giovedì 8 agosto 2013

La magistratura italiana come l'Inquisizione


 
L’attuale magistratura italiana ha uno “strapotere” che non ha precedenti nella storia d’Italia. L’opinione pubblica ha aperto gli occhi ascoltando le dichiarazioni uscite dalla bocca dal Presidente della Sezione di Corte di Cassazione Antonio Esposito. Ecco ciò che ha detto in un’intervista concessa al giornale  “Il Mattino” di Napoli: "Noi potremmo dire: tu venivi portato a conoscenza di quel che succedeva, non è che tu non potevi non sapere perché eri il capo. Teoricamente, il capo potrebbe non sapere. No, tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva. Tu non potevi non sapere perché tizio, caio o sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. È un po' diverso da non poteva non sapere". Il magistrato ha in seguito “negato categoricamente di avere pronunciato queste parole”  ma “rimane il fatto che l’intervista è registrata” a prova di qualunque smentita o querela. In Italia ci sono giudici abituati a condannare i cittadini (così come avveniva ai tempi dell’Inquisizione) “senza uno straccio di prova”. E’ anche dimostrato che si permettono sfacciatamente, grazie alla loro impunità, di usare la legge a loro piacimento. Carlo De Benedetti, colpevole di un reato analogo a quello per cui Silvio Berlusconi è stato condannato al carcere, gli sarà comminata una “semplice sanzione pecuniaria” (non dimentichiamo che De Benedetti è il tesserato n. 1 del Pd).  È accettabile in una sana democrazia un’interpretazione così “discordante” della legge al punto che un magistrato commina per lo stesso reato una sanzione pecuniaria e un altro magistrato punisce con la pesante condanna di 4 anni di carcere e da 1 a 3 anni (ancora da definire) d’interdizione dai pubblici uffici? Non è accettabile, anzi è  vergognoso. È accettabile che un giudice, senza alcuna perizia professionale, ordini un risarcimento, nella causa per il lodo Mondadori, di oltre 700 milioni, e che in secondo grado una tale valutazione da un altro giudice sia considerata eccessiva e ridotta di circa ben 200 milioni? A quali criteri i magistrati s’ispirano per arrivare a differenze così clamorose? E vi pare saggia la decisione di obbligare il “pagamento immediato” di una tale somma, quando ancora manca il terzo e ultimo grado di giudizio? E se Carlo De Benedetti non fosse più in grado di restituire la somma (in passato molte sue aziende sono fallite), chi provvederebbe a risarcire la Fininvest? Nessuno. Non è accettabile, anzi è vergognoso. È accettabile che un magistrato non si ritiri dal collegio giudicante in una causa in cui l’imputato è un cittadino di cui “ha pubblicamente sparlato”? È accettabile che lo stesso magistrato, dopo aver letto il dispositivo della sentenza, “si permetta di anticipare alla stampa” le motivazioni non ancora pubblicate? È accettabile che sempre lo stesso magistrato “neghi continuamente di aver rilasciato certe dichiarazioni” e minacci querele, quando la registrazione della sua intervista conferma quanto scritto dal quotidiano? È accettabile che un magistrato “mentisca”? Non è accettabile, anzi è vergognoso. Si può aver fiducia in una magistratura così combinata? Non si può e non si deve aver fiducia. Eppure c’è chi ancora considera le sentenze della magistratura, non solo non criticabili, “ma fonte della verità assoluta”. Qualche “pazzo” va proclamando che la nostra è la costituzione più bella del mondo, e guai a modificarla (e non si è accorto che la costituzione è stata modificata più volte), ma è mai possibile che sia ancora oggi la più bella quando l’ordine giudiziario si permette di fare il bello e il cattivo tempo “a seconda che gli aggrada”, e un cittadino si ritrova dietro le sbarre senza colpa (oltre il 50% di chi è in carcere alla fine risulterà innocente), così come ai tempi dell’Inquisizione una donna veniva bruciata come strega per il semplice fatto che un magistrato dell’Inquisizione la riteneva tale? Gli “antiberlusconiani” hanno, per ciò che sta accadendo, una grossa responsabilità. Non hanno mai accettato il confronto democratico con un avversario capace di sconfiggerli. L’hanno combattuto “apostrofandolo con i peggiori insulti”, deformandogli il nome in tanti modi tutti irriguardosi e spregevoli (dopo la sentenza lo chiamano “delinquente”). Hanno contrastato ogni tentativo di riforma per il solo fatto che portasse la sua firma. Non è realistico aspettare che il presidente Napolitano “restituisca a Berlusconi l’eleggibilità’ politica” revocatagli dai giudici. A cosa serve parlare di grazia, o evocare altre fantasiose formule, se comunque altre condanne sono dietro l'angolo? “Stupido” è stato l’incontro con Napolitano dei capigruppo Brunetta e Schifani. La domanda politica che il Pdl deve porsi, e porre, pretendendo una risposta dai suoi alleati di governo e anche dal capo dello Stato, come “padrino” dell'attuale esecutivo, è la seguente: il Pd ha intenzioni serie? E' pronto ad assumersi la responsabilità di riformare le istituzioni insieme a un partito il cui leader è stato appena condannato, oppure sta semplicemente prendendo tempo per riorganizzarsi, mentre la magistratura porta a termine il lavoro sporco di togliere di mezzo il suo unico avversario politico? Ciò che Berlusconi e i suoi possono “pretendere” da Napolitano non è la grazia, o la riforma della giustizia, ma la garanzia che costringa il Pd a realizzare le riforme costituzionali insieme al Pdl continuando a far vivere il governo Letta. Berlusconi deve chiedere di essere incarcerato, ma i giudici non gli faranno questo “regalo” politico. La verità è che il “regime” ha paura di mandarlo in carcere, e finge di mostrare misericordia per un uomo che ha 77 anni. Se Berlusconi va in carcere il “regime” implode e si “sfascerà’” tutto. Berlusconi ha la vittoria in tasca. Ha l’occasione per sferrare il pugno del ko proprio dall’angolo in cui l’avversario l’ha costretto, convinto di metterlo al tappeto definitivamente.

 

 

 

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