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venerdì 1 aprile 2011

L'energia nucleare e' l'attivita' unama meno rischiosa.

Il dibattito sulle centrali atomiche in questi giorni si fa sempre piu’ acceso in Italia nell’avvicinarsi del referendum sul nucleare che capita a ridosso dei fatti giapponesi. In Italia non c’e’ nessuna centrale nucleare, quindi, si vorrebbe impedire la costruzione di centrali che useranno principi di funzionamento totalmente differenti da quelli usati nelle vecchie centrali di prima e seconda generazione. Nelle vecchie centrali (come quella di Fukushima e Cernobyl) una volta iniziata la reazione nucleare l’uomo cerca di tenerla sotto controllo, e se non ci riesce può accadere la catastrofe come sta avvenendo in questi giorni in Giappone. Nelle centrali di ultima generazione questo non potrà piu’ accadere. Se l’operatore o i sistemi di raffreddamento funzionano, allora avviene la reazione nucleare. Se ci fosse un qualsiasi mal funzionamento o mancato controllo umano, il rettore si spegne. Anche lo smaltimento delle scorie nucleari di tutto il mondo e’ in via di risoluzione seppellendole in speciali siti in Svezia e Finlandia. Sono 195 le centrali nucleari in Europa, 440 nel mondo. La Francia ne ha 59, seconda dietro gli USA che ne hanno 104. Dal nucleare la Francia ricava il 76% del suo fabbisogno energetico che esporta anche in Italia. Le industrie francesi pagano l’energia il 50% in meno di quelle italiane. Ecco perche’ l’Italia deve affrancarsi dal petrolio visto che le fonti rinnovabili (pur ricoprendo tutta l’Italia di pannelli e impiantando decine di migliaia di pale eoliche - affari per lo piu’ controllati dalla “mafia”) riusciranno al massimo a coprire il 10/15% del fabbisogno e, oltre a distruggere il paesaggio (il turismo e’ la nostra maggiore industria), le pale eoliche produrranno un forte inquinamento acustico. I giapponesi entrarono in guerra il 7 dicembre 1941 perche’ le loro scorte di petrolio stavano per esaurirsi. Si arresero dopo le bombe atomiche americane. Nonostante ciò si dotarono immediatamente di centrali nucleari (55) per evitare di dover fare un’altra guerra per l’approvvigionamento energetico. Tutti sappiamo quale sviluppo industriale ha poi avuto il Giappone. I peggiori disastri ambientali del globo sono venuti dal petrolio: la recente mare nera del golfo del Messico; 2002 le isole Galapagos; 1972 il disastro nel golfo di Oman; 1967 le coste della Cornovaglia e molti altri. Pensate che il 20% dell’inquinamento totale marino proviene da acque contaminate utilizzate per il lavaggio delle cisterne delle petroliere. Le “polveri sottili” dell’inquinamento urbano ammazzano 2.4 milioni di persone ogni anno. E il buco dell’ozono? E le centrali a carbone, le miniere, le lavorazioni industriali ed agricole, la produzione di cemento di ferro e acciaio? L’automobile sinora ha causato oltre 50milioni di morti e circa 200milioni d’invalidi, neppure tutte le guerre hanno prodotto questa immensa carneficina. Il fumo uccise sei volte di piu’ dell’automobile, l’alcool piu’ del fumo. Molti sono anche i morti per incidenti ferroviari ed aerei. Negli incidenti domestici perdono la vita centinaia di migliaia di persone. Cosa dire poi dell’inquinamento da “farmaci” che rendono i batteri immuni agli antibiotici? Questi dati “terrificanti” non mettono paura, ma l’ “invisibile” ed “improbabile” pericolo atomico sì. L'energia nucleare e’ l’attività’ umana meno rischiosa, lo dice il rapporto “Comparing Nuclear Accident Risks with Those from Other Energy Sources” realizzato in base ai dati del centro di ricerca svizzero “Paul Scherrer Institut” e pubblicato dalla “Nuclear Energy Agency” (NEA), l’agenzia nucleare dell’OCSE (organizzazione economica dei Paesi industrializzati). Il rapporto prende in considerazione le principali fonti di energia: carbone, petrolio, gas naturale, GPL, idroelettrico e nucleare. Dal 1952 ad oggi, da Cernobyl a Fukushima, i morti per l’energia nucleare sono stati 63 contro i 73 dell’energia eolica. Il numero totale di morti per incidenti e’ di 20.276 nell'industria del carbone, 20.018 in quella del petrolio, 59.936 nell'idroelettrico. La paura verso il nucleare e’ usata dai media “finanziati” dai petrolieri. Considerando anche le conseguenze future, il rapporto osserva che il numero di vittime di Cernobyl continuerà ad aumentare nei prossimi 70 anni. La cifra totale sarà compresa fra 9000 e 33000. Anche nella peggiore delle ipotesi questi numeri sono quasi uguali ad un singolo incidente nell'industria idroelettrica: quello della diga di Banqiao, che provocò quasi 30000 morti in Cina nel 1975. La gente dimentica che l’incidente della centrale di Fukushima e’ avvenuto in Giappone dove ci sono 55 centrali nucleari di prima generazione (vecchie di 40 anni) colpito da un terremoto distruttivo e devastato da un maremoto di proporzioni inimmaginabili. Le radiazioni produrranno danni circoscritti, ma mai ci sarà alcun “olocausto nucleare mondiale”, come ogni giorno paventano i media generosamente finanziati dai petrolieri.

