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sabato 27 giugno 2009

Intervista a Berlusconi

Il Giornale – 24 giugno 2009

Io, Patrizia e Veronica. Ecco la verita'.

Alfonso Signorini


Silvio Berlusconi nell’occhio del ciclone. Da almeno un paio di mesi a questa parte per lui non c’è tregua. Sul piano privato, ma anche su quello pubblico, visto che alcuni episodi della sua vita privata hanno finito per influenzare pesantemente il clima politico. La miccia si è accesa il 28 aprile, a seguito di un breve articolo del quotidiano La Repubblica, in cui veniva riportata notizia della partecipazione del premier alla festa di compleanno di Noemi Letizia, figlia di amici, in un ristorante di Casoria, a una ventina di chilometri da Napoli. Da lì la situazione è andata precipitando. Prima le dichiarazioni pesantissime della moglie Veronica Lario, poi l’annuncio, il 3 maggio, della loro separazione. Il tutto alla vigilia delle elezioni europee. Non si erano ancora spenti gli echi dei risultati elettorali, che Massimo D’Alema annuncia da Bari nuove «scosse» per Berlusconi e il suo governo. E la scossa, puntuale, arriva due giorni dopo: la procura di Bari avvia un’inchiesta su un giro di prostituzione, che vede tra i principali testimoni Patrizia D’Addario, una squillo di lusso (ma candidata alle comunali di Bari, dove raccoglierà solo 7 voti). Patrizia confessa di essere stata ospite a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, e di aver passato anche una notte con il presidente del Consiglio. Gli inquirenti chiamano a testimoniare altre due ragazze, Lucia Rossini e Barbara Montereale. Tutte e tre portate a casa del premier da un comune amico: Gianpaolo Tarantini, imprenditore pugliese, indagato per induzione alla prostituzione. Questi gli antefatti. Da quando è scoppiato lo scandalo, Berlusconi sull’argomento ha concesso sempre pochissimo ai media. Non ha mai voluto fare commenti pubblici, ribadendo con forza che il suo lavoro a capo del governo avrebbe risposto meglio di qualsiasi discorso alle illazioni. Affronta ora la spinosa questione per la prima volta con Chi, dopo una giornata di relax trascorsa a Villa Bonomi Bolchini, nei pressi di Paraggi, tra gli affetti familiari. Cioè nel clima ideale per affrontare con serenità anche le domande più difficili.
Presidente, partiamo dall’inchiesta di Bari. Lei conosce Patrizia D’Addario?
«Non ne ho alcun ricordo. Ne ignoravo il nome e non ne avevo in mente il viso».
Non si era reso conto che potesse essere una prostituta d’alto bordo che voleva tenderle una trappola?
«Se sospettassi di una persona una cosa del genere, le starei lontano mille miglia».
Ha mai pagato una donna perché restasse con lei?
«Naturalmente no. Non ho mai capito che soddisfazione ci sia se non c’è il piacere della conquista».
