Powered By Blogger

sabato 10 febbraio 2018

Votate per Concetta Cirigliano Perna alla Camera e per Paula Marcolin al Senato

 Concetta Cirigliano Perna alla Camera 
  Image result for concetta perna


Paula Marcolin al Senato
 Image result for paula marcolin


C’e’ grande fermento anche all'estero per “acchiappare” una poltrona. Questa e' la quarta tornata elettorale che "subiamo". Alle precedenti elezioni del 2006, 2008 e 2013 ne abbiamo viste di tutti i colori: dalle “strane” candidature, alla “compravendita” delle schede elettorali, all'accaparramento delle schede da parte delle solite note "centrali" ed altre numerose irregolarità'. Tutto questo sarebbe dovuto bastare per annullare questa “vergogna” che disonora noi italiani all'estero e l’Italia. L’altra ragione per cancellare questa indecorosa “farsa” e’ che, dopo 12 anni, abbiamo toccato con mano che, i cosiddetti 18 rappresentati degli italiani all'estero (12 deputati e 6 senatori), si sono fatti esclusivamente i “casi” loro. Zero benefici per noi. Li ho sempre considerati dei “vincitori della lotteria”. Essere stati eletti per loro e’ significato “fama” e “denaro”. Tanti soldi che se, per alcuno, avessero continuato nelle loro abituali professioni, non sarebbero stati sufficienti neppure “cent'anni” per accumulare quanto hanno incassato in 12. Uno stipendio mensile di un parlamentare equivale, più' o meno, ad una annualità' di un normale stipendio. Per cercare di eliminare le irregolarità' passate questa volta (quanto pare!!) ci saranno maggiori controlli e chi venisse colto in fallo se la passera' brutta! Staremo a vedere. Forse i provvedimenti fungeranno un po’ da deterrente e, probabilmente, la percentuale dei votanti sara' molto al di sotto del solito 39%. Se non decideremo di astenerci dal voto, volendo o no saremo costretti a votare per uno dei candidati in lista perche’ due di loro veranno sicuramente eletti anche se con pochi voti. Per chi votare? Per la persona o il partito? Premesso chi verrà' eletto sara' comunque un "signor nessuno", sia nel suo partito e sia nel parlamento italiano, la nostra scelta dovrà' premiare la persona che potrebbe meglio rappresentarci. Sono sempre appartenuto a Forza Italia, ma anche questa volta, le scelte del coordinatore estero di FI, Senatore Vittorio Pessina, sono state errate come furono quelle dei suoi predecessori. Anni a dietro, ho avuto modo di valutare Ernesto Marciano' di Perth, posso affermare che e’ "deleterio" per FI, Centrodestra, averlo messo in lista. Non ha senso che gli altri candidati di FI e Lega risiedono fuori dell'Australia dove c'e' piu' dell'80% dei votanti. Conosco Francesco Pascalis. Nel 2006 era candidato con il Centrodestra ed ora si presenta con il PD. E' vero che "solo i geni e gli idioti non cambiano mai opinione".  Francesco Giacobbe ha un record: come Presidente dell'Italian Forum di Leichhardt, era riuscito a portarlo sull'orlo del fallimento. Gli chiesi, più' volte, di sostenermi per risolvere il caso Valentino Del Favero (la storia e' nel mio blog: www.itamondo.blogpot.com) ma e' sempre stato prodigo nel trovare "scuse" per “dileguarsi”. Il caso l'ho risolto da solo dopo 16 intensi mesi di lavoro affrontando costi finaziari personali. Ho fatto una critica a Giacobbe sul suo profilo "Facebook", ma l'ha subito cancellata. Gli ricordavo che non doveva vantarsi per l'approvazione dello stanziamento di 200.000 Euro per i Comites e 400.000 per il CGIE quanto questi "organi", che si “spacciano” di rappresentare noi italiani all'estero, in circa 20 anni hanno speso oltre 100 milioni di Euro "esclusivamente" per viaggi di piacere in tutto il mondo dei suoi componenti. ZERO benefici per noi all’estero. Avete poi notato la "prosopopea" e l'atteggiamento “vanitoso” di Francesco Giacobbe? Si "atteggia" come fosse un “vero” Senatore!! Negli ultimi mesi non manca ad una festa e a una riunione. No conosco gli altri candidati in lista esclusa Concetta Cirigliano Perna con la quale ho avuto il piacere in passato di scambiare alcune e-mail. Ho sempre seguito la sua attivita' di Presidente dell'Associazione Nazionale Donne Italo-Australiane fondata da Franca Arena. Per rispondere alla domanda per chi votare per il partito o per la persona, la risposta e' che dobbiamo votare per la persona che possa meglio rappresentarci. Per questo dovremmo votare Concetta Cirigliano Perna per essere sicuri che avremo inviato nel Parlamento italiano una donna di cui essere orgogliosi e che sapra' rappresentarci degnamente oltre che fattivamente. Ovviamente non potra' incidere nella politica italiana anche perche', il partito che l'ha candidata (Liberi e Uguali), politicamente non conta e non contera' nulla.  Concetta Cirigliano Perna  per la sua intelligenza e l’esperienza nel campo sociale e non solo, potra' sicuramente essere utile per risolvere alcune problematiche che interessano esclusivamente noi italiani all'estero, primo su tutti portare aiuto concreto e conforto agli anziani abbandonati. Non conosco Paula Marcolin di Melbourne, ma noto che le sue referenze ed esperienze sono simili a quelle di Concetta Cirigliano Perna. Se eleggeremo entrambi, agirebbero unite  a favore degli italiani residenti nella IV circoscrizione estera. E’ risaputo che le donne sono molto piu' sensibili ai bisogni umani, sono molto piu' determinate e concrete degli uomini che sono piu’ vanitosi e badano piu' all'apparenza che alla sostanza. Se vogliamo essere degnamente rappresentati nel Parlamento italiano e sentirci orgogliosi, votiamo alla Camera Concetta Cirigliano Perna e al Senato Paula Marcolin entrambi candidate dal Partito “Liberi e Uguali”. Non votiamo il partito ma le sue CANDIDATE 
Berlusconi: «L’allarme fascismo? Balle! È la sinistra che cavalca le paure»

