Il Globo & La Fiamma - Australia
venerdi 28 agosto 2009
I “magnifici”, alias i 18 parlamentari eletti all’estero, stanno vivendo nel “tormento” i loro 45 giorni di vacanza. Non dormono sonni tranquilli, tanto sono preoccupati per la chiusura di 21 dei 119 consolati italiani. Angosciati, gli insonni 18 “magnifici”, si interrogano: “Come faranno i poveri italiani residenti all’estero senza piu’ gli importanti e professionali servizi dei consolati?”. Per far recedere il Ministero degli Esteri da questa “scandalosa” iniziativa (definita cosi’ dai “due”, ovvero Nino Randazzo e Marco Fedi), prima di andare in ferie avevano organizzato alcune manifestazioni. Speravano nella partecipazione di folle “oceaniche” con fischietti e cappellini rossi. Le “cronache” hanno documentato gruppetti (sei/sette persone) tranquillamente in posa per la foto ricordo. Anziani “immortalati” in atteggiamento tranquillo e rilassato. Tanto per trascorrere una giornata spensierata tra amici, diversa da quelle solite: tanto per ammazzare la noia. Ma veramente preoccupa tanto gli italiani nel mondo la decisione del Ministero degli Esteri di procedere alla ristrutturazione della rete diplomatica? La stragrande maggioranza degli italiani sa che bisogna rendere piu’ efficienti i servizi e risparmiare il piu’ possibile denaro pubblico. Con quei risparmi si finanzierebbero progetti piu’ urgenti ed importanti come, ad esempio, l’assistenza ai piu’ bisognosi e l’insegnamento della lingua italiana. Ma cosa veramente pensano gli italiani nel mondo dei servizi che ricevono dai consolati? C’e’ lo fa sapere il signor Adolfo De Martino del Venezuela in una sua lettera pubblicata, tempo fa’, su alcuni giornali on-line. De Martino si chiede. “Perché chiudere i Consolati e non ridimensionare invece le paghe da nababbi e gli sperperi? : i trasferimenti "utili" solo politicamente ed infinitamente costosi di funzionari Consolari, generalmente INETTI e che trasportano con loro masserizie, domestici e... oltre all'oltraggio di case pagate profumatamente? Basterebbe solo il Console nella sua funzione diplomatica. Perché non assumere personale locale che se non altro parla l'inglese ed al rispetto per il lavoro e gli orari locali!! - tanto per cambiare- ed ad intenso training perché imparino la cortesia, le buone maniere e l'efficienza. E visto che ci siamo perché poi non eliminare l'atteggiamento pomposo e di superiorità oltre che incivile e scortese che il personale Consolare ha oggi ed ha avuto da sempre? Perché non Insegnare loro che sono solo piu' fortunati, e che l'ignoranza o l'ottusità' che a volte incontrano al massimo va compatita e NON giudicata. Perché non insegnare loro che il loro compito piu' squisito e' infatti IL SERVIZIO a lettere maiuscole, servizio al poveraccio che e' rimasto "emarginato" a volte sgobbando, senza aver per questo perduto il diritto al rispetto ed a tutto l'aiuto che gli spetta per legge. Perché non instillare in loro che il loro lavoro e' di semplici impiegati...al servizio e NON AL DI SOPRA di altri? Al di sopra di che? di chi??? DI CHIIII????? Il mondo sta' cambiando, che SI SVEGLINO e che cambi anche la burocrazia Italiana una volta per tutte. Senza chiacchiere inutili, senza rivendicazioni, ma con razionale e civile urgenza. Signor Ministro ci pensi e provveda, subito! Siamo stati rappresentati all'estero nel peggiore dei modi e per troppo a lungo tempo.” Quanti italiani residenti all’estero sottoscriverebbero questa lettera? Senza dubbio la stragrande maggioranza. E’ credibile che l’Italia, che fa parte del G8, voglia smantellare la sua rete diplomatico-consolare? NO. Vuole soltanto evitare lo sperpero di denaro pubblico ed aumentare l’efficienza dei servizi. La ristrutturazione della rete diplomatica porterà un modesto risparmio di 8 milioni e mezzo di euro. Questa “inezia”, pero’, andrà ad aggiungersi ai piu’ “consistentii” risparmi in programma, tutti insieme, costituiranno un’ingente risparmio di denaro pubblico. La mannaia calerà pesantemente sulle spese della Presidenza della Repubblica: costa 26 volte piu’ di Re Juan Carlos, 4 volte piu’ della Regina Elisabetta e 2 volte piu’ di Sarkozy. Il Parlamento riformato avrà il 50% in meno dei parlamentari attuali. Ora le due Camere costano come due parlamenti francesi, due parlamenti e mezzo spagnoli o, addirittura, cinque parlamenti inglesi. Le 574.215 auto “blu” saranno ridotte al minimo essenziale. Saranno soppresse le provincie e le comunità montane, che spendono cifre astronomiche. Il compito che attende il governo Berlusconi e’ immane, forse non saranno sufficienti i restanti quattro anni (scarsi) di legislatura ma, certamente, nel 2013 l’Italia sarà molto piu’ efficiente di oggi a beneficio dei governi futuri. I “magnifici” 18, piuttosto di sobillare la piazza e spingerla a manifestazioni “fallimentari” patetiche quanto inutili contro la sacrosanta chiusura di alcuni consolati, impieghino il loro tempo piu’ seriamente. S’impegnino per la soluzione definitiva degli “indebiti pensionistici” INPS. Dal