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venerdì 14 ottobre 2011

Muoia Sansone con tutti i Filistei!

L’opposizione sa solo parlare in negativo e uccide “la speranza di futuro” soprattutto dei giovani. La magistratura lasciata in mano a “giustizialisti” compromette ogni alternativa. Gli imprenditori che s’atteggiano a “rivoluzionari” dimostrano palesemente che non sono classe dirigente. Berlusconi che “stupidamente” si trova “incasinato” per la propria condotta privata si e’ messo in un vicolo cieco. Se mettiamo insieme tutti questi elementi e li agitiamo in uno “shaker” e ci aggiungiamo “l’invidia sociale”, la “rabbia” dei “falliti” che (come le squadracce fasciste di un tempo) trovano l’alibi per mettere a “soqquadro” il Paese, “l’ottusità indecente” di una classe politica che “arrogantemente” non rinuncia a tagliare i loro “vergognosi privilegi”, i mezzi d’informazione che diffondono “qualunquismo”, agitiamo il tutto e vedrete che, prima o dopo, che botto! Ma il gran vantaggio di Silvio Berlusconi è avere un sacco d’avversari che lavorano “alacremente” per lui, e questo compensa “l’incapacità” di molti suoi amici (o presunti tali). Vederli all’opera è “penoso”, per l’impegno con cui si fanno del male e lo fanno al Pdl. Pisanu, Scagliola e non solo loro sono in attesa dell’annuncio che Berlusconi si “ritiri”. Sono degli emeriti “imbecilli” che ancora non hanno capito che si ritirerà quando avrà completato il lavoro, il che significa nella primavera 2013 (salvo qualche “incidente” o “complotto” come quello di tre giorni fa). Se per il 2013 la “bancarotta” dello Stato non ci sarà stata ( e non ci sara’) e Berlusconi non sarà stato condannato neppure in uno dei tanti processi che ha in corso, cioè quando non ci saranno piu’ i motivi per cui ora gli si chiede “un passo in dietro”, chi sa se gli verrà l’idea di candidarsi ancora? Ma di certo non lo farà, e’ “pazzerello” mica “scemo”. E’ giocoforza di Angelino Alfano di ricandidarlo per evitare che si accenda una colossale “cagnara” tra gli “spennacchiati starnazzanti gallinacci” che hanno la “presunzione” di contendersi la premiership del Pdl. In ogni caso Berlusconi farà la campagna elettorale e non perderà i suoi elettori se ora mostrerà di non aver smarrito il coraggio e la voglia di combattere per fare al piu’ presto anche la riforma dello Stato. Nel mentre si chiede il ritiro di Berlusconi, il tanto reclamato “governo tecnico” si spacca in due, senza ancora essere nato: chi vuole la patrimoniale e chi no. Si raccolgono un milione e 200mila firme per il referendum per una nuova legge elettorale che la Corte Costituzionale dovrebbe “respingere” e che, invece, “accoglierà”, svolgendo un ruolo politico “antiberlusconiano”, salvo poi accorgersi che è impossibile un accordo fra l’Udc e il Pd “avvinghiato” a Di Pietro e a Vendola. Poi bisogna ricordare che, con il sistema “mattarellum” (la legge elettorale che si vorrebbe approvare), “l’odiato” Berlusconi vinse due volte e perse una sola, “pur prendendo più voti”. Tanto parlare per non concludere nulla. Ma l’alternativa a Berlusconi quale potrebbe essere? La “Repubblica dei mediocri”, evocata da Giuliano Ferrara? E, nel dopo Silvio, crediamo davvero che gli italiani applaudirebbero il “grigio burocrate” con un passato da “vecchio” funzionario del PCI “staliniano”, cioè Bersani, “aspirante leader” neppure apprezzato dal centrosinistra? Con questo candidato a premier anti Angelino Alfano, che non sarà uno statista (non ancora) alla De Gasperi, ma ha 25 anni di meno del “bocciofilo” Bersani, il centrosinistra non vincerà mai. L’unico premier presentabile che il centrosinistra ha e’ Matteo Renzi, ma la metà dell’elettorato del Pd appartiene alla generazione di Bersani, quella di “a da veni’ baffo’” e, quindi, non lo voteranno mai. “Freghiamocene” del sistema elettorale che verrà adottato ed anche del fatto che Berlusconi si ritiri, chiediamoci cosa possa accadere dopo di lui. Se Berlusconi non si ritira intanto toccherebbe fare l’unica cosa “sensata” in democrazia: cercare di batterlo, mettendo assieme idee e uomini “nuovi” che abbiano nella “capoccia” un programma e un’idea di futuro. Invece con aria da “ebeti” si domandano: “si ritira?”. Se lo facesse ora assisteremmo a quello che capitò a Sansone che facendo crollare le colonne mori sfracellato sotto le macerie con tutti i Filistei.

Muoia Sansone con tutti i Filistei!

