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martedì 6 novembre 2012

Troppa faziosita', ottusita', irragionevolezza, delirio nella stampa.

A volte, leggendo i giornali, si ha la sensazione di entrare in un mondo “delirante”. A proposito dell’astensionismo in Sicilia si pensa che sia un campanello d’allarme che mette a rischio il sistema politico. Di sicuro e’ un forte richiamo ai partiti politici ad avere piu’ “moralità” iniziando a non dissipare il denaro pubblico. I politici devono capire che e’ giunto il momento di tagliare il troppo denaro che alimenta la politica. Ma la politica può cambiare? Difficilmente. I difetti della politica sono tutti “insiti” in quasi tutti gli italiani. Quindi l’astensionismo, oggi siciliano e domani nazionale, non produrrà nessun cambiamento. Il giornalista Massimo Franco (Corriere della Sera) dà la colpa dell’astensionismo a Berlusconi, e te pareva che la colpa non era sua! “È la voragine lasciata dalla triste decadenza di Silvio Berlusconi e del suo sistema di potere, che si traduce per ora in astensionismo, frammentazione e derive populiste”. A parte la “sciocca” e “faziosa” denuncia, si dimenticano i fatti. La coalizione (Pd ed Udc), che ha eletto Crocetta in Sicilia, ha ottenuto circa il 10% in meno del totale dei voti messi insieme delle liste per Micciché e Musumeci. Dunque, più che di “decadenza” del centrodestra, almeno in Sicilia, bisogna parlare di “divisioni”. Questa e’ la realtà. Passiamo a Mario Monti che ha battuto tutti i record. Ha sostenuto, “pavoneggiandosi” senza alcuna “sobrietà”, che si può ottenere il consenso anche adottando provvedimenti sgradevoli, purché siano “giusti”: infatti il suo governo e’ “più popolare dei partiti politici”. Ha insomma attribuito a sé stesso i meriti (molto dubbi) della sua politica quasi che i precedenti governi avessero avuto, come lui ha, l’appoggio “simultaneo” del centrodestra e del centrosinistra. Dopo queste parole Monti meritava di essere sonoramente “spernacchiato” e invece niente. Nessuno ha detto che il nostro primo ministro somiglia a uno che, montando sulle spalle di due suoi “amici” (Pdl e Pd), si vanti di essere l’unico capace di scavalcare il muro. Per non parlare dei segni di ripresa che dice di essere “prossima” quando tutti sanno che occorreranno ancora molti anni prima che s’intraveda. Il “delirio” nazionale non conosce limiti. La ministra Fornero ha detto che i giovani italiani sono “choosy”, (schizzinosi) nella scelta dell’occupazione. E’ una cosa piu’ che ovvia, perché se così non fosse in Italia non ci sarebbero tanti immigrati. Se gli italiani non rifiutassero i lavori in cui sono occupati gli immigrati, in Italia ci sarebbe la piena occupazione. Trecentomila sono le imprese gestite dagli immigrati (impiegano oltre 900mila persone) e ne nascono centinaia ogni giorno mentre, giornalmente, mille sono le imprese gestite dagli italiani che chiudono. Ma gli italiani, che non si “indignano” per cose gravissime (a cominciare dal mal funzionamento della giustizia), si “incazzano” di brutto se si dice che molti giovani sono “viziati”. Insomma la ministra “ipocritamente” avrebbe dovuto dire che tutti i giovani sono “indefessi lavoratori” pronti a sacrificarsi. Con questa “mentalità” l’Italia ha poche possibilita’ di risalire la china. Troppa ipocrisia, ottusità, irragionevolezza che “illude” e non “responsabilizza” i giovani che alla fine rimarranno sempre piu’ “smarriti” e….“disoccupati”.

Beppe Grillo "premier" e Tonino Di Pietro "Presidente delle Repubblica".