Ha detto che non ricorda il viso di Patrizia D’Addario. Ricorda, invece, Lucia Rossini e Barbara Montereale?
«Incontro ogni giorno decine e decine di persone per le ragioni e le occasioni più diverse. Non voglio far torto a nessuno, ma è evidente che non posso ricordarle tutte».
Come ha conosciuto Gianpaolo Tarantini? Che cosa pensa ora di lui?
«L’ho conosciuto la scorsa estate in Sardegna e mi è stato presentato come un imprenditore serio e stimato. So che in Puglia è conosciuto e stimato da molti. Non avevo mai saputo di inchieste giudiziarie che lo riguardassero. Ora che è al centro di un’indagine penso che per lui, come per ogni cittadino coinvolto in un’azione giudiziaria, debba valere la presunzione di innocenza. Sono un garantista e per questo sospendo ogni giudizio».
Non trova insolito che gli ospiti di Palazzo Grazioli non vengano controllati dagli uomini della vigilanza?
«Nessuno dei miei ospiti è mai stato sottoposto a una perquisizione personale. Se poi qualcuno abusa della mia cortesia e della mia buona fede e viola la mia privacy, questo è un comportamento che squalifica lui, non me».
A proposito di privacy, c’è chi pensa che sia molto strano che il fotografo Antonello Zappadu abbia potuto lavorare indisturbato per tanto tempo attorno a Villa Certosa, la sua residenza in Sardegna, senza che i servizi segreti se ne accorgessero. Lei che risposta si è dato?
«Penso che i servizi segreti siano stati occupati in cose più serie delle foto di Zappadu».
Ritorniamo all’inchiesta di Bari. Chi c’è dietro questa inchiesta secondo lei?
«C’è qualcuno che conosceva molto bene la data delle elezioni a Bari e che ha dato un mandato molto preciso e benissimo retribuito a questa signora D’Addario».
La famosa “scossa” di D’Alema si riferiva secondo lei a questa inchiesta?
«È a lui che deve chiederlo. Un leader politico normalmente non si occupa di pettegolezzi e di dicerie. Si occupa, invece, di cose concrete».
Francesco Cossiga sul «Corriere della Sera» la esorta a non chiedere scusa a nessuno: secondo lui il privato non influisce sulla vita pubblica. Cosa gli risponde?
«Ringrazio il mio caro amico Cossiga per il suo intervento a mio sostegno. In effetti, io non ho nulla di cui dovermi scusare con nessuno. Non c’è nulla nella mia vita privata di cui io mi debba scusare. Sono, invece, in tanti, dagli editori ai direttori dei principali quotidiani italiani, che debbono vergognarsi e che dovrebbero scusarsi con me».
Lo faranno secondo lei?
«Non lo faranno, certo. Ma alla fine di questi miserevoli attacchi si ritroveranno con meno credibilità e con meno lettori».
Silvio Berlusconi guiderà il G8 dell’8 luglio?«Se non defungo prima...» (intanto fa gli scongiuri, ndr).
Passiamo al suo incontro con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Un bilancio?

