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lunedì 4 marzo 2013

Nella IV Circoscrizione Estera solito copione, soliti vincitori della lotteria.

 
Anche questa volta è stato impossibile battere la sinistra che si avvale delle numerose reti dei sindacati, quelle dei patronati, ma anche di altre organizzazioni ben radicate come la Filef (Federazione italiana lavoratori e famiglie) che mettono a disposizione centinaia di volontari per contattare telefonicamente gli elettori. Queste “ramificazioni” territoriali non si possono improvvisare in due/tre settimane di campagna elettorale. Al centrodestra manca quest’organizzazione, chi può raccogliere i voti che servono per vincere? Eppure c’e’ un mezzo efficace per raggiungere le migliaia di elettori. Chi ha organizzato  la campagna elettorale ad Ivano Ercole ha completamente ignorato “Internet”. E’ stato preferito il “vecchio” metodo, ormai non più efficace, dei “pranzi” o delle “cene” conviviali dove si raggiungono appena poche centinaia di elettori. Con un’intelligente, ben “congeniata” e “martellante” campagna “Internet” piena di “contenuti”, Sharon Nizza, la candidata del Pdl residente in Israele, ha potuto raggiungere molti elettori ottenendo ben 4381 preferenze, risultando quarta tra i candidati più votati (8336 Fedi, 6978 Giacobbe, 5426 Cossari), un risultato “strabiliante” perché ottenuto “soltanto” con voti “genuini”. Se poi non le fosse stato “impedito” (da “sciocche” beghe interne del Pdl) di farsi pubblicità su “Il Globo”, “La Fiamma” e alla radio, quanto tutti gli altri candidati ne hanno abbondantemente usufruito, avrebbe certamente conseguito un risultato “sorprendente”. E il risultato sarebbe stato molto “importante” se uno sciopero delle poste in Sud Africa, dal 12 febbraio (ancora in atto), non avesse bloccato la consegna ai consolati di circa 15mila schede “falsando” del tutto l’esito elettorale della IV Circoscrizione considerato che la stragrande maggioranza degli elettori sono di centrodestra. Complessivamente, in tutte le quattro circoscrizioni estere, come anche in passato, sono state segnalate alcune schede “sospette” perché all’apparenza compilate dalla stessa mano. Non è mancata la compra/vendita delle schede. Sono state anche riscontrate schede “contraffatte”. E’ stato redatto un “esposto” alla Procura, e si spera nell’efficienza dei carabinieri che sono intervenuti e che hanno confermato di aver rilevato schede palesemente “false” molto “simili” all’originale a Castelnuovo dove si è tenuto lo spoglio della IV circoscrizione Africa, Asia, Oceania, Antartide. Si spera che venga fatta rapidamente chiarezza sulla vicenda.


Tra il dire e il fare c'e' di mezzo il mare.

