Il Foglio
Domenica, 17 Novembre 2013
"Siamo qui per la dipartita del Pdl, un nome che potrà essere usato per la
coalizione di centrodestra. Si ritorna a un nome che abbiamo ancora tutti nel
cuore: Forza Italia". Ha esordito così Silvio Berlusconi, arrivato questa
mattina al Palazzo dei congressi di Roma per il Consiglio nazionale. Futuro
della coalizione, politica economica e giustizia sono stati gli altri temi al
centro del suo intervento.
La scissione. Parte raccontando quello che accaduto ieri
sera, Berlusconi, nel corso degli incontri che si sono susseguiti per tutto il
pomeriggio a Palazzo Grazioli. "Cos'è successo? – esordisce Berlusconi - Ci sono
state delle differenze non su programmi e valori, ma delle distanze tra singole
persone, si è formata una situazione che non rendeva possibile, a loro giudizio,
di poter continuare pacificamente in un lavoro comune, ho passato del tempo per
evitare questo. Eravamo arrivati ad accordo, ma hanno chiesto ieri sera la
convocazione dell'ufficio di presidenza”. “Abbiamo opposto due ragionamenti - ha
detto Berlusconi -, il primo che ci volevano 24 ore di anticipo per la presenza
di tutti i componenti, per le modifiche da aggiungere non c'era bisogno di un
passaggio all'ufficio di presidenza, ma farlo conoscere al Cn".
"Potete
immaginare, visto che la missione dal 94 a oggi era quella di unire, il dolore
con cui ho appreso la comunicazione e questa notte non ho dormito". Anche se "è
molto difficile essere alleati in Parlamento e sedere allo stesso tavolo con chi
vuole uccidere politicamente il leader di un partito", il Cav. Sottolinea come
“non dobbiamo scavare un solco che poi sarà difficile da rimuovere. Questo
gruppo, anche se adesso apparirà come un sostegno alla sinistra, al Pd, dovrà
poi necessariamente far parte della coalizione dei moderati, dobbiamo
comportarci con loro come con Lega e Fdi".
Economia. “La
nostra economia non cresce da vent’anni. Noi abbiamo un handicap rispetto agli
altri Paese come una macchina dello Stato che ci costa miliardi di euro che
supera di un terzo il costo rispetto agli altri Paesi”. L’attenzione di
Berlusconi si sposta poi sulla politica d’austerità europea messa in atto dalla
Germania e dal ruolo che dovrebbe svolgere la Bce per invertire questa tendenza:
“"Non vedo dei ministri che trattino queste pratiche con coraggio e statura
necessaria per farsi ascoltare in Europa, questa è la situazione", attacca
Berlusconi, “"Alla Merkel e Sarkozy davo fastidio perché ero l’unico che aveva
l'esperienza e la voglia di dire no a molte delle loro proposte che apparivano a
me insensate". Per poter cambiare questa politica d’austerità, secondo
Berlusconi “bisogna prima cambiare il ruolo della Bce che deve assumersi la
garanzia dei debiti pubblici dei paesi che usano l'euro. Usa, Giappone e paesi a
sovranità monetaria continuano a emettere titoli di debito pubblico", conclude
Berlusconi.
Giustizia."La nostra magistratura, unico
caso nei paesi civili, è incontrollabile, irresponsabile e fruisce di assoluta
impunità. Il privilegio di giudicarsi tra componenti della stessa casta è
privilegio medievale", ha detto Berlusconi. "La magistratura americana deve fare
i conti con il suo elettorato. In Germania e Regno Unito c'è il controllo
dell'esecutivo”. Da noi “il Governo non può approvare qualcosa che non veda
d'accordo l' Anm". Soffermandosi poi sulle sue vicende giudiziarie Berlusconi
ribadisce ancora una volta che la sentenza che lo vede condannato nel processo
Mediaset “è infondata e ingiusta e sono sicuro che verrà ribaltata – conclude,
annunciando che – “presto ci saranno importanti verità”.
Futuro. Infine spazio al futuro e alla situazione politica
dell'Italia che “non si potrà governare in futuro se non con le larghe intese” a
dispetto di una legge elettorale – il Porcellum – che “non è una brutta legge e
che potrebbe essere corretta il prossimo 3 dicembre dalla Corte costituzionale
con un target del 42 per cento che faccia scattare il premio di
maggioranza”.
