Dopo la visita in Terra Santa l’opposizione e’ ancor piu’ in difficoltà per non trovare motivi di critica, e cosi’ gli indici di gradimento di Berlusconi rimangono sempre altissimi, inoltre si sono maturate altre situazioni positive per il Premier. Al contrario di qualche mese fa, ora e’ stata trovata la strada giusta per tirarlo fuori dalle “grinfie” delle procure. Berlusconi non vuole sfuggire alla giustizia, ma affrontare i processi quando non gli impediranno piu’ di governare l’Italia. D’altra parte, negli ultimi 15 anni, ne ha subiti ben 92 e tutti hanno avuto esito positivo. Napolitano era sempre più perplesso, per non dire ostile, dinanzi alle iniziative del Governo in merito alla riforma della giustizia. L’Udc aveva fatto capire di preferire l’alleanza con il centrosinistra. E non c’era giorno in cui Gianfranco Fini e i suoi non creassero un nuovo problema a Silvio. Uno stillicidio estenuante. Al punto che Berlusconi aveva deciso di andare a elezioni anticipate, per regolare subito i conti con i nemici, interni ed esterni, piuttosto che farsi logorare cosi’ per anni. Attualmente la situazione e’ del tutto cambiata. Per il problema dei problemi, quello giudiziario, si è trovata una soluzione. Accantonata, per ora, la legge per l’introduzione del “processo breve”, che Napolitano non gradiva, si e’ puntato sul “legittimo impedimento”, che permetterà al premier e ai ministri di rinviare di sei mesi in sei mesi le udienze dei processi che li vedono imputati. L’opposizione sperava che, nella discussione di questa legge, durante le votazioni a Montecitorio, si consumassero le “vendette” interne del Pdl. Tanto che “La Repubblica” aveva previsto, sbagliando come al solito, scenari “apocalittici” e prefigurava “nefaste” conseguenze per il Pdl. Si sa come e’ andata: le votazioni sono filate lisce come l’olio. Di “dissenso” interno al Pdl neppure l’ombra. L’Udc di Pierferdinando Casini, si e’ astenuta. I voti segreti non sono stati chiesti dal Pd perché Pier Luigi Bersani “sapeva benissimo” che tra i suoi c’era chi, di nascosto, avrebbe votato con la maggioranza. E al Senato le cose per la maggioranza non potranno che essere piu’ facili. Insomma, il primo scoglio è stato superato nel modo migliore e l’approvazione definitiva della legge appare vicina. Intanto sono in elaborazione le riforme costituzionali che prevede, tra l’altro, la reintroduzione dell’immunità parlamentare, che già vede disponibili molti esponenti del Pd. L’Udc, toccata con mano la “pochezza” di Bersani ormai fatto “prigioniero” da Di Pietro, ha capito che e’ meglio provare a riannodare il dialogo con Berlusconi, e l’ha fatto iniziando dalla giustizia. E’ sua l’iniziativa del “legittimo impedimento”. Tutto ciò non fa altro che aggravare il “coma irreversibile” del Pd. Ci sono poi un paio di altre ciliegine sulla torta del centrodestra. Antonio Di Pietro, e’ rimasto molto imbarazzato davanti alle foto che lo ritraggono insieme all’ex funzionario del Sisde Bruno Contrada, pochi giorni prima che costui fosse arrestato. Le disavventure giudiziarie della “escort” Patrizia D’Addario, che e’ ora indagata per “associazione a delinquere”. Con tutto il suo gruppo di giornalisti, avvocati e magistrati e’ sospettata di aver organizzato un “complotto” ai danni del Premier. Se poi alle prossime elezioni regionali nelle tredici regioni in palio, undici oggi sono amministrate dal centrosinistra, Berlusconi ne potesse vincere cinque o sei, per il Pd e l’intera opposizione sarebbe cavoli amari per i prossimi anni. C’e’ pero’ una cosa che non soddisfa per niente Silvio: e’ la campagna per il tesseramento del Pdl. Va male, malissimo quella che era parsa il modo brillante per riavvicinare i cittadini e gli elettori alla politica ed al partito. I tesserati nuovi sono pochi, assai lontani da quel milione che Berlusconi sperava di raggiungere, anche se, con l’andare dei mesi, potrebbe migliorare. Va male, non perché il partito o il Premier abbiano incontrato un calo di popolarità, ma perché il tesseramento e’ uno strumento vecchio, tipico dei grandi partiti “ideologici” del secolo scorso e non piu’ adeguato all’attuale elettorato che e’ “mobile”. Oggi il voto e’ “instabile”. La gente vota volta per volta secondo le speranze e le promesse del momento che il partito sa trasmettere perché la proposta politica non può rimanere stabile a tempo indefinito. Il tesseramento e’ “anacronistico” ed in piu’ bisogna considerare che gli italiani sono sempre stati “riluttanti” a prendere una tessera, come fu al tempo del Fascismo e come e’ stato con il Comunismo o la DC. Il tesseramento tradizionale e’ morto. E’ ora di prendere atto del cambiamento, e di capire le ragioni del profondo mutamento dell'elettorato. Ma la vera ragione, forse l’unica, che tiene lontano gli elettori e’ che i “presunti capi” e “capetti” del Pdl in periferia, “brillano” esclusivamente di “luce riflessa”. La dimostrazione e’ il consenso personale che vanta Berlusconi con il “rifiuto” di tesserarsi. Il “flop” del tesseramento non si può, dunque, attribuire al “Premier”, ma ai “gerarchetti” del Pdl, individualisti e talvolta arroganti, manifestamente incompetenti e privi di quello spirito di corpo che compatti il partito. Perché dovrei chiedere la tessera di un partito quando vi fanno parte in posizione preminente persone di scarso valore morale, politico ed organizzativo? In un periodo particolarmente difficile per l’Italia, e’ evidente che Berlusconi trovi troppo pochi uomini adatti. Ne occorrerebbero delle centinaia di “eccezionali”, ma non esistono. Il problema della classe dirigente e’ davvero il piu’ grave nell'Italia d'oggi. Chi si sintonizzasse su “Radioparlamento” (una stazione minore della Rai che riporta le attività del Parlamento) rimarrebbe sconcertato e capirebbe che si tratterebbe di un “dramma” nazionale. Se ascolti i discorsi dei nostri parlamentari (di qualsiasi partito), il loro argomentare, il loro girare a vuoto spesso pieno di retorica in perfetto “politichese”, percepiresti subito che chi parla (il piu’ delle volte legge il “compitino”) non e’ “minimamente” interessato a quello che sta dicendo, e ti prende subito lo “sconforto” piu’ nero. L'errore e’ continuare a considerare i parlamentari come “classe dirigente”. E’ inconcepibile che la Costituzione non preveda requisiti professionali specifici per i candidati al Parlamento, un motivo dovrà pur esserci ed infatti c’e’. Sono le “segreterie” dei partiti a scegliere chi deve essere candidato e chi no e, per lo piu’, scelgono “gregari” facilmente “plagiabili”. Un altro problema di fondo, dell'ignoranza di molti politici, proviene poi dal fatto che la scuola e’ fortemente in ritardo per causa del nefasto ’68. E’ difficile che i parlamentari di oggi, per la maggior parte formatisi in quel periodo, siano capaci di fare discorsi “sintetici” e “dettagliati” per andare subito al dunque. Esiste un “buco” generazionale ed e’ per questo che la politica e’ indietro e i risultati sono disastrosi. C’e’ poi un’altra causa del fallimento del tesseramento, che va ricercata nella “tradizionale” sottovalutazione e all’incomprensione dell’importanza del “web” da parte della dirigenza del Pdl. Anche il portale “Forza Silvio” non e’ all’altezza per rinsaldare gli aderenti al Pdl e per il futuro della coalizione al governo. Non risulta un sistema di elaborazione, di comunicazione e di condivisione di prospettive e di valori. Non e’ ricco di occasioni di dibattito e di incontro. Eppure in questo il “web” e’ lo strumento piu’ utile oltre ad essere piu’ agile, piu’ economico e piu’ rapido. Un esempio dell’ennesima dimostrazione del colpevole disinteresse e della sottovalutazione del “web” da parte del Pdl e dei suoi dirigenti? Avete mai provato a digitare su “Google” il nome di Berlusconi, scegliendo l'opzione "immagini"? Provateci, e scoprirete che la serie delle foto che viene fuori provengono, per la massima parte, dai siti piu’ antiberlusconiani. Fotomontaggi, sberleffi, insulti veri e propri al premier, accostamenti insensati e provocatori. Un conto e’ la satira politica, un altro e’ il puro e semplice insulto. Occorrerebbe una contro offensiva per bilanciare queste vere e proprie calunnie che danneggiano l’immagine di Berlusconi e dell’Italia. Lasciano confusi e sconcertati anche chi vota Pdl, ma i “dirigenti” del Pdl non fanno nulla. Sono tutti presi, i “gerarchetti”, ad “auto incensarsi” e a ricercare affannosamente sbocchi futuri per la loro sopravvivenza. E sì perché, se non dovessero essere piu’ ricandidati (la riforma del Parlamento prevede il taglio di 500 parlamentari), ritornerebbero ad essere gli ZERI assoluti che erano. Gli “esclusi sfortunati”, pero’, incasserebbero un niente male “bonus” di otre 300 mila euro per il “reinserimento” nella società. Perché mai non e’ previsto qualche cosa di simile per noi “comuni mortali” quando perdiamo il posto di lavoro? No, per noi niente di niente, mica facciamo parte della “casta”! I piu’ sprovveduti e i piu’ indifesi rimangono sempre turlupinati. Che razza di democrazia e’ questa?
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