Il Corriere della Sera, del 16 luglio 2002, pagina 37: “Pensioni agli emigrati. Come noto il governo italiano, nell' intento, peraltro pregevole, di assegnare il famoso milione di lire di pensione minima mensile al maggior numero di pensionati italiani, dopo i primi rigorosi controlli reddituali indicati dalla legge e predisposti dai Caf (Centri Assistenza Fiscale - dei Sindacati) e dai patronati, ritenuti colpevoli di un' azione di boicottaggio politico antiberlusconiano, ha accettato anche le domande presentate dai pensionati con una semplice autocertificazione. È notizia proprio dei giorni scorsi (fornita in Parlamento dal sottosegretario al Lavoro Pasquale Viespoli) che ben il 20% dei pensionati che si sono avvalsi dell' autocertificazione sono risultati avere redditi superiori a quello prescritto e quindi dovranno restituire all' Inps quanto indebitamente percepito”. La legge finanziaria 2002 (articolo 49, punto 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), precisa che i pensionati residenti all’estero, hanno l’obbligo annuale di dichiarare i seguenti redditi di cui beneficiano all’estero: a) redditi previdenziali italiani ed esteri; b) redditi da lavoro; c) redditi immobiliari con esclusione della prima casa di abitazione; d) redditi di capitali e di partecipazione; e) redditi a carattere assistenziale. L’importo di tali redditi, e’ importante per determinare il diritto a percepire sulla pensione una serie di prestazioni, che vengono dette di carattere “non contributivo”, ma “assistenziale”, quali l’integrazione al trattamento minimo, le maggiorazioni sociali, gli assegni per il nucleo familiare ecc. La stragrande maggioranza dei pensionati hanno inviato all’INPS la verificare dei redditi “tramite i Patronati”. L’INPS, dall’esame dei redditi dichiarati, ha riscontrato che stava pagando, per alcuni pensionati, degli importi di pensione in misura superiore al dovuto e, di conseguenza, ha inviato una comunicazione che avrebbero ridotto la pensione. A tutela dei pensionati, è stata data la possibilità di verificare ulteriormente l’esattezza delle comunicazioni ricevute dall’INPS, ricorrendo sempre all’aiuto degli Enti di Patronato, ai quali l’INPS ha dato la possibilità di verificare on-line i modelli relativi al calcolo degli indebiti formatosi (modelli TE08). Se dovessero essere riscontrati degli errori, i Patronati possono trasmettere, sempre on-line, delle dichiarazioni integrative, che andranno a rettificare sia l’importo dei debiti che l’importo della rata di pensione. In definitiva i Patronati hanno la possibilità di verificare e di modificare le precedenti dichiarazioni reddituali inviate all’INPS. Ma quando e’ iniziato l’inghippo? Durante la domanda di pensione iniziale, la maggior parte degli errori sono stati commessi dai Patronati per “favorire” i loro clienti. I gestori dei Patronati, vengono pagati a secondo il punteggio che acquisiscono: piu’ “clienti”, piu’ punti, quindi, piu’ soldi. Per accaparrarsi il maggior numero di “clienti”, si e’ scatenata una forte concorrenza tra i vari Patronati i quali tutti dipendono dai sindacati di ogni sigla. Negli accertamenti reddituali successivi da parte dell’INPS (moduli RED) e’ cascato l’asino. Siccome le bugie hanno le gambe corte, e’ venuta a galla la verità. Ora i Patronati (ed alcuni dei 18 “magnifici”, vedi Randazzo, Bucchino, ma non solo) incolpano l’INPS di “vessare” i pensionati con le lettere degli indebiti. Molti dei “magnifici” 18 erano dirigenti dei vari Patronati. Per loro fortuna ora hanno l’insperata opportunita’ di rimediare al pessimo servizio fornito dai Patronati. Per onestà, correttezza e giustizia dovrebbero iniziare un’azione “unitaria” per far applicare la disposizione dell'art.8, comma 1, del d.P.R. n. 538/86, che dispone, al comma 1, che: "Nel caso in cui, in conseguenza del provvedimento revocato o modificato, siano state riscosse rate di pensione o di assegno ovvero indennità, risultanti non dovute, non si fa luogo a recupero delle somme corrisposte, salvo che la revoca o la modifica siano state disposte in seguito all'accertamento di fatto doloso dell'interessato". I presupposti per l’applicazione della richiamata disposizione sono quindi l’assenza di dolo da parte del pensionato. I pensionati, che si sono rivolti ai Patronati, sono stati indotti all’errore dai gestori degli Enti di Patronato. I “magnifici” 18 debbono obbligare i Patronati di rimborsare all’INPS gli importi che ha pagato “indebitamente” per loro colpa. I “magnifici” 18 debbono vincere questa importante battaglia per fare giustizia. Per salvaguardare i sacrosanti interessi degli “innocenti ed inconsapevoli pensionati” e per impedire lo sperpero del denaro pubblico dell’INPS. Chi sbaglia paga! Per lo piu’ gli errori sono stati commessi dai Patronati che sono “filiali” dei sindacati che hanno le casse strapiene di milioni di euro. Paghino per i loro gravi errori e restituiscano la meritata pace ai pensionati.
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