Mario Monti muore dalla voglia di andare
al governo con Pierluigi Bersani e Bersani muore dalla voglia di essere
sostenuto da Monti al Senato. Ma il primo, per mostrarsi “serio”, ha a lungo sostenuto che non andrà al governo con Nichi
Vendola, pericoloso estremista. Così come Vendola ha a lungo ripetuto che non
avrebbe sostenuto un governo in cui ci fosse Monti, amico delle banche e nemico
dei lavoratori. Ma ambedue mentivano. Infatti, avvicinandosi il momento in cui
dovrà rimangiarsi quei proclami, Monti ha cominciato a essere meno perentorio.
Riferendosi a Vendola ha detto: “Ognuno
può evolvere e cambiare opinione per quanto riguarda singole persone e posso
dire che non farò mai parte di un governo che non abbia un forte accento
riformatore”. Ah, ecco, ora è tutto chiaro! Al momento opportuno dirà che
sta con Vendola perché “il governo ha un
forte accento riformatore” e se non lo farà, dirà che “il riformismo del governo non è nella direzione che avrebbe voluto”.
Vendola gli ha risposto che lui e Monti hanno un’idea diversa del riformismo (e
chi ne dubitava?) ma, venuto il momento, potrebbe dire che si è accorto che (ma
guarda un po’!) la pensano nello stesso modo, e dunque “se po’ fa’” come diceva Barack Obama. Se invece è “fava che non si cuoce”, dirà che ha
sempre sostenuto che Monti è un “reazionario
antisindacale”. I politici dicono una cosa, ma nello stesso tempo dicono il
contrario, intanto il popolo è “distratto”.
E voilà! Si fa campagna facendo credere
una cosa, ad esempio che Monti che è un “moderato”
e Vendola che e’ un “comunista”, e al
momento opportuno che si parla di “poltrone”,
l’ideologie vanno a farsi friggere. Come si può condannare Monti e Vendola quando questo e’ il
linguaggio che appartiene a tutti i politici, di qualunque colore siano? L'unica
cosa veramente che fa “incazzare” è
che alcuni si presentino come “non
politici”, come persone “serie”
che non dicono una cosa e poi ne fanno un'altra. “Galantuomini” che mantengono le promesse. Più che “machiavellismo”, e “ipocrisia” bella e buona. Questo dipingersi come “pensosi intellettuali” al di sopra
delle parti. Galantuomini prestati alla politica. Agnelli che affrontano quei
lupi famelici quali sono quei “delinquenti”
dei politici professionisti. Mario Monti, in questo senso, è il più “insopportabile”. Vuol dare ad intendere
che si sta battendo contro il proprio interesse personale per il bene del
Paese. Ma e’ un “imbroglio”, Monti e’
un vero politico e come tale non e’ da credere.
Nessun commento:
Posta un commento