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venerdì 19 giugno 2015

Gli interessi di Renzi bloccano il Paese

L'Italia lamenta di essere lasciata sola dall'Europa – alla quale chiede invano aiuto - di fronte all'immigrazione di massa ma, poi, il presidente del Consiglio dice che l'«Europa non deve mostrare i muscoli».In realtà, se l'Europa mostrasse i muscoli, aderendo all'invocazione italiana, l'Italia non si sentirebbe, e non sarebbe, più sola. Ma tant'è. La contraddizione fotografa la confusione e la mancanza di idee nelle quali si dibatte la nostra politica dell'immigrazione; che un giorno sostiene una cosa e il giorno dopo l'opposto, secondo come tira il vento. È un difetto non solo del governo – che non ha fatto, e non fa nulla di ciò che ci si aspetta dallo Stato in questi casi e apparentemente non sa che fare – ma anche della congiuntura, cioè del conflitto fra interessi nazionali e interessi del Pd e di Renzi.

L'Italia continua ad essere invasa dagli immigrati – che arrivano a frotte e pretendono di usare il nostro territorio come corridoio verso i Paesi del Nord-Europa, che non li vogliono – e che, invece, se rimangono qui, non essendosi integrati e non avendo un lavoro, si trasformano facilmente in criminalità. Non sappiamo come uscirne, stretti fra gli interessi corporativi a utilizzare gli immigrati come manodopera a basso prezzo, imposti dalle organizzazioni cattoliche e da quelle di una sinistra affarista, e i costi che la loro stessa presenza impone a tutti.
L'immigrazione di massa è un caso paradossale. Giova alle corporazioni che operano ai margini della Chiesa cattolica e della sinistra al governo, ma danneggiano il Paese

Renzi privilegia gli interessi corporativi, di parte; che sono, poi, i suoi e quelli del suo partito, rispetto a quelli nazionali e generali. 
Abbiamo un governo che fa l'opposto di ciò che ci si aspetta da lui secondo la definizione classica di politica e di Stato.
In poche parole, abbiamo un governo che non ha una politica, ma solo interessi personali e di partito. L'ex sindaco di Firenze fa, al governo, i fatti suoi e quelli del suo partito, come quando era a capo dell'amministrazione fiorentina in vista di arrivare alla segreteria del Pd e a Palazzo Chigi. Non fa gli interessi del Paese, un po' perché non li sa fare, molto perché non gli conviene. Ha distrutto il Partito democratico, per diventarne segretario; sta distruggendo il Paese dopo esserne diventato presidente del Consiglio e restarci a lungo. È la conseguenza della crisi culturale, prima che politica, nella quale è piombato il Paese. Quando scrivo che non ne usciamo, non sono pessimista, né pregiudizialmente contrario a Renzi – che è arrivato ad un posto più grande di lui – e alla sinistra. Ahimè, solo realista