«Molto positivo. Il presidente Obama è persona di grande lucidità, concretezza, simpatia e sense of humour. Ci siamo trovati subito bene insieme. E questo non soltanto perché Stati Uniti e Italia sono da sempre vicini, hanno gli stessi valori, hanno la stessa visione dei principali problemi internazionali, ma anche perché Barack Obama e io abbiamo in comune la stessa cultura del fare, della concretezza».
Quanti saranno i detenuti di Guantanamo che arriveranno in Italia e dove saranno accolti?
«Tre per cominciare. Poi vedremo, in sintonia con gli altri Paesi europei. La decisione su dove accoglierli la assumeranno le autorità di pubblica sicurezza».
Il terremoto in Abruzzo. Perché la ricostruzione procede lentamente?
«Lentamente? Vorrà scherzare. Mai in Italia, e nemmeno nel mondo, si è data una risposta così tempestiva a un’emergenza così grave. Ce lo riconoscono tutti. Entro il 30 novembre quindicimila persone avranno una casa vera, confortevole e addirittura ammobiliata. Le famiglie che usufruiranno di queste case ritorneranno nelle loro vecchie abitazioni quando saranno ricostruite a spese dello Stato. E i nuovi appartamenti diventeranno dei “campus” per gli studenti dell’Università dell’Aquila, che potrà offrire così agli studenti che verranno da tutto il mondo un’ospitalità unica e fantastica».
Ritiene che certa stampa stia strumentalizzando anche il disagio dei terremotati?
«Trovo vergognoso che certa stampa riesca a strumentalizzare persino il disagio e le attese delle vittime del terremoto. Gli italiani hanno dato una grande risposta di civiltà, di unità e di compostezza di fronte alla tragedia del terremoto. Mi piacerebbe che anche la classe politica e la stampa fossero all’altezza del Paese che le esprime».
Si è mai chiesto cosa accadrà al Pdl dopo di lei? Chi è potenzialmente il suo erede?
«Solo i monarchi hanno eredi. Io non sono un monarca, non ho ricevuto investiture se non dalla gente. Sono convinto che il Pdl sarà l’asse portante della politica italiana del XXI secolo, come lo sono stati la Destra storica o la Democrazia cristiana in altre stagioni politiche. E i leader nasceranno, come avviene sempre in politica, sul campo e dal consenso della gente».
Vorrei toccare un tema sul quale lei non si è mai espresso apertamente. Quello di sua moglie Veronica. Molti sperano ancora in una vostra riconciliazione. C’è qualche possibilità che ritorniate a vivere insieme?
«È stata una ferita molto dolorosa. Non so se il tempo potrà rimarginarla. Quello che è certo è che la nostra è stata una grande storia d’amore. E le vere storie d’amore non si cancellano mai».
La separazione da sua moglie ha messo in crisi anche i rapporti tra lei e i vostri figli, Barbara, Eleonora e Luigi?
«Il rapporto che mi lega a loro è più forte di prima. Il dolore per il fango che hanno provato a gettarci addosso ci ha unito ancora di più. La risposta di tutti i miei figli di fronte alle incredibili affermazioni del leader dell’opposizione (Dario Franceschini aveva chiesto pubblicamente agli italiani: “Fareste educare i vostri figli da Berlusconi?”, ndr) è stata per me la più grande gioia da molto tempo a questa parte».
Come hanno reagito i suoi figli di fronte a questa separazione?
«Come ogni figlio. Con dolore, ma anche con rispetto per entrambi i genitori. Hanno confermato di essere ragazzi splendidi, hanno dato prova di grande sensibilità e maturità».
La vediamo in queste pagine in foto privatissime accanto ai suoi nipoti. Pare esserci un grande feeling tra voi.
«Fare il nonno è bellissimo. In un certo senso è perfino meglio che fare il genitore. C’è la stessa dolcezza, ma ci sono meno responsabilità. Ci si può permettere di viziare un nipotino come non si è mai potuto fare con i figli. Tanto ci pensano i genitori a far loro rispettare le regole».
Anche Alessandro, il figlio di sua figlia Barbara, ha doti canore, a giudicare da un’immagine di questo servizio...
«In effetti ha molto senso musicale. Conosce e canta decine di canzoni. La sua sensibilità per la musica, che naturalmente incoraggio in ogni modo, mi fa dire: “Tutto suo nonno”».
Come convive Berlusconi nonno con il Berlusconi Superman?
«L’idea di avere un nonno Superman piace moltissimo ai miei nipotini, li affascina. Gabriele e Silvio, i figli di Marina, che sono anche loro dei bambini “speciali”, sono convinti per davvero che io sia Superman. Questo mi impone, a volte, delle esibizioni particolari e impegnative. Non le racconto... per amor di patria».
A proposito, è vero che i suoi più stretti collaboratori la chiamano Duracell?
«In mia presenza non osano. Può darsi che tra loro, in privato, succeda. In effetti qualche volta mi accorgo che loro sono esausti, mentre io continuo imperterrito a darmi da fare. Ma sono molto più giovani di me: se ce la faccio io, devono farcela anche loro».
Si favoleggia che Berlusconi dorma pochissime ore a notte. Qual è il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi?
«Mi è stato insegnato a non andare a dormire se c’è anche un solo documento di cui occuparsi sulla scrivania. Ogni sera mi chiedo se ho fatto tutto quello che dovevo fare».
E il primo pensiero della giornata?
«Al risveglio, un grazie per la bellezza della vita. E una sintesi mentale, spesso un po’ preoccupata, di tutto ciò di cui dovrò occuparmi durante la giornata».

