La legge e’ uguale per tutti? Silvio Berlusconi per difendersi dai 109 processi a lui intentati e tutti vinti, per affrontare le più di 2500 udienze, ha dovuto spendere più di 200 milioni di euro (circa 380 milioni di dollari australiani) per pagare i suoi legali. Se non avesse avuto quel denaro per difendersi, a quest’ora starebbe rinchiuso in carcere e la chiave della sua cella buttata in mare. Dopo 15 anni sappiamo come funziona la giustizia in Italia quando si tratta di perseguire Berlusconi. La procura l’accusa. Poi, prima d’inviargli l’avviso di garanzia che e’ “segreto”, passa le carte ai giornali che iniziano lo sputtanamento che “esportano” anche all’estero. Per “sputtanare” Berlusconi ma, di fatto, “sputtanano” l’Italia intera e questo lo sanno benissimo i “liberi” giornalisti che, da “anti-italiani” quali sono, se ne fregano altamente. Successivamente all’avviso di garanzia, che non significa colpevolezza, comincia un’attesa decennale, o più, al termine della quale i magistrati preferiscono chiudere con la prescrizione, in modo da non essere costretti ad ammettere che, la gran parte delle volte (e sono numeri, non opinioni), l’accusa era totalmente infondata. Non vogliono rischiare di fare la stessa figuraccia dell’avviso di garanzia che gli inviarono nel 1994, tramite le pagine del Corriere della sera, mentre Berlusconi presiedeva una conferenza mondiale sulla criminalità a Napoli. Fu uno smacco per i giudici che, dopo 12 anni, furono costretti ad assolverlo per “non aver commesso il fatto” perché “il fatto non sussiste”. Il “Lodo Alfano” (che “sospendeva” e non “cancellava” i processi a Berlusconi sino al 2013) lo avrebbe messo al riparo, mentre era Presidente del Consiglio, dai “fantasiosi” avvisi di garanzia delle Procure rosse, che ora ricominceranno a ripiovere numerosi. Se Berlusconi, ogni volta che riceve un avviso di garanzia, si uniformasse alla richiesta di dimissioni dei suoi avversari, automaticamente si dimetterebbe dagli incarichi e, di conseguenza, si farebbe fuori politicamente per sempre. In questo modo sarebbero le procure a stabilire chi deve governare e chi può stare in Parlamento. Questo e’ un vero e proprio colpo di Stato, perché le conseguenze ed il risultato sono le stesse. Le sentenze si debbono accettare ma, molte volte, si “subiscono”. Quando un arbitro di calcio decreta un rigore per un fallo inesistente, piu’ che accettare la sua errata decisione la si subisce, ed allora e’ legittimo dissentire. Per quanto riguarda il “Lodo Alfano” bocciato, oltre a “contraddirsi” la Corte Costituzionale ha “ingannato” tutti. Una sentenza in assoluto contrasto con l’interesse dei cittadini, i quali ora vedranno colui che hanno scelto con il voto e che sta bene operando, perdere del tempo ogni giorno davanti al giudice Tizio o Caio per difendersi, e sottrarrà tempo prezioso alla gestione della cosa pubblica. Il che rende felici e contenti Di Pietro, Franceschini, Bersani, Santoro e compagnucci belli. Sì, sono contenti di vedere Berlusconi e la sua azione di governo in difficoltà. Ormai si sa che a questi incoscienti “terroristi” non gli importa un fico secco delle sorti dell’Italia. Nel 2004 la Consulta bocciò il “Lodo Schifani” e indicò quali modifiche dovessero essere apportate. Fu lasciato intendere che era sufficiente una legge ordinaria. Non ci fu nessuno accenno che fosse necessaria una legge costituzionale. Nel 2009, il “Lodo Alfano” e’ stato bocciato perché “incostituzionale”. Ma perché non l’aveva detto nel 2004? E’ preoccupante ed “anticostituzionale” che la Consulta un anno dichiari una cosa ed alcuni anni dopo ne dichiari un'altra. La Corte Costituzionale e’ composta da giuristi appagati giunti a fine carriera. Passano il loro tempo in luoghi “ovattati” a scopiazzare carte su carte attendendo il loro turno per fare i presidenti (solo per diritto d’anzianità e questo e’ palesemente incostituzionale) per ricoprire la carica più alta della Corte Costituzionale. Alla Corte Costituzionale lavorano 15 giudici, nominati per un terzo dal Capo dello Stato, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dalla magistratura: questi giudici sono galline dalle uova d'oro. Ogni toga costa “ben tre milioni e mezzo” ai cittadini il che significa che e’ il costo record di una carica istituzionale italiana. In quella cifra c'è lo stipendio di un giudice costituzionale (552mila euro l'anno), quello del suo staff e dell’intera macchia organizzativa per assicurare il funzionamento (si fa per dire) della suprema corte. La Corte Costituzionale costa agli italiani “52.700.000 euro all'anno”. La politica, però, non è vittima: e’ colpevole. Spetta al legislatore e al governo