mercoledì 20 febbraio 2013

Monti non fa ridere e non sa ridere e per alcuni questa si chiama serieta'.


Mario Monti muore dalla voglia di andare al governo con Pierluigi Bersani e Bersani muore dalla voglia di essere sostenuto da Monti al Senato. Ma il primo, per mostrarsi “serio”, ha a lungo sostenuto che non andrà al governo con Nichi Vendola, pericoloso estremista. Così come Vendola ha a lungo ripetuto che non avrebbe sostenuto un governo in cui ci fosse Monti, amico delle banche e nemico dei lavoratori. Ma ambedue mentivano. Infatti, avvicinandosi il momento in cui dovrà rimangiarsi quei proclami, Monti ha cominciato a essere meno perentorio. Riferendosi a Vendola ha detto: “Ognuno può evolvere e cambiare opinione per quanto riguarda singole persone e posso dire che non farò mai parte di un governo che non abbia un forte accento riformatore”. Ah, ecco, ora è tutto chiaro! Al momento opportuno dirà che sta con Vendola perché “il governo ha un forte accento riformatore” e se non lo farà, dirà che “il riformismo del governo non è nella direzione che avrebbe voluto”. Vendola gli ha risposto che lui e Monti hanno un’idea diversa del riformismo (e chi ne dubitava?) ma, venuto il momento, potrebbe dire che si è accorto che (ma guarda un po’!) la pensano nello stesso modo, e dunque “se po’ fa’” come diceva Barack Obama. Se invece è “fava che non si cuoce”, dirà che ha sempre sostenuto che Monti è un “reazionario antisindacale”. I politici dicono una cosa, ma nello stesso tempo dicono il contrario, intanto il popolo è “distratto”. E voilà!  Si fa campagna facendo credere una cosa, ad esempio che Monti che è un “moderato” e Vendola che e’ un “comunista”, e al momento opportuno che si parla di “poltrone”, l’ideologie vanno a farsi friggere. Come si può condannare  Monti e Vendola quando questo e’ il linguaggio che appartiene a tutti i politici, di qualunque colore siano? L'unica cosa veramente che fa “incazzare” è che alcuni si presentino come “non politici”, come persone “serie” che non dicono una cosa e poi ne fanno un'altra. “Galantuomini” che mantengono le promesse. Più che “machiavellismo”, e “ipocrisia” bella e buona. Questo dipingersi come “pensosi intellettuali” al di sopra delle parti. Galantuomini prestati alla politica. Agnelli che affrontano quei lupi famelici quali sono quei “delinquenti” dei politici professionisti. Mario Monti, in questo senso, è il più “insopportabile”. Vuol dare ad intendere che si sta battendo contro il proprio interesse personale per il bene del Paese. Ma e’ un “imbroglio”, Monti e’ un vero politico e come tale non e’ da credere.

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