L’opposizione sa solo parlare in negativo e uccide “la speranza di futuro” soprattutto dei giovani. La magistratura lasciata in mano a “giustizialisti” compromette ogni alternativa. Gli imprenditori che s’atteggiano a “rivoluzionari” dimostrano palesemente che non sono classe dirigente. Berlusconi che “stupidamente” si trova “incasinato” per la propria condotta privata si e’ messo in un vicolo cieco. Se mettiamo insieme tutti questi elementi e li agitiamo in uno “shaker” e ci aggiungiamo “l’invidia sociale”, la “rabbia” dei “falliti” che (come le squadracce fasciste di un tempo) trovano l’alibi per mettere a “soqquadro” il Paese, “l’ottusità indecente” di una classe politica che “arrogantemente” non rinuncia a tagliare i loro “vergognosi privilegi”, i mezzi d’informazione che diffondono “qualunquismo”, agitiamo il tutto e vedrete che, prima o dopo, che botto! Ma il gran vantaggio di Silvio Berlusconi è avere un sacco d’avversari che lavorano “alacremente” per lui, e questo compensa “l’incapacità” di molti suoi amici (o presunti tali). Vederli all’opera è “penoso”, per l’impegno con cui si fanno del male e lo fanno al Pdl. Pisanu, Scagliola e non solo loro sono in attesa dell’annuncio che Berlusconi si “ritiri”. Sono degli emeriti “imbecilli” che ancora non hanno capito che si ritirerà quando avrà completato il lavoro, il che significa nella primavera 2013 (salvo qualche “incidente” o “complotto” come quello di tre giorni fa). Se per il 2013 la “bancarotta” dello Stato non ci sarà stata ( e non ci sara’) e Berlusconi non sarà stato condannato neppure in uno dei tanti processi che ha in corso, cioè quando non ci saranno piu’ i motivi per cui ora gli si chiede “un passo in dietro”, chi sa se gli verrà l’idea di candidarsi ancora? Ma di certo non lo farà, e’ “pazzerello” mica “scemo”. E’ giocoforza di Angelino Alfano di ricandidarlo per evitare che si accenda una colossale “cagnara” tra gli “spennacchiati starnazzanti gallinacci” che hanno la “presunzione” di contendersi la premiership del Pdl. In ogni caso Berlusconi farà la campagna elettorale e non perderà i suoi elettori se ora mostrerà di non aver smarrito il coraggio e la voglia di combattere per fare al piu’ presto anche la riforma dello Stato. Nel mentre si chiede il ritiro di Berlusconi, il tanto reclamato “governo tecnico” si spacca in due, senza ancora essere nato: chi vuole la patrimoniale e chi no. Si raccolgono un milione e 200mila firme per il referendum per una nuova legge elettorale che la Corte Costituzionale dovrebbe “respingere” e che, invece, “accoglierà”, svolgendo un ruolo politico “antiberlusconiano”, salvo poi accorgersi che è impossibile un accordo fra l’Udc e il Pd “avvinghiato” a Di Pietro e a Vendola. Poi bisogna ricordare che, con il sistema “mattarellum” (la legge elettorale che si vorrebbe approvare), “l’odiato” Berlusconi vinse due volte e perse una sola, “pur prendendo più voti”. Tanto parlare per non concludere nulla. Ma l’alternativa a Berlusconi quale potrebbe essere? La “Repubblica dei mediocri”, evocata da Giuliano Ferrara? E, nel dopo Silvio, crediamo davvero che gli italiani applaudirebbero il “grigio burocrate” con un passato da “vecchio” funzionario del PCI “staliniano”, cioè Bersani, “aspirante leader” neppure apprezzato dal centrosinistra? Con questo candidato a premier anti Angelino Alfano, che non sarà uno statista (non ancora) alla De Gasperi, ma ha 25 anni di meno del “bocciofilo” Bersani, il centrosinistra non vincerà mai. L’unico premier presentabile che il centrosinistra ha e’ Matteo Renzi, ma la metà dell’elettorato del Pd appartiene alla generazione di Bersani, quella di “a da veni’ baffo’” e, quindi, non lo voteranno mai. “Freghiamocene” del sistema elettorale che verrà adottato ed anche del fatto che Berlusconi si ritiri, chiediamoci cosa possa accadere dopo di lui. Se Berlusconi non si ritira intanto toccherebbe fare l’unica cosa “sensata” in democrazia: cercare di batterlo, mettendo assieme idee e uomini “nuovi” che abbiano nella “capoccia” un programma e un’idea di futuro. Invece con aria da “ebeti” si domandano: “si ritira?”. Se lo facesse ora assisteremmo a quello che capitò a Sansone che facendo crollare le colonne mori sfracellato sotto le macerie con tutti i Filistei.

Gli "organi" rappresentativi degli italiani all'estero? Che roba e'?

