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martedì 6 novembre 2012

Troppa faziosita', ottusita', irragionevolezza, delirio nella stampa.

A volte, leggendo i giornali, si ha la sensazione di entrare in un mondo “delirante”. A proposito dell’astensionismo in Sicilia si pensa che sia un campanello d’allarme che mette a rischio il sistema politico. Di sicuro e’ un forte richiamo ai partiti politici ad avere piu’ “moralità” iniziando a non dissipare il denaro pubblico. I politici devono capire che e’ giunto il momento di tagliare il troppo denaro che alimenta la politica. Ma la politica può cambiare? Difficilmente. I difetti della politica sono tutti “insiti” in quasi tutti gli italiani. Quindi l’astensionismo, oggi siciliano e domani nazionale, non produrrà nessun cambiamento. Il giornalista Massimo Franco (Corriere della Sera) dà la colpa dell’astensionismo a Berlusconi, e te pareva che la colpa non era sua! “È la voragine lasciata dalla triste decadenza di Silvio Berlusconi e del suo sistema di potere, che si traduce per ora in astensionismo, frammentazione e derive populiste”. A parte la “sciocca” e “faziosa” denuncia, si dimenticano i fatti. La coalizione (Pd ed Udc), che ha eletto Crocetta in Sicilia, ha ottenuto circa il 10% in meno del totale dei voti messi insieme delle liste per Micciché e Musumeci. Dunque, più che di “decadenza” del centrodestra, almeno in Sicilia, bisogna parlare di “divisioni”. Questa e’ la realtà. Passiamo a Mario Monti che ha battuto tutti i record. Ha sostenuto, “pavoneggiandosi” senza alcuna “sobrietà”, che si può ottenere il consenso anche adottando provvedimenti sgradevoli, purché siano “giusti”: infatti il suo governo e’ “più popolare dei partiti politici”. Ha insomma attribuito a sé stesso i meriti (molto dubbi) della sua politica quasi che i precedenti governi avessero avuto, come lui ha, l’appoggio “simultaneo” del centrodestra e del centrosinistra. Dopo queste parole Monti meritava di essere sonoramente “spernacchiato” e invece niente. Nessuno ha detto che il nostro primo ministro somiglia a uno che, montando sulle spalle di due suoi “amici” (Pdl e Pd), si vanti di essere l’unico capace di scavalcare il muro. Per non parlare dei segni di ripresa che dice di essere “prossima” quando tutti sanno che occorreranno ancora molti anni prima che s’intraveda. Il “delirio” nazionale non conosce limiti. La ministra Fornero ha detto che i giovani italiani sono “choosy”, (schizzinosi) nella scelta dell’occupazione. E’ una cosa piu’ che ovvia, perché se così non fosse in Italia non ci sarebbero tanti immigrati. Se gli italiani non rifiutassero i lavori in cui sono occupati gli immigrati, in Italia ci sarebbe la piena occupazione. Trecentomila sono le imprese gestite dagli immigrati (impiegano oltre 900mila persone) e ne nascono centinaia ogni giorno mentre, giornalmente, mille sono le imprese gestite dagli italiani che chiudono. Ma gli italiani, che non si “indignano” per cose gravissime (a cominciare dal mal funzionamento della giustizia), si “incazzano” di brutto se si dice che molti giovani sono “viziati”. Insomma la ministra “ipocritamente” avrebbe dovuto dire che tutti i giovani sono “indefessi lavoratori” pronti a sacrificarsi. Con questa “mentalità” l’Italia ha poche possibilita’ di risalire la china. Troppa ipocrisia, ottusità, irragionevolezza che “illude” e non “responsabilizza” i giovani che alla fine rimarranno sempre piu’ “smarriti” e….“disoccupati”.

Beppe Grillo "premier" e Tonino Di Pietro "Presidente delle Repubblica".


