venerdì 29 gennaio 2010

Nessun dei 61 governi dal 1948 ad oggi hanno avuto cura degli italiani nel mondo. Ma noi dobbiamo essere soddisfatti di noi e possiamo riderci su.

Mettiamoci il cuore in pace. Non e’ il piu’ caso di continuare a sperare che qualcuno risolva gli annosi problemi di noi italiani nel mondo. Si risolveranno “automaticamente” nei prossimi 10/15 anni quando l’intera generazione, degli emigranti di prima generazione, sarà ritornata alla “casa del Padre”. La seconda e terza generazione conoscono “marginalmente” e sono “pochissimo” interessate alle cose italiane e tanto meno a quelle politiche. L’abbiamo capito: non siamo nei pensieri del governo incarica come non lo siamo mai stati negli altri 60 (dal 1948) che l’hanno preceduto. Da sempre siamo una “riserva indiana” da usare da coloro che con noi debbono farsi le “cose loro”. COMITES (Comitati degli Italiani all’Estero), CGIE (Comitato Generale Italiani all’Estero), i 18 parlamentari eletti all’estero, a che cosa ci sono serviti? Cosa hanno fatto per noi? E le numerose visite, quasi mensili, di parlamentari, “delegazioni” regionali, comunali, sindaci, assessori ecc.? Vengono in “missione” (leggi: gita gratuita) e noi a riceverli come fossero tanti “re” con corte al seguito. Li “scarrozziamo” di qua’ e di là per chilometri e chilometri per mostrare, agli “illustri ospiti”, i luoghi piu’ prestigiosi e belli del Paese in cui viviamo. Gli offriamo rinfreschi, pranzi e cene. Mentre l’“incensiamo”, i “dignitari” ci ricolmano di elogi e ci regalano “patacche”. “Solennemente” ci promettono di tutto e di piu’ (intanto non costa niente!!) “giurando” che, una volta ritornati in Italia, manterranno “senz’altro” la parola data. Chi ha esperienza di queste “missioni a tarallucci e vino” sa che hanno tutte il solito finale da “commedia” all’italiana. Una volta ritornati ai loro luoghi di residenza, oberati dai loro molteplici impegni “impellenti”, non si ricorderanno piu’ neppure una parola. Finita la festa gabbato lo santo! Se la vita e’ una commedia non dobbiamo farne una tragedia, diceva Bernard Shaw, facciamoci, dunque, delle belle risate e prendiamo tutto con grande “humour”. Tanto piu’ che e’ provato che il “ridere” e’ la piu’ grande e straordinaria “medicina”. La parola “umorismo” deriva da latino: umidità, liquido. Ippocrate, il famoso medico dell’antica Grecia, aveva intuito che i fluidi, cioè gli umori (humour, appunto) influenzano la salute e l'indole degli uomini. La mancanza dell'umorismo, secondo i diversi studiosi (filosofi, medici, scrittori) aggrava la malattia. Direi quindi che l’ironia e l’auto-ironia sono ingredienti essenziali per trascorrere una vita piu’ "rilassata" e “sana” ed e’ lo stile di vita dell’ “ottimista realista”. Ne sono soprattutto convinto ora che ho molto meno entusiasmo di un tempo ed anche molto meno umorismo di un tempo. Rimango sempre convinto che se il mondo si mettesse a ridere guarirebbe di tutti i suoi mali. Noi italiani nel mondo, anni fa, eravamo convinti che se potevamo scegliere ed eleggere al Parlamento italiano i nostri rappresentanti, saremmo stati meglio tutelati. Eravamo convinti che, una volta che i nostri “rappresentanti” fossero in Parlamento, tutti i nostri problemi si sarebbero risolti. Dopo quasi 40 anni di dura lotta politica, Mirko Tremaglia riuscì a farci ottenere il “diritto” di voto e cosi’ il nostro “sogno” finalmente si avverrò nel 2006 ripetendosi nel 2008. Doveva essere un avvenimento importante e “serissimo” le elezioni dei nostri 18 rappresentanti. E’ stata, invece, una vera e propria “farsa” tra il “comico” ed il “tragico”. Se ne sono viste di tutti i colori, inutile rievocare quello che e’ accaduto. E’ stato il “trionfo” della proverbiale “fantasia” italiana. Un campionario di come si possa “truffare” prima, durante e dopo le elezioni. Le strade dell’inferno sono lastricate dalle buone intenzioni. Infatti le ottime intuizioni di Mirko Tremaglia, una volta in contatto con la realtà, si sono rivelate, purtroppo, pure e semplici “utopie”. Da quando abbiamo i nostri rappresentanti in Parlamento, la situazione degli italiani nel mondo e’ andata via via sempre piu’ peggiorando. I fondi destinati agli italiani all’estero, dal 2006 (quando c’era Prodi) ad oggi, sono stati drasticamente ridotti, forse per bilanciare il costo dei 18 parlamentari?. Per il 2010 la Finanziaria ridurrà i fondi senza alcun “pietà” anche per quanto riguarda l’assegno di solidarietà ai piu’ indigenti. Il tutto conferma la generale indifferenza dell’attuale governo per gli italiani nel mondo. Siamo passati da un Ministro per gli Italiani nel Mondo nel 2001 (che in cinque anni non ha concluso nulla di concreto) ad un semplice “sottosegretario” con “delega” nel 2008. Ciò significa che, Alfredo Mantica, penserà a noi quando gli “avanzera'” cinque minuti. I 18 nostri rappresentanti, invece di fare “fronte comune”, ognuno hanno seguito le logiche dei rispettivi partiti