Gianni Pardo
Mercoledì, 02 Ottobre 2013
In realtà, i veri motivi per i quali si sono avuti gli avvenimenti degli
ultimi giorni saranno chiari quando saranno svelati tutti i fatti, non i soliti
retroscena un po’ fantastici di cui sono riempiti i giornali. E ciò avviene con
molto ritardo. Dunque può essere ragionevole lasciare le speculazioni ai
giornalisti e la verità alla storia. Vivendo nel presente ci si può soltanto
chiedere qual è l’effetto possibile del diminuito peso politico di un Berlusconi
declassato a capo inascoltato di un partito gregario di Enrico Letta. Ed anzi,
ci si può chiedere che cosa ciò significhi nella realtà italiana l’essere
entrati nel dopo-Berlusconi.
Il campione è colui che segna un’epoca col proprio nome. Mike Tyson, per
quanto grezzo e selvaggio, è stato un grande campione di pugilato, e la sua fama
ha illuminato sia l’avversario che ha battuto per divenire campione, sia chi in
seguito ha battuto lui, sia infine chi l’ha battuto senza che potesse rialzarsi.
Ma tutti costoro, anche grandi, sono i deuteragonisti della storia: il
protagonista è rimasto lui, come a suo tempo lo fu Cassius Clay. Vale per i
grandi nomi dello sport, della storia, della scienza e naturalmente della
politica.
Dall’autunno del 1993 l’Italia ha vissuto sotto il segno di Berlusconi ma in
politica le cose non vanno come vanno nello sport, in cui si rende onore anche
al concorrente sconfitto. In politica la lotta è molto più rude, molto meno
leale e diviene facilmente scontro e persino odio personale. Ciò è stato
particolarmente vero e particolarmente giustificato in questo caso perché la
sinistra ha sempre saputo che chi batte un normale segretario di partito ottiene
soltanto il cambio di un politico incolore con un altro politico incolore;
mentre chi fosse riuscito a battere Berlusconi forse avrebbe eliminato
definitivamente il centrodestra. Con lui una vittoria del suo partito era sempre
possibile. Il centrosinistra comunque non è mai riuscito a batterlo veramente e
alla fine, se ne ha ottenuto la testa, è stato perché gliel’ha consegnata la
magistratura. Ma poco importa. Interessa soltanto – se si guarda al futuro – che
la politica prevedibile sarà multipolare. In questo gioco della carambola
mancherà il pallino.
Per parecchi versi sarà un vantaggio. Ci si libererà, per cominciare, del
brutto vezzo di parlare troppo di Berlusconi. Per quest’uomo hanno votato
milioni di italiani i quali però, il giorno dopo, pensavano ad altro; mentre ci
sono stati altri milioni di italiani – e fra loro moltissimi giornalisti – che a
lui hanno pensato continuamente, giorno e notte, per dargli la colpa del fatti
più inverosimili: pioveva perché era ladro Berlusconi. Andò al potere nel marzo
del 1994, cadde nel dicembre e – cosa indimenticabile – si parlò subito di un
governo che nel corso di anni “mettesse rimedio ai guasti del governo
Berlusconi”. Un governo durato circa otto mesi, vacanze incluse. Neanche il
tempo di scaldare le sedie. E così sempre in seguito. Berlusconi è stato un
immenso fastidio per chi vedeva in lui un nemico e un immenso fastidio anche per
chi lo votava. Fra l’altro perché era vietato dirne bene: si era subito accusati
di essere sul suo libro paga.
Il berlusconismo, più che un partito politico, è stato una tendenza
elettorale; l’antiberlusconismo, invece, una religione e una monomania. I suoi
aderenti più appassionati sono stati fastidiosi e vagamente disgustosi come
certi ditteri chiamati scientificamente Scatophagae Stercorarie e in francese,
brutalmente, mouches à merde. La fine dell’antiberlusconismo, o la sua
riduzione ad insignificanza, ci libererà da questa mitologia. Da domani la
politica sarà uno scontro fra comprimari e mancherà un comodo bersaglio cui far
risalire ogni colpa e ogni guaio.
Berlusconi sarebbe potuto uscire di scena con ben diverso stile, magari non
cambiando vorticosamente posizione nel giro di pochi giorni. Ma la fine della
sua parabola non può che essere accolta con un sospiro di sollievo. Suvvia,
signori antiberlusconiani, suvvia signori diversamente berlusconiani, fateci
vedere di che cosa siete capaci, ora che non avete più la testa di turco.
pardonuovo.myblog.it
Nessun commento:
Posta un commento