Le elezioni regionali, che si sono appena svolte, a tutti gli effetti sono state elezioni di metà mandato ed hanno fortemente riconfermato il governo Berlusconi. Tutto questo nonostante la gravissima crisi economica, la disoccupazione in aumento, i magistrati che inseguono il premier con piu’ accanimento, i giornalisti che lo spiano persino dentro la camera da letto, le accuse di seduttore di minorenni e di “donnaiolo”, le calunnie contro i suoi piu’ fidi collaboratori come Bertolaso, Gianni Letta e Verdini. Sono scesi in piazza in migliaia piu’ volte per dargli del mafioso, persino dello “stragista”, del dittatore che vuole sopprimere la libertà d’opinione ed altre “corbellerie”. Ma Silvio, facendo due sole settimane di campagna elettorale con lo slogan “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”, e’ riuscito a strappare quattro regioni ai suoi avversari. L’unico leader europeo che non e’ stato punito dalle consultazioni elettorali e’ Berlusconi. Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Gordon Brown hanno perso notevoli consensi personali per la difficoltà o l’incapacità’ (come Zapatero) di far fronte all’emergenza della crisi economica mondiale. Se il governo Berlusconi si e’ fortemente consolidato e’ perché i cittadini hanno riconosciuto che ha operato bene in questi due anni affrontando al meglio la grave crisi economica mondiale. Se nei prossimi tre anni l’economia andrà meglio (prima o poi accadrà) e se Tremonti riuscirà a dare un “taglio” alle tasse, il centrodestra vincerà di nuovo le elezioni del 2013 senza tanti patemi. Rischia di stravincerle comunque, anche se tutto non dovesse andare cosi’ liscio, vista l’inesistenza della cosiddetta opposizione che e’ sempre piu’ “terrorizzata” da Berlusconi. E cosi’ e’ cominciato il fuggi fuggi dal Pd e il “bocciofilo” Bersani e’ rimasto solo e “bollito”. Tutti lo criticano ma nessuno si fa avanti per prendere il suo posto. Nessuno pensa di farne il candidato premier del centrosinistra nel 2013. Berlusconi ha mandato in pensione “anticipata” tutti i leader (o presunti tali) del centrosinistra, ma anche quelli di cui si fanno i nomi per il futuro (vedi Renato Soru e Nicola Zingaretti). Il centrosinistra e’ da anni senza idee, senza un programma e alla ricerca spasmodica di un “leader”. La base del Pd e veramente “arrabbiata” per la politica delle parole incomprensibili, per il “politichese” che rimane distante dalla realtà, mai concreto sempre piu’ vecchio e astratto. Ecco spiegato il successo del movimento “Cinquestelle” di Beppe Grillo. Quando si crea un vuoto, questo e’ immediatamente viene riempito. Grillo, e il suo movimento, sono figli legittimi del vuoto lasciato dal Pd ed oggi e’ una forza politica con la quale il Pd deve fare i conti. Un altro con cui il Pd dovrà fare i conti e’ Tonino Di Pietro. Appena terminate le elezioni si e’ precipitato in Tv per annunciare, senza giri di parole, che “ha vinto il centrodestra” e l’ha ripetuto a Ballarò. E li ha anche aggiunto che il Pd deve fare un profondo esame di coscienza e riconoscere che il partito non e’ stato capace di promuovere una classe dirigente locale all'altezza della situazione. Ma non è tutto. Durante la stessa trasmissione Di Pietro ha indossato i panni del “moderato”, si è detto disponibile a discutere di riforme col governo e ad abbandonare lo stile “estremista” di opposizione tenuto sin qui. E, senza mezzi termini, si e’ candidato per una “federazione” di tutto il centrosinistra in vista delle elezioni politiche 2013. Con la sua “svolta moderata” Di Pietro vuole presentarsi come leader di una nuova “armata Brancaleone”. Non e’ una novità, finalmente gli si e’ presentata l’occasione per mettere in atto la strategia che persegue da due anni. Potrebbe riuscirci approfittando dell’inconsistenza di Bersani che, durante le elezioni, andava dicendo che il “vento stava cambiando” ed invece ha rimediato una disastrosa sconfitta e poi ha messo la testa sotto la sabbia per non guardare in faccia la realtà. Ammettendo la disfatta, Tonino vuole “accreditarsi” come l'unico politico serio e affidabile del centrosinistra. Per ora gli conviene nascondere la sua immagine classica del Di Pietro urlatore, estremista e “sfasciatutto” ora, anche lui come Grillo, ha occupato lo spazio lasciato vuoto dal Pd. Ma non illudiamoci, tornerà ad essere quello di sempre quando lo riterrà piu’ utile alla sua causa. Il capo dell'Idv, insomma, fa il suo gioco. Quello che semmai dovrebbe destare preoccupazione e’ l’incapacità del Pd, con quasi il quadruplo dei voti dell'Italia dei Valori, di dettare la linea politica all'interno dello schieramento di centrosinistra, niente male per un partito che era nato con l'ambizione di essere la guida ferma e indiscussa della sinistra