I Paesi che fanno parte dell’Unione europea, per non rischiare di fare la fine della Grecia, hanno capito che e’ necessaria la concertazione della politica economica europea comune. La crisi della Grecia non e’ maturata per colpa della crisi finanziaria mondiale in corso, ma perché amministrata da una classe politica che ha “foraggiato” il clientelismo e l’assistenzialismo, tollerando l’evasione fiscale e diffondendo la convinzione che si poteva vivere spendendo soldi che non si hanno. Il crollo greco e prima di tutto politico e morale, successivamente e’ diventato finanziario. Lo shock della crisi greca ha ricompattato l’Unione europea che ora deve difendere l’Euro dagli attacchi della speculazione finanziaria internazionale, e i singoli governi hanno capito, ora piu’ che mai, che debbono coordinarsi per una massiccia riduzione dei rispettivi deficit e debiti pubblici. Per evitare quella fine, allora, non basta “tagliare” i costi superflui, come pure e’ necessario e opportuno, ma si deve agevolare le forze produttive sane, premiare chi studia, chi fa ricerca, chi lavora, chi eccelle nel suo mestiere o professione e punire le rendite di posizione, i profittatori, gli evasori, i somari e i fannulloni. Servono riforme profonde e strutturali, e non una “curetta” provvisoria come sembra l’attuale manovra del governo italiano. La manovra risente di un clima politico difficile, ma soprattutto di molta preoccupazione per la forte crisi recessiva interna. In una fase di lenta crescita della produzione industriale e’, infatti, da evitare che la riduzione della spesa pubblica finisca col diminuire la possibilita’ di far ripartire i consumi interni, penalizzando la ripresa e l’occupazione. L’attuale manovra consistente in tagli, risparmi ed entrate per 12 miliardi per i prossimi due anni, ma il costo per interessi del debito pubblico e’ pari a circa 70 miliardi di Euro all’anno, si capisce che saranno inevitabili altri forti tagli. Se non arrivera’ la ripresa, e se non aumenteranno le entrate, sara’ sempre piu’ difficile contenere la spesa senza fare tagli strutturali come, ad esempio, la riforma del Parlamento. La Germania, il Paese più forte dell'eurozona, ha avviato una politica all’insegna del rigore, decidendo di inserire nella propria Costituzione una disposizione che obbliga di ridurre il “deficit” di bilancio di 10 miliardi di euro ogni anno, eliminando il debito degli “Stati Federali” entro il 2020. Il Governo Berlusconi e’ intenzionato ad agire con decisione nei confronti della delicata situazione attuale che vede "cricche" di spregiudicati personaggi arricchirsi ai danni dei cittadini e un numero elevato di evasori fiscali campare sui sacrifici di altri. Dunque, come ha rimarcato Tremonti, “si darà a chi ha bisogno e si toglierà a chi non ne ha, riducendo i trasferimenti che non hanno ragione di essere e l'uso distorto del denaro pubblico”. A essere nell'occhio del ciclone non saranno i cittadini onesti, bensì coloro che continuano ad ingannare lo Stato facendo aumentare il debito pubblico dell’Italia: falsi invalidi ed evasori su tutti. Dunque il Governo taglierà tutte quelle spese improduttive e ingiustificate che da anni zavorrano l’Italia, sono talmente tante da consentire allo Stato di iniziare a ridurre sensibilmente anche il mostruoso debito pubblico. Il taglio dell'indennità’ dei parlamentari, come ha giustamente sostenuto Tremonti, non e’ che “l’antipasto” di un’operazione che, sotto il profilo dei tagli, si annuncia molto piu’ consistente. Certo, in una situazione di crisi come quella attuale non basterà solamente ridurre le spese e tagliare i privilegi, ma sarà fondamentale far ripartire il sistema produttivo ed economico e ricominciare a crescere. Per un Paese esportatore come l’Italia la svalutazione dell’euro e’ un vantaggio che favorirà sicuramente l’export, che rappresenta un punto di forza dell’economia italiana. Già nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni hanno dato segnali molto positivi, facendo registrare una crescita del 17%. Anche il sistema industriale, nel suo complesso, e’ in ripresa. Se a ciò aggiungiamo le positive stime del Fondo Monetario Internazionale e che il sistema italiano del’occupazione ha tenuto molto piu’ che in altri Paesi, l’Italia può guardare al futuro con un po’ di ottimismo e di speranza. Il Governo continuerà a tenere i conti pubblici in ordine come ha fatto finora con una politica prudente, coniugando il rigore con l’equità’ sostenendo lo sviluppo che ha messo l’Italia al riparo dalla crisi, e questo è stato