Sydney, 06 marzo 2009
Il Pd e’ in rapida “decomposizione” a causa dei suoi leaders privi d’idee e di programmi. Il Pdl rimarrà unito sino a quando ci sarà Berlusconi. Anche se la sua salute e’ ottima, che gli permetterà sicuramente di diventare centenario, Silvio ha già da tempo annunciato che fra qualche anno si ritirerà a vita privata. In tanti pensano a Fini come suo successore, ma l'attuale Presidente della Camera ha dimostrato negli anni “ambiguità” politica. E’ vero che ha saputo evolvere l’MSI-DN in “Alleanza Nazionale”, ma grazie a Berlusconi. Alle elezioni amministrative di Roma del 1993, Fini sino allora era stato quasi ignorato dai gradi mezzi di comunicazione. Le sinistre, coalizzate intorno al PDS, lo consideravano un nemico pericoloso piuttosto che un avversario. Fu provvidenziale lo “sdoganato” di Silvio Berlusconi che, il 23 novembre 1993, pronunciò a suo favore una clamorosa dichiarazione politica definendolo esponente di uno schieramento moderato. Il 22 gennaio 1994 Fini fondò “Alleanza Nazionale” e fu eletto coordinatore per acclamazione. Dapprima sembrò che AN avrebbe dovuto partecipare isolata alle elezioni politiche del 27 e 28 marzo. Infatti Berlusconi, che ufficialmente scese in campo il 26 gennaio 1994 come presidente del Movimento politico “Forza Italia”, era alleato con la “Lega Nord” che escludeva ogni possibilità d’intesa con AN di Fini. Ma il 10 febbraio AN stipulò un accordo elettorale con FI, dando vita al “Polo del Buon Governo”. Nel Nord Italia fu durissima la contrapposizione tra AN e la Lega Nord, che dominava il “Polo della Libertà”, fondato da Berlusconi e da Bossi. Il “Polo della Libertà” era presentato come coalizione politica, mentre il “Polo del Buon Governo” era presentato come una coalizione esclusivamente elettorale. Durante la campagna elettorale volarono insulti tra Bossi e Fini. L’alleanza di centrodestra appariva dunque fragilissima e contraddittoria, ma trionfò ugualmente nelle elezioni del 27 e 28 marzo 1994. “Alleanza Nazionale” ebbe nel Parlamento della XII legislatura ben 109 deputati e 48 senatori, quasi il doppio della massima rappresentanza mai ottenuta dal MSI-DN. Nel governo Berlusconi, che si insedio l’11 maggio 1994, Fini fece nominare vicepresidente vicario Tatarella ed ottenne cinque ministri. Tatarella, la Poli Bortone e Matteoli furono i primi tre ministri del MSI nella storia della Repubblica italiana. Ottenne inoltre dodici sottosegretari tra i quali, al ministero dell’interno, Maurizio Gasparri, collaboratore di Fini fin dai tempi della comune militanza nel “Fronte della Gioventù”. Dopo i successi elettorali e l’entrata di AN e del MSI nel governo Berlusconi, Fini avviò la completa trasformazione del vecchio partito nel nuovo soggetto politico: “Alleanza Nazionale”. Per ironia della sorte, la svolta dal MSI ad AN fu pero’ completata solo dopo la fine del breve primo governo Berlusconi, dimessosi il 22 dicembre 1994 in seguito alla defezione della Lega Nord e sostituito il 17 gennaio 1995 con il governo “tecnico” di Lamberto Dini. A Fiuggi, dal 25 al 27 gennaio 1995, si svolse il XVII ed ultimo congresso nazionale del MSI, cui segui il 28 e 29 gennaio, nella stessa località, il primo congresso nazionale di AN. Il 27 gennaio Fini dichiarò sciolto il MSI, le cui componenti confluirono tutte in AN, meno la corrente di Rauti. “Alleanza Nazionale” si presentava come forza di destra liberaldemocratica, aspirante protagonista del grande rinnovamento della politica italiana che era cominciato con le lezioni del 1994. Nei successivi cinque anni, tra la fine del primo governo Berlusconi e la nascita della Casa delle Libertà, nella quale il centrodestra recuperava la Lega Nord (febbraio 2000), Fini sembrò, contemporaneamente, il piu’ fedele degli alleati di Berlusconi e il suo rivale piu’ acceso per la guida del centrodestra. Veramente momenti di forte tensione tra Berlusconi