Proponendo Antonio Di Pietro come “Presidente della Repubblica” il “comico” Beppe Grillo ha fatto “sganasciare” dalle risate diventate “irrefrenabili” quando ha sottinteso che lui potrebbe essere “Primo ministro”. Ve l’immaginate a quanti punti salirebbe lo “spread” se questa malaugurata eventualità si concretizzasse? Piu’ nessuno comprerebbe i titoli di Stato italiani il che significherebbe la bancarotta definitiva per l’Italia che si ridurrebbe peggio della Grecia. Grillo ha elencato le qualità positive di Di Pietro che si riassumono in due: l’essere “onesto” e “antiberlusconiano”. La prima qualità e’ provata dal fatto che “e’ stato assolto dalle accuse”. Se le “assoluzioni” sono una dimostrazione di onestà, Berlusconi batte Di Pietro di gran lunga: infatti, a vario titolo, ne ha collezionate oltre trenta. Rimane l’antiberlusconismo, ma anche qui bisognerebbe dimostrare che Di Pietro e’ superiore agli altri. In questo campo i concorrenti sono “decine di milioni”. Sui giornali, nei blog, dovunque si possa far sentire la propria voce sono milioni quelli che non si sono privati di scrivere, di dire e di gridare “le cose peggiori che si possano immaginare”, su Berlusconi. Rimane l’azione politica. A sentire Grillo, Di Pietro e’ “l'unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei”. Forse Grillo vuole premiare Di Pietro per la “virulenza popolaresca” dei suoi attacchi, per la fantasia negli insulti e nelle accuse? Sarebbe un “autogol”. Ad ammettere che Di Pietro abbia questo poco invidiabile primato, siamo sicuri che queste “qualità” siano le migliori per ricoprire la carica di “Presidente della Repubblica” che richiede “decenza”, buon gusto, cultura, solennità e atteggiamento “super partes”? Insomma Grillo con la sua idea di Di Pietro al Quirinale ha fatto “scompisciare” dalle risate, ma l’ha fatta per un altro motivo. Si e’ lasciato andare a grandi elogi per Di Pietro per una “clamorosa” alleanza in vista delle elezioni politiche. E per questo era necessario proporre Di Pietro come Presidente della Repubblica? Ha commesso un errore “clamoroso”. Grillo ha fondato un movimento che, a sentir lui, non e’ guidato dall’alto, ma parte dal basso ed e’ dominato dai militanti. Insomma il suo movimento e’ l’applicazione della “democrazia diretta”. Ebbene, ha consultato la base, Grillo, prima di aprire a Di Pietro? E anche Di Pietro, che ha subito spalancato le braccia a Grillo, ha consultato almeno la dirigenza dell’Idv? Non si direbbe proprio. E, infatti, le reazioni delle loro “basi” sono state negative e molto “indignate”. La base del “movimento cinque stelle” si sta ribellando a Grillo. Per Di Pietro e’ arrivata la resa dei conti. L’Idv (Italia dei Valori) e’ considerato un partito morto dai suoi maggiori esponenti come il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il capo gruppo alla Camera Massimo Donadi che si e’ dimesso.

La condanna in primo grado a Berlusconi.


I PM di Milano hanno responsabilità dirette della crisi economica in cui l'Italia sta “annaspando”. Sono colpevoli di aver disatteso la “Ragion di Stato” perseguitando immotivatamente per circa 20 anni Berlusconi come Premier in carica, solo per la loro personale arrampicata sociale e per lotta politica. Specialmente Bruti Liberati non ha mai preso le distanze dai “delinquenti” delle Brigate Rosse, anzi sembra ancor oggi simpatizzare per i terroristi degli anni di piombo, che tanto sangue hanno versato mentre io (neppure trentenne) ero impegnato a mantenere i miei quattro figli (a quell’epoca, diventati poi cinque nel 1981) invece di andare in giro in manifestazione a fare il “deficiente”. Quella a Berlusconi e' senza dubbio una sentenza politica, come sono politici i tanti processi “inventati” a suo riguardo. La sentenza e’ la conferma di un vero e proprio “accanimento giudiziario” e dell’uso della giustizia a fini di lotta politica. Ci sono molte prove dell’innocenza di Berlusconi due delle quali assolutamente inoppugnabili: 1) L'accusa lo vorrebbe socio di due imprenditori americani, uno dei quali non ha mai conosciuto. Se fosse stato socio di questi imprenditori sarebbe bastata una sua telefonata all'ufficio acquisti di Mediaset per far acquistare i diritti televisivi, che questi due imprenditori volevano vendere, senza pagare tangenti. 2) Se fosse stato socio sarebbe subito venuto a conoscenza di una tangente così elevata versata ai responsabili del servizio acquisti, e non avrebbe potuto che provvedere al loro immediato licenziamento, visto che per quell'ufficio passavano 750 milioni di acquisti all'anno. Nessun imprenditore si sarebbe potuto comportare diversamente, permettendo di continuare a rubare ai danni della sua azienda e di se stesso. Quando non si può contare sull'imparzialità dei giudici, un paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa anche di essere una democrazia. Stessa cosa diceva Maximilian Robespierre oltre due secoli fa:“Popolo, ricordati che se nella Repubblica la giustizia non regna con impero assoluto, la libertà non è che un vano nome!”. E' triste, ma la situazione dell’Italia oggi e’ così.

