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giovedì 16 febbraio 2012

Siamo orgogliosi che Mario Monti sia stimato nel mondo, ma non si monti" la testa.

Mario Monti e’ sta ricevuto da Obama come l’uomo che, nientedimeno, può cambiare l’Europa, come era scritto sulla copertina del settimanale americano “Time”. Come italiani questo ci fa inorgoglire come pure siamo orgogliosi di Mario Draghi che dirige la BCE (Banca Centrale Europea) e di Sergio Marchionne salvatore della “Chrysler” americana. Tutti e tre smentiscono lo “stereotipo” che gli italiani sono dei “buoni a nulla”. Viene spesso dimenticato che senza l’influenza dell’antica Roma e del Rinascimento il mondo starebbe ancora nella barbarie. Nell’intervista rilasciata da Monti al “Time”, oltre ad elogiare Berlusconi per “comportarsi da statista”, dice che la sua missione e’ “cambiare il modo di vivere degli italiani”. Questa e’ un’altra sua “sbruffonata”. Se non c’e’ riuscito Mussolini, figuriamoci un Monti qualsiasi! Prima di cambiare gli italiani, che per “campare” sono costretti a fare i “furbi” per non finire sul lastrico, Monti deve cambiare lo Stato che si comporta da “grassatore”, arrogante, spendaccione, inefficiente. Che pretende interessi da “strozzino” per chi e’ in arretrato con lui, ma paga i suoi fornitori a tre anni rischiando di farli fallire. E’ vero, non tutti pagano le tasse, ma per prima cosa lo Stato dovrebbe smettere di essere “ladro” per la quantità stratosferica di soldi che “ruba” agli italiani con tasse esagerate senza fornire servizi efficienti. Prima di ogni cosa va cambiato lo Stato, la politica, i politici che ogni giorno ci regalano uno scandalo. Intanto cominci lui stesso a cambiare che ha “preteso” di essere nominato Senatore a vita per ottenere un “vitalizio” di 25mila euro mensili. Monti e’ consapevole di “brillare” di luce riflessa, infatti, l’ha detto chiaramente: “il suo governo si sta muovendo in continuità con chi lo ha preceduto”. E’ un “inchino” a Berlusconi. Successivamente ha aggiunto: “La cancelliera Merkel ha espresso apprezzamento per alcune scelte dell'allora presidente del consiglio Berlusconi ed anche per la scelta attuale del partito di cui Berlusconi e’ presidente di sostenere gli sforzi di questo governo”. Quindi lo ha ribadito alla Camera dove ha esaltato il ruolo del Parlamento e dei partiti che lo sostengono e, soprattutto la “continuità”: “Lasciatemi concludere che l'azione dell'Italia, sia pure con accenti diversi, con efficacia diversa, con stili diversi, questo fa parte delle cose umane, e’ però in linea di continuità, potrei dire, rispetto a tutti i precedenti Governi, e comunque rispetto ai Governi che ricordo da molti anni, beninteso incluso l'ultimo”. Monti lo sa che “l’azionista di maggioranza” del suo governo e’ il Pdl che quando poi si allea con la Lega può farlo cadere. E questo e’ stato dimostrato pochi giorni fa’. La “stella” Monti continuerà a “brillare” se non si allontanerà dal “solco tracciato” dal precedente governo Berlusconi. Proceda, quindi, senza “tentennamenti” per far approvare tutte le riforme che la sinistra ha sempre impedito a Berlusconi e che ora sarà “costretta” a votare. Monti non si “monti” la testa e si astenga a fare lo “sbruffone”.

Il lavoro nobilita l'uomo, ma non sempre.

