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venerdì 27 novembre 2009

Traditi da una nostra "figlia". Un'offesa difficile da dimenticare. I giovani di origine italiana manterranno l'italianita' dei Giganti?

E’ reato di vilipendio l’articolo di Silvia Greco e la “demenziale”, indegna e volgare mappa dell’Italia sull’Australian Financial Review (20/11/2009). La critica e la satira sono ammesse, sempre che siano intelligenti e rimangano nella correttezza e nel rispetto civile. Quanto scritto, dalla “pseudo” giornalista, e’ uno sfregio, un insulto all’Italia. All’Italia che da sempre, nel bene e nel male, e’ sempre stata il faro della civiltà: dagli antichi Romani al Rinascimento. Lungo sarebbe l’elenco dei “geni” italiani che hanno “beneficato” il mondo intero con le loro scoperte, invenzioni, l’arte e non solo. Ma ce lo dovevamo aspettare che prima o poi avrebbero iniziato a sputarci in faccia senza alcun ritegno, come fosse un loro diritto. E’ la logica conseguenza delle tonnellate di fango calunnioso che, da mesi, i giornalisti “terroristi” italiani hanno scaricato su Berlusconi ma, di fatto, danneggiando l’Italia come avevamo denunciato piu’ volte. Ma questi irresponsabili hanno continuato imperterriti, pur coscienti di nuocere gravemente e, forse irrimediabilmente, all’immagine e alla reputazione dell’Italia e degli italiani nel mondo. Per colpire il loro “nemico” politico, senza alcuna remora e vergogna, non hanno esitato di continuare nella loro forsennata ed irresponsabile azione diffamatoria che ci ha “discreditati” tutti. Saranno ora soddisfatti, principalmente, “La Repubblica” e Di Pietro (che ha speso 38 mila euro per acquistare una pagina di un giornale straniero per insultare Berlusconi e, di conseguenza, l’Italia) nel vedere i “frutti” del loro “accanito” impegno anti italiano. Come potevamo attenderci rispetto e stima dai Paesi stranieri se i primi, a calunniare e deridere l’Italia e il suo governo, sono stati i nostri politici dell’opposizione e molti dei media italiani? Il loro obbiettivo, comunque e sempre, e’ stato quello di “distruggere” Berlusconi, ecco i risultati che hanno ottenuto! Hanno gettato via il bambino con l’acqua sporca. I giornali “terroristi” e l’opposizione politica italiana hanno seminato vento ed ora tocca a noi a raccogliere la tempesta. Siamo soprattutto noi italiani nel mondo a doverne subire le pesanti conseguenze. E’ da tempo che i giornali australiani hanno ripreso a bersagliare la comunità italiana, ora dobbiamo dire BASTA e reagire. Lo faremo se aderiremo compatti all’iniziativa de La Fiamma, Il Globo e Rete Italia. La nostra voce dovrà essere forte e chiara, altrimenti continueranno ad offenderci all’infinito. Come tutti gli italiani sono veramente molto ma molto indignato ed offeso ma, soprattutto, sono fortemente deluso perché mi sento “tradito”. Sì, tradito. Ma come, e’ da anni che attendiamo che i nostri giovani italo-australiani, finalmente, “irrompessero” nella scena per mantenere e rafforzare l’italianita’ che i “Giganti” sono riusciti ad affermare dopo tante rinunce e sacrifici. Ed ecco, invece, che Silvia Greco, una nostra “figlia”, con poche righe ed un “indecente” vignetta, ha frantumato tutte le nostre illusioni e ci ha messo di fronte alla crudele realtà. Ci siamo forse troppo illusi sui nostri giovani? Sempre di piu’ scopro che molti di loro preferiscono non qualificarsi “italo-australiani”, ma australian-italian". C’e’ una sostanziale differenza tra le due definizioni. E’ la lingua quello che distingue un popolo. Sono “italiani”, pur se nati in Australia, chi parla fluentemente la lingua italiana e la scrive. Gli altri, che si esprimono con difficoltà o non parlano affatto l’italiano, sono soltanto “australiani” di origine italiana. La lingua non e’ solo un insieme di parole: e’ “sentimento”. La lingua di un popolo e’ la sua “anima” che rappresenta il suo modo di essere, di vivere, la sua stessa cultura e la sua storia attraverso i secoli. Se si vuole capire a fondo la “mentalità” di un Paese, in ogni suo aspetto e comprendere il suo spirito nazionale, e’ necessario essere padroni della sua lingua. Quanti nostri giovani parlano bene la lingua del bel Paese per considerarsi degli autentici italiani? Negli anni passati, in tutti i miei articoli, ho sempre incoraggiato i giovani e li ho difesi con forza quando furono trattati da “Papponi” da Vittorio Feltri. E’ passato circa un anno da quando 419 giovani, italo-multinazionali di tutto il mondo, parteciparono dall’8 al 12 dicembre 2008 a Roma alla loro prima Conferenza mondiale. Ad un anno circa da quell’evento, quali sono i risultati concreti che questi giovani hanno raggiunto? Oggi 27 novembre sino al 29, inizia il “GIA National Youth Forum 2009”. L’invito informa che avrà luogo all’Y-Hotel, Hyde Park e al Leichhardt Town Hall. Il tema generale del “Forum” e’: “Lingua, Cultura, Identità”. Il motto: “You’d be a baccalà to miss it!” nel volantino il pesce raffigurato non e’ il “baccalà”. Fa supporre che non l’hanno mai visto e neppure gustato. Sono molto confuso. Di quale lingua, cultura ed identità si parlerà durante il “Forum” se il