sabato 9 marzo 2013
lunedì 4 marzo 2013
Nella IV Circoscrizione Estera solito copione, soliti vincitori della lotteria.
Anche questa
volta è stato impossibile battere la sinistra che si avvale delle numerose reti
dei sindacati, quelle dei patronati, ma anche di altre organizzazioni ben
radicate come la Filef (Federazione italiana lavoratori e famiglie) che mettono
a disposizione centinaia di volontari per contattare telefonicamente gli
elettori. Queste “ramificazioni”
territoriali non si possono improvvisare in due/tre settimane di campagna
elettorale. Al centrodestra manca quest’organizzazione, chi può raccogliere i
voti che servono per vincere? Eppure c’e’ un mezzo efficace per raggiungere le migliaia
di elettori. Chi ha organizzato la
campagna elettorale ad Ivano Ercole ha completamente ignorato “Internet”. E’ stato preferito il “vecchio” metodo, ormai non più
efficace, dei “pranzi” o delle “cene” conviviali dove si raggiungono
appena poche centinaia di elettori. Con un’intelligente, ben “congeniata” e “martellante” campagna “Internet”
piena di “contenuti”, Sharon Nizza, la
candidata del Pdl residente in Israele, ha potuto raggiungere molti elettori
ottenendo ben 4381 preferenze, risultando quarta tra i candidati più votati
(8336 Fedi, 6978 Giacobbe, 5426 Cossari), un risultato “strabiliante” perché ottenuto “soltanto”
con voti “genuini”. Se poi non le fosse
stato “impedito” (da “sciocche” beghe interne del Pdl) di
farsi pubblicità su “Il Globo”, “La Fiamma” e alla radio, quanto tutti
gli altri candidati ne hanno abbondantemente usufruito, avrebbe certamente
conseguito un risultato “sorprendente”.
E il risultato sarebbe stato molto “importante”
se uno sciopero delle poste in Sud Africa, dal 12 febbraio (ancora in atto), non
avesse bloccato la consegna ai consolati di circa 15mila schede “falsando” del tutto l’esito elettorale
della IV Circoscrizione considerato che la stragrande maggioranza degli
elettori sono di centrodestra. Complessivamente, in tutte le quattro
circoscrizioni estere, come anche in passato, sono state segnalate alcune
schede “sospette” perché all’apparenza
compilate dalla stessa mano. Non è mancata la compra/vendita delle schede. Sono
state anche riscontrate schede “contraffatte”.
E’ stato redatto un “esposto” alla
Procura, e si spera nell’efficienza dei carabinieri che sono intervenuti e che
hanno confermato di aver rilevato schede palesemente “false” molto “simili”
all’originale a Castelnuovo dove si è tenuto lo spoglio della IV circoscrizione
Africa, Asia, Oceania, Antartide. Si spera che venga fatta rapidamente chiarezza
sulla vicenda.
Tra il dire e il fare c'e' di mezzo il mare.
Come si “frastaglierà” l’onda dei “grillini” quando si dovrà confrontare
con il mondo reale? Ora sono “rivoluzionari”
duri e puri, ma vedrete che il potere corromperà anche loro. L’occasione fa
l’uomo ladro e saranno agevolati dall’art. 67 della Costituzione (Ogni membro del Parlamento rappresenta la
Nazione ed esercita il suo mandato senza vincolo di mandato). Ricordate i “Verdi” e la “Lega”? Il problema non fu
la loro “consistenza”, ma “l’inconsistenza” politica dei maggiori
partiti di allora. I “Verdi”
comparvero sulla scena negli anni ottanta, conquistando molta attenzione
mediatica e spazio politico. I numeri elettorali non sono mai stati quelli di
Grillo, ma anche perché il sistema politico era assai più solido dell’odierno
(incredibile ma vero). I “Verdi”
venivano quasi tutti dalla sinistra, in qualche caso da quella estrema come “Democrazia Proletaria” ma, alla fine, molti
fra loro si sono “sistemati” come un
qualsiasi “borghese” che prima
odiavano. Ricordate Alfonso Pecoraro Scanio? Ricorderete che erano “anti” a tutto. Già nel 2001 cominciarono a calare, ma non bastò a
tenerli fuori dal Parlamento. Ora sono “spariti”, scomparsi nel nulla. L’ambientalismo
diventò presente “permanentemente” in
tutti i programmi di qualsiasi partito, producendo molti “disastri”. Non vollero le centrali nucleari. Ora l’Italia paga
l’energia per le sue industrie 30% in più dei suoi competitori. E la compra
dalla Francia che la produce, subito al di la delle Alpi, con centrali
nucleari. Scelsero l’energia “rinnovabile”,
dove di rinnovato, più che altro, c’è le pesanti bollette elettrice per tutti.