Come si “frastaglierà” l’onda dei “grillini” quando si dovrà confrontare con il mondo reale? Ora sono “rivoluzionari” duri e puri, ma vedrete che il potere corromperà anche loro. L’occasione fa l’uomo ladro e saranno agevolati dall’art. 67 della Costituzione (Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita il suo mandato senza vincolo di mandato). Ricordate i “Verdi” e la “Lega”?  Il problema non fu la loro “consistenza”, ma “l’inconsistenza” politica dei maggiori partiti di allora. I “Verdi” comparvero sulla scena negli anni ottanta, conquistando molta attenzione mediatica e spazio politico. I numeri elettorali non sono mai stati quelli di Grillo, ma anche perché il sistema politico era assai più solido dell’odierno (incredibile ma vero). I “Verdi” venivano quasi tutti dalla sinistra, in qualche caso da quella estrema come “Democrazia Proletaria” ma, alla fine, molti fra loro si sono “sistemati” come un qualsiasi “borghese” che prima odiavano. Ricordate Alfonso Pecoraro Scanio?  Ricorderete che erano “anti” a tutto. Già nel 2001 cominciarono a calare, ma non bastò a tenerli fuori dal Parlamento. Ora sono “spariti”, scomparsi nel nulla. L’ambientalismo diventò presente “permanentemente” in tutti i programmi di qualsiasi partito, producendo molti “disastri”. Non vollero le centrali nucleari. Ora l’Italia paga l’energia per le sue industrie 30% in più dei suoi competitori. E la compra dalla Francia che la produce, subito al di la delle Alpi, con centrali nucleari. Scelsero l’energia “rinnovabile”, dove di rinnovato, più che altro, c’è le pesanti bollette elettrice per tutti. Il guaio, insomma, non furono i “Verdi”, ma i partiti che vollero adeguarsi alle loro “utopie”. La “Lega” arriva sulla scena alla fine di quello stesso decennio. La prima reazione dei partiti al potere fu di “dileggiarli”. “Snobbarono” Umberto Bossi che si dimostrò subito un tattico raffinato, almeno tanto quanto lo è ora Grillo. Prima i media esagerò la loro entrata in politica pur di sostenere che i partiti di governo erano “finiti” (invece raccoglievano la maggioranza assoluta dei voti, che alla luce degli odierni risultati significa che “schiattavano” di salute). Si cominciò a scrivere che lo “Stato” era così marcio da favorire l’arrivo dei “barbari”. I quali non giunsero, in compenso agirono le procure che, con a capo Antonio Di Pietro, diedero il via, con “mani pulite”, al “massacro” di una parte politica. Poi, stabilito che oramai la “Lega” faceva parte del sistema, in molti iniziarono a parlare di una cosa che nessuno sapeva cosa fosse: il “federalismo”. Per facilitare il “federalismo” la sinistra varava la “pessima riforma” costituzionale (con tre voti di maggioranza), che “scassava” lo Stato, mentre i “leghisti” si “romanizzavano” alla grande e il loro condottiero “sistemava” il figlio “trota” ed ebbe inizio il “frega frega”. Ancora una volta, il problema non è stato la “Lega”, ma dei partiti che hanno creduto alle “fandonie” leghiste. I voti di Beppe Grillo arrivano in grande maggioranza dai delusi del PdL e della Lega che rispetto alle politiche del 2008 insieme perdono, per la precisione, il 29.97%. Di questo il 10% circa è stato preso da Monti che però ormai non conta più nulla. Non potrà mai essere l’ago della bilancia, ed è tagliato fuori per sempre. Alle prossime elezione, imminenti o fra cinque anni, neppure si presenterà. Il prezzo pagato a Grillo dal PdL è stato di circa il 20% della sua base 2008. Una valanga di voti. Il Pd ha pagato poco a Beppe Grillo e forse di più al Sel e al voto