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martedì 12 giugno 2012

Autodifesa.

L’Italia si sta deprimendo. Il governo e’ in stato confusionale. Alcuni mesi fa avevo scritto che piu’ la “pressione fiscale” cresceva piu’ il “gettito fiscale” sarebbe sceso e questo per “autodifesa”. I mie primi quarantatre anni li ho vissuti in Italia prima di emigrare nel 1982 in Australia. Trent’anni dopo in Italia nulla e’ cambiato. Se si pagano interamente le tasse e tutti i vari “balzelli”, non rimane niente nelle tasche, non solo per gli investimenti produttivi, ma neppure per le spese personali, quindi, ecco che scatta “l’autodifesa”. I sistemi di “autodifesa” sono molteplici, ma ne racconterò uno vissuto in prima persona. Come molte altre persone, per lavoro con l’auto annualmente percorrevo 50mila kilometri e piu’. Il gasolio (diesel), a quell’epoca, era circa 35/40% piu’ economico della benzina. Molte case automobilistiche misero sul mercato auto con motore diesel, e fu un “boom” di vendite. Per chi spendeva, per “ragioni di lavoro”, una “fortuna” in benzina, era una “manna” poter risparmiare il 35/40%. Inizialmente il bollo di circolazione delle auto diesel era uguale a quello delle auto di pari cilindrata a benzina. Invece di favorire chi per “lavoro” giornalmente era sulla strada (rischiando la vita piu’ di qualsiasi altro lavoratore) per far “marciare” l’apparato produttivo, per mantenere “forte” e “competitiva” l’economia nazionale e, di conseguenza, assicurare il mantenimento dei posti di lavoro, cosa ti “escogita” lo Stato italiano? Il “superbollo” d’applicare alle auto con motore diesel. Praticamente il “balzello” “annullava” il vantaggio di viaggiare con un’auto diesel che, tra l’altro, aveva un prezzo di acquisto superiore dell’auto a benzina. Un vero e proprio “pizzo” come e’ in uso nella “malavita organizzata”. Ed ecco che scattò “l’autodifesa”. Qualcuno a Napoli inventò (ah il genio napoletano!) uno “stratagemma” per evitare di pagare il “superbollo”. Chi pero’ avesse applicato “l’invenzione” napoletana, non solo non avrebbe pagato il “superbollo”, ma sarebbe stato “costretto” a non pagar il regolare “bollo”. O si pagava tutto o niente. Sarebbe troppo lungo spiegare come funzionava il “marchingegno” del quale non ho usufruito i vantaggi facendo, purtroppo, parte di quella categoria dei “fessi” che hanno sempre pagato per intero tasse e “balzelli”. I giornali iniziarono a riportare la notizia che, mentre “vertiginosamente” aumentavano le immatricolazioni delle auto diesel, drammaticamente “precipitava” l’introito allo Stato del “superbollo”. Era stata messa in atto “l’autodifesa”. Sono sempre stato convinto che se da sempre l’Italia avesse applicato una tassazione massima del 35%, la stragrande maggioranza dei cittadini avrebbe pagato le tasse e l’introito per lo Stato sarebbe stato piu’ che sufficiente per fornire ottimi servizi ai cittadini e non si sarebbe accumulato lo “stratosferico” debito pubblico. Per il carico fiscale sempre molto alto, per “autodifesa”, si sono sempre cercate “scappatoie” per non pagare le tasse. La scelta e’ obbligata: o le paghi tutte e vai di sicuro in “fallimento”, o sei costretto ad evaderle al 100% poi, se ti scoprono, si vedrà. In Italia si e’ sempre vissuto “pericolosamente”. Ma alla fine, chi “evade le tasse”, non ha molti “rimorsi”. Da tempo immemorabile, ogni giorno si scopre che i politici, oltre a ricoprirsi d’oro, “fregano” il piu’ che possono e “sperperano” i soldi “estorti” ai cittadini che, per guadagnarli, “rischiano” in proprio oltre a farsi ogni giorno un “mazzo” cosi’. Ecco perche’ la “terapia montiana” e’ sbagliata: ha “stimolato” il meccanismo della “autodifesa”. Infatti sono diminuiti gli introiti delle tasse e dell’Iva (Imposta Valore Aggiunto). Monti e i “professoroni” dovrebbero ritornarsene alle loro universita’ che sono al “centesimo posto” della classifica mondiale. E’ impossibile che un burocrate, per quanto titolato nel mondo accademico, riesca ad assumersi “responsabilità pesanti e complesse”. Ad esempio. Per paura che ci fossero state infiltrazioni mafiose nell'organizzazione di un evento grandioso come le Olimpiadi, Monti ha “rinunciato”, lasciando alle altre nazioni le immense opportunità che i giochi offrono. E se il campionato di calcio viene inquinato dal “malaffare”, meglio “pensare in piccolo” e sospenderlo per due o tre anni invece che intervenire drasticamente applicando le leggi vigenti. Questo governo di “presunti tecnici” dovrebbe essere “licenziato in tronco”, ma ora non si può. Le forze politiche maggiori hanno paura delle elezioni. Nel Pdl c’e’ la confusione piu’ totale. Il Pd e’ un caleidoscopio impazzito. Tutti e due i patiti dovevano stringere con Mario Monti un “accordo riformatore”, ma tra loro sono continuate le solite “schermaglie” e tutto e’ stato sprecato. Concludendo. Il governo non sta affrontando la crisi, non fa le riforme istituzionali, non cambia nemmeno il sistema elettorale e le cose in Italia vanno peggio di sei mesi fa. Invece di “cincischiare” Monti faccia quello che deve essere fatto ascoltando la Corte dei Conti che suggerisce di tagliare la spesa corrente di 50 miliardi (altro che i 4/5 previsti dalla “spending review”!) e di usarli per “tagliare le tasse” ai lavoratori e all’imprese per“incentivare” lo sviluppo economico. Deve abbattere il debito vendendo quote consistenti (400/500 miliardi) del patrimonio mobiliare ed immobiliare pubblico. La Corte dei Conti riconosce al governo precedente “l'efficacia” delle misure di contenimento delle spese. Nel 2011 si sono cumulati gli effetti dei robusti tagli delle spese dei ministeri disposti tra 2008 e 2011. Le spese statali risultano diminuite, nel biennio 2010/2011, di circa il 6%. Monti prosegua su quella strada. L’apparato burocratico italiano, tra governo centrale, regioni, provincie, enti ecc, costa al contribuente oltre 800miliardi, se si facesse una seria “spending review” si potrebbe recuperare almeno un abbondante 10%.