modulo di registrazione, il motto ed il manifestino sono “rigorosamente” in lingua inglese? “A fun weekend for young Italian Australian to socialise, network and share ideas. Have your say (in quale lingua?) on hot topics, and fresh upon language, culture and itentity!”, e’ quello che leggiamo nel manifestino. Ma siamo sicuri che al “Forum” interverranno i giovani “italiani”? Quelli che parlano l’italiano e che conoscono bene le problematiche politiche/sociali italiane in relazione a quelle australiane? In ogni caso auspichiamo che il documento conclusivo del “Forum”, includa una forte ed esplicita risoluzione di condanna al volgare ed ignobile articolo dell’Australian Financial Review e agli attacchi continui della stampa australiana alla comunità italiana. Il programma del “Forum” include anche un evento di “fine anno” organizzato dall’”Italian Australian Younth Association NSW ”, unitamente ad altre sei associazioni dei giovani. La festa, e’ denominata “Dolce Amaro”, si svolgerà il 28 novembre al “The Sydney Harbour Marriot Hotel”. Per mettere in risalto la loro “l’italianita”, gli organizzatori del “Forum” e delle altre iniziative collegate, avrebbero dovuto organizzarle nei bellissimi club italiani, vanto della comunità italiana e non solo. E’ cosi’ che i giovani avrebbero dato un chiaro segnale di “continuità” e del passaggio delle consegne dai “Giganti” alle nuove generazioni. Non scegliendo queste sedi, i giovani hanno voluto inviare un chiaro messaggio: prendere le distanze dal glorioso passato dei “Giganti”. Infatti l’avevano preannunciato in una loro riunione a Melbourne di alcuni mesi fa’. Nella dichiarazione riassuntiva di quell’incontro e’ emblematica l’ ultima frase: “Tuttavia, stanti gli ostacoli strutturali alla loro piena partecipazione nelle rispettive comunità italiane, i giovani credono che non sarà possibile per il futuro mantenere in vita il tipo di strutture oggi esistenti”. I giovani hanno il diritto/dovere di cambiate tutto quello che deve essere adeguato alla realtà dei tempi, ma la loro missione/dovere è di rilanciare l’italianità senza disperdere quello che hanno costruito i "Giganti" con tanto amore e sacrifici. Obbiettivamente non possiamo dare tutta la colpa ai giovani se non parlano fluentemente italiano e se rinunciano di frequentare i club italiani. Quanti genitori, zii ed anche alcuni nonni, quando parlano con i loro ragazzi nati in Australia si rivolgono a loro in italiano oppure in dialetto, che e’ pur sempre la premessa della lingua italiana? La lingua, qualsiasi essa sia, s’impara a casa, la scuola può solo perfezionala. Non voglio passare da saccente o da presuntuoso, ma tutti i miei nipoti, nei primi tre anni della loro vita, hanno parlato “esclusivamente” italiano, tanto da trovare “difficoltà” a comprendere l’inglese quando iniziarono a frequentare l’asilo. Sta, di fatto, che ora che sono teenager, continuano a parlare fluentemente l’italiano. A dire le cose come stanno si diventa antipatici, ma e’ un prezzo da pagare. Se non si butta mai giù il muro dell’ipocrisia non può mai iniziare il processo evolutivo che porta al cambiamento piu’ aderente alla realtà. Non mettiamo la testa sotto la sabbia, diciamoci la verità. Noi italiani non ci siamo mai sentiti “sufficientemente” orgogliosi delle nostre origini. Probabilmente forse perché non tutti conosciamo profondamente la nostra gloriosa ed importante storia. Il nostro scarso orgoglio dell’Italia l’abbiamo poi trasmesso ai nostri discendenti. Emigrati in Australia, o in altri Paesi, passivamente abbiamo sopportato, persino accettato, insulti, critiche le piu’ ingiuste e persino infamanti, senza mai avere un sussulto d’orgoglio, senza mai ribellarci. Molti pensano di essere italiani perché sostengono la nazionale di calcio e la Ferrari. Ma non vi sembra che sia troppo poco e persino ridicolo? Abbiamo grandi “tesori” di cui andare fieri e che potremmo sventolare e mostrare orgogliosi a tutto il mondo. Non e’ per caso se nello stemma dello Stato del New South Walles il motto e’ in latino: “Orta Recens Quam Pura Nites” (Appena nato brilla splendente). Questo e’ il segno tangibile ed inequivocabile che l’influenza della civiltà Romana e’ ancora viva e presente in tutto il mondo. Il latino e’ stata la lingua base di tutte le lingue europee, compreso l’inglese. Ancora oggi tutte le specie botaniche vengono indicate in latino. Molti sono i termini in latino usati in medicina come pure nelle leggi. Dopo la caduta dell’Impero Romano si e’ avuto il lungo periodo del Medio Evo, che gli inglesi chiamano “dark age”, infatti, fu un’era oscura dominata dalla barbarie. E’ soltanto con il “Rinascimento”, sbocciato in Italia, che e’ “rinata” una nuova civiltà culturale, artistica e civile che ha influenzato tutta l’Europa e, quindi, il mondo intero e lo influenza tuttora. Noi italiani, anche quelli di sola origine, dobbiamo sentirci molto orgogliosi di essere gli “eredi” di tutto questo. Chi offende noi o l’Italia, commette un “crimine” contro l’umanità’. L’Italia ha sempre molto piu’ dato che ricevuto dalle tutte le altre civilista’ messe insieme. Dobbiamo farlo sapere a tutti!