“Rien ne va plus”, il gioco è fatto! Oggi 21 febbraio alle ore 16, termine ultimo per
riconsegnare le schede elettorali ai consolati, finalmente, scenderà il sipario
sulla terza penosa “farsa” delle elezioni
all’estero, tale e quale a una “lotteria”.
Auspichiamo che qualsiasi governo che si formerà dopo l’elezioni metta subito mano
alla riforma del Parlamento per ridurre al 50% i parlamentari e cancellare l’inutili
elezioni degli italiani all’estero. Non so quanti di voi in Australia hanno seguito
le interviste ai vari candidati e i dibattiti tra loro. Ad ascoltarli, tranne
alcune eccezioni, per il resto è stato “penoso”:
da mettersi le mani nei capelli. Chi si e’ “distinto”
più di ogni altro e’ stato, senza ombra di dubbio, Giuseppe (Joe) Cossari. Per
capire cosa voleva comunicare agli elettori c’era bisogno di avere a portata di
mano il vocabolario “italiannese”. Bisognava
poi concentrarsi al massimo per “interpretare”
il suo “contorto” pensiero politico. Devo ammettere per onestà, che
soltanto in un punto è stato veramente “chiaro”
senza lasciare spazio a nessun’altra interpretazione. Ha dichiarato di essersi
candidato con Monti perché Berlusconi negli ultimi 20 anni ha rovinato
l’Italia. A parte che Berlusconi ha governato soltanto per 9 anni 1 mese e 17
giorni, ma questo Cossari candidato con Monti e’ lo stesso di quel Giuseppe (Joe)
Cossari che nel 2006 si candidò con “Forza
Italia” e nel 2008 con il “Popolo
della Libertà” entrambi capeggiati da Berlusconi? E’ risaputo che “soltanto gli idioti e i geni non cambiano
mai opinione”. Cossari non è ne’l'uno e ne’ l’altro, e’ una persona normale
come tutti noi, quindi, senz’altro può cambiare idea. Ma come mai sino a
qualche settimana fa sosteneva di essere il coordinatore del Pdl? Come si poteva
leggere sul suo sito, ora la pagina è sparita per essere sostituita dalla
lettera di “complimenti” che ha
inviato a Mario Monti. Si e’ dimenticato pero’ di cancellare il sito www.cossari.com/electorate.html
(consultatelo subito perche’, dopo aver letto questo articolo, lo cancellera’) dove
appare in fotografia con altri esponenti del Pdl in un meeting del 29 ottobre
2009 al Vizzini Club di Melbourne. Il Cav. Cossari e’ “immortalato”
con altri mentre “orgogliosamente”
mostrano la bandiera del “Il Popolo della
Libertà” con su scritto “Berlusconi
Presidente”. L’agenzia giornalistica AISE in data 13 maggio 2008 ha
pubblicato un messaggio di Cossari nel quale afferma ancora di essere il
coordinatore del Pdl in Australia e poi lo “riconferma”
il 10 Mar 2010 sul giornale on-line Italia
Chiama Italia. E’ vero che la “coerenza”
non è una qualità di chi fa politica, ma e’ “incomparabile”
la “spregiudicatezza” e il “trasformismo” di Giuseppe (Joe)
Cossari. Fa venire il volta stomaco a vedere cosa si possa fare per ottenere
una candidatura. Sino a poche giorni fa Cossari sosteneva (anche nelle
registrazioni televisive) di essere “liberale”
e di “centrodestra”, e poi si e’ candidato
con il movimento di Mario Monti che sarà una stampella del Pd. Sarà
interessante analizzare i voti di preferenza che avrà ottenuto. Con la
massiccia campagna pubblicitaria che ha iniziato per primo a maggio 2012 e
terminata per ultimo il 18 febbraio, sarà riuscito ad attirare i voti dei liberali
e quelli del centrodestra? Ed anche quelli dei “Montiani” e degli elettori del Pd visto che si e’ messo sullo stesso piano di Marco Fedi
e Francesco Giacobbe che hanno condotto la loro campagna elettorale ripetendo
incessantemente alla radio lo slogan che “Berlusconi
ha rovinato l’Italia”? Tra qualche giorno sapremo se la “strategia” di Cossari e’ stata vincente
oppure se e’ stato “trombato” per la
terza volta.
mercoledì 20 febbraio 2013
Grillo promette la rivoluzione, lo scatafascio senza avere una minima idea come rimettere a posto l'Italia.