inutile per Ingroja. Rispetto al 33.18% del 2008, se si fanno le somme e le sottrazioni, si trova che il Pd ha pagato al Sel il 3.2% e a Ingroja il 2.24%. Restano per Grillo solo il 2.32% dei suoi elettori del 2008. Il grande esodo quindi è avvenuto dalla coalizione Pdl-Lega. Per tradizione politica la base elettorale del Pd è formata da uno “zoccolo duro” molto meno volatile di quella del Pdl e della Lega. Il grosso della base elettorale di Grillo non arriva da sinistra, ma dai delusi/indignati del centrodestra che, se rimarranno delusi da Grillo, ritorneranno dove sono venuti. I “grillini” vogliono molte cose identiche a quelle che gli altri partiti vogliono: dimezzamento dei parlamentari e dei loro stipendi, abolizione rimborsi elettorali, nuova legge elettorale, abolizione dei privilegi ecc. ecc. Ma una proposta “grillina” è assolutamente “utopistica”: lo stipendio di “cittadinanza” di 1000 Euro mensili a tutti. A parte che in questo momento sarebbe difficile trovare le risorse, il fatto è chi ora guadagna circa 1000 Euro il mese lavora 40 ore settimanali, continuerà a lavorare? O penserà di farsi licenziare per ottenere lo stipendio di “cittadinanza” e poi continuare a lavorare in “nero”? La “non vittoria” del Pd è particolarmente grave se si pensa che il PdL era “diviso”, “frastagliato”, con un leader “massacrato” da media e magistrati, dall’immagine “logorata” per le vicende personali e per di più di età relativamente avanzata (Berlusconi va per i 77 anni). È “indicativo” che un terzo dell’elettorato italiano, “nonostante tutto”, preferisca votare per Berlusconi e rifiuti Bersani. “L’usato sicuro” non è stato capace di convincere e “non ha convinto”. L’appoggio esplicito del “centrino” di Monti, dei poteri forti, della magistratura di sinistra, degli accademici universitari, non è bastato. Forse è stato dannoso portarsi dietro facce “vecchie” e “sputtanate”  (Fini, Casini, Tabacci) che si aggiungevano alla falange dei “dinosauri” (Bindi, D'Alema, Veltroni, Fassino). Prendere sotto braccio Vendola è servito a ben poco. Il Monte dei Paschi è stata la ciliegina sulla torta. Il voto del 24 Febbraio ha messo in risalto, se ce ne era bisogno, l’errore commesso dalla vecchia guardia “comunista” di “far fuori” Matteo Renzi che aveva, di fatto, vinto le primarie contro la “macchina” dello “zoccolo duro” del Pci/Pd. Renzi avrebbe attirato l’esodo dei “berlusconiani” delusi e avrebbe sicuramente ridotto la base di Grillo, cosa che Bersani non è riuscito a fare. E adesso? Il Parlamento è diviso in tre Poli, Sinistra (30%), Centrodestra (30%), Movimento 5 Stelle (25%). “L’insignificante” gruppetto dei “montiani” (10%) è fuori gioco. Non ci vuole un genio della politica per capire che sarà difficile, se non impossibile, comporre un governo. Bersani ha cominciato il mercato delle vacche (ora si chiama “scouting”) ma, “apparentemente”, non sembra ci sia molta disponibilità da parte dei “grillini” eletti. Però tra i “grillini” c’e’ fermento e agitazione e cresce la fronda nei confronti del “guru” Grillo. Impossibile fare pronostici. Una soluzione ci sarebbe. Alfano e Renzi potrebbero fare un governo forte. Mettere da parte destra e  sinistra. Prendere tutto quello che c’è di buono da una parte e dall’altra. Attuare tutti i programmi necessari per far ripartire l’economia in pochi mesi. Fare tutte le riforme necessarie e se e’ possibile continuare, bene, altrimenti alle urne! Sono convinto che se si faranno tutte le riforme necessarie, il “Movimento 5 Stelle” si dissolverà come neve al sole.