Il guaio, insomma, non furono i “Verdi”,
ma i partiti che vollero adeguarsi alle loro “utopie”. La “Lega”
arriva sulla scena alla fine di quello stesso decennio. La prima reazione dei
partiti al potere fu di “dileggiarli”.
“Snobbarono” Umberto Bossi che si
dimostrò subito un tattico raffinato, almeno tanto quanto lo è ora Grillo. Prima
i media esagerò la loro entrata in politica pur di sostenere che i partiti di
governo erano “finiti” (invece
raccoglievano la maggioranza assoluta dei voti, che alla luce degli odierni
risultati significa che “schiattavano”
di salute). Si cominciò a scrivere che lo “Stato”
era così marcio da favorire l’arrivo dei “barbari”.
I quali non giunsero, in compenso agirono le procure che, con a capo Antonio Di
Pietro, diedero il via, con “mani pulite”,
al “massacro” di una parte politica.
Poi, stabilito che oramai la “Lega”
faceva parte del sistema, in molti iniziarono a parlare di una cosa che nessuno
sapeva cosa fosse: il “federalismo”.
Per facilitare il “federalismo” la
sinistra varava la “pessima riforma” costituzionale
(con tre voti di maggioranza), che “scassava”
lo Stato, mentre i “leghisti” si “romanizzavano” alla grande e il loro
condottiero “sistemava” il figlio “trota” ed ebbe inizio il “frega frega”. Ancora una volta, il
problema non è stato la “Lega”, ma dei
partiti che hanno creduto alle “fandonie”
leghiste. I voti di Beppe Grillo arrivano in grande maggioranza dai delusi
del PdL e della Lega che rispetto alle politiche del 2008 insieme perdono, per
la precisione, il 29.97%. Di questo il 10% circa è stato preso da Monti che però
ormai non conta più nulla. Non potrà mai essere l’ago della bilancia, ed è
tagliato fuori per sempre. Alle prossime elezione, imminenti o fra cinque anni,
neppure si presenterà. Il prezzo pagato a Grillo dal PdL è stato di circa il
20% della sua base 2008. Una valanga di voti. Il Pd ha pagato poco a Beppe
Grillo e forse di più al Sel e al voto inutile per Ingroja. Rispetto al 33.18%
del 2008, se si fanno le somme e le sottrazioni, si trova che il Pd ha pagato al
Sel il 3.2% e a Ingroja il 2.24%. Restano per Grillo solo il 2.32% dei suoi
elettori del 2008. Il grande esodo quindi è avvenuto dalla coalizione Pdl-Lega.
Per tradizione politica la base elettorale del Pd è formata da uno “zoccolo duro” molto meno volatile di
quella del Pdl e della Lega. Il grosso della base elettorale di Grillo non
arriva da sinistra, ma dai delusi/indignati del centrodestra che, se rimarranno
delusi da Grillo, ritorneranno dove sono venuti. I “grillini” vogliono molte cose identiche a quelle che gli altri
partiti vogliono: dimezzamento dei parlamentari e dei loro stipendi, abolizione
rimborsi elettorali, nuova legge elettorale, abolizione dei privilegi ecc. ecc.