venerdì 26 giugno 2009

Ai politicanti "FALLITI" del Pd non rimane altro che le calunnie che li squalificheranno e li seppelliranno di ridicolo.

Il Globo & La Fiamma - Australia
Venerdi, 26 giugno 2009
Era inevitabile. Dopo averlo accusato praticamente di tutti i reati contemplati dal codice penale, visto che ormai ne restavano ben pochi, ora si vorrebbe accusarlo d’induzione, e magari anche sfruttamento della prostituzione. L’unica accusa che ancora non gli e’ stata mossa e’ quella di essere gay. Il gioco allo sfascio e’ una precisa strategia della “La Repubblica” che agisce in accordo con la sinistra. Il gioco e’ pericoloso ed eversivo perché non ha sbocchi politici alternativi a Berlusconi. Sarebbe piu’ opportuno che si concentrassero sulle pubbliche virtù, piuttosto che sui presunti, ma tutti da dimostrare, vizi privati di Silvio anche se, francamente, dovrebbe condurre una vita piu’ da nonno che mondana anche se, ultra settantenne, e’ ancora pieno di eccezionale vitalità. Certamente Berlusconi avrebbe avuto una vita privata diversa se avesse avuto la collaborazione di sua moglie che, invece, ha preferito lo splendido e dorato isolamento nella villa di Macherio. La signora Veronica avrebbe dovuto assumersi l’onere (era un suo preciso obbligo) di First Lady che il destino gli ha assegnato e di essere costantemente al fianco del marito. Berlusconi oggi e’ uno dei principali protagonisti della politica internazionale. E’ lui che ha fatto superare le incomprensioni tra l’amministrazione americana e quella russa. E’ lui, insieme a Tremonti, ha convinto molti governi ad intervenire per salvare le banche. E’ lui che, con Sarkozy, ha fermato i carri armati russi a cinque chilometri da Tbilisi. Berlusconi firmando l’accordo con Gheddafi ha compiuto un gesto storico. Non solo ha chiesto perdono per i crimini dei colonizzatori fascisti davanti a tutto il Parlamento libico, ha anche baciato la mano del figlio del martire Omar El Mukhtar. E’ stato fortissimo l’impatto che quel gesto ha avuto sugli arabi che ora lo adorano. E questo gli ha dato la credibilità e l’autorevolezza per avvicinare i palestinesi a Netanyahu il premier d’Israele. La considerazione di Berlusconi tra i leader stranieri e’ esattamente l’opposto di quella che i suoi avversari vuole far credere che abbia in Italia. Personalità come Clinton, Blair, Schroeder, Putin, Sarkozy, Merkel e lo stesso Obama lo guardano con grandissima stima. Il fatto e’, che oltre ad essere un pro­tagonista della politica, e’ anche un imprenditore di grande successo, e questo crea rispetto e ammirazione in persone che si sono occupate sempre e solo di politica. Unico leader nella storia, Berlusconi a giorni presiederà il G8 per la terza volta. Chi e’ che pensa che queste cose non contino? Ma e’ facile prevedere che l’opposizione ed alcuni media faranno del tutto per preparare la famosa “scossa” in concomitanza del G8. Berlusconi e’ un uomo ricchissimo, e’ primo ministro, e’ proprietario di numerose società, tra cui molte nel campo dell’intrattenimento. Quindi, non ha problemi di conoscere belle e disinibite ragazze. Per avere la compagnia di una ragazza deve ricorrere all’amore mercenario? Siccome per avere compagnia non può recarsi in auto da solo al Circo Massimo per trovarla, cosa che faceva Sircana il portavoce di Prodi, allora chiede ad un conoscente di portargliela da Bari. E' credibile che per trovare una ragazza Silvio dovesse arruolarla in Puglia e farsela portare a Roma? La Patty D’Addario dice d’aver registrato tutto l’incontro con Berlusconi e il Procuratore, a cui e’ stata assegna l’inchiesta (da studente universitario era un aderente di “lotta continua”), ha “sigillato” le prove, poi è andato in ferie per due settimane. Così la "Patty" potrà continuare a dire, ancora per quindici giorni, tutto quello che vuole che sarà puntualmente riportato da “La Repubblica” e dal “Corriere della Sera”. Sembra che la “escort” D’Addario si voglia “vendicare” (pilotata da altri) per non aver ottenuto una mano per costruire un residence su un terreno della sua famiglia. I fatti sono