Scritto da Giovanni Alvaro
Sunday 12 July 2009
E’ arrivato come un manrovescio, una sberla senza complimenti, un pugno ben assestato, e l’hanno assorbito senza fiatare perché totalmente disorientati. Di certo non se lo aspettavano ed anche per questo, infatti, è stato ancor più pesante e mortificante. In un attimo, mesi e mesi di “imbecillità” e di gossip sfrenato sono finiti nel nulla, diradati come nebbia al sole, scomparsi dalla scena, quella costruita con tanta cura e convinzione di successo, anche per l’apporto di ascari stranieri al soldo di uno squalo senza vergogna alcuna che, proprio in queste ore, si sta rivelando uno squallido personaggio.
Il G8 che doveva seppellire il Premier italiano è diventato invece la sua apoteosi, il suo trionfo certificato non da un Emilio Fede ma, addirittura, dal Presidente americano Barack Obama, un democrat doc, osannato fino ad ieri come un messia, e che aveva fatto sognare le scomposte e brancaleoniane truppe italiche ormai letteralmente allo sbando, in precipitosa ritirata ed alla ricerca di vessilli da inseguire o di nicchie dove garantirsi una sopravvivenza. Non esiste altro metro di lettura per i travasi di ‘fior di dirigenti e di intellettuali’ verso l’IDV del superacculturato Antonio Di Pietro, ormai faro per l’intellighetia rossa.
Aver sentito dire ad Obama che a Berlusconi, all’odiato Berlusconi, al nemico pubblico n. 1, all’abominevole uomo delle nevi, all’uomo senza remore e senza morale, al ‘frequentatore’ di minorenni (accusa accettata come verità anche da tal monsignor Vattelaapesca), andava riconosciuta una “straordinaria leadership”; aver ascoltato parole di esaltazione da parte di tutti i partecipanti agli incontri, ha sconvolto letteralmente la sinistra nostrana e i suoi, si fa per dire, dirigenti, ufficiali e no, da Franceschini a Veltroni, da Bersani a D’Alema, da Eugenio Scalfari a Ezio Mauro, a De Benedetti, con i loro ormai logori e spuntati strumenti come Repubblica, Corriere della Sera, Stampa e Unità oltre a testate estere come El Pais, Guardian e New York Times. La cosidetta carta vincente Altro che scossa! E’ stata una micidiale scarica di migliaia di volt! Un vero e proprio tsunami che ha spazzato via quel che rimaneva ancora in piedi della lettera di Veronica e della sua richiesta di divorzio, della festa di compleanno di Noemi e della condanna ad orologeria dell’avvocato Mills, dei voli di Stato e delle foto ‘rubate’ a Villa la Certosa, delle feste a Palazzo Grazioli e dell’infame testimonianza della D’Addario, dei tentativi ‘a pagamento’ per avere dichiarazioni contro il Premier e dell’asfissiante campagna di Repubblica fino alla ignobile richiesta del Guardian di esclusione dell’Italia dal G8.
All’improvviso la scossa che doveva verificarsi contro Silvio Berlusconi, ha cambiato direzione ed ha sommerso sotto macerie d’ogni tipo ideatori, esecutori e tricoteuses. Mai come in questo momento si può dire che ‘il re è completamente nudo’. Lo ha dimostrato un redattore di Repubblica che, in conferenza stampa, ha teso a capovolgere, con stupefacente candore, il problema domandando a Berlusconi cosa ne ‘pensasse del fatto che non vi era stata nessuna compromissione dell’immagine dell’Italia a seguito della campagna di Repubblica dato che erano stati espressi validi riconoscimenti da parte di Capi di Stato e di Governo stranieri’.