italiana. Oggi e’ invece nelle mani dei suoi alleati meno forti numericamente. La causa sta che, nel mentre i cosiddetti “dirigenti” del Pd passano il loro tempo a elaborare, come alchimie chimiche, nuove formule per rimettere in moto il carrozzone del centrosinistra, gli altri partitini “urlatori”, sparando a raffica centinaia di slogan, attirando quella parte dell’elettorato piu’ estremista, pur sapendo benissimo che non riusciranno mai a diventare maggioranza di governo, come potrebbero? Ce lo vedete Di Pietro premier? Quali sarebbero i suoi ministri? Non esiste proprio! Se invece Berlusconi aumenta costantemente i consensi e’ perché parla la stessa lingua degli italiani, lavora e combatte a loro fianco (vedi Napoli e l’Aquila) nella lotta quotidiana della vita. Si limita a poche chiacchiere e a fare molti fatti. Si rimbocca le maniche e cammina a fianco della gente. Il Pd, che tenta di non farsi surclassare da Di Pietro, e’ talmente alla “disperazione” che per sfidare tra tre anni Berlusconi, ha iniziato a far girare i nomi di Luca Cordero di Montezemolo, oppure del governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, oppure ancora dell’economista Mario Monti. Faranno anche altri nomi, ma tutti i designati ringrazieranno e diranno di non essere interessati alla politica. La verità e’ che nessuno ha intenzione di scontrasi con Berlusconi per rimediare un’umiliante figuraccia. Lasciamo gli “scenari” politici futuribili per ritornare all’attualità’. I prossimi tre anni saranno molto importanti per tutti gli italiani. Esaurite tutte le scadenze elettorali, amministrative, europee e regionali, sino al 2013 il governo si dedicherà anima e corpo a completare il suo programma di governo. Oltre alla riforma del Fisco e della Giustizia, alla politica a favore delle imprese e di sostegno dei lavoratori, dei disoccupati e dei pensionati che si trova nelle posizioni piu’ critiche, soprattutto, accelererà’ le riforme costituzionali come quella parlamentare. A questo proposito noi italiani nel mondo chiediamo con forza che venga “abolita la legge Tremaglia” 459/2001 e ripristinati gli art. 48, 56 & 57 della Costituzione. Vogliamo essere equiparati agli italiani che votano in Italia. Vogliamo avere l’opportunità’ di costituire un nostro partito per presentare candidati “genuinamente” scelti direttamente da noi. Dovranno essere persone oneste e professionalmente valide che realmente risiedono all’estero, che si sono formati nei loro Paesi di accoglienza o di nascita dove sono apprezzati e conosciuti dall’intera comunità e non solo da quella italiana. Vogliamo che siano la vera espressione “genuina e reale” degli italiani nel mondo, come lo e’ Sergio Marchionne CEO della Fiat. Basta con le “teste di legno” scelte dai partiti politici italiani per applicare la strategia “dividi et imperat” e mantenere gli italiani nel mondo in contrasto tra loro. Strategia che stanno continuando ad applicare con la creazione di “circoli” targati con le diverse sigle dei partiti ora in Parlamento. Vogliamo che finisca lo sperpero di denaro pubblico per mantenere in vita il CGIE ed i 18 “incapaci” eletti all’estero, rivelatisi degli “utili idioti” ad esclusivo servizio dei loro partiti politici. In questi quattro anni dall’applicazione della legge Tremaglia, fatti alla mano e alla luce dei disastrosi risultati (brogli ed inutilità dei 18 eletti), la legge 459/2001 “deve” essere abolita, ma non dovrà essere messo minimamente in discussione il diritto di voto acquisito dagli italiani nel mondo che “deve” essere mantenuto. Questo ci permetterebbe di fondare un nostro partito degli “Italiani nel Mondo” completamente “sganciato” da qualsiasi partito politico italiano. Sono oltre 4 milioni (anche piu’) gli italiani nel mondo iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) con diritto di voto, come consistenza sarebbe il terzo o il quarto partito italiano. Gli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione dovranno essere ripristinati nella forma originale per permetterci di votare allo stesso modo degli italiani in Italia. Questo sistema di votare lo permette molti Paesi ai loro cittadini residenti all’estero. Con quattro milioni e piu’ di voti il “nostro” partito potrebbe acquisire (nella proporzione attualmente in vigore) circa 40 parlamentari. Allora si che gli italiani nel mondo conterebbero e come! Allora sì che ci faremo rispettare dai politici italiani! Allora si che, finalmente, sarà possibile costruire quel “famoso” ponte economico/sociale/culturale tra l’Italia e tutte le comunità italiane presenti in tutto il mondo! Gli italiani nel mondo sono sempre stati una grande risorsa per l’Italia e lo dimostreremo una volta ancora.
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