d’infinita miseria, che e’ umiliante parlarne. Anche questa storia, tutta italiana, passerà presto e “schiaccerà” chi spudoratamente l’ha iniziata. Berlusconi e’ inattaccabile politicamente ed allora, ancora una volta, riappare la solita gogna mediatica volta ad infangargli l’immagine. Questa escalation di aggressioni scandalistiche nuoce soprattutto alla credibilità dell’Italia e degli italiani nel mondo. Per distruggere l’uomo che sta cambiando l’Italia, si distruggere l’Italia intera. Ma a loro questo non interessa. Berlusconi deve essere rappresentato come il nemico della patria e deve essere distrutto il suo nome, la famiglia, gli amici, i collaboratori e la vita privata. Debbono trionfare i calunniatori di mestiere, con illazioni e teoremi, ecco che allora veramente viene messa in pericolo la libertà. Quelle dell’opposizione sono soltanto menzogne vergognose. Prendiamo il terremoto d’Abruzzo. Che cosa ha fatto il governo in questi 80 giorni? A sentire l’opposizione, Franceschini e Di Pietro in testa, nulla di concreto: solo chiacchiere. Un comportamento da miserabili sciacalli. Per l’emergenza, il governo ha stanziato da subito 1,5 miliardi, più altri 7 miliardi per la ricostruzione, compresa la messa in opera di 5 mila case prefabbricate antisismiche ed eco-compatibili per 13/15 mila sfollati che hanno avuto la casa interamente distrutta. A tutti i lavoratori, compresi quelli precari, sono stati concessi gli ammortizzatori sociali, senza limiti di tempo, mentre le imprese godranno di indennizzi vari: sono stati sospesi i pagamenti tributari e previdenziali, i pagamenti degli affitti, le rate dei mutui. A tutte le persone che hanno visto distrutta o lesionata la propria casa verrà riconosciuta la copertura totale dei costi a carico dello Stato e con procedure snelle. Basta farsi certificare da un professionista l’ammontare dei danni ed andare in banca per chiedere il rimborso totale delle spese sostenute. Qualche sciacallo dice che le seconde case non verranno ricostruite. Invece viene estesa, anche alle seconde case dei centri storici dell’Aquila e dei 49 comuni colpiti, la possibilità di attingere al finanziamento totale da parte dello Stato. E non è l’unica menzogna. Hanno anche detto che i finanziamenti per il terremoto arriveranno nel 2032. E’ falso. E’ lo Stato che finirà di pagare nel 2032 i mutui accesi per finanziare la ricostruzione. Insomma fatti concreti con provvedimenti di legge. Dei 63 mila sfollati, la metà sono stati sistemati negli alberghi a spese del governo. Tra gli assistiti c’è anche il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente (Pd), che è alloggiato con la famiglia a Tortoreto, in un resort di ottimo livello: 110 metri quadrati su due livelli, doppi servizi, tre camere, salone, tv al plasma, aria condizionata, garage, giardino panoramico con vista mare, piscina. Non tutti gli sfollati hanno avuto una sistemazione simile, ma molti di quelli che sono negli alberghi al mare hanno cominciato a chiedere anche gratis “l’ombrellone in spiaggia”. Sarà il caso che coloro che hanno una casa agibile (e sono il 53%), dovrebbero tornare nelle loro abitazioni, lasciando posto agli sfollati sistemati nelle 168 tendopoli. Qui vivono 23/25 mila, assistiti da 10 mila volontari della Protezione civile, con tre pasti caldi al giorno, assistenza sanitaria, e un costo quotidiano per lo Stato di 3 milioni di euro. L’opposizione, senza capo ne’ coda, le ha provate tutte (compresa la manifestazione a Roma capeggiata dal sindaco Cialente) per disinformare in merito alle azioni del governo sul terremoto. Per l’opposizione e’ intollerabile che in Italia ci sia un governo stabile e che lavori, quindi fa del tutto per distruggerlo. Da sempre gli avversari hanno cercato di seppellire di ridicolo Silvio, invece saranno loro ad esserne seppelliti. Nei ballottaggi di domenica scorsa Franceschini, ancora una volta, ha preso sonori “schiaffoni”, ma lui sostiene di aver vinto per aver “fermato” il centrodestra. Se Berlusconi deve controllare la troppa esuberanza, Franceschini ha urgente bisogno di farsi curare.