 

martedì 26 febbraio 2013

Persa un buona occasione.

Se il Pdl avesse vinto le elezioni con un consistente margine di vantaggio, finalmente l’Italia avrebbe imboccato la strada che sta cercando da diciannove anni. L’Italia deve diventare più “liberale” e non rimanere “ingessata” com’è da uno Stato “opprimente”, costoso, inutile e “corrotto”. I governi Berlusconi tanto hanno fatto, ma tanto di più si sperava e ci si aspettava che facessero. Questo non si può negare. Ma non si può neppure negare che solo con Berlusconi certi sogni impossibili della “maggioranza silenziosa” e spremuta come un limone, si sono realizzati con l’azione del suo governo, ma anche da chi ha tentato invano di copiarlo e, quando si e’ trovato a governare, ha fatto soltanto disastri.  Non si può negare che tante riforme liberali e istituzionali sono state fatte (oltre 40) e poi sono state abrogate, cancellate, ridimensionate dai governi successivi di centrosinistra o, peggio ancora, da autolesionistici referendum, a partire dal più grande errore commesso di bocciare la riforma della Costituzione (2005), salvo poi pretendere di riavere quelle stesse riforme, come la riduzione dei parlamentari, che va tanto di moda ultimamente. Non si può negare che gli alleati, a partire dai principali Fini e Casini, hanno dimostrato la loro gratitudine. Hanno sempre sofferto del complesso d’inferiorità ed hanno sempre avuto la “smania” di sostituire Berlusconi il prima possibile, ed hanno fatto di tutto per “impedire” che quelle riforme fossero fatte. Certo, non si può neppure negare che Berlusconi abbia commesso degli errori personali che hanno offeso, deluso e allontanato tanti suoi elettori.  In queste elezioni le condizioni per un forte cambiamento, stranamente e nonostante tutto, c’erano tutte, forse più ancora che in altre elezioni. A partire dal fatto che gli alleati “traditori” si sono andati a “suicidare politicamente” da soli in un “centrino”, dove nella migliore delle ipotesi otterranno le poche poltrone disponibili e, nella peggiore, impediranno qualsiasi governabilità per pretendere poltrone che non gli spetterebbero mai in base ai pochi voti ricevuti. Poteva essere la volta buona che i partitini “tutto veto” e “niente riforme” sparissero dal Parlamento per arrivare, finalmente, a una democrazia matura e bipolare, l’unica che in tutto il mondo garantisca la maggiore governabilità con i minori costi pubblici e minori occasioni di corruzione. Sarebbe potuta essere la volta buona per imparare dagli errori commessi per non ripeterli per arrivare, finalmente, alla riduzione della pressione fiscale e della spesa pubblica. L’ultimo “disgraziato” governo ha dimostrato che i “tecnici” servono solo agli “speculatori” e ai“rapinatori” stranieri interessati a far man bassa dei risparmi degli italiani e delle loro migliori aziende. Se il Pdl avesse vinto, poteva essere la volta buona per mettere mano alla “cancrena” della magistratura politicizzata, ritornando alla suddivisione dei poteri democratica cancellata giusto vent’anni fa. La politica, quella vera, per me continua a essere fatta d’idee, di programmi, di coerenza, di disegni complessivi, di fattibilità dei programmi, non di persone, non di gossip, non di urla, non d’insulti, non di slogan vuoti. E’ vero che nessuno è immune dal vizio del potere. Ma l’unico modo per limitare questo vizio a tutti indistintamente i politici e’ quello di “limitare”, prima di tutto, il potere dello Stato in tutti le “sfere” possibili, proprio con quelle riforme liberali che ancora oggi Berlusconi e’ l’unico che ha la capacita di poter portare avanti con coerenza e concretezza.