porre rimedio cosa che sta per fare. La sentenza della Consulta di bocciare il “Lodo Alfano”, di fatto, e’ anche una “sconfessione” impietosa di Napolitano. Mai che nella storia Repubblicana e’ avvenuto che un presidente della Repubblica abbia promulgato una legge, motivando e spiegando la decisione, e che la Corte abbia sconfessato in pieno le sue motivazioni. Napolitano, infatti, aveva a suo tempo promulgato la legge, accompagnandola con un testo scritto in cui affermava che essa “recepiva le indicazioni della Corte Costituzionale”, quando nel 2004 aveva bocciato il Lodo Schifani e che non richiedeva la “necessarieta’ di una Legge Costituzionale”. La Consulta ha sentenziato l'opposto: il “Lodo Alfano” viola l'articolo 138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale e non ordinaria, e viola l'articolo 3 della Costituzione: principio di uguaglianza (uguaglianza che peraltro, secondo il “Lodo Alfano”, sarebbe stata “solo sospesa” per motivi di superiore interesse nazionale). Un vero e proprio “schiaffo” a Napolitano che era convinto che fosse stata sufficiente una legge ordinaria. A questo punto alcune riflessioni. O Napolitano e’ stato “incapace” di far accettare alla Consulta le sue motivazioni, per le quali aveva promulgato il “Lodo Alfano” ed e’ stato “snobbato”, oppure ha “bluffato” platealmente “prendendo in giro” Berlusconi. Nel primo caso si tratterebbe di una dimostrazione della sua “incapacità” e del suo scarso carisma, mentre nel secondo si tratterebbe di un’inqualificabile “furbizia”. Non e’ possibile credere che si tratti di una semplice ingenuità di Napolitano che aveva posto tutta la sua fiducia nella Consulta. Napolitano e’ troppo scaltro ed intelligente per “fidarsi”. E’ un politico di lungo corso e non uno sprovveduto che, per caso, e’ diventato Presidente della Repubblica. E’ chiaro, quindi, che non e’ credibile l’ipotesi della sua “incapacità”. Rimane l’ipotesi che e’ quella che ha voluto “tenere buono” Berlusconi, ben sapendo, a priori, come sarebbe andata a finire la cosa. Berlusconi, che non parla mai a vanvera, ha detto senza mezzi termini, di “essere stato preso in giro”. La conseguenza e’ stata l’immediata tensione tra lui e Napolitano che, inaspettatamente, ha disertato il funerale, per i morti sotto la frana di Messina, per non incontrare il premier, dimostrando di avere la coda di paglia che, sempre, prende fuoco a chi viene smascherato. Il pragmatismo di Berlusconi e’ tutto nelle sue dichiarazioni chiare e semplici: “Non fingiamo di essere super partes. Non c'è nessuno che in Italia si possa considerare super partes. Io sono di centrodestra e Napolitano è un protagonista della storia della sinistra. Non credo che si offenda, perché è così. Basta ipocrisie. Napolitano e’ sempre stato un protagonista della sinistra e nulla può cambiare la sua storia. Non credo di dire nulla fuori di ragione se mi permetto di ricordare che questa è la situazione. La Corte Costituzionale è un organo politico. Io fotografo la realtà, mentre in giro ci sono ipocrisie che non mi toccano”. Silvio e’ uno che si e’ fatto da solo partendo da zero ed ha l’abitudine di parlare senza peli sulla lingua, il che rivela la sua natura popolaresca ed e’ per questo che e’ amato dal popolo. Le sue parole sono comprensibili a tutti, non come quelle dei politici di professione che si esprimono in “politichese” per coprire il nulla che dicono. E’ per questo che la sinistra, ed i giornalisti al suo servizio, lo disprezzano e lo combattono. Appena la sinistra vede qualcuno che si distingue dal grigiore della politica cerca di tagliargli subito la testa e cerca alleati anche all’estero. Ecco perché la stampa internazionale e’ cosi’ ferocemente critica con Berlusconi. Reputano la democrazia in Italia meno solida dei loro Paesi e percepiscono in Berlusconi un “capitano di ventura” dal pericoloso carisma del conquistatore. La guerra in corso contro Berlusconi l’ha iniziata la magistratura nel 1994. I magistrati hanno il compito di applicare le leggi, non di fare politica. Hanno ignorato una divisione dei poteri necessaria per evitare che uno dei poteri prevaricasse gli altri. Silvio e’ una persona che si esalta quanto e’ in difficoltà e vedrete che, con la riforma della giustizia (già in Parlamento) i magistrati “rossi” saranno messi al loro posto. Pero’ Silvio ora e’ in grave pericolo per i cento cannoni che gli sono puntati contro: un proiettile potrebbe colpirlo. Questa eventualità non lo danneggerebbe personalmente piu’ di tanto, non tutti i mali vengono per nuocere. Se ne andrebbe libero per sempre in vacanza, il peggio capiterà all’Italia che non si rialzerà mai piu’ e sprofonderà nel baratro.