Proponendo Antonio Di Pietro come “Presidente della Repubblica” il “comico” Beppe Grillo ha fatto “sganasciare” dalle risate diventate “irrefrenabili” quando ha sottinteso che lui potrebbe essere “Primo ministro”. Ve l’immaginate a quanti punti salirebbe lo “spread” se questa malaugurata eventualità si concretizzasse? Piu’ nessuno comprerebbe i titoli di Stato italiani il che significherebbe la bancarotta definitiva per l’Italia che si ridurrebbe peggio della Grecia. Grillo ha elencato le qualità positive di Di Pietro che si riassumono in due: l’essere “onesto” e “antiberlusconiano”. La prima qualità e’ provata dal fatto che “e’ stato assolto dalle accuse”. Se le “assoluzioni” sono una dimostrazione di onestà, Berlusconi batte Di Pietro di gran lunga: infatti, a vario titolo, ne ha collezionate oltre trenta. Rimane l’antiberlusconismo, ma anche qui bisognerebbe dimostrare che Di Pietro e’ superiore agli altri. In questo campo i concorrenti sono “decine di milioni”. Sui giornali, nei blog, dovunque si possa far sentire la propria voce sono milioni quelli che non si sono privati di scrivere, di dire e di gridare “le cose peggiori che si possano immaginare”, su Berlusconi. Rimane l’azione politica. A sentire Grillo, Di Pietro e’ “l'unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei”. Forse Grillo vuole premiare Di Pietro per la “virulenza popolaresca” dei suoi attacchi, per la fantasia negli insulti e nelle accuse? Sarebbe un “autogol”. Ad ammettere che Di Pietro abbia questo poco invidiabile primato, siamo sicuri che queste “qualità” siano le migliori per ricoprire la carica di “Presidente della Repubblica” che richiede “decenza”, buon gusto, cultura, solennità e atteggiamento “super partes”? Insomma Grillo con la sua idea di Di Pietro al Quirinale ha fatto “scompisciare” dalle risate, ma l’ha fatta per un altro motivo. Si e’ lasciato andare a grandi elogi per Di Pietro per una “clamorosa” alleanza in vista delle elezioni politiche. E per questo era necessario proporre Di Pietro come Presidente della Repubblica? Ha commesso un errore “clamoroso”. Grillo ha fondato un movimento che, a sentir lui, non e’ guidato dall’alto, ma parte dal basso ed e’ dominato dai militanti. Insomma il suo movimento e’ l’applicazione della “democrazia diretta”. Ebbene, ha consultato la base, Grillo, prima di aprire a Di Pietro? E anche Di Pietro, che ha subito spalancato le braccia a Grillo, ha consultato almeno la dirigenza dell’Idv? Non si direbbe proprio. E, infatti, le reazioni delle loro “basi” sono state negative e molto “indignate”. La base del “movimento cinque stelle” si sta ribellando a Grillo. Per Di Pietro e’ arrivata la resa dei conti. L’Idv (Italia dei Valori) e’ considerato un partito morto dai suoi maggiori esponenti come il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il capo gruppo alla Camera Massimo Donadi che si e’ dimesso.

La condanna in primo grado a Berlusconi.


I PM di Milano hanno responsabilità dirette della crisi economica in cui l'Italia sta “annaspando”. Sono colpevoli di aver disatteso la “Ragion di Stato” perseguitando immotivatamente per circa 20 anni Berlusconi come Premier in carica, solo per la loro personale arrampicata sociale e per lotta politica. Specialmente Bruti Liberati non ha mai preso le distanze dai “delinquenti” delle Brigate Rosse, anzi sembra ancor oggi simpatizzare per i terroristi degli anni di piombo, che tanto sangue hanno versato mentre io (neppure trentenne) ero impegnato a mantenere i miei quattro figli (a quell’epoca, diventati poi cinque nel 1981) invece di andare in giro in manifestazione a fare il “deficiente”. Quella a Berlusconi e' senza dubbio una sentenza politica, come sono politici i tanti processi “inventati” a suo riguardo. La sentenza e’ la conferma di un vero e proprio “accanimento giudiziario” e dell’uso della giustizia a fini di lotta politica. Ci sono molte prove dell’innocenza di Berlusconi due delle quali assolutamente inoppugnabili: 1) L'accusa lo vorrebbe socio di due imprenditori americani, uno dei quali non ha mai conosciuto. Se fosse stato socio di questi imprenditori sarebbe bastata una sua telefonata all'ufficio acquisti di Mediaset per far acquistare i diritti televisivi, che questi due imprenditori volevano vendere, senza pagare tangenti. 2) Se fosse stato socio sarebbe subito venuto a conoscenza di una tangente così elevata versata ai responsabili del servizio acquisti, e non avrebbe potuto che provvedere al loro immediato licenziamento, visto che per quell'ufficio passavano 750 milioni di acquisti all'anno. Nessun imprenditore si sarebbe potuto comportare diversamente, permettendo di continuare a rubare ai danni della sua azienda e di se stesso. Quando non si può contare sull'imparzialità dei giudici, un paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa anche di essere una democrazia. Stessa cosa diceva Maximilian Robespierre oltre due secoli fa:“Popolo, ricordati che se nella Repubblica la giustizia non regna con impero assoluto, la libertà non è che un vano nome!”. E' triste, ma la situazione dell’Italia oggi e’ così.

P. S.: Un’incredibile notizia. Napolitano il 18 novembre farà “cavaliere” della Repubblica Italiana “Martin Schulz”, l’eurodeputato tedesco divenuto famoso per il battibecco del luglio 2003 al Parlamento europeo con l’allora premier italiano Silvio Berlusconi, e proprio quell’episodio lo ha portato a diventare nientemeno che presidente dell’Aula di Strasburgo. Napolitano “premia” Schulz per avere offeso Berlusconi. Un vergognoso gesto anti italiano.