Giovanni Alvaro
Martedì, 24 Settembre 2013
Ma quando ho letto la motivazione con la quale Letta giustificava quella
provocatoria dichiarazione, che offendeva milioni di elettori dell’indiscutibile
perseguitato qual è Silvio Berlusconi, son balzato sulla sedia incredulo che si
potesse affermare che “sarebbe paradossale se nel momento in cui presentiamo un
piano per l’attrazione (sic!!!) degli investimenti esteri passasse il messaggio
contrario”, e cioè che in Italia non c’è certezza del diritto, e senza questa
certezza qualunque investitore straniero scapperebbe a gambe levate.
Il signor Letta, di sicuro, ha dimenticato lo stupro della credibilità del
Paese quando è stato rescisso il contratto con la cordata di imprese italiane e
straniere (spagnole, danesi, giapponesi) che avevano vinto la gara d’appalto per
la costruzione del Ponte sullo Stretto e stavano già lavorando per finire le
opere propedeutiche e passare alla costruzione vera e propria del manufatto? Ha
dimenticato che quella rescissione del contratto d’appalto per la realizzazione
di un progetto redatto da prestigiose società di progettazione che operano a
livello mondiale, costerà al Paese oltre che fior di quattrini per le penali che
si dovranno sborsare, la cancellazione dell’Italia dall’elenco dei Paesi dove
investire?
Ci vuole una gran bella faccia tosta a far finta che quella cancellazione non
provocherà alcun danno mentre i danni ci sarebbero se passasse l’idea che
Berlusconi è un perseguitato da una Magistratura impegnata a distruggerlo
politicamente, fisicamente ed economicamente. Si, ci vuole coraggio a
comportarsi per anni contro gli interessi del Paese salvo spararla grossa per
accattivarsi le ali estreme interne ed esterne al suo partito, facendosi guidare
dai ghigliottinatori dei media barricadieri.
Ma questo atteggiamento dimostra quanto ridotto sia lo spessore di un
Presidente del Consiglio che pensa di più a produrre dichiarazioni stando
attento ai risvolti della lotta interna al proprio partito dimostrando, per
dirla con Giuliano Ferrara, che tutto è fuorché animale politico capace di
ripristinare la fiducia, verso il nostro Paese, fortemente incrinata dalla
vicenda del Ponte sullo Stretto e tutto proteso veramente a riaprire un discorso
per sanare la ferita inferta dal governo del bocconiano.
Non si tratta solo di liquidare una vergogna che psicologicamente ci ha
massacrati, ma soprattutto di riuscire ad attrarre gli investitori soprattutto
cinesi che, come tutti sanno, erano e sono pronti ad investire in quel progetto
e a creare da noi una grande base logistica per la distribuzione in Europa delle
loro merci, e anche di battere sul tempo quanti stanno lavorando per tagliare
fuori l’Italia dai percorsi ferroviari ad alta velocità per il trasporto dei
container da e per il Nord Europa. Di sicuro il nostro Presidente del Consiglio
non ha mai sentito parlare di FerrMed e, di conseguenza, di percorsi alternativi
a quelli italiani. Ha mai sentito parlare di porti spagnoli e francesi? Ha
sentito parlare di dorsale slava. O pensa che c’è solo la nostra penisola? In
Italia si gioca, negli altri paesi si opera.
Letta sarà gongolante per la prodezza fatta nel difendere l’indifendibile, ed
avrà anche ricevuto attestazioni di sostegno dai pigmei del PD, ma ha dimostrato
la propria incapacità per cui prima passa la mano è meglio è per il Paese e per
il Mezzogiorno. L’Italia ha bisogno di statisti e non di portaborse.
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