Ma una proposta “grillina” è
assolutamente “utopistica”: lo
stipendio di “cittadinanza” di 1000
Euro mensili a tutti. A parte che in questo momento sarebbe difficile trovare
le risorse, il fatto è chi ora guadagna circa 1000 Euro il mese lavora 40 ore settimanali,
continuerà a lavorare? O penserà di farsi licenziare per ottenere lo stipendio
di “cittadinanza” e poi continuare a lavorare
in “nero”? La “non vittoria” del Pd è particolarmente grave se si pensa che il PdL
era “diviso”, “frastagliato”, con un leader “massacrato”
da media e magistrati, dall’immagine “logorata”
per le vicende personali e per di più di età relativamente avanzata (Berlusconi
va per i 77 anni). È “indicativo” che
un terzo dell’elettorato italiano, “nonostante tutto”, preferisca votare per Berlusconi
e rifiuti Bersani. “L’usato sicuro”
non è stato capace di convincere e “non
ha convinto”. L’appoggio esplicito del “centrino”
di Monti, dei poteri forti, della magistratura di sinistra, degli
accademici universitari, non è bastato. Forse è stato dannoso portarsi dietro facce
“vecchie” e “sputtanate” (Fini, Casini,
Tabacci) che si aggiungevano alla falange dei “dinosauri” (Bindi, D'Alema, Veltroni, Fassino). Prendere sotto
braccio Vendola è servito a ben poco. Il Monte dei Paschi è stata la ciliegina
sulla torta. Il voto del 24
Febbraio ha messo in risalto, se ce ne era bisogno, l’errore commesso dalla
vecchia guardia “comunista” di “far fuori” Matteo Renzi che aveva, di
fatto, vinto le primarie contro la “macchina”
dello “zoccolo duro” del Pci/Pd. Renzi avrebbe attirato l’esodo dei “berlusconiani” delusi e avrebbe sicuramente ridotto la base di
Grillo, cosa che Bersani non è riuscito a fare. E adesso? Il Parlamento è diviso in tre Poli, Sinistra (30%),
Centrodestra (30%), Movimento 5 Stelle (25%). “L’insignificante” gruppetto dei “montiani” (10%) è fuori gioco. Non ci vuole un genio della
politica per capire che sarà difficile, se non impossibile, comporre un governo.
Bersani ha cominciato il mercato delle vacche (ora si chiama “scouting”) ma, “apparentemente”, non sembra ci sia molta disponibilità da parte
dei “grillini” eletti. Però tra i “grillini” c’e’ fermento e agitazione e
cresce la fronda nei confronti del “guru”
Grillo. Impossibile fare pronostici. Una soluzione ci sarebbe. Alfano e Renzi
potrebbero fare un governo forte. Mettere da parte destra e sinistra. Prendere tutto quello che c’è di
buono da una parte e dall’altra. Attuare tutti i programmi necessari per far
ripartire l’economia in pochi mesi. Fare tutte le riforme necessarie e se e’
possibile continuare, bene, altrimenti alle urne! Sono convinto che se si
faranno tutte le riforme necessarie, il “Movimento
5 Stelle” si dissolverà come neve al sole.
martedì 26 febbraio 2013
Persa un buona occasione.
Se il Pdl avesse vinto le elezioni con un
consistente margine di vantaggio, finalmente l’Italia avrebbe imboccato la
strada che sta cercando da diciannove anni. L’Italia deve diventare più “liberale” e non rimanere “ingessata” com’è da uno Stato “opprimente”, costoso, inutile e “corrotto”. I governi Berlusconi tanto
hanno fatto, ma tanto di più si sperava e ci si aspettava che facessero. Questo
non si può negare. Ma non si può neppure negare che solo con Berlusconi certi sogni
impossibili della “maggioranza silenziosa”
e spremuta come un limone, si sono realizzati con l’azione del suo governo, ma anche
da chi ha tentato invano di copiarlo e, quando si e’ trovato a governare, ha
fatto soltanto disastri. Non si può
negare che tante riforme liberali e istituzionali sono state fatte (oltre 40) e
poi sono state abrogate, cancellate, ridimensionate dai governi successivi di
centrosinistra o, peggio ancora, da autolesionistici referendum, a partire dal
più grande errore commesso di bocciare la riforma della Costituzione (2005),
salvo poi pretendere di riavere quelle stesse riforme, come la riduzione dei
parlamentari, che va tanto di moda ultimamente. Non si può negare che gli alleati,
a partire dai principali Fini e Casini, hanno dimostrato la loro gratitudine. Hanno
