Tocca a Renzi lui fare il possibile e l'impossibile, e noi saremo al suo fianco per sostenerlo, a differenza di quanto fecero la sinistra, i suoi giornali e i suoi intellettuali all'epoca del terremoto dell'Aquila
Quanti saranno alla fine i morti? Centoventiquattro, duecento, ancora di più? Tanta morte chiama tanta retorica su chi non c'è più, su quelli che per caso o fortuna ce l'hanno fatta a sopravvivere, su cosa poteva essere fatto di più o di diverso.
Ma quando la terra si scuote c'è poco da fare in paesini millenari fatti di pietre, vanto e cuore della nostra storia e cultura, se non appunto contare i morti, salvare i salvabili e curare i feriti. È così dalla notte dei tempi, sarà sempre così, a meno di non voler anticipare la natura radendo al suolo per decreto con le ruspe cascine, palazzi storici e antiche chiese, a meno di non volere evacuare per legge e abbandonare al suo destino due terzi del nostro territorio. No, la verità è che siamo indifesi non perché stolti, ma in quanto eredi di una delle più antiche civiltà apparse sulla Terra, che ha voluto e saputo conservare memoria paesaggistica e urbanistica di se stessa.
Nei prossimi giorni scriveremo di piccole storie di malagestione politica e di umane furbizie senza le quali il bilancio di morte forse avrebbe potuto essere meno pesante. Tutto vero, ma parliamo di bazzecole. Una salvezza sarebbe potuta arrivare dal cemento armato in gran quantità, da strade a quattro corsie che attraversando boschi e montagne permettessero ai soccorsi, in casi come questi, di arrivare ovunque e con più celerità. Siamo disposti a fare tutto ciò? Non credo, almeno così, e forse per fortuna, fino ad ora non è stato.
E allora non ci resta che stringerci tutti attorno a chi in queste ore ha il compito di lenire i dolori, salvare più vite possibili, curare i feriti, confortare e aiutare concretamente chi ha perso ogni bene. Parliamo del governo e delle sue istituzioni. Così senza alcuna esitazione oggi diciamo: forza Renzi. Tocca a lui fare il possibile e l'impossibile, e noi saremo al suo fianco per sostenerlo, a differenza di quanto fecero la sinistra, i suoi giornali e i suoi intellettuali all'epoca del terremoto dell'Aquila.
Gentaglia che speculò sul sangue e sul dolore degli abruzzesi pur di negare quel miracolo del duo Berlusconi-Bertolaso di dare casa vera in poche settimane a migliaia di sfollati.
Vogliamo un premier all'altezza di quel precedente e ci auguriamo che le opposizioni lo aiutino in questo difficile compito.
Per il resto lasciamo lavorare i nostri meravigliosi uomini della Protezione civile, sosteniamo militari e volontari che stanno scavando a mani nude, i medici che stanno operando in condizioni difficili.
Che nessuno speculi, che nessuno si metta medaglie di parte.
Questo è il momento di essere italiani e basta.