Il grido di dolore di Nino Randazzo.

Quasi nessuno degli italiani nel mondo e “nessuno” in Italia sanno cosa siano i Comites (Comitati Italiani all’estero) e il CGIE (Comitato Generale Italiani all’Estero) e tantomeno a che cosa servono. Se chiedo in giro solo qualche “mosca bianca” sa rispondermi. Sono stati istituiti circa vent’anni fa e “dovevano essere” gli “organi rappresentativi” degli italiani nel mondo. Ho seguito sin dall’inizio la loro “evoluzione” (o “involuzione”) e l’unica cosa di cui sono certo e’ che hanno “sperperato” circa “cento milioni” di euro per non raggiungere nessun risultato “concreto” a beneficio di noi italiani nel mondo. Eppure loro, ed i 18 parlamentari eletti all’estero (12 deputati e 8 senatori), hanno la “presunzione” di rappresentarci. In realtà sono “autoreferenziali, cioè, rappresentano solo e soltanto chi ne fa parte. A ragion veduta ho dedotto che i Comites ed il CGIE sono “organi inutili” che devono essere “cancellati” per risparmiare i milioni che ci costano ed impiegarli nel modo piu’ proficuo. “Cortesemente”, piu’ di una volta, ho richiesto (e’ anche mio diritto) a molti “magnifici membri” del CGIE di preparare un elenco dei risultati da loro conseguiti a nostro favore e di renderli pubblici insieme ai rendiconti finanziari delle loro spese. Per tutta risposta alcuni mi hanno chiesto (anche bruscamente) di cancellare il loro indirizzo e-mail dalla mia mail list e qualcun’altro ha minacciato di prendermi a “sberle” appena avesse avuto l’opportunità’ d’incontrami. Non c’e’ che dire: “personcine” perbene e “democratiche”! Sono convinto che sia stata giusta l’idea d’istituire i Comites, e’ stato sbagliato il “metodo” con il quale i piu’ sono stati gestiti. Il CGIE, invece, ha sempre operato come fosse una “agenzia di viaggi” per gestire le “trasferte” dei molti “magnifici”, per farli alloggiare nei migliori alberghi a “cinque stelle” nelle piu’ prestigiose città del mondo, dove tengono le loro riunioni per parlare del “niente assoluto”. Risulta “evidente” che i governi Berlusconi e Monti, resisi conto “dell’inutilità” di questi “organi rappresentativi”, hanno posticipato il rinnovo dei Comites prima al 2012 ora al 2014. Spetterà al nuovo governo, che si istaurerà dopo le elezioni del 2013, “l’onore” di “cancellarli” definitivamente. Nino Randazzo, svegliatosi dal “lungo letargo” (eppure siamo in pieno inverno australiano), ha “tessuto le lodi” dei Comites e del CGIE (anche lui e’ uno dei “magnifici”) ed ha “imprecato” per l’ennesimo rinvio delle elezioni dei Comites. Invece di sentire “vergogna” per quello che ci costa e per non aver fatto un bel niente per noi in questi ultimi sei anni al Parlamento, Randazzo “urla” e di “dispera” perche’ gli “organismi rappresentativi” (di chi?) non vengano cancellati anche se, in vent’anni, hanno dimostrato “ampiamente” di essere stati del tutto “inutili” e “spreconi”. Ecco perche’ l’Italia e’ finita a “schifio”! Di “Nini” Randazzo ne e’ pieno il Parlamento, oltre a non lavorare, prediligono lo “sperpero” all’uso piu’ “consapevole” del denaro pubblico.