Si fa finta di non capire che senza le capacità di Berlusconi, Repubblica avrebbe avuto partita vinta con un Premier azzoppato ed un’Italia messa all’indice. Lapidaria la risposta del Presidente: ‘Cosa ne penso? Che non avete raggiunto il risultato che volevate. Volevate rovinare l’Italia, ma avete fallito. Auguri’
E’ arrivato come un manrovescio, una sberla senza complimenti, un pugno ben assestato, e l’hanno assorbito senza fiatare perché totalmente disorientati. Di certo non se lo aspettavano ed anche per questo, infatti, è stato ancor più pesante e mortificante. In un attimo, mesi e mesi di “imbecillità” e di gossip sfrenato sono finiti nel nulla, diradati come nebbia al sole, scomparsi dalla scena, quella costruita con tanta cura e convinzione di successo, anche per l’apporto di ascari stranieri al soldo di uno squalo senza vergogna alcuna che, proprio in queste ore, si sta rivelando uno squallido personaggio.
Il G8 che doveva seppellire il Premier italiano è diventato invece la sua apoteosi, il suo trionfo certificato non da un Emilio Fede ma, addirittura, dal Presidente americano Barack Obama, un democrat doc, osannato fino ad ieri come un messia, e che aveva fatto sognare le scomposte e brancaleoniane truppe italiche ormai letteralmente allo sbando, in precipitosa ritirata ed alla ricerca di vessilli da inseguire o di nicchie dove garantirsi una sopravvivenza. Non esiste altro metro di lettura per i travasi di ‘fior di dirigenti e di intellettuali’ verso l’IDV del superacculturato Antonio Di Pietro, ormai faro per l’intellighetia rossa.
Aver sentito dire ad Obama che a Berlusconi, all’odiato Berlusconi, al nemico pubblico n. 1, all’abominevole uomo delle nevi, all’uomo senza remore e senza morale, al ‘frequentatore’ di minorenni (accusa accettata come verità anche da tal monsignor Vattelaapesca), andava riconosciuta una “straordinaria leadership”; aver ascoltato parole di esaltazione da parte di tutti i partecipanti agli incontri, ha sconvolto letteralmente la sinistra nostrana e i suoi, si fa per dire, dirigenti, ufficiali e no, da Franceschini a Veltroni, da Bersani a D’Alema, da Eugenio Scalfari a Ezio Mauro, a De Benedetti, con i loro ormai logori e spuntati strumenti come Repubblica, Corriere della Sera, Stampa e Unità oltre a testate estere come El Pais, Guardian e New York Times. La cosidetta carta vincente Altro che scossa! E’ stata una micidiale scarica di migliaia di volt! Un vero e proprio tsunami che ha spazzato via quel che rimaneva ancora in piedi della lettera di Veronica e della sua richiesta di divorzio, della festa di compleanno di Noemi e della condanna ad orologeria dell’avvocato Mills, dei voli di Stato e delle foto ‘rubate’ a Villa la Certosa, delle feste a Palazzo Grazioli e dell’infame testimonianza della D’Addario, dei tentativi ‘a pagamento’ per avere dichiarazioni contro il Premier e dell’asfissiante campagna di Repubblica fino alla ignobile richiesta del Guardian di esclusione dell’Italia dal G8.
All’improvviso la scossa che doveva verificarsi contro Silvio Berlusconi, ha cambiato direzione ed ha sommerso sotto macerie d’ogni tipo ideatori, esecutori e tricoteuses. Mai come in questo momento si può dire che ‘il re è completamente nudo’. Lo ha dimostrato un redattore di Repubblica che, in conferenza stampa, ha teso a capovolgere, con stupefacente candore, il problema domandando a Berlusconi cosa ne ‘pensasse del fatto che non vi era stata nessuna compromissione dell’immagine dell’Italia a seguito della campagna di Repubblica dato che erano stati espressi validi riconoscimenti da parte di Capi di Stato e di Governo stranieri’.
Si fa finta di non capire che senza le capacità di Berlusconi, Repubblica avrebbe avuto partita vinta con un Premier azzoppato ed un’Italia messa all’indice. Lapidaria la risposta del Presidente: ‘Cosa ne penso? Che non avete raggiunto il risultato che volevate. Volevate rovinare l’Italia, ma avete fallito. Auguri’
Nessun commento:
Posta un commento