Berlusconi: «L’allarme fascismo? Balle! È la sinistra che cavalca le paure»

A- A- A+
Allarme razzismo nel Belpaese: il coro delle Cassandre dem lo ha diligentemente fatto diventare i leitmotiv di questa campagna elettorale in corso, complice, ovviamente, la cronaca delle ultime settimane che, tra omicidi efferati, raid punitivi e scomposte reazioni di piazza, ha dato una mano a far impennare l’asticella dell’allarme sociale e delle recriminazione politica demagogica e forzata. In tutto questo, però, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, prova a calmierare gli animi e a riportare al centro del dibattito i fatti: e i fatti dicono che, come da lui stesso ribadito poco fa ai microfoni di Radio Capital, che «il razzismo in Italia non esiste», ma anche che «se rinunciamo a controllo e contrasto dell’immigrazione, può arrivare».

Berlusconi a Radio Capital: il razzismo in Italia? Non esiste…

Anche perché, al netto di qualunque filtro inutilmente politically correct, la domanda retorica che Berlusconi si pone a stretto giro a Circo Massimo, su Radio Capital e alla quale non occorre che espliciti neppure la risposta,è netta: «Ma che cosa dobbiamo fare con i 600.000 migranti che non hanno titolo a stare in Italia, lasciarli delinquere? – si domanda il leader azzurro – . Sono la manodopera ideale per la criminalità e anche, forse, per il terrorismo». E la domanda, come la risposta in automatico, del resto, sorgono spontanee avrebbe detto qualcun altro… E allora, l’indice puntato contro tutti i protagonisti della sconcertante vicenda di Pamela non si è levato perché la 18enne romana è morta in circostanze ancora da appurare in casa di un pusher nigeriano che poi ne ha smembrato il corpo che ha abbandonato in due trolley in una canale di campagna a bordo strada, me per l’orrore a cui l’intera vicenda romanda e per il terreno minato su cui si innesta: e il terreno è quello diffuso a oltranza nelle nostre città chiamate all’accoglienza coatta e indiscriminata di grandi numeri di extracomunitari che la cronaca ci descrive sempre più spesso, o per dirla con le parole del leader azzurro, come «manodopera ideale per la criminalità». Un terreno in cui l’innesto di culture profonde diverse rende difficile innesti e convivenze  specie quando – come nel caso del brutale scempio fatto sul corpo della povera Pamela – arriva a rivelare aspetti e contorni di ancestrale efferatezza e crudeltà. È contro tutto questo che si riscopre diversi e in antitesi, il resto, a partire dalla reazione tradotta da Luca Traini in un agguato violento che ha sfiorato la strage è, per dirla sempre con le parole di Berlusconi affidate ai microfoni di Radio Capital, il gesto di  uno «psicopatico che spara in nome di una ideologia delirante». Per questo, ha ricordato il leader di FI, «ho espresso cordoglio alla famiglia di Pamela» e «vicinanza ai feriti di Macerata».