Il Pd ha vinto ma non potra' governare.

Ormai è chiaro che Bersani  non solo non e’ riuscito a “smacchiare il giaguaro” ma ci ha rimediato una bella “zampata”. Il Pd, vincendo sul Pdl di qualche decimo (0,40%) alla Camera, ha la maggioranza assoluta per aver ottenuto il premio di maggioranza, ma non ha la maggioranza in Senato. Come farà a governare? Che il Movimento 5 Stelle otteneva moltissimi voti e seggi ormai lo aveva capito tutti. Si spera che finalmente questo serva almeno a far comprendere ai partiti tradizionali che e’ arrivato il momento di tenerne conto e di dare all’Italia quella svolta che aspettiamo tutti da tempo. L’ipotesi di dare stabilità al Paese, con un nuovo governo di centro sinistra, che è stato il “chiodo fisso” di Napolitano, di Mario Monti e di Pierluigi Bersani fin dal momento della caduta del governo di Silvio Berlusconi e della nascita del governo tecnico, si e’ dissolta come neve al sole. Ora a Bersani e al Pd, ma soprattutto a Napolitano, che è poi quello che decide davvero, si prospettano diverse strade. La più classica da prima repubblica: “raccattare” i voti del “centrino” di Monti, rendendo palese l’accordo da tempo raggiunto, spartirsi le poltrone, iniziare a litigare dal giorno dopo, tirare a campare finché si può senza fare nulla, mantenendo l’Italia nella ingovernabilità perenne in cui vive da 65 anni. Il “centrino”, che non è altro una nuova versione del consociativismo “cattocomunista”, nonostante il suo scarso peso politico, non rinuncerà a “ricattare” il Pd. Forse non riuscirà a imporre Mario Monti presidente del consiglio, ma nelle decisioni importanti, o si fa come dicono loro, oppure “ciccia”. Per “neutralizzare” Monti, Bersani pensa di avere l’asso nella manica convincendo gli eletti del Movimento 5 Stelle di “saltare il fosso”. Quando questo lo fa Berlusconi e’ “corruzione”, se lo fa Bersani e’ “scouting”. Non riuscirà a convincerne molti, salvo non intervenga Vendola a convincere qualche nostalgico comunista duro e puro a tornare alle origini. Per fare questo, però, bisognerebbe ritornare al”statalismo puro che il Pd, con tutti gli intrecci economico/finanziari (vedi Monti dei Paschi di Siena) ha creato negli ultimi anni, non può permettersi per non perdere l’appoggio dei “poteri forti” che lo sostengono più o meno palesemente. Il nuovo Parlamento “a tempo” sarà formato da soggetti che fanno politica per professione da sempre e da chi ha alle spalle, come unica esperienza politica, i comitati No-Tav, i centri sociali, le dimostrazioni violente di piazza o qualche altra esperienza di protesta, insomma  da “qualunquisti”. Bersani e i suoi dirigenti sono convinti di aver facile gioco nel dividere e gestire questa “massa di dilettanti” allo sbaraglio mandati in Parlamento da Grillo e dalla rabbia popolare. Infatti, sono convinti che anche questi, una volta in Parlamento, subiranno la “metamorfosi” di trasformarsi da “brave e oneste persone” a “normali” parlamentari che pensano “esclusivamente” ai “casi” loro. La natura dell’uomo è sempre la stessa ed è molto probabile che questo avvenga. Bersani & Co. s’illude se pensa che un Paese, in crisi profonda, possa essere governato in maniera continua e stabile da un’armata Brancaleone. Quindi e’ bene incominciare a pensare fin da ora alle prossime elezioni. Berlusconi tenterà di tirare fuori dai guai Bersani e il Pd proponendo, come già aveva fatto con Prodi nel 2006, di accordarsi per un governo che si occupi solo degli affari correnti, trasformando questa legislatura in “costituzionale” per “svecchiare”, finalmente, una Costituzione del tutto “inadatta” a rendere “governabile” e “competitiva” l’Italia. Solo i due principali partiti lo possono fare, perché sono gli unici che possono aspirare a governare in una democrazia moderna. Stop a governi “ricattati” dai piccoli partiti che sono stati la principale fonte di crescita della spesa pubblica e della “corruzione”. Stop alla magistratura che deve tornare al servizio dei cittadini e non dei magistrati. Tutto sommato un risultato positivo queste elezioni l’ha ottenuto. Con l’Udc di Casini all’1,8% e il Fli di Fini allo 0,5% i due vecchi “marpioni” sono fuori dal Parlamento. Sembra però che Casini possa salvarsi ottenendo un seggio al Senato, invece nessuna poltrona per Fini e per Di Pietro.