e Fini si ebbero già nei primi anni dell’alleanza tra FI e AN. Nel luglio 1994 si dissociò dal decreto del ministro Biondi (FI) sulla limitazione della custodia cautelare. Nel 1995 Fini non escluse di poter raggiungere un’intesa politica sulla questione giustizia con Di Pietro, del quale era buon amico di Mirko Temaglia. Nel settembre 1995, attaccò duramente gli amici di Bettino Craxi entrati nel Polo, senza citare Berlusconi. Alla fine della XII legislatura, Fini fece fallire il tentativo di Berlusconi di un governo di larghe intese tra il Polo e il centrosinistra per la riforma costituzionale. Si andò dunque ad elezioni politiche anticipate del 21 aprile 1996, ed il Polo perse di strettissima misura. Nel corso della XIII legislatura, Fini era sicuro che Berlusconi era ormai sulla via del tramonto per la sconfitta elettorale e per i processi penali a cui era imputato. Cosi’ mise in atto varie iniziative in dissenso di Silvio o addirittura in aperta contrapposizione, ma tutte si conclusero con delle sue pesanti sconfitte. Nel 1999 Fini s’impegno moltissimo a fianco dei DS e di Di Pietro per il “si” del referendum del 18 aprile sull’abolizione del voto di lista. FI era contraria e si astenne, determinando il fallimento di quel referendum per la mancanza del quorum. Dopo la sconfitta referendaria. Per le elezioni europee del 13 giugno 1999, Fini stipulò un’assurda alleanza con Mariotto Segni, fortemente ostile a Berlusconi. Entrambi subirono una sonora sconfitta e Fini, con la coda tra le gambe, tornò da Berlusconi, ormai leader indiscusso e indiscutibile del centrodestra. Dopo la vittoria elettorale del centrodestra del 2001, Fini si “accucciò’” docilmente e ricoprì l'incarico di vicepresidente del Consiglio. Nel febbraio del 2002 fu nominato rappresentante del governo italiano alla Convenzione europea per la stesura della bozza di costituzione europea. Nel novembre 2004 divenne ministro degli Esteri, dopo che il precedente ministro Franco Frattini fu nominato Commissario Europeo. Il centrodestra perse di un soffio l’elezioni del 2006. Durante il tragico e travagliato governo Prodi, Fini ricominciò a fare le bizze e a creare fastidi a non finire a Berlusconi. Il 16 novembre 2007 dichiarò: “E’ venuta meno la fiducia, a Berlusconi l'ho anche scritto per lettera d'ora in poi procediamo per conto nostro”. Ricattò Berlusconi aggiungendo: ”D’ora in poi di giustizia e comunicazione mi occuperò io personalmente”. Il 18 novembre 2007 a piazza San Babila, dal “predellino” di un’auto, Berlusconi annunciò la nascita del nuovo partito: “Popolo della Libertà”. Fini andò su tutte le furie: “Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio posizione. Se vuole fare il premier deve fare i conti con me, che ho pure vent’anni di meno”. Il 28 novembre aggiunse: “Casa delle Libertà: Se non esiste piu’, ognuno ha le mani libere sulle questioni relative alle televisioni e alla giustizia”. L’8 dicembre: “Silvio, siamo alle comiche finali”. Il giorno successivo: “Non esiste alcuna possibilità che AN confluisca nel nuovo partito di Berlusconi”. Sempre irritatissimo il 16 dicembre: “Berlusconi ha creato il Pdl senza neanche avvertire quelli di FI, quindi ha distrutto la Casa delle Libertà. Conclusi i giochi dovremmo bussare alla porta? Non siamo postulanti. Io non sono una pecora!”. Caduto il governo Prodi (27 gennaio 2008), “immediatamente” Fini si accorda con Berlusconi per presentare An e FI sotto il simbolo del “Popolo della Libertà” alle imminenti elezioni del 13 e 14 aprile. Da “buon politico” si era rimangiato tutto. Con Fiuggi tutti abbiamo capito che Fini non e’ mai stato fascista. Certe sue dichiarazioni recenti fanno dubitare che non sia mai stato neppure di destra e che, fondamentalmente, non creda in nulla. Il suo partito e tutto il centrodestra fanno sempre più fatica a capirlo. Di certo non potrà essere lui il successore di Berlusconi.