Immigrazione: le colpe della sinistra, le bugie del M5S

E per tutto questo Berlusconi si sente di bollare come fake gli allarmasmi sventolati ad hoc dalla sinistra su possibili rigurgiti razzisti o simpatie di ritorno per il fascismo. «Se gli italiani hanno paura la colpa è della politica dei governi di sinistra che, nella sua miopia, non capisce che i rigurgiti neofascisti nascono dal fatto che i cittadini non si sentono tutelati dallo Stato». E allora, aggiunge il numero uno azzurro, «non mi preoccupano i rigurgiti neofascisti, che sono limitati, ma mi preoccupa che i cittadini non siano protetti». Questo il vero asse del dibattito in corso su cui andrebbe onestamente spostata la discussione: il resto sono inutili dissertazioni. che Berlusconi non esita a definire pirotecniche, persino se è l’alleato Salvini a sostenerle, come quando il leader del Carroccio invoca la chiusura delle moschee. «Non si possono chiudere, anche perché nella nostra costituzione c’è libertà di religione», ricorda il numero di Forza Italia che poi a riguardo aggiunge anche: «L’articolo 8 prevede libertà per tutte le confessioni religiose, se non contrastano il nostro ordinamento e noi – conclude il leader azzurro – applicheremo alla lettera questa norma». Niente ipotesi irrealizzabili o, peggio ancora, come nel caso della accuse di Di Maio, accuse infondate. «Di Maio mi attacca sul Cara di Mineo? – ribadisce chiosando il suo lungo e articolato intervento a Radio Capital Silvio Berlusconi dopo le accuse del leader del M5S che ha detto come “il Cara di Mineo lo hanno istituito i leghisti e i forzisti, su cui hanno costruito un business – solo una risposta: ho incaricato di occuparsene ai miei legali, ho già dato incarico di denunciarlo».

 .

lunedì 5 febbraio 2018

ELEZIONI IL 4 MARZO

Vittorio Feltri: "Luigi Di Maio vincerà al sud. Vi spiego perchè"

14
Vittorio Feltri: "Luigi Di Maio vincerà al sud. Vi spiego perchè"
La politica si è intorcinata. Destra, sinistra e grillini si sono già spartiti il territorio elettorale e nessuno dei tre gruppi avrà la maggioranza, cosicché difficilmente avremo un governo che non sia frutto di alleanze improbabili. Ma non è questo il punto.
Tutti sappiamo che nel nostro futuro si profila una cronica instabilità, come del resto accade in vari Paesi europei dove mancano partiti egemonici. Il Nord e il Centro voteranno secondo tradizione.

Il primo sarà orientato a dare la preferenza alla Lega e in parte cospicua a Berlusconi, il secondo penderà a sinistra nelle sue varie declinazioni. Mentre il Sud, cronicamente in bolletta, affiderà le proprie speranze al Movimento 5 Stelle, per un motivo banale: il reddito di cittadinanza che i grillini si sono inventati, a prescindere dalle risorse per garantirlo (i soldi pubblici non ci sono).
La promessa di Di Maio e dei suoi scherani di stipendiare mensilmente gli sfigati privi di una occupazione ha sedotto i meridionali. I quali, dal loro punto di vista, giustamente sono contenti di poter ricevere del denaro senza lavorare. Sarebbero cretini a non esserlo. Non sono sicuri che i pentastellati saranno di parola e riusciranno a retribuire i nullafacenti, però essi si illudono lo stesso di intascare in massa l' obolo. Pertanto è naturale che preferiscano dare il loro suffragio a chi dice loro: tranquilli, ragazzi, se comanderemo noi vi riempiremo di bigliettoni, piuttosto che ad altre forze politiche abituate ad aumentare le tasse a tutti senza preoccuparsi di mantenere i terroni esclusi dalla paga.
Ecco perché il Movimento fondato, e abbandonato, dal comico genovese non faticherà ad avvicinarsi o addirittura a superare il 30 per cento delle schede contenute nelle urne. Il Mezzogiorno è costituito da regioni perennemente povere nelle quali, all' infuori dell' impiego statale, non esistono molte opportunità di lavoro. Le industrie sono poche né hanno lo spazio per moltiplicarsi a causa della mancanza di infrastrutture. La depressione è endemica.
Quindi partenopei, pugliesi, calabresi eccetera hanno bisogno di essere soccorsi dallo Stato per campare. Se arriva un Di Maio da Napoli, affamato pure lui, e giura di elargire, una volta al potere, quattrini a poveracci e lazzaroni di ogni specie da qui all' eternità, è fatale sia accolto quale salvatore della Patria e della pancia, e portato in trionfo.
Il Movimento 5 Stelle ha fallito ovunque abbia comandato, ma questo non incide nel giudizio popolare del Sud, che aspetta soltanto di essere finanziato e se ne fotte della buona amministrazione. Ai tempi di Lauro, sotto il Vesuvio accaddero cose turche: l' armatore dava una scarpa a ciascun elettore, al quale consegnava la seconda a spoglio delle schede avvenuto, se i conti quadravano.
Non è cambiato molto da Roma in giù. Sono però cresciute le aspettative: non bastano più le calzature, si pretende il reddito di cittadinanza, cioè una sorta di pensione a vita per chiunque si gratti il ventre, come tutti i grillini finiti già in Parlamento.
In effetti, lavorare stanca e rompe i coglioni.