Ma, avverte il Cav., se “il prossimo governo dovesse essere
composto dal Pd e dal M5s, sommando giustizialismo a giustizialismo, per molti
di noi l’unica soluzione possibile sarebbe quella di espatriare”, La soluzione
per Berlusconi c’è ed è una sola: “unire tutti i moderati e farli votare per
Forza Italia”.
La risposta di Angelino Alfano arriva nel pomeriggio, nel
corso di una conferenza stampa indetta per le 17:30 nella sede della Stampa
estera. “Sono qui oggi per la presentazione dei nuovi gruppi parlamentari del
centrodestra. Una decisione che mai avremmo pensato di dover assumere perché
nasce da un’altra decisione: quella di non aderire a Forza Italia”.
“Una
scelta amarissima e dolorosa per me – prosegue Alfano - perché è il movimento in
cui ho creduto sin dal '94 e che oggi ha chiuso la sua esperienza. Una scelta
fatta con amarezza ma per amore dell' l’Italia perché crediamo che all’Italia
serva un grande centrodestra. La scelta - spiega Alfano - è nata quando abbiamo
avuto la sensazione che nel nostro movimento prevalesse la scelta del voto
anticipato, un partito della crisi di governo che avrebbe portato l’Italia a
nuove elezioni senza il presidente Berlusconi candidabile e con la stessa legge
elettorale”.
"Noi ci troviamo oggi esattamente dove il Presidente Berlusconi ci ha portato
- sottolinea Alfano - quando lui a Bari disse ‘o un governo forte o elezioni
subito’ebbe questa intuizione. "Berlusconi ci ha portato in questa alleanza e
noi vogliamo portare avanti questa sua grande intuizione". "Questo governo è in
piedi da sei mesi e mezzo - prosegue -, non si può giudicare in via definitiva
il suo operato, per di più in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo.
Abbiamo raggiunto grandi risultati sin qui - sottolinea Alfano - e siamo stati
uno scudo ad una possibile deriva delle politiche di sinistra che avrebbero
aggredito il patrimonio".
Futuro. Per il futuro il vicepremier Alfano ha "idee
chiarissime". "Noi proponiamo un patto per gli italiani e per tutte le forze
presenti in Parlamento: tra dodici mesi vedremo se verranno raggiunti gli
obiettivi di governo". E quindi indica: la modifica della Legge elettorale che
"restituisca lo scettro ai cittadini salvaguardando il bipolarismo", che è stata
"una conquista di Berlusconi", l'elezione diretta del "vertice dell’esecutivo e
del Presidente della repubblica" e per l'economia la "ricetta liberale: meno
tasse, meno spesa, meno debiti". "Se nella Legge di stabilità non riusciremo ad
abbassare la spesa pubblica ne trarremo le conseguenze", ha concluso Alfano che
promette che "ogni giorno lavoreremo per questi obiettivi e tra dodici mesi ne
riparleremo senza pensare di far precipitare adesso il paese in una condizione
d’incertezza che aggraverebbe la sua situazione economica".
Nuovo centrodestra, numeri, primarie di coalizione, Europa.
Il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano conta 27 adesioni alla Camera e 30 al
Senato. “Per il futuro l’obiettivo è la creazione di un grande centrodestra che
sia in grado di battere il centrosinistra che non ha cambiato i suoi connotati”.
E annuncia che nelle prossime settimane farà una prima grande Convention.
“Il
prossimo candidato a Presidente del consiglio il centrodestra lo sceglierà
attraverso primarie di coalizione”. Infine Alfano riserva un commento
sull’Europa: “Non siamo contro l’Europa, anzi vogliamo more Europe, più
Europa, ma non siamo euro tappetini”, così sottolineando che l’Europa deve
rappresentare un’”opportunità” e non solo un vincolo.
“Negli ultimi venti
anni, affidandoci a Berlusconi, riteniamo di aver fatto la scelta giusta”,
conclude Alfano. “Se siamo stati costretti a fare questa scelta è per le ragioni
di cui ho parlato prima. Siamo forti della nostra grande passione e del
convincimento delle nostre idee”.