sempre sofferto del complesso d’inferiorità ed hanno sempre avuto la “smania” di sostituire Berlusconi il
prima possibile, ed hanno fatto di tutto per “impedire” che quelle riforme fossero fatte. Certo, non si può
neppure negare che Berlusconi abbia commesso degli errori personali che hanno
offeso, deluso e allontanato tanti suoi elettori. In queste elezioni le condizioni per un forte
cambiamento, stranamente e nonostante tutto, c’erano tutte, forse più ancora
che in altre elezioni. A partire dal fatto che gli alleati “traditori” si sono andati a “suicidare
politicamente” da soli in un “centrino”,
dove nella migliore delle ipotesi otterranno le poche poltrone disponibili e,
nella peggiore, impediranno qualsiasi governabilità per pretendere poltrone che
non gli spetterebbero mai in base ai pochi voti ricevuti. Poteva essere la
volta buona che i partitini “tutto veto”
e “niente riforme” sparissero dal
Parlamento per arrivare, finalmente, a una democrazia matura e bipolare,
l’unica che in tutto il mondo garantisca la maggiore governabilità con i minori
costi pubblici e minori occasioni di corruzione. Sarebbe potuta essere la volta
buona per imparare dagli errori commessi per non ripeterli per arrivare,
finalmente, alla riduzione della pressione fiscale e della spesa pubblica. L’ultimo
“disgraziato” governo ha dimostrato
che i “tecnici” servono solo agli “speculatori” e ai“rapinatori” stranieri interessati a far man bassa dei risparmi
degli italiani e delle loro migliori aziende. Se il Pdl avesse vinto, poteva
essere la volta buona per mettere mano alla “cancrena”
della magistratura politicizzata, ritornando alla suddivisione dei poteri
democratica cancellata giusto vent’anni fa. La politica, quella vera, per me
continua a essere fatta d’idee, di programmi, di coerenza, di disegni
complessivi, di fattibilità dei programmi, non di persone, non di gossip, non
di urla, non d’insulti, non di slogan vuoti. E’ vero che nessuno è immune dal
vizio del potere. Ma l’unico modo per limitare questo vizio a tutti
indistintamente i politici e’ quello di “limitare”,
prima di tutto, il potere dello Stato in tutti le “sfere” possibili, proprio con quelle riforme liberali che ancora
oggi Berlusconi e’ l’unico che ha la capacita di poter portare avanti con
coerenza e concretezza.
Il Pd ha vinto ma non potra' governare.
Ormai è chiaro che Bersani non solo non e’ riuscito a “smacchiare il giaguaro” ma ci ha rimediato
una bella “zampata”. Il Pd, vincendo sul
Pdl di qualche decimo (0,40%) alla Camera, ha la maggioranza assoluta per aver ottenuto
il premio di maggioranza, ma non ha la maggioranza in Senato. Come farà a
governare? Che il Movimento 5 Stelle otteneva moltissimi voti e seggi ormai lo
aveva capito tutti. Si spera che finalmente questo serva almeno a far comprendere
ai partiti tradizionali che e’ arrivato il momento di tenerne conto e di dare
all’Italia quella svolta che aspettiamo tutti da tempo. L’ipotesi di dare stabilità al Paese, con un nuovo governo di centro
sinistra, che è stato il “chiodo fisso”
di Napolitano, di Mario Monti e di Pierluigi Bersani fin dal momento della
caduta del governo di Silvio Berlusconi e della nascita del governo tecnico, si
e’ dissolta come neve al sole. Ora a Bersani e
al Pd, ma soprattutto a Napolitano, che è poi quello che decide davvero, si
prospettano diverse strade. La più classica da prima repubblica: “raccattare” i voti del “centrino” di Monti, rendendo palese
l’accordo da tempo raggiunto, spartirsi le poltrone, iniziare a litigare dal
giorno dopo, tirare a campare finché si può senza fare nulla, mantenendo
l’Italia nella ingovernabilità perenne in cui vive da 65 anni. Il “centrino”, che non è altro una nuova
versione del consociativismo “cattocomunista”,
nonostante il suo scarso peso politico, non rinuncerà a “ricattare” il Pd. Forse non riuscirà a imporre Mario Monti
presidente del consiglio, ma nelle decisioni importanti, o si fa come dicono
loro, oppure “ciccia”. Per “neutralizzare” Monti, Bersani pensa di
avere l’asso nella manica convincendo gli eletti del Movimento 5 Stelle di “saltare il fosso”. Quando questo lo fa
