PRECISAZIONE:
Questo articolo e' stato scritto tra le 7/8 del mattino (ora australiana) di giovedi 29 luglio quando in Italia erano le 11 di sera/mezza notte di mercoledi 28 luglio. La riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl si e' tenuta alle 19 (ora italiana) di giovedi, quindi dopo 19/20 ore che avevo redatto l'articolo.
Negli ultimi giorni Berlusconi e’ stato in silenzio, sono stati i giornali, come il solito, ad attribuirgli qualche frase mai pronunciata. Ha lasciato a Fini tutta la corda che desiderava per impiccarsi nel modo che meglio preferiva. Il punto di non ritorno ormai e’ stato superato e il premier si sta preparando alla rottura definitiva. C’e’ un fatto che dice che la scissione e’ ormai cosa fatta. Una precisazione dell’ufficio stampa del Pdl chiarisce, carte notarili alla mano, che la proprietà del simbolo del Pdl e’ senza incertezze di Berlusconi. Erano anni che Fini aveva iniziato il “controcanto” a Berlusconi, l’accelerazione e’ avvenuta quando i giudici avevano deciso di ascoltare il pentito Spatuzza, artefice di clamorose rivelazioni su Berlusconi, niente meno come “referente” politico della mafia, anche se di politica all’epoca non si occupava. Era chiara l’intenzione dei giudici di tirare in ballo il premier. Per fermare quell’offensiva giudiziaria Berlusconi chiamò a raccolta la sua maggioranza. Fini si “ammutinò” perché pensava che fosse arrivata la tanto sospirata occasione per “eliminare” Silvio e prendere il suo posto. Nel fuori onda, a un convegno a novembre 2009 a Pescara, Fini discuteva dell'indagine che coinvolge il pentito Spatuzza e Berlusconi, con il Procuratore della Repubblica pescarese, Nicola Trifuoggi. La discussione doveva essere riservata, ma i due non si accorsero che il microfono era aperto. Trifuoggi dice a Fini che: “….non ci si può permettere un errore neanche minimo”, e Fini ammette: “Sì, il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza speriamo che lo faccia con scrupolo perché e’ una bomba atomica. Lei lo saprà... Spatuzza parla apertamente di Mancino, che è stato ministro dell'Interno, e di Berlusconi... uno è vicepresidente del Csm, e l'altro è il presidente del Consiglio”. ”Pare che basti” commenta Trifuoggi. ”Pare che basti”, conferma Fini. “Però comunque si devono fare queste indagini”, aggiunge il magistrato, Fini risponde: “Ci mancherebbe altro”. E sul premier Fini dice: “Berlusconi? Si crede un monarca assoluto, confonde il consenso con l'immunità”. La conversazione prosegue. “E’ nato in ritardo” dice il magistrato Trifuoggi, Fini replica: “Ma io gliel'ho detto. Confonde la leadership con la monarchia assoluta. Poi in privato gli ho detto: ricordati che gli hanno tagliato la testa a... quindi 'statte’ quieto“ e aggiunge: “E' nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l'imperatore romano. Ma lui, l’uomo, confonde il consenso popolare, che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo... Magistratura, Corte dei Conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento... Siccome e' eletto dal popolo”. A Fini sfugge un’altra battuta sul presidente del Consiglio. Il relatore del convegno, in un passaggio del suo discorso stava dicendo che: ”…..noi siamo di passaggio, qua nessuno e’ eterno, non si vive in eterno”. Fini commenta: “Se ti sente il presidente del Consiglio si incazza”. Alla pubblicazione del “fuori onda” il portavoce di Fini, Fabrizio Alfano, non si scompone e candidamente dichiara: “Il video fuori onda rilanciato da alcuni siti internet da’ conto della coerenza delle opinioni del presidente della Camera dei deputati allorquando, al di là dei toni colloquiali ed informali, dice in privato esattamente quanto afferma poi pubblicamente”. Piu’ chiaro di cosi? Fini era convinto che Spatuzza avrebbe “spazzato” via Berlusconi, invece le dichiarazioni del mafioso furono un “flop”. Da quel momento le procure di mezza Italia sono tutte indaffarate a cercare prove contro Berlusconi. Inviano montagne di fascicoli a Palermo perché vi possa rintracciare anche un insignificante indizio. E Fini, con i suoi “accoliti”, ogni giorno che passa parla della questione “morale” nel Pdl e chiede agli indagati di dimettersi. Quando fu chiesto l’arresto di Italo Bocchino, il suo braccio destro, perché non chiese le sue dimissioni? Ora c’e’ anche Fabio Granata che ha iniziato a “sparare” contro il Pdl sostenendo che nel governo c’e’ chi copre la verità sulla mafia. Come la mettiamo con i numerosi e consistenti arresti quasi giornalieri di mafiosi? Fini ed i “finiani” sono informati dai magistrati e stanno anticipando le loro iniziative giudiziarie? Sarebbe spiegato perché, senza scrupoli, gettano “discredito” sui massimi esponenti del partito e sul governo: sono loro la vera opposizione. Stanno facendo ancor meglio di Di Pietro