Powered By Blogger

venerdì 1 dicembre 2017

L'asso della Meloni: vuole candidare Caio Giulio Cesare Mussolini, l'erede del Duce

Un Mussolini, maschio, nella politica italiana. Dopo Alessandra (oggi con Berlusconi) e Rachele (consigliera comunale romana con Fratelli d'Italia), potrebbe essere presto il turno di Caio Giulio Cesare Mussolini, 50 anni, figlio di Guido, nipote di Vittorio e bisnipote del Duce Benito Mussolini. Secondo quanto riporta Il Tempo, Giorgia Meloni starebbe pensando a lui, ex Marina Militare, incarichi a Finmeccanica e un presente da top manager ad Abu Dhabi, per una candidatura pesante. Per ora, precisa il quotidiano romano, siamo al livello del "sondaggio". Di sicuro Mussolini Junior (che ha già garantito la discendenza al cognome di famiglia grazie a suo figlio Carlo Alberto di 11 anni) sarà a Trieste per il congresso di FdI. "Non è escluso l'impegno politico in prima persona". Nato in Argentina, Mussolini è stato sommergibilista, paracadutista e sommozzatore e la scorsa settimana ha incontrato la Meloni nella sede dei gruppi parlamentari alla Camera. Sono tre le ipotesi sul tavolo:  candidarsi nella circoscrizione estera che copre l'estremo oriente e l'Australia, oppure in Italia o, terza via, alle Europee 2019 dopo aver sostenuto per un annetto Fratelli d'Italia. 

mercoledì 29 novembre 2017

Essere comunisti

L'immagine può contenere: sMS

Il femminicidio di Claretta Petacci

  Lun, 27/11/2017 - 15:29

Ho suggerito a Mario Landriscina, sindaco di Como, di allargare la denominazione del suo meraviglioso dominio, uno dei luoghi più belli del mondo, senza alcuna presunzione ma con legittima vanità, chiamandosi sindaco di Como sul Lago di Como
La giornata di ieri, a Lenno, è stata meravigliosa; sotto una luce perfetta che faceva splendere le ville di Balbiano e di Balbianello, Villa Carlotta in vista di Villa Gallarati Scotti a Bellagio, l'isola Comacina. Salendo fino alla chiesa di Sant'Abbondio a Giulino di Mezzegra, la veduta del lago ci fa conoscere il punto di vista di Dio, che qui ha impedito agli uomini di alterare la bellezza del creato.
Ma poco più sotto la violenza ha prevalso, macchiando la lotta di liberazione dell'inutile assassinio di Mussolini e Claretta Petacci, il 28 aprile del 1945. La targa dell'Anpi rivendica il crimine come un atto eroico: «La Resistenza pose così fine al regime fascista». E quali responsabilità aveva la Petacci? Essere stata fino all'ultimo vicina a Mussolini? Oggi che si celebra e si difende in ogni modo la donna, perché nessuna pietà verso questa innocente barbaramente uccisa? Un caso palese di femminicidio, aggravato da un cieco desiderio di vendetta. Perché neanche una parola della Boldrina sulla Petacci? E, davanti a una violenza così ingiusta, non sia tanto improvvido il sindaco locale (non Landriscina) da dedicare la piazza del delitto ai partigiani tremezzini. Prevalgano nei luoghi della bellezza la pietà e l'oblio.

Le vere fake news? Le bufale rosse e a Cinque Stelle


Dalle bugie sullo spread sponsorizzate da Repubblica per far cadere il governo del Cav a quelle sulla macchina del fango su Fini