La gente lavora per procurarsi da vivere. Ma la “necessità” e’ solo una delle ragioni per cui si lavora. Se si lavorasse per vivere, sarebbe normale smettere quando non se ne ha piu’ bisogno, invece, nella maggior parte dei casi, ciò non avviene. Sentiamo parlare di lavoro dalla più tenera infanzia. Mio padre va a lavorare, Tizio cerca lavoro, Caio ha perso il lavoro, tutti lavorano. Come mai quel signore non lavora? Se si tratta di un ricco lo si invidia o lo si condanna. Se si tratta di un povero lo si consi­dera uno spostato o un parassita. Conoscendo una persona una delle prime cose che gli si chiedono e’: che fa, nella vita? E chi non ha un mestiere o una professione e’ uno che “non fa niente”: magari, invece, e’ un bravo “artista”. All’inizio si lavora per necessità, potendone fare a meno, si continua a lavorare perche’ molti lo sentono come un “dovere” o perché e’ un'attività interessante, perché ci permette di sentirci vivi. I guadagni potrebbero divenire secondari: c’è chi si impegna molto più per il successo che per il denaro e chi al momento di ritirarsi preferireb­be continuare, anche se dovesse guadagnare come la pensione che gli aspetta. Il “dovere” di lavorare in molti e’ nascosto nel profondo del loro “io” che si trasforma in una quasi “malattia” che non gli fa piu’ tener conto del proprio tornaconto. I capi d’impresa, che non conoscono orari e sempre pieni d’impegni, riconoscono la “assurdità” della loro vita e cercano scuse come le necessità della famiglia. Ma i figli potrebbero fare a meno della Ferrari, la moglie dei gioielli, della casa al mare ed in montagna ecc. Rimangono in ufficio fino alle undici di sera o nel week end per non farsi sfuggire un affare conve­nientissimo, ma di quell’af­fare non hanno nessun bisogno e, anzi, farebbero bene a spendere i soldi guadagnati con l'affare prece­dente. Per il “milionario” il guadagno e’ solo la misura del suo talento e spesso e’ tanto personalmente sobrio quanto e’ generoso con gli altri. Stupefacente e’ che amino il loro lavoro milioni di persone che hanno compiti umili, ripetitivi e che riescono a trovare un lato “creativo” del loro mestiere. Sono soddisfatti ed appagati di come e’ lucido il pavimento che hanno appena pulito e lavato; nel dimostrare al cliente come il guasto del motore sia stato perfet­tamente riparato; di come hanno innalzato il muro di una casa in costruzione o nell’avere venduto un brutto vestito a una cliente difficile ecc. Per alcuni il lavoro e’ l’unica fonte di “au­tostima”. Un uomo può amare le ore che passa nel suo luogo di lavoro perché lì e’ “qualcuno”, mentre a casa e’ “quel cretino di mio marito”. Se bisogna lavorare per vivere non si ha scelta, ma chi non lavora per necessità e’ quasi “innaturale” che lo faccia: il gatto sazio non caccia topi. Ad un certo momento bisogna lasciare il lavoro perche’ e’ “naturale” che si voglia dedicarsi a cose che non si e’ avuto tempo di fare durante la vita lavorativa come, ad esempio, arricchirsi culturalmente, stare di piu’ con figli e nipoti, i famigliari o gli amici, dedicare parte del proprio tempo al volontariato. Ci sono mille modi per continuare a “produrre” ed essere utili.

Il "riscaldamento globale" e' una bufala.

