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giovedì 5 giugno 2008

Il Capo dello Stato ha invitato ad non essere "faziosi" per evitare il pericolo di una "regressione civile".

Gli antifascisti non lo sanno, ma il negare la parola a chi la pensa diversamente da loro è un comportamento da “fascisti”. E’ grave, quel che è successo all’Università della Sapienza alcuni giorni fa. Anche in questa occasione il rettorato ha dimostrato di non essere all’altezza di governare. Mesi a dietro fece una figura meschina con l’invitare il Papa Ratzingher e poi rimangiarsi l’invito perché alcuni professori non lo gradivano. Adesso i giovani della destra volevano parlare delle “Foibe”. Benissimo, che se ne parli. Furono un crimine contro l’umanità e contro degli innocenti, gettati vivi in fosse naturali dalle milizie rosse di Tito. Il rettorato prima autorizza il convegno e poi lo proibisce “per ragioni di ordine pubblico”. Sta di fatto che, dopo essersi sentiti negare la possibilità di tenere il convegno, i giovani di destra abbiano affisso dei manifesti di protesta. Entrano allora in scena quelli della sinistra, che avevano protestato ed ottenuto la cancellazione del convegno, e vanno a strappare quei manifesti. A quel punto giù botte da orbi. Il compito dell’università dovrebbe essere quello di aiutare a capire. Che non è mai giustificare, ma capire. Gli italiani, fascisti, si comportarono da sterminatori della popolazione slava ed i partigiani “titini”, approfittando della guerra, per vendetta fecero agli italiani quello che avevano precedentemente subito. Se ne parli, affinché la verità venga stabilita. “Nulla di ciò che è umano mi è estraneo” diceva un poeta dell’antica Roma. Giusto, bisogna dialogare con chi non la pensa come noi. Sembra, invece, che i giornalisti dell’Unita’ non debbano dialogare con nessuno. L’Unita’, ma anche Veltroni, ha tentato di politicizzare, imputandolo ai “fascisti”, l’omicidio di Verona del povero ragazzo ucciso da cinque delinquenti imbecilli. Aveva subito bollato “nazista” il raid contro gli extracomunitari della borgata del Pigneto a Roma. E adesso come la mettiamo? Il “Nazista” ha dichiarato di essere uno di sinistra ed ha anche un tatuaggio di Che Guevara. Bisogna accogliere il messaggio del capo dello Stato: Stop alle faziose strumentalizzazioni. Tutti i cittadini e le istituzioni devono arginare il rischio di una “regressione civile”. La sinistra italiana ha chiuso il suo ciclo “storico-ideologico” ed è alla ricerca di un’identità’ più conforme alla realtà dei tempi. Fausto Bertinotti lo aveva già compreso e messo per iscritto molti mesi prima dell’elezioni: “La sinistra si trova oggi di fronte alla sfida forse più difficile della sua storia: quella dell'esistenza politica. Non è solo, com’è successo tante altre volte, il rischio della sconfitta, dello scompaginamento, di un duro ma temporaneo ridimensionarsi della sua forza: quel che si affaccia è l'orizzonte di un vero e proprio declino”. Spesso la sinistra italiana prende ad esempio la Spagna. Il governo di Zapatero è lo specchio dei tempi. Non è radicato nella tradizione europea e cattolica spagnola. Un caso tra i tanti. I cittadini spagnoli possono chiedere di esercitare il “diritto” d’apostasia. A spese del comune. In pratica con i soldi dei contribuenti, anche cattolici. Il nome verrà cancellato dal registro dei battezzati. Cosi la cultura tradizionale finisce. Zapatero accusa l'Italia di xenofobia nei confronti degli immigrati, quando il suo governo ha fatto sparare ai clandestini ed usa con loro misure durissime nei campi di “accoglienza”. Il governo spagnolo non è “laico” ma soltanto “fazioso”. Le accuse di razzismo e xenofobia rivolte al governo italiano, con l'aggiunta della sprezzante offesa a Berlusconi (che avrebbe bisogno di uno psichiatra) dimostrano chiaramente che la