L’attuale magistratura italiana ha uno “strapotere”
che non ha precedenti nella storia d’Italia. L’opinione pubblica ha aperto gli
occhi ascoltando le dichiarazioni uscite dalla bocca dal Presidente della
Sezione di Corte di Cassazione Antonio
Esposito. Ecco ciò che ha detto in un’intervista concessa al giornale “Il Mattino” di Napoli: "Noi potremmo
dire: tu venivi portato a conoscenza di quel che succedeva, non è che tu non
potevi non sapere perché eri il capo. Teoricamente, il capo potrebbe non
sapere. No, tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva. Tu non
potevi non sapere perché tizio, caio o sempronio hanno detto che te lo hanno
riferito. È un po' diverso da non poteva non sapere". Il
magistrato ha in seguito “negato categoricamente di avere pronunciato
queste parole” ma “rimane il fatto che l’intervista è registrata”
a prova di qualunque smentita o querela. In Italia ci sono giudici abituati a
condannare i cittadini (così come avveniva ai tempi dell’Inquisizione) “senza uno straccio di prova”. E’ anche dimostrato
che si permettono sfacciatamente, grazie
alla loro impunità, di usare la legge a loro piacimento. Carlo De Benedetti, colpevole di un
reato analogo a quello per cui Silvio
Berlusconi è stato condannato al carcere, gli sarà comminata una “semplice sanzione pecuniaria” (non
dimentichiamo che De Benedetti è il
tesserato n. 1 del Pd). È accettabile in
una sana democrazia un’interpretazione così “discordante”
della legge al punto che un magistrato commina per lo stesso reato una sanzione
pecuniaria e un altro magistrato punisce con la pesante condanna di 4 anni di
carcere e da 1 a 3 anni (ancora da definire) d’interdizione dai pubblici
uffici? Non è accettabile, anzi è vergognoso. È accettabile che un
giudice, senza alcuna perizia professionale, ordini un risarcimento, nella causa per il lodo Mondadori, di
oltre 700 milioni, e che in secondo grado una tale valutazione da un altro
giudice sia considerata eccessiva e ridotta di circa ben 200 milioni? A quali
criteri i magistrati s’ispirano per arrivare a differenze così clamorose? E vi
pare saggia la decisione di obbligare il “pagamento immediato” di una tale
somma, quando ancora manca il terzo e ultimo grado di giudizio? E se Carlo De
Benedetti non fosse più in grado di restituire la somma (in passato molte sue
aziende sono fallite), chi provvederebbe a risarcire la Fininvest? Nessuno. Non
è accettabile, anzi è vergognoso. È
accettabile che un magistrato non si ritiri dal collegio giudicante in una
causa in cui l’imputato è un cittadino di cui “ha
pubblicamente sparlato”? È accettabile che lo stesso magistrato,
dopo aver letto il dispositivo della sentenza, “si permetta
di anticipare alla stampa” le motivazioni non ancora pubblicate?
È accettabile che sempre lo stesso magistrato “neghi continuamente di aver
rilasciato certe dichiarazioni” e minacci querele, quando la registrazione della sua intervista
conferma quanto scritto dal quotidiano? È accettabile che un magistrato “mentisca”? Non è accettabile, anzi è vergognoso. Si può aver fiducia in una
magistratura così combinata? Non si può
e non si deve aver fiducia. Eppure c’è chi ancora considera le sentenze
della magistratura, non solo non criticabili, “ma fonte
della verità assoluta”. Qualche “pazzo” va
proclamando che la nostra è la costituzione più bella del mondo, e guai a
modificarla (e non si è accorto che la costituzione è stata modificata più
volte), ma è mai possibile che sia ancora oggi la più bella quando l’ordine
giudiziario si permette di fare il bello e il cattivo tempo “a
seconda che gli aggrada”, e un cittadino si ritrova dietro le sbarre
senza colpa (oltre il 50% di chi è in carcere alla fine risulterà innocente),
così come ai tempi dell’Inquisizione una donna veniva bruciata come strega per
il semplice fatto che un magistrato dell’Inquisizione la riteneva tale? Gli “antiberlusconiani” hanno, per ciò che sta
accadendo, una grossa responsabilità.
Non hanno mai accettato il confronto democratico con un avversario capace di
sconfiggerli. L’hanno combattuto “apostrofandolo con
i peggiori insulti”, deformandogli il nome in tanti modi tutti irriguardosi e spregevoli (dopo la sentenza lo chiamano “delinquente”). Hanno
contrastato ogni tentativo di riforma per il solo fatto che portasse la sua
firma. Non è realistico aspettare che il presidente Napolitano “restituisca
a Berlusconi l’eleggibilità’ politica” revocatagli dai giudici. A cosa
serve parlare di grazia, o evocare altre fantasiose formule, se comunque altre
condanne sono dietro l'angolo? “Stupido”
è stato l’incontro con Napolitano dei capigruppo Brunetta e Schifani. La
domanda politica che il Pdl deve porsi, e porre, pretendendo una risposta dai
suoi alleati di governo e anche dal capo dello Stato, come “padrino”
dell'attuale esecutivo, è la seguente: il Pd ha intenzioni serie? E' pronto ad assumersi
la responsabilità di riformare le istituzioni insieme a un partito
il cui leader è stato appena condannato, oppure sta semplicemente prendendo
tempo per riorganizzarsi, mentre la
magistratura porta a termine il lavoro sporco di togliere di mezzo il suo unico
avversario politico? Ciò che Berlusconi e i suoi possono “pretendere” da Napolitano non è la grazia, o
la riforma della giustizia, ma la garanzia che costringa il Pd a realizzare le riforme costituzionali
insieme al Pdl continuando a far vivere il governo Letta. Berlusconi
deve chiedere di essere incarcerato, ma i giudici non gli faranno questo “regalo” politico. La verità è che il “regime” ha paura di mandarlo in carcere, e
finge di mostrare misericordia per un uomo che ha 77 anni. Se Berlusconi va in
carcere il “regime” implode e si “sfascerà’” tutto. Berlusconi ha la vittoria in tasca.
Ha l’occasione per sferrare il pugno del ko proprio dall’angolo in cui
l’avversario l’ha costretto, convinto di metterlo al tappeto definitivamente.
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