lunedì 30 settembre 2013

Non tutto il male....

 


Domenica, 29 Settembre 2013
 
Forse conviene calmarsi. Il governo Letta delle larghe intese, assurde e mai verificate, era bloccato da mesi. Incapace di prendere decisioni significative e tantomeno quelle drastiche necessarie a fare uscire l’Italia da una crisi molto artificiale e voluta dai signori del denaro. Un governo senza idee, e senza progetto, senza visione di lungo termine e senza consistenti strategie. Incapace di decidere nulla se non tasse e balzelli, ma incapace anche di fallire, condannando l’Italia a pagare per sempre il duo debito soffocante senza crescere, senza schizzare fuori dalla palude. Il Governo Letta non aveva nemmeno la forza di morire, prigioniero di un fantasma di stabilità che era solo la maschera del rigore mortale.
Berlusconi, con una visione di grande coraggio e strategia, oppure spinto dalla disperazione e dal terrore per la sua tragica situazione personale (lo sapremo mai?) ha dato la botta mortale a un governo di fatto già morto politicamente. In ogni caso la giustificazione dell’IVA non è all’altezza etica del momento: ancora una volta è stata persa l’opportunità di una posizione più dignitosa politicamente ed eticamente e, sul piano umano, più apprezzabile. Anche la pedestre osservanza dei suoi deputati e ministri potrebbe essere valutata con la stessa ambiguità: il coraggio di morire e di far morire un governo oramai dannoso per il Paese, oppure la servile obbedienza al “padrone” del Partito. Sono probabilmente vere le due ipotesi o comunque equamente distribuite nell’animo diviso del “capo” e fra le truppe dei fedeli. Non lo sapremo mai.
Dall’altra parte se il PD ci teneva molto alla stabilità finta non doveva coltivare lo scontro muro contro muro con la tenacia con la quale lo ha coltivato: anche in quel campo i sotto-partiti sono molti e non sapremo mai quali sono state le vere decisioni politiche e quelle dettate dal rancore e dalla rabbia ammantata di algido rigore giuridico. Ironia in un partito che di compromessi per i suoi sponsor e referenti politici o di denaro ne ha macinati sempre e senza problemi dall’Ungheria all’MPS. Chi aveva problema veniva messo alla porta: Cucchi e Magnani, il gruppo del Manifesto per citare due esempi emblematici. Certo la cosa meno intelligente da fare adesso è il lamento corale che leggiamo sui giornali che strillano denunciando la decisione criminale, l’irresponsabilità, il pericolo di sciagure sui mercati, lo sputtanamento del Paese agli occhi del mondo etc.
Il Paese viene svergognato di più dalle vicende Finmeccanica, ILVA, MPS, Telecom che dalle vicende berlusconiane e l’amplificazione di queste ultime è molto utile per nascondere le prime. Il gesto di Berlusconi va preso in positivo, il coraggio della rottura, indipendentemente dai suoi motivi più o meno laidi, ha di fatto tolto una puzzolente patata bollente dalle mani del Governo Letta e dalle mani del Presidente Napolitano. Smettendola di strillare bisogna utilizzare in avanti la “tabula rasa” che è stata messa a disposizione con suicida generosità dal PdL, avendo ben presente la ferrea legge di Northcote Parkinson: “L’azione occupa lo spazio lasciato liberi dall’inadempienza,” e i suoi pericolosi, ma potenzialmente utili, corollary.

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