Leggo sempre con interesse la rubrica “Italiani…brava gente” di Pietro Schirru. Nel suo pezzo del 5 ottobre 2011 ho saputo delle “gesta” coraggiose dell’attivissima ministra del Sud Australia Grace Portolesi, alla quale va i miei complimenti. E mi e’ sorta spontanea una domanda. Cosa fanno (e che cosa hanno fatto) i “cosiddetti” organi che “pretendono” di rappresentare gli italiani all’estero? Ad esempio. C’e’ qualcuno che sa dove si siano cacciati Nino Randazzo e Marco Fedi? Letteralmente scoparsi! A parte qualche insignificante “comunicato” di Fedi che ogni tanto appare qua e là. C’e’ qualcuno che possa testimoniare di avere ricevuto qualche beneficio (anche minimo) dalla loro presenza in Parlamento? C’e’ poi qualcuno che sa dell’esistenza del CGIE (Comitato Generale Italiani all’Estero)? E se lo sa, sa a che cosa serve? Chi può testimoniare di averne ricevuto qualche vantaggio dalla sua azione? Cosa dire poi dei COMITES (Comitato Italiani all’Estero)? Avrebbero potuto svolgere un’importante funzione a favore delle varie comunità italiane presenti all’estero ma, tranne alcune rare lodevoli eccezioni, la stragrande maggioranza hanno dimostrato di essere del tutto inutili. Il CGIE ed i COMITES in 20 anni hanno soltanto “sperperato” piu’ di 100milioni di euro esclusivamente per inutili “convegni” e viaggi “interglobali” dei loro “magnifici” membri. Pietro Schirru riporta che la ministra del Sud Australia (la capitale e’ Adelaide), in soli tre giorni di permanenza a Roma, e’ riuscita ad ottenere qualche piccolo risultato, il che e’ “moltissimo”, se comparato al “nulla assoluto” fatto o ottenuto dai due nostri “rappresentanti” in sei anni circa in Palamento e in vent’anni dal CGIE e dai Comites. Questo mette in risalto che e’ “una questione di persone”. La ministra Grace Portolesi ha dimostrato che si può, se si vuole e se si ha “l’onesta’ morale” d’impegnarsi per “onorare il mandato” ricevuto dagli elettori. I 18 parlamentari eletti all’estero, il CGIE con i COMITES (i cosiddetti “organi rappresentativi degli italiani all’estero”) avrebbero potuto fare molto per gli italiani nel mondo e questo sarebbe stato anche nell’interesse generale dell’Italia. Se coloro che abbiamo mandato al Parlamento italiano si fossero “impegnati” a tutelare i nostri interessi, in sei anni ne avrebbero risolti di problemi, invece, purtroppo, e non e’ “qualunquismo”, sono stati occupati “esclusivamente” a farsi i “casi” loro. Facciamo quattro conti. Un parlamentare italiano percepisce annualmente circa 200mila euro all’anno. Anche se si fa sempre piu’ probabile l’ipotesi che si voterà nella primavera del 2012, per “riff o per raff” la legislatura arriverà al termine, anche se ora il governo somiglia piu’ alla torre di Pisa “che pende che pende e mai non va giù” e con qualche “miracolo” potrebbe arrivare al 2013. Quindi, in sette anni, i nostri due “rappresentanti” (ma anche quasi tutti gli altri 16 eletti all’estero) avranno incassato circa un milione e 400mila euro e, se questo non bastasse, dopo “una lunga e stressante vacanza lautamente pagata” godranno di un “vitalizio” di circa 3mila euro al mese (un lavoratore “normale” non riuscirebbe mai a percepire una simile pensione neppure dopo 70/80 anni di “vero” lavoro). Ma aspettate, non finisce qui. In aggiunta incasseranno anche un “bonus di reinserimento” nella vita delle persone “normali”. Non so quanto guadagnassero Nino Randazzo e Marco Fedi prima di diventare parlamentari. Se per ipotesi percepivano uno stipendio annuo di 50mila euro all’anno, avrebbero impiegato 28 anni per incassare ciò che si sono “intascati” in soli sette anni, 23/24 anni se lo stipendio fosse stato di 60mila e 20 anni se fosse stato di 70mila. Sono conti della “serva”, ma incontestabili. Ho sempre sotto mano il loro messaggio di “ringraziamento”, per la loro “miracolosa” rielezione, pubblicato il 18 aprile 2008 su una pagina intera de “La Fiamma e “Il Globo”. Riporto uno significativo stralcio: “...Un grazie di cuore, dunque, a chi ci ha votati. Un riconoscimento di perfetta legittimità democratica a chi ha votato per gli altri candidati. Agli uni e agli altri ”il solenne impegno” di rappresentarli al meglio nelle assemblee parlamentari, di ”accoglierne” suggerimenti e segnalazioni, di “mantenere” nei limiti dell’umanamente possibile i contatti “diretti” o ”indiretti”. Un “network” di referenti in realtà locali cosi’ profondamente differenziate, su una vasta ripartizione elettorale quale appunto quella Africa, Asia, Oceania, resta uno dei nostri principali obbiettivi, non pienamente raggiunto o raggiungibile nel corso della brevissima e difficile legislatura passata….”. Alla luce dei fatti il messaggio del “gatto e della volpe” fa ritornare in mente il famoso ritornello: Chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato, scurdamoce ‘o passato! E ci sembra poi di udire il sarcastico “suggerimento” di tutti i 18 vincitori della “lotteria estera”: “Grazie a voi fessacchiotti noi ce la siamo cavata”, voi, se volete che Cristo vi aiuti: “pregatevelo”.