Casualmente ho rintracciato un mio articolo pubblicato il 5 febbraio 2008 che avevo scritto dopo essere stato “espulso” dagli “Azzurri nel Mondo” da Barbara Contini e Marco Zacchera per averli tacciati da “spocchiosi”. La democrazia in Italia proibisce di dire la verita’ in faccia a certe persone. Dopo cinque anni il contenuto dell’articolo e’ ancora attualissimo. La ragione per cui non scrivo piu’ e’ che mi e’ apparso chiarissimo che scrivere di politica, economia e societa’ e’ sempre stato inutile ed ora piu’ che mai. Voglio distogliermi dalla politica per tornare a dedicarmi interamente a cose piu’ “serie” e utili.
Giampiero Pallotta
Martedì 05 Febbraio 2008 14:08
SIDNEY\ aise\ – Da qualche tempo sono convinto che la mattina molta gente si svegli credendo di essere più furba degli altri. Capita così che l’essere leali e corretti venga scambiato per l’essere “fessi”. Ma possibile che uno per farsi ascoltare debba essere costretto ad alzare la voce e punzecchiare? Insomma, mi sto rendendo conto che comportarsi correttamente e con lealtà non paga. Certo non cambierò atteggiamento, ma se magari qualche “furbetto del quartierino” sta leggendo questo mio articolo capirà che non è più intelligente di me soltanto perchè mi comporto in maniera “educata”. Il sentirsi dieci metri al di sopra degli altri sono le pecche dei “bocconiani” vedi Barbara Contini (responsabile degli Azzurri nel mondo) e Marco Zacchera (responsabile circoli esteri di Alleanza Nazionale). L’esperienza mi ha insegnato che essere brave persone alla lunga paga. Mentre i “furbetti del quartierino” sono destinati ad essere individuati e disprezzati da tutti. Potranno ottenere effimeri successi temporanei, ma non saranno mai stimati ed apprezzati da nessuno. Nei rapporti umani credo che la cosa più giusta sia, prima di tutto, il rispetto delle persone, la sincerità, la lealtà, il dare il loro nome alle cose, nel non ingannare gli altri. Invece no: c’è gente che preferisce l’ipocrisia, l’arroganza ed il raggiro convinti che gli garantisce il “prestigio”. In questi giorni ne stanno succedendo un pò di tutti i colori. Per certi versi niente di grave: soltanto miserie umane. La vita va avanti. Ma veramente a volte mi chiedo perché continuare a credere in certe cose. Credo nel buon senso e nell’onestà intellettuale. Da sempre m’interrogo: sono un “illuso” oppure proprio un “fesso”? Sono andato via dall’Italia nel 1982 perché stufo dei comportamenti poco civili delle persone e dei politici, del fatto che i “furbetti del quartierino” ottengono tutto e chi invece lavora come un mulo per mantenere la famiglia e paga le tasse è “fesso”. Mi ero stufato di una classe politica incompetente e lazzarona che non faceva niente (nulla è cambiato) e litigava continuamente (e continuano), come fossero bambini di dieci anni, ma scemi. Poi c’erano le Brigate Rosse e quelle Nere. Ammazzavano il presidente del consiglio. Mettevano le bombe. Non vedevo un futuro per i miei cinque figli. Mi ero stufato di veder la mia libertà trattata come merce di scambio. In Italia le persone sono aperte immediatamente, ma non sono cordiali dal profondo del cuore. Qui in Australia le persone “sembrano” più fredde inizialmente, ma se entri nel loro cuore sono caldissime. Qui sorridono…e ti chiamano “Mate”! Gli impiegati statali ed i parlamentari australiani sono “orgogliosi” di essere chiamati “pubblic servants”. Avete mai provato a dirlo agli impiegati ed ai parlamentari italiani? Una volta lo feci: un “onorevole” voleva denunciarmi per “calunnia”.
Sentiamo sempre la frase che in Italia c’è voglia di cambiare. Se ci fosse voglia di cambiare le cose non sarebbero già cambiate da anni? In Italia e sempre stato così: non meravigliamoci di Mastella. Se non hai spinte o raccomandazioni non arrivi da nessuna parte. Nel 1982 ho lasciato l’Italia perchè sapevo che la mia vita sarebbe stata un costante rammarico: non amo accettare continuamente compromessi anche se, per il benessere della famiglia, qualche volta ero costretto a farlo. Ho pensato che quello non era il Paese dove volevo far crescere i miei cinque figli. Sono orgoglioso di essere italiano e mi è dispiaciuto andare via, ma ero “stufo” nel sentire ripetere sempre le stesse cose e mi ero convinto che nessuno sarebbe stato capace di cambiare l’Italia.
Il mio pensiero ora va sempre a quei milioni d’italiani in Italia che lottano tutti i giorni contro quel sistema delle “caste” che li “stritolano”. Oggettivamente non posso credere che tutti siano corrotti, meschini, furbi, per il semplice fatto che io non lo sono e suppongo che di altri “fessi” come me ce ne siano ancora molti in giro, per questo mi rimane un “lumicino” di speranza. “Essere fessi è un bene, un dono superiore a tutti gli altri, ma non solo: è una realtà superiore a tutte le altre. Essere fessi, qualche volta, è essere poeti”. Condivido questa frase di Aldo Fabrizi. Dal “Codice della vita italiana” di Giuseppe Prezzolini ho appreso che: I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. È fesso uno che paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro, non ha nessuno che lo raccomanda, dichiara per intero il reddito, mantiene la parola data anche a costo di perderci. Non bisogna confondere il furbo con l’intelligente. L’intelligente è spesso un fesso anche lui. I fessi hanno dei principi: i furbi se ne fregano. Dovere: è quella parola che i furbi solennemente pronunciano quando vogliono che i fessi “sgobbino” per loro. L’Italia va avanti perché ci sono i fessi che lavorano, pagano e….vivono di stenti. Chi invece fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la spassano. Il fesso, in generale, è stupido altrimenti avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo. Ci sono fessi coraggiosi, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: perché gli altri fessi hanno paura e non collaborano con loro.
Per andare avanti ci sono due sistemi. Il primo è leccare i furbi. Sarebbe meglio il secondo che consiste nel far loro paura:
1) perché il furbo ha molte marachelle da nascondere;
2) perché il furbo non ama lottare ma il quieto vivere.
Fesso è comunque chi non riesce ad imboscarsi, ad evitarsi fastidi, seccature, guai.
Pochi sono i rimedi. Ma qualcosa si può fare. Ad esempio, in un Paese in cui la Giustizia non esiste, si consiglia imparare a “delinquere”. Intanto 9 e mezzo su 10 la si fa franca.
Nessun commento:
Posta un commento