di Vittorio Feltri

Vittorio Feltri contro Paolo Gentiloni: "Ce l'ha con se stesso. Il razzismo provocato dall'invasione che il governo non controlla"

Vittorio Feltri, Paolo Gentiloni
Dopo i fatti di Macerata, il premier Paolo Gentiloni ha chiesto "severità contro chi alimenta l'odio". Una posizione che Vittorio Feltri mostra di non condividere. Già, perché nella caccia a presunti e inesistenti mandati sembra proprio che si sita inscenando un'operazione politica, per lo più a pochi giorni dalle elezioni. E se allora la questione deve essere messa sul piano politico, il direttore la ribalta. Lo fa con un tweet, duro, anzi durissimo contro il premier e le politiche del governo. "Gentiloni - afferma Feltri - vuole severità con chi alimenta l'odio. Ce l'ha con se stesso. Il razzismo è provocato dall'invasione di stranieri che il governo non controlla", conclude.

La svolta governista del M5S




La svolta governista del M5S







Molti segnali indicano che il Movimento 5 Stelle stia rapidamente tentando di cambiare pelle. L’inaspettato allontanamento di Beppe Grillo, con tanto di creazione di un suo nuovo blog, la decisione di non ricandidarsi da parte di Alessandro Di Battista, il più ortodosso dei grillini di vertice, unita alla scelta di non entrare in un futuro governo a Cinque Stelle, il nuovo statuto e la sostanziale introduzione del metodo delle cooptazioni nella selezione di candidati alle elezioni del 4 marzo sembrano andare nella direzione di una svolta governista di questo partito. Svolta che continua a trovare conferme, nonostante le parziali smentite di Luigi Di Maio al riguardo, nelle recenti dichiarazioni del capo politico dei grillini espresse di fronte ad alcuni importanti investitori della City di Londra.
Se così fosse, tutto ciò rientrerebbe nella normale evoluzione politica e organizzativa di qualunque partito o movimento rappresentato in Parlamento. Evoluzione, si badi bene, che si basa sui principi più elementari che regolano da sempre la natura umana e che, soprattutto per gente miracolata che dalla strada si è trovata catapultata su un comodo scranno parlamentare, spinge qualunque paladino del popolo, o presunto tale, a seguire con logica inesorabile il seguente motto attribuito al grande Thomas Hobbes: “Primum vivere, deinde philosophari”.
Ciò significa, per dirla molto sinteticamente in soldoni, che la naturale e assolutamente comprensibile inclinazione di ogni individuo sano di mente ad anteporre i propri interessi a quelli dell’indistinta collettività, non poteva non prevalere anche dentro il M5S, portando i suoi cosiddetti portavoce a rinsaldare la propria indubbia posizione di privilegio raggiunta attraverso una rocambolesca quanto fortunosa selezione. Da qui ne consegue, osservando la questione in rapporto alla confusa situazione politica italiana, che se l’appena consolidato establishment pentastellato ambisce ad avere un futuro che vada oltre la demagogica regola dei due mandati, non può che fare di tutto per fornire al Paese, e in primo luogo a se stesso, una sorta di copertura assicurativa contro la sciagurata possibilità di tornare rapidamente alle urne.
Al di là delle chiacchiere e dei distintivi ancora ostentati, l’unica possibilità che Di Maio e soci hanno per restare in pianta stabile e da protagonisti nel teatrino della politicaccia italiota è quella, all’occorrenza, di tenere a galla il prossimo Parlamento il più a lungo possibile. Costi quel che costi!