lunedì 22 giugno 2009

Il politico "fallito" D'Alema sta preparando la "scossa" per far cadere il governo Berlusconi.

Il Globo & La Fiamma - Australia PDF Print E-mail

Friday, 19 June 2009 17:19

Nel mio articolo della settimana scorsa evidenziavo che alcuni dirigenti, ex diessini, “ringalluzziti” per la perdita dei due punti del Pdl alle elezioni europee, prevedevano delle “incrinature” nella maggioranza e la conseguente fine del governo Berlusconi. Sostenevano che era, quindi, opportuno accantonare il congresso del Pd per evitare le inevitabili “cagnare” che ne sarebbe conseguite con le “primarie” per scegliere il leader (ma ne hanno uno?):Non possiamo fare questo regalo a Berlusconi, e cominciare a dividerci e litigare proprio ora che il suo primato comincia ad incrinarsi e che nella maggioranza possono aprirsi conflitti dalle conseguenze imprevedibili”. Ci voleva poco a capire che D’Alema ci aveva messo lo “zampino”. Infatti, in questi giorni, è uscito allo scoperto dichiarando che: “L’opposizione sia pronta in caso di scosse. Nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse. Questo richiede che l’opposizione sia in grado di assumersi le proprie responsabilità e anche che sia nella pienezza delle sue funzioni”. D’Alema ha confermato quello che Berlusconi sospettava: che c’è un complotto per “farlo fuori”, soltanto politicamente ovviamente. Per fortuna, infatti, nessuno certamente pensa a “soluzioni” come quelle usate nei confronti dei Kennedy e di Martin Luther King. L’omicidio politico non appartiene alla tradizione italiana. Matteotti e Mattei furono, purtroppo per loro, le eccezioni che confermano la regola. Da noi si preferisce distruggere l’onore e la reputazione, non eliminare fisicamente l’avversario. E’ vero che gli italiani copiano spesso gli Usa, soprattutto negli aspetti deteriori. Lì è alta la percentuale di presidenti assassinati (quattro su quarantaquattro), ma l’Italia non è l’America e, per fortuna, sicuramente non la seguirà mai su questa strada. Comunque quelle di D’Alema sono sempre intimidazioni…d’altra parte sappiamo tutti che ha cominciato la sua carriera politica gettando bombe Molotov contro la polizia. E’ certo che sta pensando seriamente a come togliersi definitivamente dai piedi Berlusconi. Forse vuole incoraggiare qualcuno della maggioranza a fare il “ribaltone”? Chi potrebbe farlo? Tra Bossi e Fini, il primo, che è molto più intelligente, ha metabolizzato da tempo lo scherzetto che gli fece D’Alema del 1994 quando lo considerava una “costola” della sinistra. Per quanto riguarda il secondo, invece, il suo finto disagio nella coalizione, cela mire finalizzate a divenire presidente della Repubblica. Quindi è molto improbabile una congiura di Fini. Poi sa di non avere i numeri e che i suoi non lo seguirebbero. Quindi a D’Alema non rimane che sperare che Berlusconi venga incriminato per qualche cosa di veramente grosso: un bell’avviso di garanzia per corruzione di minorenni, magari il giorno dell’inaugurazione del G8 in Abruzzo. Marchiandolo a fuoco con questa ignobile accusa, gli italiani non vorrebbero più saperne di Silvio che sarebbe costretto a dimettersi. Se poi tra 10-12 anni l’accusa si rivelasse una calunnia, sarà troppo tardi. D’Alema vuole rimettere in scena la triste odissea vissuta da Giulio Andreotti? Tutte le ipotesi sono troppo irrealistiche. Anche se, non dimentichiamo, che un certo signore è potuto tranquillamente stare per più anni, ad un tiro di schioppo dalla villa di Berlusconi in Sardegna, e fotografarlo tranquillamente, senza che nessuno dei servizi di sicurezza lo intercettasse. Abbiamo un fotografo che, con montaggi tecnicamente possibili, ha trovato il modo di diventare ricco senza fatica e abbiamo dei politici “falliti” , che sperano di tornare a governare, “senza voti”. Una bella accoppiata. Le dichiarazioni fatte da D’Alema dovrebbero essere di grande ed urgente interesse della Magistratura. E’ cosa gravissima tanto che rasenta un vero e proprio attentato alla sicurezza dello Stato. Certe intimidazioni mirano direttamente a colpire e discreditare l’Italia intera e, specificatamente, una personalità che ricopre un ruolo di primo piano nelle istituzioni del Paese. L’imprevedibilità