sinistra continua a non avere “avversari” politici, ma soltanto “nemici” che vanno sistematicamente disprezzati. Il Pd di Veltroni indietro non può tornare, ma non potrà andare avanti se si riferirà a questi esempi. Intanto, come bambini, che sono riusciti a rubacchiare una caramella, “esultano” per aver battuto il governo Berlusconi alla Camera. Vogliono presentarla come una “vittoria” grazie alla loro forte opposizione. Ci sembra di capire che il governo sia andato sotto di due voti (DUE), sulla caccia e la pesca, semplicemente perché un centinaio di deputati “fannulloni” del PdL (compreso Marco Zacchera che inutilmente si e’ scusato) sono andati a farsi una “passeggiata”, vista la bella giornata primaverile romana o a prendersi il gelato nella gelateria a due passi dal Parlamento. E così sono stati impallinati come “tordi”. Su cose non importanti, questo è chiaro, ma che hanno avuto comunque un effetto straordinario: risvegliare Veltroni che, a sentir lui, ha interrotto la luna di miele di Berlusconi: “La destra ha vinto sulla linea della paura. Ora siamo alla fase dei fuochi d’artificio. Quando il fumo dei fuochi si sarà diradato, ci sarà un effetto boomerang”. Quante probabilità ha che si realizzi questa sua speranza? Il governo ogni giorno che passa e’ sempre più apprezzato. La decisione di Giulio Tremonti di anticipare le linee essenziali della Legge finanziaria alla fine di giugno, cioè tre mesi prima della scadenza normale, significa che il governo intende lavorare intensamente. Vuole legare la politica economica a quanto già fatto per la spazzatura, la sicurezza, l’immigrazione e tutto il resto. Di qui all’autunno, insomma, sapremo se i fuochi d’artificio delle ultime settimane sono l’avvio di una nuova stagione che farà “rialzare” l’Italia o se, come prevede Veltroni, ne resterà soltanto il fumo. La realtà è che, dalla lotta per la vittoria, Walter è passato alla lotta per la sopravvivenza. Il suo problema non è Berlusconi, ma l’antiberlusconiano Antonio Di Pietro, il solo che può rubargli la scena e portargli via molti voti. Il Pd si è presentato agli elettori con un programma che rompeva ogni legame con la sinistra radicale: basta girotondi, fine della stagione di demonizzazione dell’avversario. Ora si trova ad un bivio: Fare un’opposizione dura ma corretta e costruttiva, o rimangiarsi tutto per rincorrere Di Pietro?

martedì 3 giugno 2008

I 18 eletti all'estero saranno coordinati dal Sottosegretario Senatore Alfredo Mantica (PdL-AN)

La settimana scorsa concludevo il mio articolo sostenendo che Berlusconi avrebbe lasciato principalmente ai 18 parlamentari eletti all’estero il compito di curare gli interessi di noi italiani nel mondo. Alcuni giorni fa sono state istituite le 14 commissioni permanenti alla Camera e al Senato, alle quali sono stati chiamati a farne parte tutti i parlamentari eletti all’estero. La “Commissione parlamentare” è un organo collegiale delle Camere in cui si discutono i disegni di legge. E’ composta in modo da rispettare proporzionalmente i vari gruppi politici. La commissione esamina i progetti di legge che poi verranno discussi in Parlamento. E’ un organo importantissimo con il quale i 18 parlamentari eletti all’estero potranno avanzare tutte le proposte a favore degli italiani nel mondo. Nelle Commissioni alla Camera dei Deputati, Franco Narducci (PD) è stato nominato vicepresidente della “Commissione Esteri”. Lo stesso Narducci, eletto in Svizzera, ha dichiarato che la sua nomina è “Un incarico che testimonia un concreto e sostanziale riconoscimento per gli italiani all’estero”. Il Presidente di questa Commissione è Stefano Stefani della Lega Nord Padania. Marco Fedi (PD) è uno dei due segretari. Nella stessa Commissione siederanno anche altri Deputati eletti all’estero: Giuseppe Angeli (PdL), Riccardo Merlo (MAIE), Guglielmo