P. S.: Un’incredibile notizia. Napolitano il 18 novembre farà “cavaliere” della Repubblica Italiana “Martin Schulz”, l’eurodeputato tedesco divenuto famoso per il battibecco del luglio 2003 al Parlamento europeo con l’allora premier italiano Silvio Berlusconi, e proprio quell’episodio lo ha portato a diventare nientemeno che presidente dell’Aula di Strasburgo. Napolitano “premia” Schulz per avere offeso Berlusconi. Un vergognoso gesto anti italiano.

martedì 9 ottobre 2012

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. (Sbagliare e' umano, perseverare nell'errore e' diabolico).

Le elezioni del 2006 e del 2008, per eleggere 18 rappresentanti degli italiani residenti all’estero, sono state dei colossali “imbrogli” tanto che ancora ce ne vergogniamo. Sono di dominio pubblico le “irregolarità” e le “truffe” perpetrate basta ricordare Nicola Di Girolamo, selezionato da Marco Zacchera e confermato da Gianfranco Fini, eletto Senatore finito poi in galera. Ma avrebbero dovuto fargli compagnia molti altri, sia di destra che di sinistra. Gli italiani nel mondo hanno sempre avuto il diritto di voto, soltanto che per esercitarlo dovevano ritornare in Patria per votare nel seggio della loro ultima residenza. Dal 1994 al 2001 corrispondevo frequentemente via fax con Mirko Tremaglia. Quando gli scrissi che le circoscrizioni estere non erano necessarie e che sarebbe stato piu’ che sufficiente potere votare per posta, come accade in molte altre nazioni, la corrispondenza s’interruppe. Se prima dell’approvazione della legge Tremaglia (n.459 del 27 dicembre 2001) ogni “teoria” a favore o al contrario era valida, dopo averla sperimentata, per ben sette anni, sappiamo per certo che e’ “assurda” ed e’ un grosso sperpero di denaro pubblico. I 18 parlamentari costano oltre 3milioni e 400mila euro all’anno. Fece grande scalpore la frase di Bobo Craxi che senza mezzi termini disse che:“gli eletti all’estero non contano un c….”. Senza dubbio una frase volgare, ma e’ l’assoluta verità. Nella vita contano i fatti. Chi ricorda cosa hanno realizzato di positivo i 18 eletti all’estero (12 deputati e 6 senatori)? Zero assoluto. Non facciamo gli “struzzi”. Nelle due precedenti elezioni hanno votato soltanto il 39% degli aventi diritto, il che significa che il 61%, cioè la stragrande maggioranza, se ne ‘frega” di partecipare alla “farsa” che premia soltanto 18 persone che, come abbiamo toccato con mano, non servono a “niente”. Sbagliare e’ umano, perseverare nell’errore e’ “diabolico”. Sicuramente l’intenzione di Tremaglia andava oltre al solo diritto di voto, voleva anche che la sua legge permettesse l’applicazione dell’art.35 della Costituzione: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero, promuovendo e favorendo gli accordi con le organizzazioni internazionali per salvaguardare i diritti dei lavoratori italiani”. Ebbene, nessuno dei 18 eletti all’estero mai si e’ interessato di applicare questo articolo. Da sempre, ma anche tutt’oggi, gli italiani che emigrano non vengono “tutelati” da nessuno. Tutelare chi emigra e’ senz’altro “interesse nazionale” e, quindi, un preciso “obbligo” per gli eletti all’estero. Nelle due precedenti elezioni, sia chi e’ risultato eletto e sia chi era negli elenchi dei candidati, “rarissime” erano le persone con i requisiti necessari per mettere piede in Parlamento. Ma anche se fossero state persone “idonee”, di destra e di sinistra ed unite tra loro, quanto avrebbero contato? Esattamente come pensava Bobo Craxi. Nonostante tutto questo ci sono ancora molti, pur non avendo i requisiti necessari e neppure la “competenza”, che venderebbero l’anima al diavolo per farsi candidare, per tentare la fortuna di essere eletti quando sanno che non potranno mai “mantenere” gli impegni che prenderanno con gli elettori. Perche’ allora “fremono” per “acchiappare” la poltrona? Potere esibire il “biglietto da visita” di Onorevole o di Senatore (e percepire i relativi “appannaggi”) e’ il massimo per loro. Prevale l’interesse personale e l’appagamento della loro smisurata “vanagloria”. Non gli passa neppure per la “capa” che la politica “esclusivamente” e’“servizio” alla collettività.