Si discute di fake news, termine con cui al tempo di internet si definiscono le vecchie «bufale», ovvero notizie false atte a modificare o alterare la realtà per ottenere vantaggi politici o economici, spesso screditando gli avversari.
Sinistra e grillini si accusano a vicenda di essere «fabbrica di fake news», e mi sembra come il ladro che dice al collega: ma che fai, rubi a casa mia?
Già, perché nella storia tutti i regimi, soprattutto quelli socialisti, hanno fatto loro il motto attribuito a Voltaire: «Mentite, mentite che qualche cosa resterà». Qualche esempio. È oggi accettato scientificamente che furono delle fake news sponsorizzate da La Repubblica le notizie che fecero cadere il governo Berlusconi nel 2011. Non è vero, infatti, che l'Italia era sull'orlo del default e che non c'erano i soldi in cassa per pagare gli stipendi pubblici; è risultata assolutamente infondata l'inchiesta giudiziaria-mediatica sulle notti di Arcore, tanto che Berlusconi è stato poi assolto in tutti i gradi di giudizio.
Anche noi, nel nostro piccolo, siamo stati vittime di fake news, quando fummo additati da molti colleghi come «macchina del fango» per aver incastrato Gianfranco Fini - allora utile idiota della sinistra per disarcionare il governo - con lo scandalo della casa di Montecarlo. Oggi sappiamo con certezza che peccammo sì, ma per difetto nel raccontare quei fatti assolutamente veri.
E che dire delle fake news grilline? Qualcuno pensa che davvero i parlamentari Cinquestelle non ritirino a fine mese il loro lauto stipendio, che, se coinvolti in fatti giudiziari, si dimettono perché «l'onestà prima di tutto», che da quelle parti «uno vale uno» e tutto viene deciso in modo trasparente dalla rete? Nessuna di queste affermazioni corrisponde a realtà, eppure c'è ancora chi crede, grazie a martellanti fake news, che il mondo di Grillo sia quello.
La sinistra ha sempre usato l'arma delle bufale per manipolare l'opinione pubblica e oggi teme solo di perdere l'esclusiva del metodo. Perché in questo, effettivamente, Grillo è un avversario molto temibile. È riuscito pure a fare credere di essere un modello di rettitudine morale e fiscale. Ed è questa la migliore battuta del suo vasto repertorio di comico. La migliore fake news, per rimanere in tema.

lunedì 27 novembre 2017

Perche' dalla potenza del sogno dipende la bellezza della vita


È meglio andare in vacanza, partire per un Paese straniero, incominciare una nuova impresa pieno di sogni, di attese vibranti, come se doveste scoprire qualcosa di meraviglioso, oppure essere un po' diffidente, realista? La risposta sembra scontata.

 Dom, 26/11/2017

Chi ha aspettative troppo elevate va incontro a delusioni. Chi cerca un mondo esotico, troverà solo del falso folklore. Chi sogna paradisi incantati dovrà accontentarsi di un villaggio vacanze. Chi sognerà il successo incontrerà la delusione. Confrontata con la fantasia, la realtà è sempre più povera, squallida, piena di difetti. Eppure non consiglierei a nessuno di rinunciare al sogno. Perché chi non parte pieno di speranze ardenti, chi non si fa guidare dal vento della fantasia, non incontrerà mai nulla di meraviglioso.
Il grande archeologo Schliemann ha potuto scoprire Troia perché su quelle che per gli altri erano semplici colline brulle lui vedeva le grandi mura di Ilio, le mille navi dei greci, gli eroi, gli dei, e viveva in mezzo a loro. Quello che a noi appare un ciottolo o un frammento di argilla all'archeologo racconta la storia di una civiltà scomparsa. Chi non sogna non vede niente. Solo chi parte col senso dell'attesa, del possibile, del mistero, solo chi parte pensando quanto stupefacente sia il mondo avrà la possibilità di scoprire qualcosa di meraviglioso. Perché la meraviglia è già nei suoi occhi. È la nostra capacità di trasfigurare che ci fa vedere. E sono solo quelli capaci di sognare in grande che costruiscono le grandi opere. Ma a condizione che alla grandiosità del loro sogno corrisponda anche una lucidità del sapere, la chiarezza dell'intelligenza, una visione delle cose altrettanto ampia, uno studio altrettanto approfondito, una ricerca minuziosa, razionale.
E non basta: il sogno non deve essere mai fantasticheria, allontanarti dal reale, deve diventare progetto concreto, meta primaria della tua azione, scopo della tua vita a cui devi dedicare tutte le tue risorse fisiche e morali. E allora, quanto più sono elevati i tuoi sogni, più alate le tue fantasie, e più grande l'energia che vi avrai prodigato, più acquisterai il potere di evocare anche negli altri la tua stessa emozione, il tuo stesso desiderio e non sarai più solo nella tua ricerca.