- Gianni Pardo
Lunedì, 08 Luglio 2013
In Italia abbiamo un buon esempio di tutto ciò: il M5S esiste perché
l’umanità è eternamente giovane e inesperta. Prendiamo il mito dell’uguaglianza.
Ecco un ideale che seduce le folle e contro il quale nessuno osa prendere la
parola. E tuttavia, se preso alla lettera, questo anelito è assurdo. Gli esseri
umani non sono uguali. Se la barca si rovescia, si salveranno soltanto i
nuotatori abbastanza bravi per tornare a riva, i più deboli moriranno. In tutte
le società, anche quelle animali, ci sono individui che hanno tendenza a
prevalere e a comandare. Nei canidi il capobranco non è eletto democraticamente:
si afferma perché è il più forte. Gli altri animali lo rispettano anche perché
sanno istintivamente che la muta ha più successo se ha un buon leader. Invece
nella società umana avviene che l’inferiore sopporti male il dominio del
superiore e per questo tenda a dichiararlo immorale. Giorni fa la senatrice
Anitori ha lasciato il Movimento Cinque Stelle rimproverando a Beppe Grillo la
sua qualità e i suoi atteggiamenti di capo e, se questa è la vera motivazione,
ha nettamente sbagliato: perfino fra le galline c’è l’ordine di beccata. Cioè
una gerarchia.
Nel caso del M5S, tuttavia, non è certamente la sola a dire sciocchezze.
Proprio il comico le ha fatto concorrenza. Egli ha cominciato con l’indurre i
suoi amici a sognare la totale uguaglianza e poi ha voluto comandare a
bacchetta, emettendo fatwa e scomuniche. Né potrebbe servirgli da scusa il fatto
che, se cerca di dirigere il Movimento è per il suo bene, cioè per preservarne
la purezza ed attuarne il programma. Ma chi gli ha mai detto che gli altri
leader tendano a danneggiare il gruppo che capeggiano? Hitler sognava di
regalare alla Germania un Impero felice e dominatore che sarebbe durato mille
anni.
Altrettanto ingenua è la critica del M5S ai partiti e ai politicanti. I
partiti sono soltanto il risultato di un’aggregazione, come un’aggregazione è lo
stesso Movimento, e i politici sono soltanto coloro che in concreto cercano di
realizzare il programma del loro raggruppamento. Per esempio mandare a casa i
politici precedenti, come fanno i parlamentari del M5S, magari dimenticando che
alcuni dei politici precedenti all’inizio avevano lo stesso loro programma.
Ecco perché se vivessimo molto più a lungo ci comporteremmo diversamente.
Perché l’esperienza di queste ingenue palingenesi, il continuo ricorso a miti
spelacchiati e falliti come il diritto naturale, il “cambiamento” come ideale in
sé, la democrazia diretta e tante altre fanfaluche non ci sedurrebbero più. In
politica non chiederemmo la luna, chiederemmo un po’ di democrazia e il buon
governo. Della rivoluzione veramente radicale hanno fatto l’esperienza prima i
giacobini, poi i russi e i cinesi e ciò ci dovrebbe bastare.
La vicenda del M5S e del suo evidente avvitamento non deve indurci al
sarcasmo. I suoi rappresentanti non sono più dementi della media: il fatto è che
nessuno approfitta seriamente dell’esperienza altrui. Solo vivendo molto a lungo
certe lezioni le digerirebbero tutti. Oggi invece solo il saggio appassionato di
storia, essendo artificialmente vecchio di alcuni millenni, può seriamente
tenere conto del passato. I più credono che il mondo sia nato insieme con loro:
ciò che loro non conoscono non esiste; anche se una cosa non è mai riuscita in
passato, chissà che riprovandoci... Siamo simili a quelle ragazze che si
innamorano di un donnaiolo e credono sinceramente che, per amor loro, egli
diverrà monogamo.
Pur non condividendo né le idee, né il comportamento del M5S, non si può che
guardare al fenomeno con la simpatia intrisa di paterna pietà che si ha verso i
giovani. Lo stesso Beppe Grillo, probabilmente, non è abbastanza navigato per
essere in malafede.
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