Il Pd e’ in rapida “decomposizione” a causa dei suoi leaders privi d’idee e di programmi. Il Pdl rimarrà unito sino a quando ci sarà Berlusconi. Anche se la sua salute e’ ottima, che gli permetterà sicuramente di diventare centenario, Silvio ha già da tempo annunciato che fra qualche anno si ritirerà a vita privata. In tanti pensano a Fini come suo successore, ma l'attuale Presidente della Camera ha dimostrato negli anni “ambiguità” politica. E’ vero che ha saputo evolvere l’MSI-DN in “Alleanza Nazionale”, ma grazie a Berlusconi. Alle elezioni amministrative di Roma del 1993, Fini sino allora era stato quasi ignorato dai gradi mezzi di comunicazione. Le sinistre, coalizzate intorno al PDS, lo consideravano un nemico pericoloso piuttosto che un avversario. Fu provvidenziale lo “sdoganato” di Silvio Berlusconi che, il 23 novembre 1993, pronunciò a suo favore una clamorosa dichiarazione politica definendolo esponente di uno schieramento moderato. Il 22 gennaio 1994 Fini fondò “Alleanza Nazionale” e fu eletto coordinatore per acclamazione. Dapprima sembrò che AN avrebbe dovuto partecipare isolata alle elezioni politiche del 27 e 28 marzo. Infatti Berlusconi, che ufficialmente scese in campo il 26 gennaio 1994 come presidente del Movimento politico “Forza Italia”, era alleato con la “Lega Nord” che escludeva ogni possibilità d’intesa con AN di Fini. Ma il 10 febbraio AN stipulò un accordo elettorale con FI, dando vita al “Polo del Buon Governo”. Nel Nord Italia fu durissima la contrapposizione tra AN e la Lega Nord, che dominava il “Polo della Libertà”, fondato da Berlusconi e da Bossi. Il “Polo della Libertà” era presentato come coalizione politica, mentre il “Polo del Buon Governo” era presentato come una coalizione esclusivamente elettorale. Durante la campagna elettorale volarono insulti tra Bossi e Fini. L’alleanza di centrodestra appariva dunque fragilissima e contraddittoria, ma trionfò ugualmente nelle elezioni del 27 e 28 marzo 1994. “Alleanza Nazionale” ebbe nel Parlamento della XII legislatura ben 109 deputati e 48 senatori, quasi il doppio della massima rappresentanza mai ottenuta dal MSI-DN. Nel governo Berlusconi, che si insedio l’11 maggio 1994, Fini fece nominare vicepresidente vicario Tatarella ed ottenne cinque ministri. Tatarella, la Poli Bortone e Matteoli furono i primi tre ministri del MSI nella storia della Repubblica italiana. Ottenne inoltre dodici sottosegretari tra i quali, al ministero dell’interno, Maurizio Gasparri, collaboratore di Fini fin dai tempi della comune militanza nel “Fronte della Gioventù”. Dopo i successi elettorali e l’entrata di AN e del MSI nel governo Berlusconi, Fini avviò la completa trasformazione del vecchio partito nel nuovo soggetto politico: “Alleanza Nazionale”. Per ironia della sorte, la svolta dal MSI ad AN fu pero’ completata solo dopo la fine del breve primo governo Berlusconi, dimessosi il 22 dicembre 1994 in seguito alla defezione della Lega Nord e sostituito il 17 gennaio 1995 con il governo “tecnico” di Lamberto Dini. A Fiuggi, dal 25 al 27 gennaio 1995, si svolse il XVII ed ultimo congresso nazionale del MSI, cui segui il 28 e 29 gennaio, nella stessa località, il primo congresso nazionale di AN. Il 27 gennaio Fini dichiarò sciolto il MSI, le cui componenti confluirono tutte in AN, meno la corrente di Rauti. “Alleanza Nazionale” si presentava come forza di destra liberaldemocratica, aspirante protagonista del grande rinnovamento della politica italiana che era cominciato con le lezioni del 1994. Nei successivi cinque anni, tra la fine del primo governo Berlusconi e la nascita della Casa delle Libertà, nella quale il centrodestra recuperava la Lega Nord (febbraio 2000), Fini sembrò, contemporaneamente, il piu’ fedele degli alleati di Berlusconi e il suo rivale piu’ acceso per la guida del centrodestra. Veramente momenti di forte tensione tra Berlusconi e Fini si ebbero già nei primi anni