Libia: una guerra "anomala" ma non tanto

Il motivo ufficiale e’ quello che in Libia trionfi la democrazia. Ed ecco che gli Usa, la Francia e l’Inghilterra si sono mosse con “sollecitudine” per raggiungere questo obbiettivo. “Cca’ nisciuno e’ fesso!”. I motivi reali e’ la lotta per il controllo delle materie prime. Tutte le guerre si sono sempre fatte, si fanno e si faranno “esclusivamente” per “interessi” e mai per la democrazia, questo ce l’ha insegnato la storia millenaria dell’uomo. Gli Usa si sono mantenuti defilati sin dall’inizio ed ora si sentono “sollevati” dopo che il comando e’ passato alla NATO. La Francia e l’Inghilterra, invece, hanno colto al volo l’occasione per lanciare un’avventurosa guerra personale al Colonnello, per diventare le potenze egemoni del Mediterraneo a spese di tutti gli altri paesi europei, Italia in testa. Gheddafi aveva due maggiori clienti “privilegiati” per sfruttare il petrolio: l’Italia, col 25%, e Cina, con l'11% e accordi per nuove esplorazioni. I francesi e gli inglesi vogliono sostituirsi all’Italia per fare affari con la Libia dopo aver cacciato il dittatore. Francia ed Inghilterra sanno che i paesi africani (Libia inclusa) trattano volentieri con l’Italia che non e’ guerrafondaia e colonialista al contrario di loro e, quindi, quando sarà finita questa “anomala” guerra l’Italia rimarrà il piu’ importante interlocutore della “nuova” Libia senza Gheddafi e dei paesi africani. Il nostro Paese e’ stato costretto ad intervenire per non lasciare carta libera ai guerrafondai e ai colonialisti, ma saprà venirne fuori con orgoglio con grande disappunto della sinistra italiana che preferirebbe vedere il governo Berlusconi umiliato, alla faccia dell’ “unità” d’Italia! Non e’ stato provato che in Libia gli insorti siano la maggioranza. Probabilmente lo sono in Cirenaica che e’ sempre stata vicina al fanatismo islamico. La Cirenaica confina con l’Egitto e non e’ un caso che li stanno prendendo il potere i “Fratelli mussulmani”. Dalla Libia arrivano immagini e notizie confuse e contraddittorie e si capisce ben poco di quello che effettivamente sta succedendo. Si parlò di un’enorme fossa comune per seppellire 10mila cittadini uccisi (?!) dall’aviazione di Gheddafi. Le foto mostravano una spianata con molte buche ordinatamente scavate e sulle bare si notava una targhetta, ma che razza di fossa comune era quella? Siamo di fronte ad una guerra “anomala” che per giustificarla girano notizie che non hanno alcun fondamento, servono soltanto a generare consenso nell’opinione pubblica mondiale per giustificare l’intervento militare. Gheddafi minaccia gli “invasori” e giura che sterminerà tutti gli insorti e la popolazione civile che li appoggerà. Ordina il cessate il fuco, ma si dice che mai sia stato eseguito. Quanto sono vere queste notizie e perche’ vengono diffuse? Se si tratta di una guerra civile, l’Onu non sarebbe dovuto intervenire. Si dice che l’abbia fatto perche’ Gheddafi ha usato l’aviazione contro il suo popolo e cosi’ ha deciso di intervenire con la no-fly zone, per impedire agli aerei di Gheddafi di decollare e sparare sui ribelli. E invece gli aerei francesi e inglesi martellano mezzi corazzati libici al suolo e ogni genere di installazione, e’ evidente che si e’ andati oltre la no-fly zone. Anche il piu’ imbecille lo capisce. Perche’ allora non si interviene in Siria, dove attualmente si sta uccidendo i rivoltosi? E’ accaduto la stessa cosa nei giorni scorsi nell’Yemen e perfino nell’Egitto del dopo Mubarak. La Cina ha represso la rivolta degli studenti con il massacro di Tien an Men (1989), perche’ l’Onu non le ha fatto la guerra? L’Italia e’ caduta in un tranello. Questa guerra e’ stata voluta dalla Francia e dall’Inghilterra per ragioni che nulla hanno a che vedere con le finalità umanitarie e democratiche. Per l'Italia, prima si chiude meglio è per mettere un freno alla Francia e alla Gran Bretagna. Governo ed opposizione dovrebbero essere “uniti” per difendere i rapporti con i paesi africani allacciati da anni dal marchigiano Enrico Mattei fondatore (1953) dell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) e portati avanti da tutti i governi che si sono succeduti. Se l’Italia perdesse quelle risorse naturali, svanirebbe di colpo il benessere di cui gode da anni. Ma per l’opposizione e’ piu’ importante il caso Ruby che rappresenta una buona occasione per “cacciare” Berlusconi.