lunedì 13 luglio 2009

Stupri, la questione morale del PD

Scritto da Paolo Della Sala

domenica 12 luglio 2009

Ignazio Marino: Pazzesco come sia vero il detto Sic transit boria mundi. ("Così passa la gloria di questo mondo"), Ancora una settimana fa la campagna stampa costruita da Repubblica, col contributo fondamentale di pezzi del parastato e di potentati economici italiani e stranieri, aveva trasformato il Presidente del Consiglio in un pubblico peccatore, continuando così a riverginare gli aristoi del PD come santi-salvatori del mondo, mentre invece si tratta di un partito-reliquia,
ridotto con Veltroni a danzare la Cumparsita per George Clooney, annegato dalla sua incapacità di uscire dalla fossa delle sue origini: Democrazia Cristiana, Partito Comunista Italiano, Partiti totalitari di massa del Novecento (inclusi quelli nazionalisti-statalist)i, massonerie e consorzi di tipo bancario-affaristico (Nomisma di Prodi) o cooperativistico (nelle amministrazioni locali), con una cultura politica imbarazzante, fatta di un mix di statalismo, liberismo (il peggiore: quello per cui il liberismo si applica solo a se stessi, mentre per gli altri c'è il rosario kantiano della iuslatria), marxismo, globalismo (prodiano-sorosiano), no-globalismo (verbale); ambientalismo, anti-ambientalismo (caso monnezza in Campania), becerismo da superiorità nietzschiano-scalfariana.
Ma il castello è crollato alla posa della prima pietra: a partire dagli apprezzamenti di Obama e dei global media sul successo mediatico-organizzativo del G8 (quanto ai risultati concreti, siamo nello standard); poi con lo sputtanamento micidiale di Murdoch in the Sky with interceptations; infine con la scoperta dello scandalo pugliese del PD, con -ci dicono le indagini- una villa a Matera dove utilizzare sciacquette per oliare i pistoni fumanti dell'ennesima massoneria politico-imprenditoriale rossa. Un languido tango, e poi via sulla tangenziale a partire per le tangenti.
Ieri si è aggiunto il piccolo scandalo di uno stupratore dirigente di un circolo romano del PD. La cosa doveva restare privata, come sempre in casi di criminalità. Infatti avevo scelto di non parlarne, considerando sbagliato speculare politicamente su casi simili. Invece poi è arrivato lo sputtanamento per bocca di un candidato alla segreteria del PD. A quel punto si è schierato tutto l'Apparathnik residuale dell'ex Gran partito, i Bersani, le Rosy Bindi, fino a quel caso pseudo-giovanilista interamente costruito a tavolino da La Repubblica, cioé Debora Serracchiani. Debora Serracchiani rappresenterebbe il partito dei pannolini Lines, contro il partito dei pannoloni. L'opposizione invece abbisognerebbe di persone serie, con una formazione politica successiva a solidi bagni di contenuto (nel mondo dell'impresa, della fede, del sapere...), con il giusto equilibrio tra infantilismo e senescenza (non è questione anagrafica, ma culturale: il presidente della Repubblica è più giovane di tutto l'apparato del suo partito). Prima di leggere l'articolo del Corriere della Sera sul "caso" sollevato dal chirurgo Ignazio Marino, candidato segretario del PD, conviene rileggersi il titolo di ItaliaOggi del 4 luglio: PD, vogliono fare a fette il chirurgo, Sottotitolo:Via libera al fuoco di sbarramento contro Ignazio Marino: "Nel PD sono cominciate le grandi manovre per sbarrare la strada al terzo uomo Ignazio Marino, colui che può veramente far male ai due candidati di bandiera e nomenklatura...".Ecco il succoso articolo del Corsera al riguardo. Da sottolineare la battuta finale di Debora Serracchini, perfetta interprete del Grande Cambiamento intervenuto: dal comunismo al luogocomunismo. Dal culetto delle veline al paraculetto delle eurodeputate -divenute tali tramite pre-imbalsamazione dell'indipendenza di giudizio- non è che ci sia molto progresso. MILANO - «Trovo davvero incredibile che un criminale che già 13 anni fa era stato coinvolto in odiosi reati di violenza sessuale possa essere arrivato a coordinare un circolo del Pd». È un duro attacco quello che il senatore Ignazio Marino, medico-candidato alle primarie del Partito democratico, lancia circa i criteri di selezione dei dirigenti locali riferendosi all'
arresto dello stupratore seriale a Roma, coordinatore di un circolo democratico nella Capitale. «È evidente - ha detto Marino in una nota - che nel Pd abbiamo una questione morale grande come una montagna, che non può essere ignorata né sottovalutata». Parole che hanno scatenato una vera e propria bufera all0'interno del Partito democratico. Sollevando in primis l'ira del leader Dario Franceschini, secondo il quale le parole di Marino «sono offensive per migliaia di coordinatori di circolo, quadri e centinaia di migliaia di iscritti».
«Una cosa - spiega in una nota il segretario dei democratici - è il dibattito congressuale tra candidati e anche la comprensibile tentazione di far accendere i riflettori. Un'altra cosa è utilizzare un episodio oscuro e terribile, il caso, come abbiamo letto sui giornali, di una persona con una doppia vita invisibile a tutti quelli che lo hanno frequentato nel lavoro e nelle amicizie, per parlare di questione morale nel Partito democratico». pesanti critiche alle parole di marino anche da parte di Pier Luigi Bersani: «Sono davvero dispiaciuto - spiega - . Cose del genere non le pensa di noi il nostro peggiore avversario». Rosy Bindi non usa mezzi termini: «Marino che si presenta come il campione della laicità, in realtà è solo il campione della strumentalizzazione. Non c'è bisogno d'altro per dimostrare che non ha nè il cuore, nè l'intelligenza per dirigere un grande partito come il Pd». Di «inopportuna strumentalizzazione» parla anche Debora Serracchiani. L'europarlamentare del Pd accusa il medico-candidato alle primarie di non avere «nessun rispetto per il dolore delle donne coinvolte in questa vicenda» e di mettere «in discussione il lavoro di migliaia di coordinatori di circolo che quotidianamente si adoperano per radicare e rendere più forte il partito tra la gente».

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