Carta canta...verba volant scripta manent (le parole volano lo scritto rimane).

“Qualora dovessimo venir meno a questo impegno, non esitate a farcelo sapere”, cosi’ termina il “Messaggio dei riconfermati parlamentari della ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide” pubblicato venerdì 18 aprile 2008 a pagina 40 dei giornali italiani editi in Australia “Il Globo” e “La Fiamma”. Il “gatto” e la “volpe”, alias Marco Fedi e Nino Randazzo, dopo un “Grazie italiani d’Australia” in colore rosso (non poteva essere altrimenti) a caratteri cubitali che occupa tutto lo spazio orizzontale della pagina, presi dall’euforia per il pericolo “scampato” e per la “insperata” riconferma, “entusiasticamente” elogiano chi li hanno votati riconoscendogli: “maturità, responsabilità, virtù civiche, consapevolezza dei loro diritti e doveri che li rendono protagonisti esemplari ed orgogliosi…..”. Quindi, dopo un “fumoso” preambolo, affermano che la loro riconferma “e’ segnale insieme di continuità e rinnovamento” e spiegano: “Continuità con un programma di iniziative legislative per gli italiani nel mondo in parte portato a termine – dall’estensione della 14ma ai pensionati all’estero che hanno i requisiti, alla copertura assicurativa sanitaria per gli immigrati indigenti laddove manchi, alla forte riduzione delle imposte comunali italiane sulla prima casa di proprietà di un residente all’estero e, in parte gia’ impostato nell’appena conclusa legislatura, dalla riacquisizione della cittadinanza italiana per coloro che l’hanno perduta ad una sanatoria INPS, al rafforzamento dei servizi consolari.” E imperterriti aggiungono: “Rinnovamento di strumenti politici e istituzionali……blaba, blaba…” Chi desiderasse leggere l’intero “proclama” lo troverà nel mio blog www.itamondo.blogspot.com digitando “Carta canta” sulla finestra Google a destra. Un proverbio dice che “le chiacchiere fanno le pulci e la pastasciutta riempie la pancia”. Marco Fedi e Nino Randazzo hanno fatto soltanto “pulci” e niente “pastasciutta” (fatti). Qui sotto la dimostrazione che non hanno realizzato neppure uno dei loro impegni. 1) La tanto reclamizzata 14ma. Evidentemente i Patronati (per il 99% di sinistra) che hanno istruito le pratiche per far ottenere ai loro clienti la 14ma promessa da Prodi, hanno fatto “carte false”. Ma nei controlli fiscali degli anni successivi, l’INPS ha scoperto che erano in molti a non averne diritto, quindi, ha richiesto la restituzione della 14ma. A quel punto, alcuni gestori dei Patronati per difendersi e coprire le loro colpe, hanno divulgato la notizia ai pensionati che non si trattava di un recupero di “indebito”, ma che il governo Berlusconi aveva “ridotto” le pensioni. Una “calunnia” in piu’ delle “mille” che hanno contribuito a screditare Berlusconi. 2) Copertura sanitaria. Gli unici ad averne bisogno sono gli italiani emigrati in Argentina che, purtroppo, ancora oggi non l’hanno. 3) ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). Nel 2008 il governo Berlusconi cancellò “interamente” ICI sulla prima casa, quindi, nessun merito va ai parlamentari eletti all’estero. Ma oggi gli italiani residenti all’estero, che avessero una casa in Italia, dovranno pagare, senza se e senza ma, l’IMU (Imposta Municipale Unificata). Perche’ i 18 “magnifici” eletti all’estero non sono riusciti a bloccare questo pagamento? 4) Riacquisizione della cittadinanza italiana. E’ un altro impegno del tutto disatteso. L’unico modo per riacquistare la cittadinanza italiana e’ di usufruire dell’art. 13 della legge del 5 febbraio 1992 n.91, una legge approvata quando ancora i parlamentari eletti all’estero non esistevano. 5) Gli “indebiti pensionistici”. Si sa che i Patronati istruiscono la maggior parte delle pratiche di pensione che poi inoltrano all’INPS. Se il pensionato riceve un importo di pensione superiore a quello dovuto, certamente non e’ sua la colpa e tanto meno il suo e’ comportamento “doloso”. Se successivamente l’INPS accerta che alcuni importi non erano dovuti al pensionato, giustamente, deve recuperare le somme pagate in piu’ (“indebiti pensionistici”). Per farlo, per un certo periodo, sino a rimborso totale dell’indebito, l’INPS sarà costretta a detrarre dalla pensione base il 10%, ed e’ ovvio che il pensionato, a quel punto, si trovi in gravi difficoltà, considerata l’esiguità’ delle pensioni. Avevo proposto che fossero i sindacati (che ricevono milioni di Euro dallo Stato italiano e che gestiscono i Patronati) a rimborsare l’INPS per gli errori da loro commessi. Marco Fedi ogni tanto usciva fuori con qualche “roboante” ed “illusoria” dichiarazione assicurando i pensionati che gli “indebiti” sarebbero stati sicuramente cancellati. Ed, infatti, cosi’ e’ stato, ma soltanto perche’ l’INPS ha ormai quasi del tutto recuperato tutti gli “indebiti” generati dalle “fasulle” dichiarazioni di molti Patronati. 6) Da “sganasciarsi” poi dalle risate e’ la promessa di “rafforzare i servizi consolari”. Ne sa qualcosa chi si rivolge ai consolati! Marco Fedi e Nino Randazzo sono “venuti meno” ai loro impegni e, perche’ da loro sollecitato, “non esito” a farglielo sapere. Il “gatto” e la “volpe” hanno agito senza “coscienza” e “dignità” nei confronti degli italiani d’Australia nonostante il loro “solenne impegno di rappresentarli coscienziosamente” e promettendo che “i legittimi interessi e aspirazioni troveranno in noi disponibilità, l’ascolto ed il servizio”. Balle! E vuoi vedere che stanno pensando di ricandidarsi anche per il 2013? Mi sa tanto che questa volta non ci sarà piu’ “trippa per gatti” e neppure per le “volpi”.