Berlusconi e’ “corruzione”, se lo fa
Bersani e’ “scouting”. Non riuscirà a
convincerne molti, salvo non intervenga Vendola a convincere qualche nostalgico
comunista duro e puro a tornare alle origini. Per fare questo, però, bisognerebbe
ritornare al”statalismo puro” che il
Pd, con tutti gli intrecci economico/finanziari (vedi Monti dei Paschi di Siena)
ha creato negli ultimi anni, non può permettersi per non perdere l’appoggio dei
“poteri forti” che lo sostengono più
o meno palesemente. Il nuovo Parlamento “a
tempo” sarà formato da soggetti che fanno politica per professione da
sempre e da chi ha alle spalle, come unica esperienza politica, i comitati
No-Tav, i centri sociali, le dimostrazioni violente di piazza o qualche altra
esperienza di protesta, insomma da “qualunquisti”. Bersani e i suoi
dirigenti sono convinti di aver facile gioco nel dividere e gestire questa “massa di dilettanti” allo sbaraglio
mandati in Parlamento da Grillo e dalla rabbia popolare. Infatti, sono convinti
che anche questi, una volta in Parlamento, subiranno la “metamorfosi” di trasformarsi da “brave e oneste persone” a “normali”
parlamentari che pensano “esclusivamente”
ai “casi” loro. La natura dell’uomo è
sempre la stessa ed è molto probabile che questo avvenga. Bersani & Co. s’illude
se pensa che un Paese, in crisi profonda, possa essere governato in maniera
continua e stabile da un’armata Brancaleone. Quindi e’ bene incominciare a
pensare fin da ora alle prossime elezioni. Berlusconi tenterà di tirare fuori
dai guai Bersani e il Pd proponendo, come già aveva fatto con Prodi nel 2006,
di accordarsi per un governo che si occupi solo degli affari correnti,
trasformando questa legislatura in “costituzionale”
per “svecchiare”, finalmente, una
Costituzione del tutto “inadatta” a
rendere “governabile” e “competitiva” l’Italia. Solo i due
principali partiti lo possono fare, perché sono gli unici che possono aspirare
a governare in una democrazia moderna. Stop a governi “ricattati” dai piccoli partiti che sono stati la principale fonte
di crescita della spesa pubblica e della “corruzione”.
Stop alla magistratura che deve tornare al servizio dei cittadini e non dei
magistrati. Tutto sommato un risultato positivo queste elezioni l’ha ottenuto.
Con l’Udc di Casini all’1,8% e il Fli di Fini allo 0,5% i due vecchi “marpioni” sono fuori dal Parlamento.
Sembra però che Casini possa salvarsi ottenendo un seggio al Senato, invece
nessuna poltrona per Fini e per Di Pietro.
mercoledì 20 febbraio 2013
A giorni conosceremo i nomi dei due vincitori della lotteria.
“Rien ne va plus”, il gioco è fatto! Oggi 21 febbraio alle ore 16, termine ultimo per
riconsegnare le schede elettorali ai consolati, finalmente, scenderà il sipario
sulla terza penosa “farsa” delle elezioni
all’estero, tale e quale a una “lotteria”.
Auspichiamo che qualsiasi governo che si formerà dopo l’elezioni metta subito mano
alla riforma del Parlamento per ridurre al 50% i parlamentari e cancellare l’inutili
elezioni degli italiani all’estero. Non so quanti di voi in Australia hanno seguito
le interviste ai vari candidati e i dibattiti tra loro. Ad ascoltarli, tranne
alcune eccezioni, per il resto è stato “penoso”:
da mettersi le mani nei capelli. Chi si e’ “distinto”
più di ogni altro e’ stato, senza ombra di dubbio, Giuseppe (Joe) Cossari. Per
capire cosa voleva comunicare agli elettori c’era bisogno di avere a portata di
mano il vocabolario “italiannese”. Bisognava
poi concentrarsi al massimo per “interpretare”
il suo “contorto” pensiero politico. Devo ammettere per onestà, che
soltanto in un punto è stato veramente “chiaro”
senza lasciare spazio a nessun’altra interpretazione. Ha dichiarato di essersi
candidato con Monti perché Berlusconi negli ultimi 20 anni ha rovinato
l’Italia. A parte che Berlusconi ha governato soltanto per 9 anni 1 mese e 17
giorni, ma questo Cossari candidato con Monti e’ lo stesso di quel Giuseppe (Joe)
Cossari che nel 2006 si candidò con “Forza
Italia” e nel 2008 con il “Popolo
della Libertà” entrambi capeggiati da Berlusconi? E’ risaputo che “soltanto gli idioti e i geni non cambiano