Picchi (PdL) e Fabio Porta (PD). Tra gli altri, faranno parte come “semplici membri” anche D’Alema, Fassino, Veltroni e Marco Zacchera. Nella “Commissione Giustizia” ci sarà Gianni Farina (PD). Alle “Commissione Finanze” Amato Berardi (PdL). In “Commissione lavoro” Aldo Di Biagio (PdL), alla “Commissione degli Affari Sociali” Gino Bucchino (PD). Alla “Commissione per le Politiche per l’Unione Europea”, Laura Garavini (PD) e Antonio Razzi (IdV) che e’ anche segretario. Al Senato, invece, in “Commissione Esteri” siederanno Claudio Micheloni (PD), che ne sarà uno dei segretari, e Nicola Di Girolamo (PdL); Mirella Giai (MAIE) è stata assegnata alla “Commissione lavoro e previdenza sociale”; in “Commissione agricoltura” ci saranno Nino Randazzo (PD), che ne sarà uno dei due segretari, e Basilio Giordano (PdL). Infine, Esteban Caselli (PdL), sarà in “Commissione industria e commercio”. Barbara Contini, nella sua recente visita in Australia, dichiarò pubblicamente che Berlusconi l’avrebbe assegnata ad un compito di primaria importanza nella soluzione del drammatico problema dell’immondizia di Napoli (lei e’ napoletana) e’ stata invece relegata nella “Commissione Difesa” del Senato come “semplice” membro. Lunedì 26 maggio il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha conferito le deleghe ai suoi tre sottosegretari. Al Senatore Alfredo Mantica (AN-PdL) quella per gli italiani nel mondo e, tra l’altro, l’esercizio della presidenza della commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero. Tra le priorità indicate da Mantica la modifica della Legge Tremaglia e il puntare sulle giovani generazioni: “È giunto il momento di riflettere con loro che sono sia integrati nei Paesi di residenza ma anche in contatto con l'Italia”. A Stefania Craxi sono state assegnate le deleghe per i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa del nord, ma anche quelli dell’Asia, Oceania e Pacifico. Restano ancora da costituire, alla Camera e al Senato, i Comitati per le Questioni degli Italiani nel Mondo. I parlamentari eletti all’estero ora hanno tutti gli strumenti per poter lavorare con efficacia, visto anche che il Parlamento lavorerà a full time e non più tre giorni alla settimana. Per raggiungere gli obbiettivi, che soddisferanno le esigenze di noi italiani nel mondo, dovranno lavorare tutti di comune accordo: non s’inventino divisioni “ideologiche”. E’ finita l’epoca delle “chiacchiere”, è iniziata quella del “fare”, cui spesso fa riferimento Berlusconi: “fare quello che si dice e mantenere gli impegni assunti con i cittadini”. Questo non vale soltanto per il Governo, ma per tutti i parlamentari eletti. Particolarmente per quelli “esteri”, gli unici ad essere stati “scelti” direttamente dagli elettori. Nino Randazzo e Marco Fedi, prima di rispondere al loro partito, devono rispondere a noi che li abbiamo riconfermati. Siamo stati noi a “deputarli” per fare i nostri interessi nel Parlamento italiano. Siamo certi che metteranno in pratica quanto hanno scritto venerdì 18 aprile 2008 nel ringraziare gli italiani d’Australia: “...di mantenere nei limiti dell’umanamente possibile i contatti diretti o indiretti. Un network di referenti in realtà cosi profondamente differenziate, su una vasta ripartizione elettorale quale appunto quella Africa, Asia, Oceania, resta uno dei nostri principali obbiettivi…”. Siamo convinti che “ce la metteranno tutta a continuare a meritare la nostra fiducia”. Li assicuriamo che senz’altro seguiremo il loro suggerimento riportato nell’ultima riga del loro messaggio: “Qualora dovessimo venir meno a questo impegno, non esitate a farcelo sapere”. La politica deve essere intesa come iniziativa e risolutezza. E’ finito lo stile che ci aveva abituato Prodi. I cittadini hanno bisogno di fidarsi delle istituzioni e dei suoi rappresentanti. Oggi, per