Il Movimento 5 Stelle potrebbe andare da un notevole “flop” a un notevole “successo” innanzi tutto perché, per
questo partito come per tutti gli altri, c’è la grande incognita degli “indecisi”. Poi, se fosse vero che gli
elettori del M5S non amano sentirsi definire “Grillini”, e dunque non hanno simpatia per Grillo, i risultati
potrebbero essere superiori a quelli previsti dai sondaggi. Mentre l’inverso
potrebbe verificarsi per altre considerazioni. Quando si vota alle politiche,
si tratta del futuro del Paese e non è detto che ci si affidi a un comico “capopopolo” soltanto perché “stramaledice” e manda a “vaf”
tutto e tutti. Per guidare il bus si preferisce un autista tranquillo ed
esperto alla guida piuttosto che uno “isterico”.
E poi, dalla nota vicenda di trent’anni fa, Grillo non è certo un autista “raccomandabile”. La “strategia” di Grillo è di mantenere
altissimo il “malumore”. Se nella
cabina elettorale i suoi simpatizzanti saranno ancora “incazzati”, magari voteranno per chi ha promesso di “sfasciare” tutto. Se invece, in fin dei
conti, capiranno che stanno segando il ramo su cui sono seduti, può darsi che per
il Movimento 5 Stelle sarà un “flop” clamoroso.
Queste elezioni sono speciali come
quelle del 1951. Allora si trattava di scegliere fra Democrazia e Unione Sovietica.
Oggi la scelta non è fra due soluzioni ma fra molte, e poi non è detto che
scegliendo l’una o l’altra le cose andranno per il verso giusto. L’Italia
potrebbe “affondare” o “prosperare” per fattori internazionali
su cui il governo italiano, qualsiasi esso sara’, ha poca o nessuna influenza. La
soluzione per il futuro, a partire da come sconfiggere la recessione, è ignota
a tutti. Come ha detto qualcuno, è come cercare in una stanza senza finestre e
al buio totale un gatto nero che forse nemmeno c’è.
Monti non fa ridere e non sa ridere e per alcuni questa si chiama serieta'.
Mario Monti muore dalla voglia di andare
al governo con Pierluigi Bersani e Bersani muore dalla voglia di essere
sostenuto da Monti al Senato. Ma il primo, per mostrarsi “serio”, ha a lungo sostenuto che non andrà al governo con Nichi
Vendola, pericoloso estremista. Così come Vendola ha a lungo ripetuto che non
avrebbe sostenuto un governo in cui ci fosse Monti, amico delle banche e nemico
dei lavoratori. Ma ambedue mentivano. Infatti, avvicinandosi il momento in cui
dovrà rimangiarsi quei proclami, Monti ha cominciato a essere meno perentorio.
Riferendosi a Vendola ha detto: “Ognuno
può evolvere e cambiare opinione per quanto riguarda singole persone e posso
dire che non farò mai parte di un governo che non abbia un forte accento
riformatore”. Ah, ecco, ora è tutto chiaro! Al momento opportuno dirà che
sta con Vendola perché “il governo ha un
forte accento riformatore” e se non lo farà, dirà che “il riformismo del governo non è nella direzione che avrebbe voluto”.
Vendola gli ha risposto che lui e Monti hanno un’idea diversa del riformismo (e
chi ne dubitava?) ma, venuto il momento, potrebbe dire che si è accorto che (ma
guarda un po’!) la pensano nello stesso modo, e dunque “se po’ fa’” come diceva Barack Obama. Se invece è “fava che non si cuoce”, dirà che ha
sempre sostenuto che Monti è un “reazionario
antisindacale”. I politici dicono una cosa, ma nello stesso tempo dicono il
contrario, intanto il popolo è “distratto”.
E voilà! Si fa campagna facendo credere
una cosa, ad esempio che Monti che è un “moderato”
e Vendola che e’ un “comunista”, e al
momento opportuno che si parla di “poltrone”,
l’ideologie vanno a farsi friggere. Come si può condannare Monti e Vendola quando questo e’ il
linguaggio che appartiene a tutti i politici, di qualunque colore siano? L'unica
cosa veramente che fa “incazzare” è
che alcuni si presentino come “non
politici”, come persone “serie”
che non dicono una cosa e poi ne fanno un'altra. “Galantuomini” che mantengono le promesse. Più che “machiavellismo”, e “ipocrisia” bella e buona. Questo dipingersi come “pensosi intellettuali” al di sopra
delle parti. Galantuomini prestati alla politica. Agnelli che affrontano quei
lupi famelici quali sono quei “delinquenti”
dei politici professionisti. Mario Monti, in questo senso, è il più “insopportabile”. Vuol dare ad intendere
che si sta battendo contro il proprio interesse personale per il bene del
Paese. Ma e’ un “imbroglio”, Monti e’
un vero politico e come tale non e’ da credere.
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