Gianni Pardo
Sabato, 28 Settembre 2013
Se l’Italia fosse una squadra di calcio che
sta irrimediabilmente perdendo la partita, un suo sostenitore dovrebbe essere
quasi disperato. Ma se costui fosse un innamorato del bel gioco, vedendo quanto
male stia giocando, forse le augurerebbe di perdere in modo ancor più
ignominioso. Lo spettacolo è desolante.
Forse avremo una crisi di governo, forse no; forse sarà colpa del Pd, forse sarà
colpa del Pdl, forse sarà colpa della magistratura politicizzata, ma che
importa? Nella nostra eterna guerra civile a bassa intensità non serve
distinguere i torti dalle ragioni: è più semplice dare torto a tutti. Perfino le
originarie parti lese (ammesso che ci siano) hanno commesso tanti di quei falli
di reazione che, come per le faide, le ragioni del contendere sono ormai
dimenticate. Rimane l’odio puro e semplice.
Anche in questa guerra, come sempre, la
prima vittima è la verità. Il Pdl insiste sull’illegalità dell’applicazione
retroattiva della legge Severino, ed effettivamente che nessuna norma penale
vada applicata retroattivamente è un principio che, dal Settecento, è
considerato Vangelo in tutte le legislazioni civili. Ma, appunto, la legge
Severino è una norma penale? Inutile chiedere: ognuno vi darà la risposta
preconfezionata che serve alla sua tesi. Altra domanda: la Giunta del Senato è
un organo giurisdizionale che deve applicare il principio nullum crimen sine
praevia lege poenali o è un organo politico, che deve decidere secondo equità e
opportunità? Anche qui, inutile porre domande. E se i quesiti fossero altri, si
può contare che le risposte sarebbero sempre di parte. Come chiedere all’oste se
il suo vino è buono.
Altro fatto: con la sua posizione di chiusura, il Pd offre al Pdl la scusa
per far cadere il governo. Che cosa ne ricava? Per quel che se ne capisce,
l’onore di avere dato un calcio nel sedere a Silvio Berlusconi. Ma possibile che
quella pedata valga una grave crisi politica? Ci devono essere ragioni più
serie: neanche lo scemo del paese crederebbe che ci si stia strapazzando tanto
per applicare scrupolosamente le norme di legge. A meno che l’intenzione del Pd
non sia proprio quella di provocarla, la crisi, un motivo potrebbe essere che si
è già impegnato a comportarsi così e non vuole fare la cattiva figura di
cambiare opinione. Un altro che la base li accuserebbe di avere favorito il
Cavaliere. Ma ancora una volta, al prezzo di una crisi? E fornendo al Pdl su un
piatto d’argento la possibilità di incolparlo – magari in malafede – di averla
provocata?
Un uomo di sinistra potrebbe pensare che questa sia l’unica occasione di
eliminare Berlusconi e che dunque il Pd fa benissimo. Ma ciò è assolutamente
falso. Innanzi tutto la Giunta non decide: rinvia al Senato per la votazione in
aula. Dunque si tratta di qualche settimana di più o di meno. E c’è di più: il
19 ottobre la Corte d’Appello di Milano condannerà Berlusconi a tre anni o poco
meno di interdizione dai pubblici uffici e lo farà decadere da senatore.
Inevitabilmente. E allora, di che stiamo discutendo? Di qualche giorno di
differenza?
Né più chiara e plausibile è la posizione del Pdl. Se vuole la crisi, invece
di correre l’alea del pentimento di coloro che hanno già firmato le dimissioni
(documento privo di valore giuridico) perché non ritira i ministri e toglie la
fiducia a Letta? O vuole arrivare al bizantinismo di votare la fiducia al
governo il due ottobre e farlo cadere il quattro, dopo la riunione della Giunta?
Se uno credesse che le ragioni dell’agire di tutti sono quelle che abbiamo sotto
gli occhi, ci sarebbe da pensare che abbiamo a che fare con dei dementi. Dunque
è inutile cercare di capire mosse e contromosse. Qui si dànno più calci negli
stinchi che al pallone.
Si prenda il caso dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22%. Per andare contro il
Pdl, il governo non lo blocca e dice agli italiani: “Vedete? A causa loro
pagherete tutto più caro”. Sarebbe un buon argomento se, per evitare
quell’aumento, il governo non avesse avuto in animo di chiedere soldi alle
imprese e aumentare di due centesimi il prezzo della benzina. Dunque il Pdl
dirà: “Vedete? Siamo riusciti ad evitare il solito aumento della benzina, perché
siamo ancora al governo. E quanto all’aumento dell’Iva, noi abbiamo tentato in
tutti i modi di bloccarlo. Ci siete testimoni”. Chi dice la verità? Non importa.
Quando si spara contro l’altra trincea non si mira a questo o a quello,
l’essenziale è che il nemico muoia.
Le squadre che rappresentano l’Italia giocano così male che si può
rimpiangere soltanto che non possano perdere tutte. Sette a zero.
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