Claudio Romiti
Giovedì, 17 Ottobre 2013
Il governo del volpino Letta ha messo in piedi un dispositivo
ponderoso nel numero e nella complessità dei vari provvedimenti, ma
sostanzialmente basato sulla solita partita di giro tra finti tagli di spesa e
ulteriori “ritocchini” al rialzo delle tasse il cui risultato finale è probabile
che sarà sfavorevole al popolo dei pagatori. D’altro canto, dopo decenni di
crescente espansione del cosiddetto deficit-spending, basato sulla spinta
politica ad aumentare l’intervento pubblico in cambio di consenso, all’orizzonte
non si intravvedono segnali che indichino svolte coraggiose e, conseguentemente,
impopolari. Svolte coraggiose e impopolari in grado di affrontare il nodo
fondamentale dell’inguacchio italiota; ovvero lo squilibrio sempre più marcato
tra le componenti produttive del Paese, preponderanti nel Nord, e quelle
parassitarie che vivono di spesa pubblica, concentrate nel Mezzogiorno ma
tendenti a diffondersi ovunque.
In altri termini, si può dire che l’evidente continuismo presente
nella citata legge dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, la totale
incapacità dell’attuale sistema politico ad affrontare una condizione da
collettivismo strisciante che sta sempre più destrutturando ciò che resta
dell’economia di mercato. Un sistema politico, nel complesso, che appare
letteralmente paralizzato sul fronte dell’abbattimento di una spesa pubblica che
nessuno riesce a contenere, nonostante i continui giuramenti succedutisi in
questi ultimi anni. Nessun partito o politico presente attualmente in Parlamento
sembra avere il coraggio e la determinazione per almeno tentare di spiegare ai
cittadini che, essendo quasi finiti i soldi degli altri, non vi è altra
alternativa al fallimento al di fuori di una drastica riduzione del perimetro
pubblico. Il che vorrebbe dire meno redistribuzione di risorse e, quindi, meno
parassitismo all’ombra dello Stato mamma. Ma i pigmei della solidarietà sociale
coatta, di governo e di opposizione, preferiscono continuare a vivacchiare nella
speranza che il nostro tradizionale stellone di Pulcinella riesca a sfangarla
anche questa volta, magari agganciando una ripresa mondiale che, anche solo per
poco tempo, faccia risalire di qualche decimale un Pil in caduta verticale. Una
ben magra prospettiva sulla quale Letta & company (le dichiarazioni di
Alfano sono davvero imbarazzanti) hanno puntato per restare il più a lungo
possibile incollati alla loro poltrona. Mah…