fortuna, abbiamo una reale leadership. Piaccia o meno Berlusconi e’ la persona giusta per far “rialzare” l’Italia. Ha una maggioranza coesa e risoluta. Il governo è partito “sparato” mantenendo gli impegni assunti in campagna elettorale. Certo Ora bisognerà vedere il seguito, ma un inizio del genere, quanti di noi l’avrebbero pensato? Berlusconi ha “rivitalizzato” gli italiani, facendo dimenticare in poche ore, i due anni “disastrosi” di Prodi. L’inizio del Governo è quello giusto e le aspettative sembrano non andare deluse. I risultati non lascia spazio a equivoci: sulla rinegoziazione dei mutui, il consenso è pari all’82%; sull’abolizione dell’Ici, è del 90%; sulla detassazione degli straordinari, del 74%; sulla creazione delle discariche in Campania, dell’88%; sui provvedimenti relativi all’immigrazione clandestina, dell’83%; sui provvedimenti per rafforzare la sicurezza, il consenso è del 96%. Un vero plebiscito. Veltroni ed il gruppo dirigente del Pd, hanno capito che non potevano governare con l’ultrasinistra. Ora sono obbligati a collaborare con i moderati ed i liberali del PdL. Se si rifugiassero in un’opposizione vecchia maniera nel puro e semplice “antiberlusconismo”, sarebbe per loro la fine politica.

Gli eletti all'estero dovranno curare gli interessi degli italiani nel mondo.

Silvio Berlusconi ha appena insediato il suo governo e immediatamente intende dare attuazione al suo programma elettorale: far cessare lo scandalo dei rifiuti non smaltiti, cancellare definitivamente la tassazione sulla prima casa, sostenere il reddito di chi lavora e ristabilire pienamente la sicurezza della vita quotidiana. Il governo è oberato da gravissime emergenze in Italia ed è concentrato per risolverle, e gli italiani nel mondo e’ una delle ultime emergenze. E’ noto a tutti che Berlusconi non e' mai stato favorevole al voto degli italiani all’estero nella forma in cui e’ stato concepito, “unica” in tutto il mondo. Fu persino modificata la Costituzione per permettere l’istituzione di quattro circoscrizioni estere per eleggere 18 parlamentari (6 Senatori e 12 Deputati). Era favorevole al voto per corrispondenza degli italiani residenti all’estero, soltanto per eleggere i candidati nella circoscrizione della loro ultima residenza in Italia. Silvio ha dimostrato di possedere doti d’elasticità mentale e di essere in grado di metabolizzare gli errori, elaborare e assimilare le esperienze, sia stando all’opposizione sia al governo. Nel suo discorso programmatico, pronunciato alle Camere per ottenere la fiducia, ci ha ignorato forse per aver “metabolizzato” le negative esperienze passate. La soluzione dei problemi degli italiani nel mondo l’aveva delegata più volte a diverse persone che miseramente hanno fallito. Erano state incaricate per mantenere e sviluppare i contatti con gli italiani all’estero, per costruire quel famoso “ponte ideale” tra le comunità italiane nel mondo e l’Italia. Pur avendo avuto questa grande “opportunità”, non hanno saputo concretamente realizzare alcun vantaggio ne’ per gli italiani nel mondo ne’ per l’Italia. Se Berlusconi non ci ha menzionati nel suo discorso, esclusivamente la colpa e’ da imputare a questi personaggi che non hanno saputo presentargli un bilancio positivo del loro operato. Di fronte ai “non risultati”, Silvio non ha riconfermato nessuno di quelli che, con diverse mansioni, aveva incaricato per fare gli “interessi” degli italiani nel mondo. Non ha preso minimamente in considerazione la recente proposta di Mirko Tremaglia per ripristinare il Ministero. Non ha ricandidato al Parlamento Dario Rivolta. E men che meno ha pensato di nominare Viceministro o Sottosegretario Marco Zacchera o Barbara Contini. Nel 2001, nel suo discorso programmatico, elogiò gli italiani all’estero e, per la prima volta nella storia repubblicana, istituì il Ministero