domenica 7 ottobre 2012

Carta canta.

Il Globo & La fiamma, venerdì 18 aprile 2008

Messaggio dei riconfermati parlamentari
della ripartizione Africa-Asia-Oeania-Antardide

Grazie, italiani d’Australia!

Un sincero ed affettuoso saluto a tutti i cittadini italiani d’Australia che hanno partecipato alle elezioni per il rinnovo del Parlamento repubblicano, dimostrando grande senso di maturità, di responsabilità e virtù civiche, prima fra le quali la consapevolezza di diritti e doveri che rendono protagonista esemplare ed orgogliosa nel mondo questa nostra collettività del quinto continente.

Donne e uomini, anziani e giovani, per il semplice fatto di aver votato, non importa per quale lista di partito o candidato, vi siete fatti portatori e difensori di importanti valori d’italianità in questa parte del mondo, che non sono assolutamente in contrasto ma integrano e arricchiscono ulteriormente il vostro senso d’attaccamento, appartenenza e lealtà all’ospitale nazione australiana.

La fiducia che avete riconfermato quest’anno, con accresciuto volume di consensi in Australia, agli stessi due vostri rappresentanti parlamentari scelti alle consultazioni popolari del 2006 rieleggendoli al Senato e alla Camera dei Deputati, e’ segnale insieme di continuità e di rinnovamento.