e della sinistra estrema. Il Pd ormai e’ morto e sepolto. Ai cittadini italiani, dentro o fuori dell’Italia, non interessa niente delle “beghe” private di chi, per il potere personale, mette in pericolo il Paese. Ci sono molti come Fini e molte “granate”, nascoste ogni dove, che ogni giorno “scoppiano” per “affondare” il governo. Gli italiani hanno il sacrosanto diritto di sperare ad un decente futuro assicurato da istituzioni che si occupano seriamente di loro in un clima “civilmente” vivibile. La politica e’ cosa seria, invece e’ in mano a tanti personaggi che da lunga data cercano un posto al sole nella politica. Saltando di qua e di la a seconda del vento e della loro convenienza. Ad esempio Granata ha militato in tanti partiti compreso quello di Di Pietro. Questi individui, attenti al solo proprio interesse personale, continuano ad operare nell’unico modo che conoscono e che ha ispirato il loro comportamento da sempre. Per loro non conta l’interesse comune. Il loro ideale e’ quello di approfittare della situazione per ricavarne il maggior tornaconto personale possibile. I risultati si vedono e il popolo che deve essere “sovrano” e’ sempre piu’ “suddito”. Ma fino a quando la pazienza del cittadino verrà abusata? Non tutti gli italiani ancora hanno compreso che dal 1994 e’ iniziata la lotta tra il “vecchio” e il “nuovo”. Berlusconi e’ odiato per il nuovo che rappresenta e questo da’ fastidio alle “caste” installatesi al potere da molti anni. Se vince Berlusconi la “cuccagna” assicurata dalla prima Repubblica e’ finita. Le “caste” saranno sciolte: addio soldi e privilegi. La “casta” della magistratura, che ha fiutato il pericolo mortale, vuol vedere Berlusconi in galera, anche se innocente, pur di toglierlo di mezzo, sgombrando la strada alla “restaurazione” del vecchio. Dovrebbe essere chiaro a tutti, che il Pd come Rutelli, come Casini, come Di Pietro, come Fini, sono uniti nella difesa ostinata del “vecchio” e dei loro “privilegi” alle spalle dei cittadini. La loro speranza e’ che il popolo non riesca a capirlo. Loro vogliono far intendere agli ingenui che si tratta di una lotta “democratica”. E per darla a bere al popolo, che considerano “stupidotto”, dicono che loro sono d’accordo a sedersi intorno ad un tavolo e discutere per formare un governo di “salute pubblica”. La loro volontà c’è, sono gli “altri” a rifiutare. Berlusconi si sta opponendo agli “eversori” dello Stato, coloro che vogliono fermare il tempo e continuare a tenere per sempre “schiavo” il popolo per continuarlo a “mungerlo”. Se l’Italia perde l’occasione rappresentata da Berlusconi, non avrà piu’ scampo e rimarrà per sempre fuori dalle nazioni piu’ evolute. L’Italia sta correndo un gravissimo pericolo. Tutti sanno che non c’e’ nessuno che possa prendere il posto di Berlusconi in questo momento storico. Se si vuol essere onesti fino in fondo, questo e’ il vero quadro della situazione. Il mandato che ha avuto dal suo elettorato e “rivoluzionario”: cambiare l’Italia in tutto. Non avrebbe piu’ senso se non potesse realizzarlo se fosse immobilizzato dalle solite “liturgie” da prima Repubblica, ecco perché potrebbero essere necessarie persino nuove elezioni. Per tentar di ricomporre una maggioranza piu’ coesa con idee più chiare e concorde su progetti da fare. Un nuovo Governo dovrebbe provvedere a varare una riforma costituzionale di tipo presidenziale che dia al capo dell'esecutivo poteri ben più ampi ed effettivi di quelli di oggi. Cosi’ potrà imboccare, con assai maggiore determinazione, la via delle riforme “rivoluzionarie”. Se dopo il “defenestramento” dei “finiani” i numeri in Parlamento fossero risicati, le elezioni potrebbero essere una delle vie di uscita possibili. In fondo l’Italia si trova nella tipica situazione di una crisi radicalizzata ed irreversibile che coinvolge tutti i settori (alcuni molti degenerati) della società. Per uscirne occorre una forte “sterzata” come storicamente e’ sempre avvenuto. La vera forza di Berlusconi, da quando e’ sceso in "campo" fino ad oggi, sono stati gli elettori. Si e’ mantenuto in sella grazie alla fiducia del suo elettorato che non lo ha mai abbandonato, al contrario di tanti alleati passati e presenti che l’hanno “tradito”. Visto che, ormai, e’ chiaro che non vi e’ alcuna possibilità di compromesso con Fini ed i suoi “accoliti”, gli occorre una nuova investitura popolare, ancora piu’ massiccia di quella già ottenuta. Solo una forte e chiara investitura popolare potrebbe far desistere gli oppositori dal tentare tutti i trucchi e giochetti, nei quali sono maestri, che hanno finora messo in gravi difficoltà i governi Berlusconi. Nuove elezioni anticipate e’ un rischio enorme. Ma all’uomo Berlusconi non gli mancherebbe il coraggio di affrontarlo.
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