mercoledì 20 febbraio 2013

A giorni conosceremo i nomi dei due vincitori della lotteria.

“Rien ne va plus”, il gioco è fatto! Oggi 21 febbraio alle ore 16, termine ultimo per riconsegnare le schede elettorali ai consolati, finalmente, scenderà il sipario sulla terza penosa “farsa” delle elezioni all’estero, tale e quale a una “lotteria”. Auspichiamo che qualsiasi governo che si formerà dopo l’elezioni metta subito mano alla riforma del Parlamento per ridurre al 50% i parlamentari e cancellare l’inutili elezioni degli italiani all’estero. Non so quanti di voi in Australia hanno seguito le interviste ai vari candidati e i dibattiti tra loro. Ad ascoltarli, tranne alcune eccezioni, per il resto è stato “penoso”: da mettersi le mani nei capelli. Chi si e’ “distinto” più di ogni altro e’ stato, senza ombra di dubbio, Giuseppe (Joe) Cossari. Per capire cosa voleva comunicare agli elettori c’era bisogno di avere a portata di mano il vocabolario “italiannese”. Bisognava poi concentrarsi al massimo per “interpretare” il suo “contorto”  pensiero politico. Devo ammettere per onestà, che soltanto in un punto è stato veramente “chiaro” senza lasciare spazio a nessun’altra interpretazione. Ha dichiarato di essersi candidato con Monti perché Berlusconi negli ultimi 20 anni ha rovinato l’Italia. A parte che Berlusconi ha governato soltanto per 9 anni 1 mese e 17 giorni, ma questo Cossari candidato con Monti e’ lo stesso di quel Giuseppe (Joe) Cossari che nel 2006 si candidò con “Forza Italia” e nel 2008 con il “Popolo della Libertà” entrambi capeggiati da Berlusconi? E’ risaputo che “soltanto gli idioti e i geni non cambiano mai opinione”. Cossari non è ne’l'uno e ne’ l’altro, e’ una persona normale come tutti noi, quindi, senz’altro può cambiare idea. Ma come mai sino a qualche settimana fa sosteneva di essere il coordinatore del Pdl? Come si poteva leggere sul suo sito, ora la pagina è sparita per essere sostituita dalla lettera di “complimenti” che ha inviato a Mario Monti. Si e’ dimenticato pero’ di cancellare il sito www.cossari.com/electorate.html (consultatelo subito perche’, dopo aver letto questo articolo, lo cancellera’) dove appare in fotografia con altri esponenti del Pdl in un meeting del 29 ottobre 2009 al Vizzini Club di Melbourne. Il Cav. Cossari e’  “immortalato” con altri mentre “orgogliosamente” mostrano la bandiera del “Il Popolo della Libertà” con su scritto “Berlusconi Presidente”. L’agenzia giornalistica AISE in data 13 maggio 2008 ha pubblicato un messaggio di Cossari nel quale afferma ancora di essere il coordinatore del Pdl in Australia e poi lo “riconferma” il 10 Mar 2010 sul giornale on-line Italia Chiama Italia. E’ vero che la “coerenza” non è una qualità di chi fa politica, ma e’ “incomparabile” la “spregiudicatezza” e il “trasformismo” di Giuseppe (Joe) Cossari. Fa venire il volta stomaco a vedere cosa si possa fare per ottenere una candidatura. Sino a poche giorni fa Cossari sosteneva (anche nelle registrazioni televisive) di essere “liberale” e di “centrodestra”, e poi si e’ candidato con il movimento di Mario Monti che sarà una stampella del Pd. Sarà interessante analizzare i voti di preferenza che avrà ottenuto. Con la massiccia campagna pubblicitaria che ha iniziato per primo a maggio 2012 e terminata per ultimo il 18 febbraio, sarà riuscito ad attirare i voti dei liberali e quelli del centrodestra? Ed anche quelli dei “Montiani” e degli elettori del Pd visto che  si e’ messo sullo stesso piano di Marco Fedi e Francesco Giacobbe che hanno condotto la loro campagna elettorale ripetendo incessantemente alla radio lo slogan che “Berlusconi ha rovinato l’Italia”? Tra qualche giorno sapremo se la “strategia” di Cossari e’ stata vincente oppure se e’ stato “trombato” per la terza volta.

Grillo promette la rivoluzione, lo scatafascio senza avere una minima idea come rimettere a posto l'Italia.

Il Movimento 5 Stelle potrebbe andare da un notevole “flop” a un notevole “successo” innanzi tutto perché, per questo partito come per tutti gli altri, c’è la grande incognita degli “indecisi”. Poi, se fosse vero che gli elettori del M5S non amano sentirsi definire “Grillini”, e dunque non hanno simpatia per Grillo, i risultati potrebbero essere superiori a quelli previsti dai sondaggi. Mentre l’inverso potrebbe verificarsi per altre considerazioni. Quando si vota alle politiche, si tratta del futuro del Paese e non è detto che ci si affidi a un comico “capopopolo”  soltanto perché “stramaledice” e manda a “vaf” tutto e tutti. Per guidare il bus si preferisce un autista tranquillo ed esperto alla guida piuttosto che uno “isterico”. E poi, dalla nota vicenda di trent’anni fa, Grillo non è certo un autista “raccomandabile”. La “strategia” di Grillo è di mantenere altissimo il “malumore”. Se nella cabina elettorale i suoi simpatizzanti saranno ancora “incazzati”, magari voteranno per chi ha promesso di “sfasciare” tutto. Se invece, in fin dei conti, capiranno che stanno segando il ramo su cui sono seduti, può darsi che per il Movimento 5 Stelle sarà un “flop” clamoroso.  Queste elezioni sono speciali come quelle del 1951. Allora si trattava di scegliere fra Democrazia e Unione Sovietica. Oggi la scelta non è fra due soluzioni ma fra molte, e poi non è detto che scegliendo l’una o l’altra le cose andranno per il verso giusto. L’Italia potrebbe “affondare” o “prosperare” per fattori internazionali su cui il governo italiano, qualsiasi esso sara’, ha poca o nessuna influenza. La soluzione per il futuro, a partire da come sconfiggere la recessione, è ignota a tutti. Come ha detto qualcuno, è come cercare in una stanza senza finestre e al buio totale un gatto nero che forse nemmeno c’è.