politici. Spesso sono stati assenti in aula e non hanno preso la parola, ma hanno fatto di peggio. Alcuni di loro, durante il recente voto di una richiesta di aumento di 6 milioni di euro dei fondi per l’assistenza degli italiani nel mondo, si sono “astenuti” e persino “votato contro”. Il peggio “assoluto” sta che, in quattro anni in Parlamento, nessuno dei progetti di legge di loro iniziativa e’ stato ancora approvato. I 18, una volta vinte le elezioni e arrivati in Parlamento, hanno dimenticato tutte le promesse e gli impegni presi con i loro elettori, e hanno subito una “trasformazione”: da “protagonisti”, che dovevano essere, a delle insignificanti “comparse”. Non sono riusciti a farsi apprezzare dai loro “colleghi” eletti in Italia, tanto che sono stati da loro bollati: “turisti lautamente pagati”. Bobo Craxi, sottosegretario agli Esteri del governo Prodi, a proposito dei parlamentari eletti all’estero, si lasciò scappare: “...tanto non contano un cazzo”. In una trasmissione televisiva di Rai International ho sentito con le mie orecchie Gian Luigi Stella (l’autore insieme a Sergio Rizzo del best seller “La Casta”) dire: “ai politici italiani non importa un fico secco degli italiani nel mondo”. Dobbiamo avvilirci o deprimerci? Niente affatto! Ridiamoci su perché dobbiamo sentirci soddisfatti ed orgogliosi di noi stessi. Noi italiani nel mondo, quelli che viviamo nei cinque continenti, ci siamo conquistati stima e rispetto per il nostro stile di vita, di lavoro e d’impegno civile. Siamo certo dispiaciuti nel vedere che la politica italiana sta vanificando i nostri sacrifici e quasi ci “disprezza”. In Italia pochissimi sanno che abbiamo dovuto spesso affrontare durissimi sforzi ed umiliazioni per risolvere i bisogni personali nei Paesi dove siamo emigrati. Ma con il nostro “serio e responsabile” comportamento abbiamo tenuto alto il nome e l’onore del nostro Paese, nonostante il giudizio pessimo che avevano all'estero dell’Italia per via della sua “confusionaria” politica. Sono state tante le umiliazioni e le sofferenze morali che abbiamo dovuto subire, prima che ci riconoscessero che eravamo “gente onesta e laboriosa” e di quale orgoglio nazionale e di quale talento fossimo dotati. C’era sempre, comunque, una parte d’opinione pubblica, nei Paesi dove siamo emigrati, che continuava a giudicare “Italietta” il nostro Paese, nonostante i grandi passi che aveva fatto nel secondo dopoguerra, fino a diventare una delle sette piu’ industrializzate nazioni nel mondo. Molti, troppi pregiudizi sull’Italia ci sono ancora oggi all’estero. Ma noi italiani nel mondo, ci siamo guadagnati la fama di persone d’ingegno, rigorose, serie e rispettose nei comportamenti e proiettiamo l’immagine di una ”altra Italia” che si e’ guadagnata il rispetto ed e’ riuscita a primeggiare. Abbiamo messo in risalto la vera indole italiana “rivalutando” l’immagine dell’Italia che sembra sia votata a “distruggersi”. Un’altra occasione per farci una bella e “grassa” risata ce la fornisce quella parte della solita magistratura italiana “politicizzata”. Sin dal luglio 2009 si sapeva che la magistratura milanese aveva concluso le indagini su “Mediatrade” e avrebbe rinviato a giudizio Silvio Berlusconi, come già era a conoscenza “La Repubblica” in quanto organo ufficiale della magistratura politicizzata. Come si ricorderà, a quell’epoca (luglio 2009) era in atto un “gigantesco” e “vergognoso” attacco mediatico sulla vita privata del Primo ministro. Non era politicamente utile far scoppiare quella “bomba” in quel momento. I magistrati pensarono di attendere l’occasione piu’ “propizia” per farla “scoppiare” isolatamente per ottenere un maggior effetto mediatico. E, da “intelligentoni” come credono di essere, che ti fanno? Ormai e’ una “barzelletta” classica. Alla vigilia delle elezioni regionali, eccoli ad annunciare l’incriminazione di “Mediaset” che coinvolge Pier Silvio Berlusconi, Confalonieri, altri dirigenti e, non poteva mancare, il “solito” Silvio Berlusconi. E’ incredibile che l’odio annebbi la mente di questi magistrati tanto che non riescono a capire che, ancora una volta, hanno fatto un favore al loro acerrimo nemico. Appena ci sono elezioni importanti in vista: eccoti l’immancabile “avviso di garanzia”. Il loro modo di agire e’ “ridicolo” tanto e’ evidente che usano la legge a fini politici. I magistrati dovrebbero essere i “guardiani” della legge e della giustizia. Invece, visto che in questi ultimi 15 anni tutti gli attacchi a Silvio Berlusconi non hanno funzionato, ora stanno cambiando strategia iniziando a colpire i suoi figli. Non ci sarebbe niente da ridere in tutto questo, invece a me “scappa” di farlo. Sembra di assistere ai cartoni animati del maldestro “gatto Silvestro”. Si arruffa confusamente per tentare ostinatamente di acchiappare “Speedy Gonzales” che sempre gli sfugge e non fa altro che rimediare ammaccature e finire malridotto.

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