riconosciuto da tutte le autorità monetarie internazionali, anche da quelle che in passato sono sempre state molto critiche con l’Italia. Il Governo sta facendo tutto quello che e’ nelle sue possibilita’ e si attende la massima collaborazione responsabile sia dai componenti della maggioranza che lo sostiene e dell’opposizione. Il Presidente della Repubblica Napolitano e’ stato categorico: “Bisogna mettere nel conto anche le proteste, che fanno parte della democrazia, ma e’ importante che le decisioni siano prese responsabilmente dalla maggioranza ed io spero siano condivise dalle forze di opposizione in Parlamento, nel comune interesse”. Cosa continua invece a fare "Gianfrego" Fini? Continua a fare il “controcanto” a Berlusconi e va in ogni dove a spese dei contribuenti italiani, non gli passa per la testa di dover anche lui risparmiare. E’ talmente roso dall’invidia che se Silvio dice bianco, lui dice nero. Solo per ripicca. Si e’ convinto che se Berlusconi ha carisma, come gli riconoscono tutti, lui ne ha molto di piu’. Cosicché si è messo a scimmiottarlo. La sua ambizione e’ tale che prima o poi finirà come la rana nella favola che si gonfia per non essere piu’ piccola del bue fino a scoppiare. Se davvero nella sua testa frulla l’idea di prendere il posto di Berlusconi o di sedersi al Quirinale, se lo scordi! Nessuno piu’ scommette su di lui. È arrivato alla terza carica dello Stato per “grazia ricevuta” da Berlusconi, si accontenti e lo ringrazi. Possibile che non si accorge che e’ “telecomandato” dalla sinistra e si muove nella direzione da loro voluta? Oggi Fini alla sinistra serve e lo tiene stretto al guinzaglio. Nel momento in cui, però, non servirà più anche lui finirà nella discarica. Il Pd, suo sponsor, cambia idea a secondo del tempo, capace di dire oggi tutto il contrario di ieri. Un esempio? La sinistra odiava le intercettazioni telefoniche, ed oggi “protesta” contro un disegno di legge che vuole disciplinarle visto che, ormai e’ stato provato, spesso infangano persone innocenti. La legge non “impedisce” le intercettazioni, ma vuole “esclusivamente” impedire che i contenuti non vengano pubblicati sulla stampa prima che la magistratura abbia concluso le indagini preliminari. Torniamo invece a Fini che fa da spalla al Pd e sta tramando con gli altri “lillipuziani” della politica per far nascere un “governassimo” defenestrando Berlusconi ed il suo Governo. Ve lo immaginate Bersani, Fini, Casini, Di Pietro, Franceschini, D’Alema, Rutelli, Rosa Bindi tutti insieme magari “riesumando” anche Prodi, Visco, Padoa Schioppa, Pecoraro Scanio, Diliberto, Bertinotti e altre “eccelse” menti? Al momento di agire, cioè di fare decreti e leggi, quando troveranno l’accordo? MAI! Emergeranno le diverse visioni della società, e non si concluderà un bel nulla. No, la crisi la deve governare chi e’ stato scelto dalla maggioranza degli italiani. A lui le responsabilità di uscire da questa gravissima crisi. In Grecia, in Spagna, in Portogallo, in Irlanda, o in Francia, e Germania, mica stanno pensando ad un governo di “salute pubblica” di emergenza. Chi e’ al governo e’ chiamato a far vedere quanto vale. Caso mai sta alla responsabilità dell’opposizione rendersi conto e prendere coscienza che una collaborazione responsabile è necessaria. Come in tempo di guerra. Se Casini vuole collaborare con il governo ne guadagnerà politicamente, più che rimanere all’opposizione a litigare e a fare le pulci. Gli italiani sanno riconoscere chi si impegna per aiutare il Paese a superare la tremenda crisi e chi invece vuol mandarlo allo sfascio. Che razza di democrazia ha l’Italia, quando per il puro piacere di occupare una posizione piu’ prestigiosa, magari di sedersi su una poltrona di ministro o addirittura di presidente del Consiglio, si organizzano “ribaltoni” che invece di curare la malattia l’aggravano? Ma che razza di parlamentari sono stati mandati in parlamento? Fini si nasconde dietro la sua carica istituzionale e crede che quello che va facendo in giro a danno del Pdl nessuno lo veda e se ne accorga. Molti suoi fedeli di An, sono stati costretti ad abbandonarlo perché non lo riconoscono piu’. Gli e’ rimasto un “sparuto” manipolo di seguaci piu' "sciocchi" di lui.. Come possono guardare in faccia i compagni di partito se continuamente ostacolano gli obiettivi del governo? Dentro un partito la lealtà e’ cosa fondamentale. Non si può accettare chi continuamente mette i bastoni fra le ruote senza reagire politicamente. Se non se ne andranno spontaneamente, gli si apra la porta e s’invitino ad uscire.