mai opinione”. Cossari non è ne’l'uno e ne’ l’altro, e’ una persona normale
come tutti noi, quindi, senz’altro può cambiare idea. Ma come mai sino a
qualche settimana fa sosteneva di essere il coordinatore del Pdl? Come si poteva
leggere sul suo sito, ora la pagina è sparita per essere sostituita dalla
lettera di “complimenti” che ha
inviato a Mario Monti. Si e’ dimenticato pero’ di cancellare il sito www.cossari.com/electorate.html
(consultatelo subito perche’, dopo aver letto questo articolo, lo cancellera’) dove
appare in fotografia con altri esponenti del Pdl in un meeting del 29 ottobre
2009 al Vizzini Club di Melbourne. Il Cav. Cossari e’ “immortalato”
con altri mentre “orgogliosamente”
mostrano la bandiera del “Il Popolo della
Libertà” con su scritto “Berlusconi
Presidente”. L’agenzia giornalistica AISE in data 13 maggio 2008 ha
pubblicato un messaggio di Cossari nel quale afferma ancora di essere il
coordinatore del Pdl in Australia e poi lo “riconferma”
il 10 Mar 2010 sul giornale on-line Italia
Chiama Italia. E’ vero che la “coerenza”
non è una qualità di chi fa politica, ma e’ “incomparabile”
la “spregiudicatezza” e il “trasformismo” di Giuseppe (Joe)
Cossari. Fa venire il volta stomaco a vedere cosa si possa fare per ottenere
una candidatura. Sino a poche giorni fa Cossari sosteneva (anche nelle
registrazioni televisive) di essere “liberale”
e di “centrodestra”, e poi si e’ candidato
con il movimento di Mario Monti che sarà una stampella del Pd. Sarà
interessante analizzare i voti di preferenza che avrà ottenuto. Con la
massiccia campagna pubblicitaria che ha iniziato per primo a maggio 2012 e
terminata per ultimo il 18 febbraio, sarà riuscito ad attirare i voti dei liberali
e quelli del centrodestra? Ed anche quelli dei “Montiani” e degli elettori del Pd visto che si e’ messo sullo stesso piano di Marco Fedi
e Francesco Giacobbe che hanno condotto la loro campagna elettorale ripetendo
incessantemente alla radio lo slogan che “Berlusconi
ha rovinato l’Italia”? Tra qualche giorno sapremo se la “strategia” di Cossari e’ stata vincente
oppure se e’ stato “trombato” per la
terza volta.
Grillo promette la rivoluzione, lo scatafascio senza avere una minima idea come rimettere a posto l'Italia.
Il Movimento 5 Stelle potrebbe andare da un notevole “flop” a un notevole “successo” innanzi tutto perché, per
questo partito come per tutti gli altri, c’è la grande incognita degli “indecisi”. Poi, se fosse vero che gli
elettori del M5S non amano sentirsi definire “Grillini”, e dunque non hanno simpatia per Grillo, i risultati
potrebbero essere superiori a quelli previsti dai sondaggi. Mentre l’inverso
potrebbe verificarsi per altre considerazioni. Quando si vota alle politiche,
si tratta del futuro del Paese e non è detto che ci si affidi a un comico “capopopolo” soltanto perché “stramaledice” e manda a “vaf”
tutto e tutti. Per guidare il bus si preferisce un autista tranquillo ed
esperto alla guida piuttosto che uno “isterico”.
E poi, dalla nota vicenda di trent’anni fa, Grillo non è certo un autista “raccomandabile”. La “strategia” di Grillo è di mantenere
altissimo il “malumore”. Se nella
cabina elettorale i suoi simpatizzanti saranno ancora “incazzati”, magari voteranno per chi ha promesso di “sfasciare” tutto. Se invece, in fin dei
conti, capiranno che stanno segando il ramo su cui sono seduti, può darsi che per
il Movimento 5 Stelle sarà un “flop” clamoroso.
Queste elezioni sono speciali come
quelle del 1951. Allora si trattava di scegliere fra Democrazia e Unione Sovietica.
Oggi la scelta non è fra due soluzioni ma fra molte, e poi non è detto che
scegliendo l’una o l’altra le cose andranno per il verso giusto. L’Italia
potrebbe “affondare” o “prosperare” per fattori internazionali
su cui il governo italiano, qualsiasi esso sara’, ha poca o nessuna influenza. La
soluzione per il futuro, a partire da come sconfiggere la recessione, è ignota
a tutti. Come ha detto qualcuno, è come cercare in una stanza senza finestre e
al buio totale un gatto nero che forse nemmeno c’è.
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