martedì 16 giugno 2015

Renzi abbaia alla luna

Si vorrebbe tanto capire cos’aveva in mente il premier Matteo Renzi quando, parlando del dramma dei migranti che sbarcano in massa sulle nostre coste, ha affermato: “Sbaglia chi vive su paure e abbaia alla luna”.
Qual è il senso della frase in circostanze come queste? I dizionari ci dicono che “abbaiare alla luna” equivale a fare cose inutili, senza ragione e senza effetto, come per l’appunto i cani che, nelle notti di plenilunio, latrano alla luna, lanciandole una sfida assurda e priva di contenuto.
Che c’entra, però, tale popolare modo di dire con quanto sta avvenendo? Forse a mo’ di spiegazione Renzi ha aggiunto che occorre affrontare i problemi della globalizzazione poiché “nel mondo d’oggi ci sono tanti che abbaiano alla luna, vivono sulle paure e pensano che l’unica dimensione sia rinchiudersi a chiave in casa. Non è così”.
In linea di massima si può anche concordare sul fatto che rinchiudersi a chiave in casa sia poco opportuno. Ma resta da capire la connessione tra i suddetti sbarchi in massa e la globalizzazione. Quest’ultima è un processo di unificazione dei mercati su scala mondiale, resa possibile dall’innovazione tecnologica, che conduce a una progressiva standardizzazione dei modelli di consumo e – soprattutto – degli stili di vita.
E il dubbio diventa allora ancora più grande. Mi chiedo di nuovo quale sia il nesso di conseguenza logica sussistente tra i barconi che continuano senza posa a riversare migliaia e migliaia di disperati sulle coste italiane (e, in misura minore, greche) e la globalizzazione di cui il nostro primo ministro tesse le lodi.
In realtà a me pare che la mente di Renzi sia assai confusa, e mi sembra pure ovvio il tentativo da parte sua di nascondere con facili slogan a effetto una situazione diventata ormai esplosiva.
Poiché è chiaro che non sappiamo bene dove mettere la stragrande maggioranza dei clandestini, né vi sono ipotesi concrete circa una loro possibile utilizzazione sul territorio nazionale.
L’esodo ha assunto proporzioni bibliche. Vorrei tuttavia notare che non è un caso se i barconi si dirigono quasi tutti verso le nostre coste. Accade proprio perché si è diffusa la convinzione che l’Italia è disposta ad accogliere chiunque, nel senso letterale del termine, senza filtri di sorta. Una sorta di Paese di Bengodi in cui tutto è concesso e nel quale l’accoglienza è senza limiti.
E, a questo punto, penso sia necessario sfatare un tormentone assai diffuso. Pure la nostra, si ripete con insistenza da più parti, è una nazione di migranti. Tra ’800 e ’900 milioni di italiani sono andati a cercare fortuna all’estero, molto spesso trovandola. Anche il sottoscritto ha lontani parenti sparsi in ogni angolo del globo.
Vero, ma si dà il caso che i nostri emigrassero verso Paesi in piena espansione economica e che avevano bisogno di mano d’opera per continuare la loro crescita. Parlo per esempio di Stati Uniti, Canada, Australia, Argentina (che a quei tempi era per l’appunto in grande espansione)
Se qualcuno sostiene che l’Italia d’oggi è in condizioni simili si può senza remore pensare che non è sano di mente.
Da noi, ora, persino i connazionali stentano a trovare lavoro e, nonostante gli stimoli della BCE, la situazione non sembra destinata a migliorare (almeno nel breve termine). Il governo invita a non creare paure e allarmi, forse scordando che sono già presenti nell’opinione pubblica
La quale è inoltre preoccupata dal rischio del terrorismo che non è per nulla solo ipotetico.
E’ certamente legittimo mettere sul banco degli imputati l’Unione Europea che, una volta ancora, sta dimostrando la sua inefficienza. Ed è altrettanto lecito mettere in luce lo scarso (per non dire inesistente) spirito di cooperazione di molte nazioni europee. Caso emblematico la Francia, che ieri ha chiuso la frontiera di Ventimiglia lasciando la polizia italiana da sola nella gestione dell’emergenza.
Ciò che non si può fare, invece, è prendere in giro gli italiani nascondendosi dietro slogan inutili e insensati, come sta facendo Renzi in questi giorni. Nessuno osa negare che il problema sia di difficile soluzione. Però affrontarlo con un po’ di serietà è il minimo da chiedere. Altrimenti è del tutto inutile lamentarsi della crescita del populismo e di tendenze illiberali.

Era glaciale in arrivo in Europa per 50 anni l'Italia coperta dal ghiaccio

"In arrivo un'era glaciale
​Per 50 anni l'Italia
sarà coperta dal ghiaccio"
di Domenico Zurlo

ROMA - 
Winter is coming. L'inverno sta arrivando, recita il motto della casata Stark nei romanzi e nella serie tv Game of Thrones. E stando a quello che sarebbe stato scoperto da un gruppo di scienziati bielorussi, l'inverno starebbe arrivando sul serio: più che un inverno, anzi, una vera e propria Era Glaciale.


Dal 1° settembre di quest'anno, secondo questa fantomatica scoperta, l'Italia e tutta l'Europa saranno investite da una vera e propria ondata di gelo che dovrebbe durare ben 50 anni. La scoperta sarebbe stata fatta analizzando la potenza ionica del Sole e l'andamento delle fasi lunari.



Ovviamente, la portata della notizia fa subito pensare che si tratti di una bufala, o come minimo di una clamorosa cantonata presa dagli scienziati stessi. 

D'altronde, se fosse vera, aprirebbe scenari disastrosi per tutto il nostro Paese, con temperature sotto i 30 gradi e con le massime a -15 nel Nord Italia.



Per il momento, nessuna conferma ufficiale: chi vivrà vedrà. In compenso, e per fortuna, la ricerca prevede solo un gran freddo, e non un esercito di morti armati di asce e spade, o White Walkers che dir si voglia, come nella fortunata serie televisiva.


Martedì 16 Giugno 2015 - Ultimo aggiornamento: 12:53