dell’alleanza tra FI e AN. Nel luglio 1994 si dissociò dal decreto del ministro Biondi (FI) sulla limitazione della custodia cautelare. Nel 1995 Fini non escluse di poter raggiungere un’intesa politica sulla questione giustizia con Di Pietro, del quale era buon amico di Mirko Temaglia. Nel settembre 1995, attaccò duramente gli amici di Bettino Craxi entrati nel Polo, senza citare Berlusconi. Alla fine della XII legislatura, Fini fece fallire il tentativo di Berlusconi di un governo di larghe intese tra il Polo e il centrosinistra per la riforma costituzionale. Si andò dunque ad elezioni politiche anticipate del 21 aprile 1996, ed il Polo perse di strettissima misura. Nel corso della XIII legislatura, Fini era sicuro che Berlusconi era ormai sulla via del tramonto per la sconfitta elettorale e per i processi penali a cui era imputato. Cosi’ mise in atto varie iniziative in dissenso di Silvio o addirittura in aperta contrapposizione, ma tutte si conclusero con delle sue pesanti sconfitte. Nel 1999 Fini s’impegno moltissimo a fianco dei DS e di Di Pietro per il “si” del referendum del 18 aprile sull’abolizione del voto di lista. FI era contraria e si astenne, determinando il fallimento di quel referendum per la mancanza del quorum. Dopo la sconfitta referendaria. Per le elezioni europee del 13 giugno 1999, Fini stipulò un’assurda alleanza con Mariotto Segni, fortemente ostile a Berlusconi. Entrambi subirono una sonora sconfitta e Fini, con la coda tra le gambe, tornò da Berlusconi, ormai leader indiscusso e indiscutibile del centrodestra. Dopo la vittoria elettorale del centrodestra del 2001, Fini si “accucciò’” docilmente e ricoprì l'incarico di vicepresidente del Consiglio. Nel febbraio del 2002 fu nominato rappresentante del governo italiano alla Convenzione europea per la stesura della bozza di costituzione europea. Nel novembre 2004 divenne ministro degli Esteri, dopo che il precedente ministro Franco Frattini fu nominato Commissario Europeo. Il centrodestra perse di un soffio l’elezioni del 2006. Durante il tragico e travagliato governo Prodi, Fini ricominciò a fare le bizze e a creare fastidi a non finire a Berlusconi. Il 16 novembre 2007 dichiarò: “E’ venuta meno la fiducia, a Berlusconi l'ho anche scritto per lettera d'ora in poi procediamo per conto nostro”. Ricattò Berlusconi aggiungendo: ”D’ora in poi di giustizia e comunicazione mi occuperò io personalmente”. Il 18 novembre 2007 a piazza San Babila, dal “predellino” di un’auto, Berlusconi annunciò la nascita del nuovo partito: “Popolo della Libertà”. Fini andò su tutte le furie: “Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio posizione. Se vuole fare il premier deve fare i conti con me, che ho pure vent’anni di meno”. Il 28 novembre aggiunse: “Casa delle Libertà: Se non esiste piu’, ognuno ha le mani libere sulle questioni relative alle televisioni e alla giustizia”. L’8 dicembre: “Silvio, siamo alle comiche finali”. Il giorno successivo: “Non esiste alcuna possibilità che AN confluisca nel nuovo partito di Berlusconi”. Sempre irritatissimo il 16 dicembre: “Berlusconi ha creato il Pdl senza neanche avvertire quelli di FI, quindi ha distrutto la Casa delle Libertà. Conclusi i giochi dovremmo bussare alla porta? Non siamo postulanti. Io non sono una pecora!”. Caduto il governo Prodi (27 gennaio 2008), “immediatamente” Fini si accorda con Berlusconi per presentare An e FI sotto il simbolo del “Popolo della Libertà” alle imminenti elezioni del 13 e 14 aprile. Da “buon politico” si era rimangiato tutto. Con Fiuggi tutti abbiamo capito che Fini non e’ mai stato fascista. Certe sue dichiarazioni recenti fanno dubitare che non sia mai stato neppure di destra e che, fondamentalmente, non creda in nulla. Il suo partito e tutto il centrodestra fanno sempre più fatica a capirlo. Di certo non potrà essere lui il successore di Berlusconi.
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