L’emisfero nord del mondo in estate/autunno e’ stato sommerso da alluvioni ed ora, in inverno, e’ coperto da una spessa coltre di neve. Nell’emisfero sud, oltre alle alluvioni che ha procurato disastri in molte nazioni, l’estate e’ stata latitante. Noi uomini della strada ci domandiamo: ma il “buco” nell’ozono non doveva far innalzare pericolosamente le temperature? Un paio di settimane fa, zitti zitti, senza clamore mediatico, il “Met Office's Hadley” e la “Climatic Research Unit” hanno fatto sapere che il pianeta Terra “non” si e’ riscaldato negli ultimi 15 anni, sulla base dei dati raccolti da 30.000 stazioni di rilevamento climatico. Al contrario, rischiamo di avviarci verso una “mini ice age”, un raffreddamento globale paragonabile a quello che nel 1648 provocò la gelata del Tamigi e dei canali di Amsterdam. E’ certo che il futuro prossimo sarà più freddo. Eppure, nel 2008, gli esperti del “Met” sostenevano che il periodo compreso tra il 2009 e il 2014 avrebbe raggiunto temperature calde da record. Nel 2009, prima del Vertice di Copenaghen, un “hacker” (“spione” che intercetta messaggi circolanti in internet) pubblica informazioni riservate: si tratta di uno scambio di e-mail tra scienziati inglesi e americani che lavorano per l'IPCC (Intergovernmental Panel of Climate Change), l'ente delle Nazioni Unite che studia il cambiamento climatico. I sostenitori accaniti del “riscaldamento globale” vengono smascherati. I dati da loro diffusi sono molto “opinabili” ed esercitavano pressioni e boicottavano gli scienziati che non la pensavano come loro, un atteggiamento che scredita gravemente l’immagine degli istituti collegati, tra cui la Climatic Research Unit. Nello stesso anno, una ricerca apparsa su “Nature Geoscience”, evidenzia che il “global warming” non e’ legato solo alle emissioni inquinanti degli uomini, ma anche ad altri fattori, come le radiazioni solari e le maree degli oceani. Il “Met Office's Hadley Centre” respinge al mittente queste considerazioni spiegando che nelle loro ricerche sul clima hanno tenuto conto delle radiazioni solari e delle maree, ma che la colpa del “riscaldamento globale” e’ prevalentemente legata all’inquinamento delle abitudini umane. E continuano a sostenerlo nonostante che, secondo loro, i ghiacciai himalayani dovevano sciogliersi, ma non e’ avvenuto. La realtà e’ che negli ultimi due anni la temperatura e’ scesa da 14,40 gradi celsius a 14,30. Sul clima qualcuno sta “barando” e viene da chiedersi quali sono gli interessi nascosti dei sostenitori del “riscaldamento globale”.

Il "riscaldamento globale" e' una bufala.

L’emisfero nord del mondo in estate/autunno e’ stato sommerso da alluvioni ed ora, in inverno, e’ coperto da una spessa coltre di neve. Nell’emisfero sud, oltre alle alluvioni che ha procurato disastri in molte nazioni, l’estate e’ stata latitante. Noi uomini della strada ci domandiamo: ma il “buco” nell’ozono non doveva far innalzare pericolosamente le temperature? Un paio di settimane fa, zitti zitti, senza clamore mediatico, il “Met Office's Hadley” e la “Climatic Research Unit” hanno fatto sapere che il pianeta Terra “non” si e’ riscaldato negli ultimi 15 anni, sulla base dei dati raccolti da 30.000 stazioni di rilevamento climatico. Al contrario, rischiamo di avviarci verso una “mini ice age”, un raffreddamento globale paragonabile a quello che nel 1648 provocò la gelata del Tamigi e dei canali di Amsterdam. E’ certo che il futuro prossimo sarà più freddo. Eppure, nel 2008, gli esperti del “Met” sostenevano che il periodo compreso tra il 2009 e il 2014 avrebbe raggiunto temperature calde da record. Nel 2009, prima del Vertice di Copenaghen, un “hacker” (“spione” che intercetta messaggi circolanti in internet) pubblica informazioni riservate: si tratta di uno scambio di e-mail tra scienziati inglesi e americani che lavorano per l'IPCC (Intergovernmental Panel of Climate Change), l'ente delle Nazioni Unite che studia il cambiamento climatico. I sostenitori accaniti del “riscaldamento globale” vengono smascherati. I dati da loro diffusi sono molto “opinabili” ed esercitavano pressioni e boicottavano gli scienziati che non la pensavano come loro, un atteggiamento che scredita gravemente l’immagine degli istituti collegati, tra cui la Climatic Research Unit. Nello stesso anno, una ricerca apparsa su “Nature Geoscience”, evidenzia che il “global warming” non e’ legato solo alle emissioni inquinanti degli uomini, ma anche ad altri fattori, come le radiazioni solari e le maree degli oceani. Il “Met Office's Hadley Centre” respinge al mittente queste considerazioni spiegando che nelle loro ricerche sul clima hanno tenuto conto delle radiazioni solari e delle maree, ma che la colpa del “riscaldamento globale” e’ prevalentemente legata all’inquinamento delle abitudini umane. E continuano a sostenerlo nonostante che, secondo loro, i ghiacciai himalayani dovevano sciogliersi, ma non e’ avvenuto. La realtà e’ che negli ultimi due anni la temperatura e’ scesa da 14,40 gradi celsius a 14,30. Sul clima qualcuno sta “barando” e viene da chiedersi quali sono gli interessi nascosti dei sostenitori del “riscaldamento globale”.