degli eventi (così li definisce D’Alema), che sarebbero la causa di “scosse politiche”, la dice lunga su un disegno prestabilito posto in essere dall’opposizione. Resta il sospetto (più che fondato) che in fondo la sinistra ha bisogno di Berlusconi per vivere, altrimenti non le resterebbe nulla. Probabilmente D’Alema vuole rincuorare il popolo della sinistra facendogli balenare la speranza che il Pd, pur senza un programma, senza un progetto politico, senza un “sogno” e senza una classe dirigente, possa “improvvisamente” ed “inaspettatamente” ritornare al governo, a fare che? Non importa, per loro l’unico ed il solo obbiettivo è di occupare il potere, tutto il resto è “optional”. E’ il vizio tipico “disfattista” ed “antipatriottico” dei dirigenti e dei parlamentari di una certa sinistra che non ha mai avuto il senso dell’interesse nazionale. Sono maestri a far intendere allo stuolo dei loro seguaci (che sempre più si sta riducendo) che gli asini volano… E’ così sembrano voler fare anche i due rappresentanti eletti nella IV circoscrizione estera, cioè Nino Randazzo e Marco Fedi, entrambi del Pd. Venerdì 12 giugno questo giornale ha pubblicato una loro “nota congiunta” per denunciare l’“iniziativa scandalosa” presa dal sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo, Alfredo Mantica. Protestano per il fatto che il governo italiano, dopo un approfondito studio eseguito sin dal 2001, ha deciso di chiudere 17 consolati marginali in tutto il mondo con un risparmio di “appena 8 milioni di euro”, dicono i due. Certamente per chi guadagna facilmente ogni mese un bel gruzzoletto, come capita a loro, 8 milioni di euro sono delle “quisquiglie e pinzillacchere” come diceva Totò. Randazzo e Fedi, per dimostrare che è totalmente errata la chiusura dei consolati di Adelaide e Brisbane, sostengono che è stata “ignorata la realtà fisica” dell’area. Il Queensland-Northem Territory è un territorio di 3 milioni di chilometri quadrati (circa 9 volte l’Italia) ma dove gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) sono appena 12.199. Il South Australia è uno Stato, di ben oltre 985 mila chilometri quadrati (tre volte l’Italia) ed, anche li, soltanto 12,867 italiani sono iscritti all’AIRE. Altri consolati, che verranno chiusi in altre aree nel mondo, hanno dai 6 mila ai 12 mila cittadini italiani iscritti all’AIRE. Se fosse ancora in carica il governo Prodi, avrebbe preso la stessa decisione dato che queste ristrutturazioni erano previste da molti anni. Randazzo e Fedi hanno volutamente taciuto nel dire che oggigiorno, per via telematica, i cittadini possono continuare ad essere serviti egregiamente ottenendo direttamente a casa tutti i documenti di cui avessero bisogno. Con il “consolato digitale”, in un prossimo futuro, anche il rinnovo del passaporto si potrà ottenere elettronicamente. Insomma, i due invece d’impegnarsi a realizzare le promesse fatte ai loro elettori durante la campagna elettorale di un anno fa, sprecano il loro tempo in un argomento indifendibile. Il loro atteggiamento è quello dello struzzo che infila la testa nella sabbia per non guardare in faccia la realtà. I due, insieme ai rappresentanti del CGIE in Australia ed ai Comites, nella certezza che sarebbe fallita l’organizzazione di una manifestazione di piazza degli italo-australiani, si sono congiuntamente attivati per inviare lettere di ”forte protesta” al ministro degli Esteri Frattini e al premier Berlusconi. Responsabilmente il governo italiano è impegnato a cancellare tutti i “carrozzoni” che, negli anni, ampiamente hanno dimostrato di essere “inutili” ed hanno sprecato ingenti risorse economiche. Quindi, sia il CGIE, sia Comites ed anche i parlamentari eletti all’estero verranno “cancellati” insieme ad altri numerosi enti inutili ed economicamente dannosi. I notevoli fondi risparmiati saranno “investiti” per il vero vantaggio degli italiani nel mondo. Sarà data la precedenza all’assistenza ai più bisognosi, quindi verranno migliorate le attività più utili e vantaggiose per le comunità degli italiani nel mondo, sia sotto il profilo economico e sia di quello di maggior prestigio per l’Italia, come la riforma per un migliore e proficuo insegnamento della lingua italiana.