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martedì 3 giugno 2008

Gli eletti all'estero dovranno curare gli interessi degli italiani nel mondo.

Silvio Berlusconi ha appena insediato il suo governo e immediatamente intende dare attuazione al suo programma elettorale: far cessare lo scandalo dei rifiuti non smaltiti, cancellare definitivamente la tassazione sulla prima casa, sostenere il reddito di chi lavora e ristabilire pienamente la sicurezza della vita quotidiana. Il governo è oberato da gravissime emergenze in Italia ed è concentrato per risolverle, e gli italiani nel mondo e’ una delle ultime emergenze. E’ noto a tutti che Berlusconi non e' mai stato favorevole al voto degli italiani all’estero nella forma in cui e’ stato concepito, “unica” in tutto il mondo. Fu persino modificata la Costituzione per permettere l’istituzione di quattro circoscrizioni estere per eleggere 18 parlamentari (6 Senatori e 12 Deputati). Era favorevole al voto per corrispondenza degli italiani residenti all’estero, soltanto per eleggere i candidati nella circoscrizione della loro ultima residenza in Italia. Silvio ha dimostrato di possedere doti d’elasticità mentale e di essere in grado di metabolizzare gli errori, elaborare e assimilare le esperienze, sia stando all’opposizione sia al governo. Nel suo discorso programmatico, pronunciato alle Camere per ottenere la fiducia, ci ha ignorato forse per aver “metabolizzato” le negative esperienze passate. La soluzione dei problemi degli italiani nel mondo l’aveva delegata più volte a diverse persone che miseramente hanno fallito. Erano state incaricate per mantenere e sviluppare i contatti con gli italiani all’estero, per costruire quel famoso “ponte ideale” tra le comunità italiane nel mondo e l’Italia. Pur avendo avuto questa grande “opportunità”, non hanno saputo concretamente realizzare alcun vantaggio ne’ per gli italiani nel mondo ne’ per l’Italia. Se Berlusconi non ci ha menzionati nel suo discorso, esclusivamente la colpa e’ da imputare a questi personaggi che non hanno saputo presentargli un bilancio positivo del loro operato. Di fronte ai “non risultati”, Silvio non ha riconfermato nessuno di quelli che, con diverse mansioni, aveva incaricato per fare gli “interessi” degli italiani nel mondo. Non ha preso minimamente in considerazione la recente proposta di Mirko Tremaglia per ripristinare il Ministero. Non ha ricandidato al Parlamento Dario Rivolta. E men che meno ha pensato di nominare Viceministro o Sottosegretario Marco Zacchera o Barbara Contini. Nel 2001, nel suo discorso programmatico, elogiò gli italiani all’estero e, per la prima volta nella storia repubblicana, istituì il Ministero per gli Italiani nel Mondo che affidò all’On Mirko Tremaglia. Nello stesso anno favorì la nascita dell’Associazione degli “Azzurri nel Mondo”, “branch” estera di Forza Italia. Affidò la direzione all’On Dario Rivolta nominandolo Vice Presidente Vicario. Mirko Tremaglia è passato alla storia come “padre” degli italiani nel mondo. Grazie a lui, nel dicembre 2001, fu approvata la legge che sanciva il nostro diritto al voto. Fummo promossi cittadini di Serie “A”. Per questo gli saremo per sempre riconoscenti. Purtroppo pero’, nei cinque anni (dal 2001 al 2006) come Ministro, non ha saputo raggiungere alcun risultato concreto per convincere Berlusconi di rinominarlo Ministero per gli Italiani nel Mondo. Il Premier, da persona razionale e concreta qual’e’ sempre stata, non vuole (e non può) impegnare la ben più piccola risorsa senza alcun ritorno economico. Tremaglia ha avuto cinque anni per dimostrare la capacità di sviluppare e di aggregare grandi “sinergie” economiche, tra le comunità degli italiani all’estero e il sistema economico italiano. Non c’e’ riuscito. Se l’obbiettivo fosse stato raggiunto, oggi sarebbero disponibili cospicue risorse economiche che si sarebbero potute impiegare per risolvere le annose esigenze degli italiani nel mondo, iniziando con l’aiutare i più deboli. Le “adunate oceaniche” di ristoratori, industriali, scienziati, persino missionari ed i numerosi premi assegnati a chi la fortuna aveva già ben ricompensato, sono stati gli avvenimenti ai quali ha dedicato tutto il suo tempo e denaro il Ministro Tremaglia. Un gran sperpero di denaro pubblico. In concreto, non ha messo in moto nessuna “sinergia” che doveva generare quelle risorse economiche che potevano essere impiegate per affrontare l’esigenza delle collettività italiane nel mondo. Se la memoria va poi alla “carta dei servizi turistici”, tanto strombazzata da Tremaglia, vediamo che è stata una colossale presa in giro. Ingenuamente aveva affidato la sua realizzazione e diffusione a personaggi discutibili quanto incompetenti. Analogo risultato negativo l’ha conseguito l’Associazione degli “Azzurri nel Mondo”. Nel suo “Documento programmatico” di 21 punti, erano illustrati gli obbiettivi che l’Associazione doveva raggiungere. Gli ultimi due prevedevano la gestione finanziaria delle risorse dei residenti all’estero, sotto il controllo e la garanzia della Banca d’Italia. Il profitto finanziario derivato, poteva essere un’ingente fonte di risorse per la valorizzazione delle comunità italiane all’estero. Dario Rivolta, e tutto il suo staff, non riuscì ad implementare neppure uno dei 21 punti. A luglio 2007 l’intero gruppo dirigente degli “Azzurri nel Mondofu azzerato. Dopo alcuni mesi la direzione fu affidata a Barbara Contini, “famosa” per essere stata la governatrice di Nassyria in Iraq. In verità in quella missione si limitò a fare cose ordinarie, mentre in quella del Darfur si e’ lasciata dietro strascichi giudiziari. La Contini e Zacchera agirono in “tandem” in qualità di “responsabili” esteri, rispettivamente di FI ed di AN, per organizzare le varie comunità del centrodestra sparse nel mondo. Il risultato? Un disastro sotto ogni punto di vista, da quello organizzativo, all’errata scelta dei candidati e come condussero la campagna elettorale. Sfortunato Berlusconi. Nessuno delle persone da lui incaricate, per curare gli “interessi” degli italiani nel mondo, ha dimostrato di possedere la capacità e l’abilita’ di svolgere il compito in maniera professionale e proficua. Visti i molteplici tentativi miseramente falliti, probabilmente avrà pensato che, piuttosto di nominare un Ministro o Viceministro o Sottosegretario, i più idonei a tutelare gli interessi degli italiani nel mondo sono i 18 parlamentari “esteri” che sono stati eletti per assolvere questo specifico compito. Sarà cosi? Chi vivrà vedrà.

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