, non ci crede….”. A pagina 98 aggiunge: “In generale, pero’, la carriera politica e’ scelta da persone non di alto profilo ed i risultati lo dimostrano”. Il “problema” italiano non e’ unicamente quello dei politici moltissimi incapaci e molti disonesti, ma e’ l’intera società che ammira piu’ i “furbi” di chi vuole fare le cose seriamente ed onestamente. Purtroppo di questa malattia ne soffre anche le comunità degli italiani nel mondo. Cosa significa onestà se non seguire le regole e non aggirarle (talvolta anche in modo fraudolento) a proprio vantaggio o di quello delle persone o del gruppo a cui si appartiene? I giovani italiani nel mondo, nati e cresciuti in questo ambiente, sono anche loro ammalati di “furbizia” o hanno la “vocazione” a sentimenti genuini? Lo sapremo presto, dopo la conferenza internazionale dei giovani di origine italiana che si terrà a Roma dal 10 al 12 dicembre 2008. Finalmente conosceremo anche cosa vorranno fare, non solo per mantenere e continuare l’italianita’ nel mondo, ma come poterla consolidare sempre di piu’ per non farla sparire. Trovo piuttosto pessimista e poco realistica la testimonianza raccolta dal giornalista italo/brasiliano Max Bono. Un emigrato italiano, ultrasettantenne che vive a Salvator de Bahia, gli ha dichiarato che: “La differenza tra i vecchi e i giovani, in Patria come all’estero, e’ proprio questa. I vecchi hanno un attaccamento ad alcuni valori, che possono essere la Patria, la bandiera, i propri costumi, le proprie tradizioni, i propri dialetti, mentre i giovani no, non sono attaccati a niente”. Secondo me non e’ così, almeno lo spero. I giovani hanno degli ideali che possono essere incomprensibili alla generazione dei “Giganti”. Questo e’ dovuto al fatto che i giovani vivono in una realtà socio/economica totalmente diversa da quella di 40/50 anni fa. Per giunta, in questo momento, il mondo intero sta vivendo una gravissima crisi economica. La colpa di questo disastro e’ di quei pochi che hanno tentato di accumulare enormi capitali a spese di miliardi di persone dei “dannati della terra”: le centinaia di migliaia che ogni giorno muoiono per fame, i bambini e gli adulti sfruttati dal “capitale” nei “Paesi del terzo mondo”. Infine la piccola borghesia e’ stata “truffata” da operazioni spregiudicate delle banche americane. Nonostante questo particolare grave momento di recessione economica, che si accentuerà sempre di piu’ (il peggio dovrà arrivare), i giovani hanno davanti a loro una grande “opportunita’” per “realizzare” i loro ideali. Come e’ sempre avvenuto nella lunga storia dell’umanità’, i momenti difficili sono sempre serviti da stimolo per portare drastici cambiamenti alla società, per farle fare un balzo in avanti, insomma per migliorala. Purtroppo il governo italiano e’ stato costretto a fare tagli economici pesanti in tutti i settori. Ha tagliato fortemente anche i fondi destinati a noi italiani nel mondo. Come osserva il deputato Giuseppe Angeli, eletto in Argentina, ci troviamo in questa situazione perché quel denaro, che veniva distribuito a “pioggia”, e’ stato sperperato dai piu’ “furbi” a danno di chi ne aveva veramente bisogno. Se si esamina la lista dei “beneficiari”, si scoprono piccoli e grandi “approfittatori” che il governo Berlusconi ora vuole far rimanere a “secco”. Un esempio? Per l’insegnamento della lingua italiana, in tutto il mondo ci sono scuole italiane che funzionano egregiamente, ce ne sono alcune che sono dei veri e propri bluff. Non lavorano come dovrebbero ed hanno livelli di qualità molto scarsi e “vivacchiano” soltanto grazie ai contributi che ricevono dallo Stato italiano. Il governo Berlusconi ha l’intenzione di dare in mano ai privati la gestione delle scuole italiane nel mondo. Chi investe i propri soldi cercherà il guadagno, e quindi starà attento a spendere bene i contributi che riceverà dallo Stato sotto forma d’incentivo, altrimenti rischierebbe il capitale proprio. Deve finire il deplorevole costume di amministrare i fondi pubblici in maniera poco efficiente, senza raggiungere mai risultati buoni e concreti. Il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, l'ha detto chiaro e forte: “E’ arrivata l'ora del cambiamento”. E sottolinea: “Siamo al prendere o lasciare”. Aspetta ora ai giovani di fare “sistema”, creare le condizioni per un interscambio culturale, sociale e anche economico fra l'Italia e il loro Paese di residenza. Prendano quello che e’ rimasto per l’ingordigia e la mala gestione di chi li ha preceduti. Si preoccupino, prima di tutto, di sostenere i più deboli, poi indirizzino le risorse rimanenti verso quei settori e quelle organizzazioni che dimostrano di lavorare bene per le comunità italiane nel mondo e l’Italia, e non per meschini interessi personali o di parte. Non ambiscano ai titoli di “Cavaliere” e “Commendatore” o altre stupidaggini. I giovani (e non solo) di origine italiana hanno una grande fortuna che dovranno sfruttare al meglio. Con i sistemi telematici e la rete internet, ormai il mondo e’ un piccolo villaggio globale dove i contatti interpersonali e le comunicazioni sono facilissime. Le varie comunità italiane, sparse in tutti i Paesi del mondo, ora possono diventare un tutt’uno. Ognuno potrà mettere a disposizione il proprio talento per costruire un futuro comune ed integrato in qualsiasi parte del mondo si trovi. I giovani non commettano l’errore di schierarsi con i partiti politici italiani. In Italia è tutta una finzione. L’Italia non ha più nessuna speranza di cambiare, noi italiani che viviamo nel mondo siamo più fortunati. Pensiamoci un attimo, che cosa abbiamo avuto dai 62 governi italiani che si sono succeduti in questi 60 anni? Il diritto al voto? Chi ne ha beneficiato? Soltanto 18 persone: i 12 deputati e 6 i senatori eletti che, sino ad ora, non hanno combinato nulla. Per tutti noialtri benefici ZERO, ZERO assoluto. Lo scrivo da tempo: E’ bene che noi italiani nel mondo cominciamo a farci i fatti nostri. Espelliamo per sempre dalla nostra vita la politica italiana. I giovani non si facciano imbrogliare. Stabiliscano un rapporto “paritetico” con lo Stato italiano, con i governi in carica, sulla base di “do ut des - ti do per avere”.
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