Continuità con un programma di iniziative legislative per gli italiani nel mondo in parte portato a termine – dall’estensione della 14ma ai pensionati all’estero che ne hanno i requisiti, alla copertura assicurativa sanitaria per gli emigranti indigenti laddove manchi, alla riduzione delle imposte comunali italiane sulla prima casa di proprietà un residente all’estero e, in parte gia’ impostato nell’appena conclusa legislatura, dalla riacquisizione della cittadinanza italiana per coloro che l’hanno perduta ad una sanatoria di indebiti INPS, al rafforzamento dei servizi consolari.

Rinnovamento di strumenti politici e istituzionali – da un miglioramento della legge per il voto all’estero alle riforme di organismi rappresentativi quali Comites e CGIE – per affrontare le tematiche vecchie e nuove della presenza italiana all’estero in un quadro parlamentare ora cosi profondamente cambiato in patria e che offre sfide e aperture tutte da verificare e dove possibile utilizzare in un regolare e libero rapporto e confronto comunitario.

Un grazie di cuore, dunque, a chi vi ha votati. Un riconoscimento di perfetta legittimità democratica a chi ha votato per altri candidati. Agli uni e agli altri il solenne impegno di rappresentarli al meglio nelle assemblee parlamentari, di accoglierne i suggerimenti e segnalazioni, di mantenere nei limiti dell’umanamente possibile i contatti diretti ed indiretti. Un network di referenti in realtà locali cosi’ profondamente differenziate, su una vasta ripartizione elettorale quale appunto quella di Africa, Asia, Oceania, resta uno dei nostri principali obbiettivi non pienamente raggiunto o raggiungibile nel corso della brevissima e difficile legislatura passata.

Una particolare espressione di gratitudine e’ ancora dovuta ai numerosi collaboratori e collaboratrici che, in spirito di generoso volontariato. In ogni parte d’Australia, hanno reso possibile nel corso di un’intensa quanto breve campagna elettorale la riconferma del nostro mandato parlamentare. Un gruppo piu’ affiatato e cosciente del delicato momento politico, per l’Italia e per gli italiani nel mondo, sarebbe difficile trovarlo, ed ha costituito il perno del successo elettorale del Partito Democratico e dei suoi candidati in questa ripartizione della circoscrizione Estero e insieme la base, sul territorio, di un’articolata struttura di aggregazione italo-australiana con capacità.

La modifica di ruolo nel nuovo Parlamento, il nostro posizionamento nei ranghi dell’opposizione, non inciderà sugli impegni sulla natura della nostra rappresentanza coscienziosa e dignitosa della comunità italo-australiana i cui legittimi interessi e aspirazioni troveranno sempre in noi disponibilità, ascolto e servizio.

Insieme ai nostri ringraziamenti si accompagna una messe di fervidi auguri.

Al variegato e fiorente associazionismo della nostra gente, affinché il ricambio generazionale diventi motore di valorizzazione e trasmissione di tradizioni culturali. Agli esponenti della prima generazione di emigranti, affinché mantengano vivi e saldi i rapporti e la conoscenza della loro terra di nascita. Alle nuove generazioni, affinché stimolino l’allargamento e il potenziamento di diffusione scolastica e comunitaria, di lingua e cultura italiane. Alle famiglie del nostro gruppo etnico in ogni parte d’Australia. Affinché continuino ad essere sempre piu’ gratificate dei successi loro e dei loro figli in ogni campo d’umana attività, che anche l’opinione pubblica e le autorità politiche e istituzionali d’Italia debbono imparare a conoscere ed ad apprezzare piu’ adeguatamente.

A tutti, dovunque vi troviate in questo continente, da poco o lungo tempo, nelle città e nelle campagna, sui posti di lavoro o nel riposo del pensionamento, nelle libere professioni o in settori di creatività artistica e culturale, emigranti e figli e nipoti di emigranti con segni indelebili d’italianità nel sangue e nel cuore, il nostro impegno (che non e’ la solita vuota promessa di politica elettorale) a mettercela tutta per continuare a meritare la vostra fiducia nello svolgimento del nostro mandato parlamentare. Qualora dovessimo venir meno a questo impegno, non esitate a farcelo sapere.



martedì 2 ottobre 2012

La politica e' servizio al cittadino, competenza, senso del dovere e integrita' morale.

