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martedì 13 marzo 2012

La riorganizzazione del Pdl.

Da Orvieto, davanti allo stato maggiore del partito riunito per la “Scuola di formazione politica” voluta da Sandro Bondi, il segretario generale Angelino Alfano ha ribadito la linea del Pdl: leali con il governo Monti, ma non a “scatola chiusa”. E da detto “chiaro e forte” che: “Non ci faremo dettare l’agenda dei prossimi mesi da Pd e Udc”. Ed e’ per questo che aveva disertato il vertice con Mario Monti e i leader di Pd e Udc che, “sottobanco”, si eran accordati per commissariare la Rai e fare qualche “giochino” sulla giustizia. Lo stesso vertice si terrà questa settimana, ma partendo da basi diverse. Ha ricordato che ora le priorità che il governo Monti deve affrontare sono tre: lavoro, lavoro e lavoro. Qual e’ la missione del governo tecnico? Ridurre lo “spread”, tenere in ordine i conti pubblici, mettere al sicuro i risparmi degli italiani e il rilancio dell’economia per creare piu’ posti di lavoro. Mario Monti e’ arrivato a Palazzo Chigi con questi compiti e non altri. Tutto il resto può anche essere d’interesse del governo, ma non e’ di esclusiva competenza del Consiglio dei Ministri, ma del Parlamento. Monti ha la fiducia del Pdl, del Pd, dell’Udc. Senza il partito di Berlusconi Monti non esiste. Così come senza il Pd. Potrebbe invece esistere senza i voti dell’Udc. La politica e’ fatta di rapporti di forza. E questo permette a Monti di agire in una condizione “straordinaria” che gli ha consentito finora di governare per “decreto legge”, mentre a Berlusconi fu reso difficile e talvolta impossibile, ma prima o poi la “straordinarietà” finisce. Alfano sta “affermando” la sua “leadership” e per farlo il Pdl deve essere sempre “meno legato all’immagine” di Silvio Berlusconi che, infatti, per non creare intralci alla leadership di Alfano, ha rinunciato di andare ospite a “Porta a Porta” e poi ha preferito volare in Russia dal suo “amico” Putin piuttosto che intervenire ad Orvieto. Possiamo essere certi che e’ iniziata la “riorganizzazione” del Pdl sotto la guida di Angelino Alfano che non e’ disposto a partecipare ai “giochini” di Palazzo di Bersani e Casini e tantomeno continuare a far pagare al Pdl un prezzo più alto di quello che ha già pagato con le dimissioni di Berlusconi. Il Pdl sarà leale con Monti, ma andrà avanti con la “schiena dritta” e la bandiera sventolante. Quanto alle imminenti elezioni amministrative, il Pdl si sta preparando con ottimismo e consapevolezza che il risultato, quale esso sarà, non influirà alle politiche del 2013. E’ questa la condizione migliore per ricostruire un partito con “P” maiuscola e’ renderlo meno “carismatico” e più strutturato, pure riconoscendo a Berlusconi di essere stato il perno del partito che ha fondato, fatto crescere e consolidato. Nel Pdl si e’ coscienti che finora il partito e’ stato “trainato” da una persona con grande carisma che oggi esiste ancora, ma che si e’ molto “defilata” e ciò deve essere compensato con la costruzione di un partito degno di questo nome. Un partito essenzialmente composto da persone “per bene” che rivendichino con forza la sua storia. Il Pdl e’ l’unico partito che ha fatto largo alla nuova generazione dei giovani. Angelino Alfano e’ nato il 31 ottobre 1970 (neppure 42 anni), mentre in tutti gli altri partiti imperano ancora i “dinosauri” incapaci di staccarsi dallo stile politico dello “inciucio” della “prima Repubblica”. Assistiamo in tutto il mondo ad una crisi di civiltà ed e’ in atto anche una profonda trasformazione di come far politica e questo sta accadendo anche in Italia. Cosa e’ successo in Italia di fronte a questa crisi? E’ successo che un governo legittimo, che non era mai stato sfiduciato, per responsabilità e “amor di patria” ha deciso di fare un “passo di lato” senza che l’opposizione, che poteva legittimamente pensare di vincere le elezioni, abbia insistito per andare al voto. Se non e’ crisi della politica questa! Ma della politica dei partiti non si può fare a meno. Per concepire il “sogno” di come deve essere gestita la società non si può fare a meno dei partiti e della politica, ma di quella “buona”, di quella “seria” gestita da “galantuomini” e non da politicanti “furfanti ed avventurieri” abituati allo “inciucio” per mantenere o aumentare i loro vergognosi privilegi e continuare “gabbare” il popolo bue. Incrociamo le dita sperando che una “nuova era politica” sia iniziata.

L'amico Putin.

Ha fatto bene Berlusconi a volare da Putin. Per tante ragioni oggi Putin ci rispetta più degli Usa, dell’Inghilterra, della Francia e della Germania. Si potrebbe presumere che la Russia voglia stringere rapporti piu’ stretti con l’Italia e se cosi’ fosse dimostrerebbe essere piu’ saggia dei “tradizionali” partner dell’unione europea e degli Usa. Ricorderete quando la Francia e la Germania “irrisero” Berlusconi qualche mese fa e in Italia “molti furono contenti” dimenticando che Berlusconi, come Primo Ministro, rappresentava il Paese. Noi italiani non dovremmo mai dimenticare che l’Italia e’ grande non solo per la sua economia, ma soprattutto “per la sua storia” che non ha l’eguale al mondo. Nessuno “ha i titoli per permettersi” di deridere il Paese che ha insegnato a tutto il mondo a governare e ha diffuso cultura e giustizia. Solo la Grecia, e un po’ più indietro l’Egitto, potrebbero farlo. Ma gli altri no. C’è in Italia “chi tende a dimenticare” queste cose e “preferisce farsi irridere”. La Francia e l’Inghilterra, con una storia meno grandiosa, pretendono rispetto da tutti. Eppure chi sono mai a confronto con il nostro grande passato? Ma se proprio non vogliono “riconoscere” il nostro glorioso ed inimitabile passato, dovrebbero rispettarci per la posizione geografica ineguagliabile in cui si trova l’Italia. Se siamo la terza economia europea e la settima o l’ottava del mondo, siamo sicuramente la prima per “posizione geografica strategica”. Non e’ per puro caso che le “civiltà” sono nate nel mediterraneo: quella egizia, quella greca e quella romana. L’Italia, che si “slancia” in quel mare, e’ la piu’ favorita per i contatti con l’Africa e l’Oriente, e cioè con le due immense “emergenti” realtà economiche e politiche. L’Italia e’ l’unica potenza che, se lo volesse, potrebbe giocare un ruolo determinante sullo scacchiere arabo, africano e mediorientale. Dunque, esigiamo il rispetto che ci e’ dovuto tanto dagli Usa quanto dall’Europa, altrimenti e’ gioco forza stringere rapporti sempre piu’ stretti con la Russia di Putin. Sarebbe il caso di far capire ai tradizionali “alleati” che il territorio italiano non e’ più a “disposizione” dell’Occidente. Vedrete che cambieranno atteggiamento quando capiranno che potrebbe loro costare molto caro quando comprenderanno che l’Italia vale molto di piu’ dei Paesi che posseggono l’oro nero o i diamanti. E’ ora che ci facciamo valere! Se nel 2013 il Pdl (o come si chiamerà) vincerà “da solo” le elezioni politiche, senza alleati che gli metteranno i bastoni tra le ruote, e’ ragionevole credere che l’Italia potrebbe giocherà questa carta vincente.