per gli Italiani nel Mondo che affidò all’On Mirko Tremaglia. Nello stesso anno favorì la nascita dell’Associazione degli “Azzurri nel Mondo”, “branch” estera di Forza Italia. Affidò la direzione all’On Dario Rivolta nominandolo Vice Presidente Vicario. Mirko Tremaglia è passato alla storia come “padre” degli italiani nel mondo. Grazie a lui, nel dicembre 2001, fu approvata la legge che sanciva il nostro diritto al voto. Fummo promossi cittadini di Serie “A”. Per questo gli saremo per sempre riconoscenti. Purtroppo pero’, nei cinque anni (dal 2001 al 2006) come Ministro, non ha saputo raggiungere alcun risultato concreto per convincere Berlusconi di rinominarlo Ministero per gli Italiani nel Mondo. Il Premier, da persona razionale e concreta qual’e’ sempre stata, non vuole (e non può) impegnare la ben più piccola risorsa senza alcun ritorno economico. Tremaglia ha avuto cinque anni per dimostrare la capacità di sviluppare e di aggregare grandi “sinergie” economiche, tra le comunità degli italiani all’estero e il sistema economico italiano. Non c’e’ riuscito. Se l’obbiettivo fosse stato raggiunto, oggi sarebbero disponibili cospicue risorse economiche che si sarebbero potute impiegare per risolvere le annose esigenze degli italiani nel mondo, iniziando con l’aiutare i più deboli. Le “adunate oceaniche” di ristoratori, industriali, scienziati, persino missionari ed i numerosi premi assegnati a chi la fortuna aveva già ben ricompensato, sono stati gli avvenimenti ai quali ha dedicato tutto il suo tempo e denaro il Ministro Tremaglia. Un gran sperpero di denaro pubblico. In concreto, non ha messo in moto nessuna “sinergia” che doveva generare quelle risorse economiche che potevano essere impiegate per affrontare l’esigenza delle collettività italiane nel mondo. Se la memoria va poi alla “carta dei servizi turistici”, tanto strombazzata da Tremaglia, vediamo che è stata una colossale presa in giro. Ingenuamente aveva affidato la sua realizzazione e diffusione a personaggi discutibili quanto incompetenti. Analogo risultato negativo l’ha conseguito l’Associazione degli “Azzurri nel Mondo”. Nel suo “Documento programmatico” di 21 punti, erano illustrati gli obbiettivi che l’Associazione doveva raggiungere. Gli ultimi due prevedevano la gestione finanziaria delle risorse dei residenti all’estero, sotto il controllo e la garanzia della Banca d’Italia. Il profitto finanziario derivato, poteva essere un’ingente fonte di risorse per la valorizzazione delle comunità italiane all’estero. Dario Rivolta, e tutto il suo staff, non riuscì ad implementare neppure uno dei 21 punti. A luglio 2007 l’intero gruppo dirigente degli “Azzurri nel Mondofu azzerato. Dopo alcuni mesi la direzione fu affidata a Barbara Contini, “famosa” per essere stata la governatrice di Nassyria in Iraq. In verità in quella missione si limitò a fare cose ordinarie, mentre in quella del Darfur si e’ lasciata dietro strascichi giudiziari. La Contini e Zacchera agirono in “tandem” in qualità di “responsabili” esteri, rispettivamente di FI ed di AN, per organizzare le varie comunità del centrodestra sparse nel mondo. Il risultato? Un disastro sotto ogni punto di vista, da quello organizzativo, all’errata scelta dei candidati e come condussero la campagna elettorale. Sfortunato Berlusconi. Nessuno delle persone da lui incaricate, per curare gli “interessi” degli italiani nel mondo, ha dimostrato di possedere la capacità e l’abilita’ di svolgere il compito in maniera professionale e proficua. Visti i molteplici tentativi miseramente falliti, probabilmente avrà pensato che, piuttosto di nominare un Ministro o Viceministro o Sottosegretario, i più idonei a tutelare gli interessi degli italiani nel mondo sono i 18 parlamentari “esteri” che sono stati eletti per assolvere questo specifico compito. Sarà cosi? Chi vivrà vedrà.