La “casta” politica “sfrutta” il popolo. “Pretende” il suo consenso, ma in cambio lo “turlupina”. I rappresentanti delle molteplici “confraternite politiche” (Parlamentari, Regioni, Provincie, sindacati, aziende municipalizzate, presidenti di enti fasulli ecc.) si riciclano sistematicamente. Non abbandonano le poltrone, i “superstipendi”, i “privilegi”, sono incollati al potere e hanno completamente perso di vista la “realtà quotidiana del vivere”. Sono lontani “anni luce” dai problemi della gente, dalle notti insonni di chi non sa come affrontare un nuovo giorno, da chi non riesce più a sorridere ai propri figli, da chi non riesce più a gestire la propria esistenza. Le persone non sanno piu’ come fare per vivere una “vita normale”. Sembra che essere “normali” sia una colpa. La persona normale dà fastidio alla politica, a chi detiene il potere, a coloro che sono stati abituati a fare tutto quello che vogliono in “barba alla legalità”, alla giustizia, al buon senso, al rispetto pubblico e privato. Chi rispetta le regole e’ ritenuto uno “fesso”. La politica e’ diventata una “abominevole” guerra di poltrone. Non e’ piu’ considerata “servizio” al cittadino, e’ diventata preda di gente “senza scrupoli” e di “lobby” che “manovrano” e “manipolano” la volontà popolare. Il popolo e’ spettatore, tagliato fuori dalle decisioni che lo riguardano. Gli e’ impossibile avere un contatto diretto con chi lo rappresenta, ma tuttavia qualcuno riesce a trovare delle “comode connivenze” che gli permettono di sopravvivere. Mentre le persone “normali” si dibattono nei suoi mille problemi quotidiani, quelli delle varie “caste” parlano di lavoro, in molti casi senza aver mai lavorato. Parlano ai lavoratori, a coloro che partono la mattina presto, ai cassintegrati, ai vecchi con pensioni da fame, agli ammalati costretti a tirar fuori i denti per sopravvivere, ai giovani che non trovano lavoro, a tanta gente ignara di come sarà l’alba del nuovo giorno, e lo fanno per “abbonire” il popolo che ha “fregato” per continuare a mantenere ciò che hanno “rubacchiato” un po’ di qua e un po’ di là. La democrazia italiana e’ democratica “solo in apparenza”, di fatto e’ una somma di “oligarchie” di “lobby”. Il diritto di voto può cambiare qualcosa? Forse la coalizione di governo, ma non le persone che gestiscono la macchina governativa. Non importa se nominati o eletti con le preferenze, molti saranno i “farabutti” a farsi eleggere. Ci sono deputati e senatori che hanno trascorso tutta la vita nei “palazzi”, eppure sono ancora lì, perché quei palazzi sono diventati le loro “case di riposo dorate”. La politica deve potersi “rinnovare”, deve sottoporsi a controlli e valutazioni. Il popolo deve tornare a essere il “vero sovrano” delle grandi decisioni del Paese. Per fare questo pero’ deve smetterla di “chiedere favori”, di “diventare cliente” di personaggi senza arte né parte, abilissimi nel “manipolare” il cuore e la mente delle persone. I cittadini devono ritrovare la propria “onestà”. La politica deve essere aperta a tutti, ma soprattutto a chi se la merita, giovani o meno giovani non importa. Certamente bisogna favorire i giovani ma che non abbiano gia’ acquisito i difetti dei “marpioni” che li hanno allevati. Chi rappresenta il popolo, prima di tutto, deve essere “competente”, avere il senso del dovere, integrità morale, capacità intellettive e umane, correttezza e rispetto cioè “onestà”. Questi sono i “pilastri” sui quali occorre ricostruire la politica. La politica deve generare certezze, garanzie, fiducia e speranze. Una vera democrazia ha bisogno di persone “perbene”, di uomini e donne che sappiano essere “esempi positivi” per tutti ma, soprattutto, per le nuove generazioni. Persone che sappiano interpretare i bisogni della gente per permettergli di vivere dignitosamente. Per fare questo occorre un cambiamento epocale che deve avere come protagonista il popolo che dovrà scegliere a rappresentarlo soltanto chi coerentemente ha mantenuto intatta la propria “onestà”.